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Autore: inthiscrazylife    06/02/2012    0 recensioni
Cosa può accadere quando si ha a che fare con ombre di persone da tanto tempo dimenticate? Può essere più difficile di quanto si asspettava?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dannazione la lettera,dov' è la mia lettera?
- Per l'amor del cielo,Peter!Stai calmo sei in un ospedale!
Esclamò  James Pethon con un sorriso ironico abbozzato sul  viso.Poi continuo:
-Vecchio mio,che ti succede?Ti sei messo nei guai proprio questa mattina!
James Pethon era collega di lavoro e fedele amico di Peter.Si definiva un egoista,ma in realtà era l'uomo più generoso e altruista del mondo. Certo,era bizzarro ed eccentrico ma non per questo occupava il suo tempo occuopandosi solo di se stesso. Era un uomo alto,in forma,vicino alla sessantina,dalla pelle olivastra e occhi scuri. Era padre di due fanciulle di cui andava molto fiero e marito di una donna di tre o quattro anni più giovane. Nonostante il successo di lui,noto scrittore,conducevano un'esistenza tranquilla e serena, per quanto serena possa essere la convivenza in famiglia.
Quel mattino era il suo giorno libero e si stava dedicando ad un nuovo romanzo,quando fu interrotto dalla telefonata della cameriera del signor Costa ed era corso in ospedale.
Ora si trovava lì,ai piedi del suo letto. All'inizio aveva pensato ad un mancamento di pressione,ma quando vide i lividi sul volto di lui,capì che sotto c'era qualcosa di molto più grosso. Una rapina,un aggressione? Non bastava che chiederglielo.
"Allora Pete -come soleva chiamarlo- cosa ti ha spinto a farti condurre in questo piacevole albergo?"chiese evidentemente compiaciuto della metafora usata.
Il suo Pete gli rivolse un occhiata torba,piena di paura e allo stesso tempo di sfida.
-Ti prego James io devo andare via da qui,ti prego portami via prima che...
-Signor Peter Costa!
Lo interruppè il dottor Bland che entrava in quel momento.
-Lei non è nelle condizioni adatte per ricevere visite.Mi dispiace signor...Signor?
-James Pheton.
Interruppe l'altro.
-Bene signor Pheton devo pregarla di andare via,me ne rammarico moltissimo.
- Va benissimo. Ci conceda solo cinque minuti per sistemare gli affari del signor Costa. Sa è solo,non ha nessuno che si prenda cura di lui. Lo esorto molte volte a sposarsi ma non mi vuole dar retta e invece...
-James,taci una buona volta!
Il dottore per porre fine a quella scena imbarazzante chiese:
-Senta ma lei è proprio Pheton?Cioè,Pheton lo scrittore?
-Esatto sono proprio io.
Rispose con un sorriso evidentemente compiaciuto e strinse la mano al dottore,cominciando ad elogiare il suo lavoro,un pò imbarazzato di trovarsi davanti ad un uomo che contribuiva davvero a salvare le persone e non come lui che si occupava solo di dilettarle. Cosi cominciarono a parlare dei tempi dell'università e dei campi di studio finche Peter,inorridito urlò:
-James,non avevi qualcuno di cui occuparti?
Il dottore divenne rosso in facciachinò il capo e uscì. Come era potuto accadere che si fosse distratto durante il lavoro?
James si avvicinò al letto  e disse:
-Vuoi che faccia qualcosa in  particolare e di urgente?
-Si voglio che tu vada a casa e recuperi la lettera che dovrebbe stare a terra,vicino la scrivania nel mio studio.Tu solo sei autorizzato ad entrarvi. Non permettere a nessun altro di oltrepassare quella soglia,compresa la cameriera.Ed è fondamentale che tu non  legga il suo contenuto. Portala con te fino a stasera,quando verrai qui per le visite delle sei. E' necessario che nessuno la veda,per non aumentare i sospetti.Sono stato chiaro?
-Limpido!
-Bene. E quando verrai stasera,forse ti racconterò.Adesso va' e non fare chiacchiere inutili con il dottor Bland.Ah,un'altra cosa. Chiudi  lo studio a chiave e riportamela.
James annuì con il capo,gli augurò una veloce guarigione e uscì perplesso. Non aveva mai  visto il suo amico in quella condizione di inquietudine nè tanto meno così agitato. Cosa poteva essere accaduto di tanto grande?
Conosceva Pete da dodici anni ed erano diventati amici perchè egli era stato attratto dalla sua gaiezza,serenità d'animo,fermezza e sicurezza.Perchè quel giorno era cosi spaventato?
Non poteva avere dei nemici,era ben amato da tutti,non si curava delle donne e quindi non poteva avere un rivale;per quanto ne sapeva non si era mai ubriacato e non aveva mai fatto uso di sostanze illecite.
Era conosciuto per la sua eccellente cognizione della letteratura classica in tutta America e grazie a lui erano aumentati notevolmente gli iscritti a lettere classiche alla facoltà di Harvard.Aveva pubblicato tre romanzi con buoni risultati in tutto il mondo.Cosa sarebe potuto accadere ad un giovane così devoto allo studio?
Questi erano i pensieri di James Pheton mentre percorreva in taxi la strada verso la casa di Pete.
Giunse a destinazione dopo dieci minuti,pagò il tassista e percosse il vialetto in fretta e furia. Suonò alla porta. Nessuna risposta.
Dove accidenti era finita la cameriera?Suonàò e suonò più volte. Poi penso che forse era andata a fare la spesa. Afflitto,stava ritornando al taxi,quando udì delle voci provenienti dalla porta di servizio. Svoltò l'angolo della casa con cautela e silenziosamente.Vide due figure che farfugliavano qualcosa.Prima udì solo parole senza senso,poi frasi intere.
-La lettera...consegnata...lui...lui l0ha letta?...cosa ha fatto?...hai le chiavi?... Povero idiota!...la testa.
Poi una risata.
Un raggio di sole illuminò il volto di una delle due figure. James con infinita sorpresa si accorse che era la cameriera di Pete,con cui più volte aveva parlato prima che l'amico fosse pronto a riceverlo.L'altro era un uomo,dall'aspetto losco.Non lo aveva mai visto prima,ma già sapeva di odiarlo. James stava per tprnare al vialetto principale,ma calpestò una pietra e si fece sfuggire un rantolo di dolore. All'improvviso l'uomo dall'aspetto losco corse verso di lui e lo aggredì.
  
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