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Autore: _camus_    04/02/2012    4 recensioni
Lacrime amare scorrono sul viso di Shura di Capricorn, mentre raccoglie da terra ciò che è rimasto del Figlio del Cielo: il rosario, ereditato dal grande Asmita di Virgo, con i suoi grani che aspettano di annerirsi.
E un piccolo amuleto di legno, col laccio un poco consumato.

Quattro brevi capitoli per descrivere l'evoluzione morale e spirituale di Shaka come cavaliere, ma anche – e soprattutto – come uomo.
Prima classificata al Contest "Profumo di stelle" indetto da Violet Acquarius e vincitrice del Premio della critica.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Virgo Shaka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II

 

Capitolo II

 

 

C'era così tanta luce, quella mattina.

Shaka, inginocchiato sulla terra rossastra dell'Arena, teneva gli occhi chiusi fissi verso l'alto, dove avvertiva ergersi solenne la figura ammantata del Gran Sacerdote.

Sapeva che avrebbe dovuto chinare la testa secondo l'etichetta, ma non ci riusciva proprio – perché non voleva.

Negli spalti tutt'intorno centinaia di persone stavano in religioso silenzio, in attesa, col fiato quasi sospeso e gli sguardi puntati su di lui.

«Per i poteri a me conferiti dalla Divina Atena io, Gran Sacerdote del Grande Tempio, nomino te, Shaka, cavaliere d'oro di Virgo!»

Era il momento più importante di tutta la sua vita, lo sentiva: lui era venuto al mondo per vestire quell'armatura. Così aveva comandato l'ordine precostituito, a cui tutti gli esseri viventi dovevano necessariamente obbedire.

«Ora avvicinati, cavaliere, e pronuncia il giuramento».

Shaka si alzò e salì le gradinate con passo lento ed altero; giunto al cospetto del Pontefice si inchinò nuovamente, senza tuttavia sollevare le palpebre – gesto che provocò mormorii e occhiate stupite nella folla.

«Giuro dinanzi ad Atena che io, Shaka di Virgo, mi impegno solennemente a consacrare la mia persona e il mio cuore alla causa della Giustizia, e a combattere per essa fino alla fine dei miei giorni».

Non appena terminò il suo discorso, lo scrigno d'oro si spalancò; ne uscirono fuori le sacre vestigia della Vergine che, scomponendosi in un aureo bagliore, andarono a fasciargli il corpo pezzo per pezzo.

Nell'istante in cui l'elmo si posò sulla sua testa e la vestizione fu completa, lo percepì per la prima volta: potere. Un potere talmente vasto da mozzare il respiro e abbracciare il firmamento intero.

Rimase completamente sordo allo scroscio di applausi e grida levatosi dagli spettatori, troppo abbagliato dalla forza straordinaria che ogni singola fibra del suo essere sprigionava.

All’improvviso, il suo ruolo gli fu chiaro: finalmente comprendeva del tutto.

«Messaggero tra la terra e il cielo sarò, nel corso della mia vita».


***

 

Ore dopo, il novello Virgo fece il suo ingresso alla Sesta Casa.

Due anni erano trascorsi dalla notte piovosa in cui, scortato dal delegato di Atene, aveva lasciato Varanasi; nonostante il titolo di cavaliere d'oro, Shaka rimaneva pur sempre un bambino. Ma l'India era ormai lontana e, con essa, i ricordi di quanto aveva visto laggiù.

Le donne imploranti, i piccoli affamati, i pellegrini stanchi avevano improvvisamente perduto ogni importanza – misero nulla, al confronto del grande ideale di Giustizia ed equilibrio di cui adesso era portatore.

Ora sì che Shaka non aveva paura né della morte né degli spettri: grazie al suo potere sarebbe stato padrone della prima, e guida dei secondi.

Sciolse deciso il nastro dell'amuleto che portava al collo da quando aveva memoria: a cosa avrebbe potuto servirgli una protezione contro la morte e gli spettri?

Il Fiore di Loto al centro del Tempio si aprì al suo tocco, come si aprivano tutti i fiori quando lui gli passava accanto.

Vi si sedette, con gli occhi chiusi, e prese a meditare.






Note dell’autore

Sono passati circa due anni: Shaka è giunto al Santuario ed è stato investito cavaliere d'oro di Virgo.

E qui, accade la trasformazione: se prima sapeva di essere il Figlio del Cielo, ma qualche volta dubitava, adesso invece le sue incertezze si sono dissolte come neve al sole, disfatte da quel potere sopito che l'armatura ha risvegliato in lui.

Il capitolo è diviso in due momenti: il primo descrive l' investitura, mentre il secondo ha luogo qualche ora dopo.

   
 
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