Amortentia: profumo di neve, di libri e...
VI.
Le
mie labbra bruciavano: era una sensazione
strana
e sconosciuta, ma non del tutto sgradevole.
Evitai
Theodore per
tutta la mattina, rifugiandomi prima in biblioteca con la scusa della
ricerca di Trasfigurazione e successivamente in Sala Comune. Vince e
Greg avevano capito da soli che qualcosa non andava, così mi
avevano
lasciato in pace, senza chiedermi nulla. Non si poteva dire lo stesso
di Pansy, che cercava di attirare la mia attenzione ogni due minuti
facendomi domande su domande. L'occhiata assassina che le avevo
dedicato non appena aveva cominciato a parlarmi non era bastata a
farla desistere, per cui avevo semplicemente deciso di ignorarla.
Mi sentivo un po' in
colpa, forse, per il modo in cui la stavo trattando; ma, tutto
sommato, tutto ciò che era accaduto in quei giorni era stato
possibile solo a causa delle sue chiacchiere circa il fatto che mi
fossi innamorato. Ero troppo confuso per decidere se era stato un
merito o una colpa; sapevo, però, che ciò che era
successo con
Theodore avrebbe cambiato completamente il nostro rapporto.
Mi sfiorai
sovrappensiero le labbra, gli occhi puntati sulle fiamme verdi del
camino; potevo ancora sentire la pressione delicata della sua bocca
sulla mia, e al pensiero un calore sconosciuto mi invadeva lo
stomaco. Arrossii, rendendomi conto che quel bacio mi era piaciuto.
– Vi
siete baciati!
L'esclamazione
esaltata di Pansy mi fece trasalire; non mi ero accorto, troppo preso
nei miei pensieri, che si era seduta al mio fianco sul divano. Mi
voltai a guardarla con aria truce, ma lei non diede peso alle minacce
insite nella mia occhiataccia e continuò a sorridere.
– Pansy,
stai zitta, – sibilai, senza riuscire ad impedirmi di
arrossire. Il
suo sorriso si allargò ancora di più, e una luce
birichina le
illuminò le iridi scure.
L'arazzo si aprì
proprio in quel momento e Theodore entrò nella Sala Comune
con
un'espressione cupa sul volto, gli occhi azzurri puntati verso il
pavimento.
Mi sentii in colpa
per averlo respinto in quel modo e l'angoscia mi strinse le viscere
in una morsa: potevo rimediare in qualche modo per la reazione di
quella mattina? Ero capace di chiedergli scusa, dando il colpo di
grazia al mio già a pezzi orgoglio? Avevo il coraggio di
dirgli che
quel bacio, dopotutto, mi era piaciuto?