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Autore: Fayes    06/02/2012    1 recensioni
Occhi neri incantatori, squarciano il mio cuore senza rammarico né segno di vita. Hanno strappato il mio orgoglio. E il freddo corre nelle mie vene.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 

Spider non bastava.

 
 
 
Ognuno possiede un determinato posto per riflettere.
La riflessione è un qualcosa di particolare, che richiede tempo, attenzione, calma e silenzio. C'è chi si rifugia in una condivisione di pensiero "condivisa" con amici o parenti. C'è chi cerca il silenzio in cucina, chi nel salotto e chi al bagno. Poi c'è chi non riflette assolutamente e vive alla giornata lasciandosi trasportare dagli eventi. Si adatta alle circostanze e agisce d'istinto senza troppi giri di parole e complicazioni personali; senza dubbio, da un lato, è la persona che vive con più facilità e spesso è migliore nelle situazioni problematiche rispetto ad altri. Dall'altro lato, chi non riflette non modifica il corso delle cose, non ha una crescita psicologica, non riconosce le novità, non è responsabile di se stesso e prima o poi si renderà conto di tutto ciò che ha perso a causa della pigrizia. Io rifletto troppo, rifletto così tanto da dimenticare l'essenziale. A proposito, non ho ancora citato il mio nome: Faye.
Probabilmente il fatto di isolarmi nei miei pensieri mi allontana da cose certamente più importanti e concrete. Lo stesso motivo per il quale il mio carattere è spesso titubante ed esitante è la riflessione. Penso, penso, penso. Spesso mi chiedo a cosa cazzo penso, per ritrovarmi in situazioni assurde, piena di domande esistenziali che non avranno mai una risposta. A tutti è capitato di dire qualcosa d'impulso. Talvolta qualcosa che non si sarebbe dovuto dire, altre volte qualcosa che ha fruttato bene, sebbene ,se ci avessimo riflettuto di più, non l'avremmo mai detta.
Agisco d'impulso solo in alcuni casi, i più indecenti forse: gli insulti.
Per il resto, rimugino sulle cose per ore. Come la sera prima dell'inizio dei corsi scolastici.
Mi ero infilata nel letto intorno alle undici e trenta e non avevo assolutamente intenzione di prendere subito sonno.
Mi strinsi le coperte fino sotto al mento e voltai la testa a destra, in direzione della finestra. Il cielo era di un blu scuro e quella notte c'era la luna piena, sebbene fosse oscurata da numerose nuvole grigio-nere. Dovetti ammettere, tra me e me, che la finestra della mia camera aveva una vista strepitosa. Migliaia di alberi si stagliavano su numerose colline perlopiù abbandonate a se stesse. A sud era facile vedere "la Grande Montagna", la quale è davvero uno spettacolo in inverno, specialmente quando è innevata. A sinistra si ammirava un paesino vicino: le case sono chiaramente distinguibili e i lampioni della notte danno un effetto magico al paesaggio. 
Restai a fissare la luna che veniva inseguita dalle nuvole per qualche minuto, immergendomi nei pensieri della giornata finita e di quella che sarebbe iniziata.
La prima immagine che affiorò nella mia testa fu Judy. Feci una smorfia e scacciai violentemente la sua figura. Non avevo voglia di perdere tempo con una persona tanto falsa quanto stupida. E pensare che in passato eravamo state amiche e adesso lei, convinta ancora del nostro rapporto, credeva di poterci speculare sopra. Illusa.
Mi costrinsi a pensare a quello che sarebbe accaduto l'indomani. Con Bliss avevamo finalmente deciso i corsi di autogestione.
Primo giorno: "Modi di comunicare" - Spider Quinn, dalle 9:00 alle 11:00.
Non avevo idea di ciò che trattava l'argomento del corso. "Modi di comunicare": Spider sapeva comunicare tante cose, troppe cose.
Sorrisi, pensando a come sarebbe stato bello ascoltare la sua voce per due ore, poterlo guardare indisturbatamente e rispondere ai suoi sorrisi.
La seconda parte della prima giornata sarebbe stata occupata da un torneo di scacchi, organizzato da un tizio che conoscevo di vista, grazie ad amici in comune. Questo tizio, Jason, piaceva da morire a Bliss, quindi l'avevo accontentata, accettando di iscrivermi al corso insieme a lei. Bliss non sapeva nemmeno giocarci a scacchi, avrei fatto io la sua parte.
Per il secondo giorno: "On the way of metal", le prime due ore. "Dive del passato" le altre due.
Il primo riguardava un genere di musica che piaceva sia a me che a Bliss ed eravamo contente di aver trovato qualcosa che ci attraeva sul serio. Il secondo era una cosa veramente squallida e snob: Dive del passato. Marylin Monroe, Grace Kelly e così via. Tre ragazze vestite di rosa, beige e bordeau in stile retrò, che avrebbero riempito l'aria con le loro chiacchiere su queste "dive". Ma a Bliss piaceva e io non potevo farci niente.
3 giorno: Cultura Giapponese e poi a cazzo per il resto delle ultime due ore.
Non fraintendetemi, non sono razzista e i giapponesi mi stanno alla grande, ma un corso sulla cultura era veramente qualcosa di insopportabile. Non avevo proprio voglia di ascoltare un tizio che mi parlava di thè e spezie puzzolenti per 120 minuti.
«Bliss, ma che ci trovi in questi cinesi?» le avevo detto, guardando con tristezza il mio nome scritto in quel corso.
«Sono giapponesi! Non cinesi!» aveva risposto lei stizzita.
«Vabbè dai, è uguale...» ribattei io con gli occhi bassi e la sensazione che sarei esplosa da un momento all'altro.
«No! Non sono uguali! I giapponesi sono teneri, cicciotti e carini e hanno tante tradizioni affascinanti e inoltre..» iniziò lei, con l'aria di chi la sa lunga.
La interruppi, prima che potesse andare avanti con il suo monologo su quanto siano carini-e-cicciotti e giapponesi. «Hanno tutti e due gli occhi a mandorla, chissene frega! Tanto ormai mi sono iscritta...»
«Ecco appunto, quindi non lamentarti. Pensa a Spider...» mi canzonò con uno sguardo di complicità.
Io sentii che stavo arrossendo e mi voltai cercando di trattenere un sorriso imbarazzato e sognante.
In realtà, ogni volta che l'immagine di Spider compariva nella mia mente, cadevo nell'imbarazzo più totale. Per me Spider era come qualcosa di sacro, da vedere ma non toccare, qualcosa di caldo come il fuoco su cui era meglio non mettere le mani. 
Immersa in questi pensieri, mi addormentai col sorriso stampato sul volto, pensando a come mi sarei dovuta comportare il giorno dopo.
 
Mi svegliai più presto del solito, eccitata per il grande giorno. 
Indossai una maglietta viola, un cardigan aperto nero un paio di pantaloni scuri attillati e le converse nere. Misi in una punta di gel nei capelli lunghi ed ondulati e passai il ciuffo con la piastra. Passai uno strato di trucco non leggero, ma leggerissimo e tentai di sembrare carina.
«Forza.» mi dissi guardandomi allo specchio. Sto arrivando, Spider.
 
Arrivata a scuola, passai la prima ora a chiacchierare in classe con Bliss e al suono della campanella iniziai a sentirmi nervosa.
«In quale classe dobbiamo andare, Bliss?» domandai sinceramente, con lo sguardo impacciato sul tabellone delle informazioni.
«Hmm, credo VD.» rispose lei controllando su un foglietto.
Deglutii rumorosamente. «La sua classe?!» chiesi con tono di impotenza ed esasperazione.
«Si dai, ma come fai a dire che c'è anche lui..non puoi esserne certa...in fondo...»
Non stavamo parlando di Spider ma di Chris.
Chris frequentava il secondo anno della mia stessa scuola. Era un ragazzo popolarissimo per motivi che non voglio spiegare ma era incredibilmente timido. Il suo aspetto ingannava.
Aveva dei favolosi capelli lunghi, lisci, con un ciuffo di quelli che vanno di moda tra i ragazzi di oggi. Era alto, magro, due labbra carnose e gli occhi verdi. Vestiva come vestono in molti. Colori scuri, jeans stretti, felpe e magliette. Chris era bellissimo. Incrociavo spesso il suo sguardo ma la sua timidezza lo portava sempre ad abbassare la testa e continuare a camminare. Non credo avesse molti amici tranne un ragazzo della sua stessa classe. Lo vedevo passeggiare a ricreazione sempre e solo con lui. Non ero sicura del suo nome ma credo si chiamasse Jeremy.
La prima volta che avevo guardato Jeremy l'avevo giudicato come un ragazzo relativamente brutto. Col tempo, imparai a guardarlo con altri occhi. Jeremy suonava la chitarra, aveva i capelli biondi ricci e lunghi quasi fino alle spalle legati in uno chignon maschile. Non avevo mai visto dei capelli così biondi in vita mia, così simili al colore dell'oro... Aveva gli occhi verdi molto chiari. La pelle bianca come quella di un bambino, due scocche rosse e l'aspetto di una persona silenziosa, naturale, semplice. Presto avrei dovuto ricredermi.
Chris e Jeremy dunque frequentavano la classe in cui io e Bliss avremmo dovuto passare due ore con lo splendido Spider. Per Chris avevo avuto una cotta incredibile ma poi mi ero stancata del suo atteggiamento freddo ed ero andata avanti. Sfortunatamente, nel momento in cui venni informata che quasi certamente Chris avrebbe frequentato il mio stesso corso, nella stessa aula, cominciai a tremare e il cuore inizò a battere troppo velocemente per i miei gusti. Chris mi faceva ancora uno strano effetto.
Presi coraggio e mi avviai insieme a Bliss verso la classe. Arrivata davanti alla porta, diedi un'occhiata all'interno e naturalmente il mondo mi crollò addosso in un secondo.
Eccoli lì: Chris e Jeremy in tutto il loro splendore. 
Jeremy stava alzato e chiacchierava animatamente con dei ragazzi seduti nel banco dinanzi a lui. Chris era seduto accanto al suo amico dai riccioli biondi e fissava un punto inesistente nel banco, con il suo solito sguardo perso chissà dove ma sexy da morire.
Mi morsi il labbro inferiore e tornai indietro prendendo Bliss per il gomito e trascinandola via con me fuori dall'aula. Non ce la facevo. Io mi ero preparata per Spider, avevo pensato solo a lui. Non potevo sopportare il fatto di dover essere così vicina anche a Chris, no.
Bliss mi guardò e annuì ma poi il suo cinismo ebbe la meglio sulla pietà e parlò con tono acido e crudele.

«Non me ne frega un cazzo che ci sono quei due lì dentro, hai capito?!» ecco, questa era Bliss. «Adesso dobbiamo entrare ok?»
«Ma..»ribattei riluttante.
Poi, meraviglia delle meraviglie, arrivò Spider in tutta la sua bellezza.
Mi mise una mano sulla spalla e con l'altra ci invitò ad entrare in classe. 
«Prego, ragazze.» poi ci rifilò un sorriso a trentadue denti.
Spider era straordinario quel giorno. Indossava un paio di jeans stretti che mettevano in risalto la sua magrezza atletica, un paio di converse bianche, una t-shirt blu a maniche corte e una felpa dello stesso colore con cerniera aperta. Sul volto si leggeva chiaramente la serenità e la contentezza di essere pronto a stare al centro dell'attenzione.
A fare da assistenti a Spider, c'erano due ragazze che non avevo mai visto a scuola. Le due si scambiarono occhiate decise e Spider si sedette sulla cattedra iniziando a parlare.

«Allora.» sorrise. «Buongiorno a tutti e..» esitò. «vi ringrazio per essere qui, quest'oggi...»
La ragazza-assistente  alla sinistra di Spider rise. 
«Oddio, Spider, ma come parli? Non siamo qui a fare una campagna elettorale. Mettici più...» ci pensò un attimo. «...più complicità!»
Spider la guardò e poi si rivolse alla classe. «Ok. La prima cosa da sapere è che questa magnifica creatura alla mia sinistra si chiama Kessi ed è la regina dell'arroganza.» sorrise prima a noi, poi a lei. Era evidente che i due fossero buoni amici liberi di prendersi in giro a vicenda.
Poi si schiarì la voce e parlò ancora «Ma va bene! Mettiamoci più complicità, almeno oggi!» mi lanciò uno sguardo come a cercare la mia approvazione e lì...sentii qualcosa che, ancora oggi, non so descrivere.




P.S Ecco qui, grazie per aver letto. Voglio ricordare che non ho fatto in tempo a rileggere il tutto e nel caso ci fosse qualche errore di grammatica, vi prego di scusarmi e se volete, di farmelo notare. Grazie e al prossimo capitolo! :)
  
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