Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: XnihalX    06/02/2012    4 recensioni
E se una normale ragazza apparisse nel pazzesco mondo si Kuroshitsuji? E se questo portasse alla pazzia ed all'amore di Ciel? E se la pazzia di Ciel portasse su di lui attenzioni che sarebbe meglio non avere?
Questa Fic l'ho creata insieme alla mia cara amica .::Artemis_Regina_Della_Sette_Lune::. Spero che vi piaccia!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Kuroshituji, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5

Phantomale e Shinigami

 

Ciel si voltò verso l'origine di quello strano suono, cioè verso Cassandra, e spalancò gli occhi, mentre la vedeva trasformarsi in qualcosa che non riusciva a definire.

<< Ma che... cha cavolo è?! >> esclamò il conte

<< E' una Phantomala >> rispose Sebastian secco per poi corrugare la fronte.  << Sono confuso ... non si erano estinte? >> chiese poi, voltandosi verso le streghe

<< Ti sembra forse morta? >> gli rispose Sibill, indicando quella che fino a poco tempo prima era una ragazza.

Già perché adesso Cassandra sembrava più a un gatto: il pelo corto, gli occhi felini e la coda che si agitava un poco. Il pelo partiva dal muso con un viola scuro arrivando alla coda sul blu notte.

Cassandra si accucciò in posizione d’attacco e ringhiò ancora, anche così il ventre del felino arrivava alla testa di Sebastian... che vedendo il gatto formato maxi era andato in adorazione; il maggiordomo alzò il braccio e cominciò ad accarezzarla, lei fece per un secondo qualcosa che assomigliava a delle fusa prima di scattare fuori dal portale.

 

***

Al di fuori del portale appoggiato comodamente a una croce di legno abbastanza solida, lo shinigami Grell Stucliffe guardava il cielo. Era silenzioso e passava il tempo avvolgendosi continuamente una ciocca dei capelli scarlatti attorno al dito.

Fu sorpreso di vedere Cassandra quando questa balzò bruscamente fuori dal portale.

Ebbe un guizzo e sobbalzò

<< COSA? >>

Afferrò senza esitare la sua Deathschite: il rumore della motosega che si metteva in funzione arrivò subito dopo.

<< Ancora tu?! >> gridò Ciel, guardando irritato il Dio della morte.

<< … Grell Stucliffe >> mormorò Sebastian, diventando di colpo di pessimo umore.

<< SEEEEEBAS-CHAN! >> gridò lo shinigami: il suo largo sorriso fece brillare alla luce del sole, ormai sorto da qualche tempo, i denti appuntiti di Grell.

<< Non iniziare, Grell... >> mormorò con finto tono calmo, quando in realtà la sola presenza dello shinigami lo infastidiva.

<< Oh, Sebas-chan! Dammi un momento per uccidere questa e sono tutto tuo! >> disse per poi mandargli un bacio, il povero maggiordomo rabbrividì.

Grell fece un balzo pronto a colpire il felino che non sembra star molto bene.

<< Sebastian! >> urlò quasi subito Ciel.

Il maggiordomo scattò all’istante bloccando in maniera fulminea e tempestiva la motosega dello shinigami, già partito all’attacco.

L’enorme felino mugolò accucciandosi a terra e coprendosi le orecchie con le zampe. Grell fece una faccia scocciata, quanti ancora ne volevano proteggere?

<< Signorino, la signorina Cassandra.. >>

Lei mugolò ancora

“che mi succede? Non riesco a parlare! E fa male! “ pensava mentre continuava a mugolare.

<< Sebastian, falla tornare normale! >> ordinò il conte che però continuava a restare lontano: non aveva dimenticato tutti gli anni trascorsi a starnutire dietro il pelo di quei gatti.

Il maggiordomo rimase immobile: non sapeva come farla tornare alle sue solite sembianze.

L’unica cosa che pensava potesse funzionare fu colpire la giovane sul collo: almeno sarebbe svenuta... forse...

Lei cadde a terra mugolando: perché Sebastian la stava colpendo?

Nonostante il colpo non fosse stato sufficiente, il demone doveva trovare qualcosa per calmare Cassandra.

Sebastian cominciò a pensare che l’unica cosa che faceva cambiare umore in pochi secondi Cassandra per ora erano state le scuse del bocchan.. quindi.. magari..

<< Che fai!? Mettimi giù Sebastian! >> urlò il conte dimenandosi.

<< Bocchan, lei mi ha detto di farla tornare normale, lo sto facendo >> poggiò il conte accanto al “micione” << Forza l’accarezzi >> disse il maggiordomo trattenendo un sorrisetto.

Tentennando Ciel lo guardò male, ma poi allungò la mano e cominciò a farle dei grattini dietro l’orecchio ricevendo in cambio delle fusa soddisfatte.

Sebastian sorrise vedendo che pian piano Cassandra era tornata semi-normale: aveva ancora le orecchie e la coda.

<< Mmh… >> continuò la ragazza avvicinando la testa a Ciel, che divertito e tranquillizzato continuava a grattarle le orecchie.

<< Francamente non pensavo che ti saresti gettato a salvarla >> disse Grell alquanto scocciato.

<< Ho semplicemente ubbidito agli ordini del mio signorino >> rispose il maggiordomo arrotolando la coda di Cassandra con le dita.

Cassandra fece di nuovo le fusa e pian piano aprì gli occhi: Grell si era chinato e stava raccogliendo la sua collana… scattò.

<< Non la toccare! >> disse strappandogliela di mano e stringendola al petto.

Grell fece una faccia disgustata, guardandola.

<< Tranquilla, non m’interessa quello schifoso ciondolo >>.

Lei lo guardò un attimo male – anche se non capiva perché, aveva sempre adorato Grell – per poi guardare triste la collana ormai rotta.

<< Oh.. >> mormorò, non è che la catenina le importava più di tanto, ma il pendente era l’unica cosa che fosse veramente sua, l’avevano trovata con quel gioiello nelle manine paffute quando l’avevano raccolta davanti casa, quindi era l’unica cosa della sua vera famiglia. C’era anche una catenina con esso certo, bellissima, però aveva dovuto venderla per comprarsi le cose per scuola e qualcosa per lei. Ci stava male per averla venduta, ma non poteva farci niente, i suoi tutori non avrebbero mai sganciato niente per lei, non le facevano indossare i vestiti del figlio solo perché sennò sarebbe stata ridicola… e no, non è per gentilezza, ma solo perché sennò anche loro sarebbero stati derisi… quindi preferivano regalarle degli straccetti neri, oppure qualcosa di veramente ridicolo… ma mettendoli insieme erano una cosa abbastanza decente.

Solo allora Ciel e Sebastian guardarono davvero la collana con cui giocava sempre Cassandra.

Era una rosa nera, con alcuni petali sporchi di rosso cremisi, due foglioline verde smeraldo per spezzare un po’ e una pugnaletto d’argento – anch’esso macchiato di cremisi - che trapassava la piccola rosa. La rosa era circondata da un cerchio nero anche se non interamente.

Il maggiordomo, si avvicinò alla ragazza per osservare meglio il ciondolo, aveva già visto una cosa simile, ma dove?

<< Non si preoccupi signorina, lo possiamo sempre riparare >> disse Sebastian mettendole una mano sulla spalla.

<< Sebastian! Ti ho già detto di darmi del tu! >> mormorò la ragazza.

<< Scusami Cassandra >>

<< Sebastian >> sibilo Ciel guardandolo male, il maggiordomo che stava per rispondere non riuscì ad aprire bocca.

<< Sebastian un corno Ciel! Non voglio che mi dia del lei! Mi mette a disagio! Se gli ordini di farlo giuro che ti stacco la testa a morsi! >>

<< Che delicatezza. Di un po’ ti sei dimenticata di essere una ragazza? Sono più femminile io! >> esclamò Grell divertito ma fu completamente ignorato.

<< Signorino, me l’ha chiesto Cassandra, non mi posso rifiutare.. >> .

<< Tsk >> fece scocciato il conte ma non disse altro.

Silenzio… che durò poco però.

<< TU! Tu lo sapevi! Che diavolo mi è successo!?!? >> Urlò Cassandra alla rettrice.

La donna dall’altra parte del portale non rispose nemmeno: si limitò a guardarla sorridente.

<< Se vuoi trovare delle risposte, comincia da quello, comincia dal ciondolo >>.

***

<< A proposito di ciondoli: mi spiega perché mi ha chiesto di portargliene anche un altro, se ne ha già così tanti? >> chiese Sibill, osservando una delle vetrine della rettrice piena zeppa di medaglioni e monili vari.

<< Oh, ma questo non è come gli altri. Perché non provi ad aprilo? >> disse a Sibill avvicinandosi a lei e porgendole l'oggetto che teneva ancora in mano.

La strega guardò per la prima volta il medaglione che aveva portato alla rettrice.

Era un oggetto davvero insolito, fin troppo semplice e rude per essere qualcosa di decorativo: essendo fatto di ferro, e anche di grosse dimensioni, era abbastanza pesante.

Sibill lo aprì lentamente, seguita dallo sguardo della rettrice.

Al suo interno vi era un piccola foto che raffigurava una giovane donna, con un viso dolce, due occhi grandi e dei lunghi capelli legati in una vistosa treccia.

Sibill la guardò per un attimo in silenzio: sfiorò con le dite la foto. Era praticamente impossibile capire se la strega non volesse dire nulla o se non riuscisse a parlare.

Dopo aver guardato ancora un po' foto, chiuse il medaglione e lo girò: sul retro vi era inciso un nome: "Edith"

 << Signora rettrice, mi scusi, ma io ora dovrei andare. Sono stanca e vorrei riposarmi un po' >>

Sibill fece per ridarle il medaglione, ma lei non volle prenderlo.

<< Tienilo tu >>

La strega lo strinse in un pugno

<< ... No, mi scusi. Era mio dovere consegnarglielo, non posso tenerlo con me. Deve rimanere qui, potrebbe ... >>

La donna la interruppe con un cenno della mano

<< Tranquilla, ho capito. Va' pure se vuoi >> le disse poi, sorridendo

Sibill si avviò verso la porta-finestra da cui era entrata, prendendo Niala per le briglie e portandola con sé.

<< Io glie lo lascio qui ... le dispiace metterlo apposto? >> disse, poggiando il medaglione sulla scrivania della rettrice

<< Ma no, figurati. Non ti preoccupare >>

Prima che se ne andasse, la rettrice la chiamò di nuovo

<< Ah, Sibill ... >>

<< Si? >> disse lei, voltandosi verso la donna

<< E' qui, e ci sarà ogni volta che vorrai >>

Sibill sorrise.

<< La ringrazio >> mormorò con un filo di voce, prima di sparire assieme alla cavalla tanto improvvisamente quanto quando era arrivata.

***

Intanto Ciel vedendo che Cassandra stava per continuare la discussione le tappò la bocca con la mano, mentre pian piano, il portale si chiudeva.

<< Ahi! >> urlò il conte ritirandosi dalla giovane che lo aveva morso.

<< Mi spieghi perché l’hai fatto?! Voglio spiegazioni! Come ti sei.. >> ma Cassandra non riuscì a finire la frase perché un Ciel infuriato l’aveva presa per le spalle e sbattuta non proprio con gentilezza addosso una croce abbastanza grande.

<< Ma sei scema?! Vuoi capire che loro possono portarti via in qualsiasi momento?! Non siamo abbastanza forti Cassandra! Sto cercando di tenerti con me come mi hai chiesto, ma mi stai remando contro!  Già questa situazione è snervante e con la tua impulsività e la tua cocciutaggine non mi aiuti! Abbiamo preso un accordo ma non credo che ci mettano tanto a cambiare idea e portarti via! Ti lamenti tanto che io sia un idiota ma tu non sei da meno! >> gli urlò contro Ciel.

<< Ma… io… loro… >> Balbettò Cassandra ma si zittì quando Ciel le diede uno scossone.

<< Bocch… >> tentò il maggiordomo che teneva lontano con un braccio lo shinigami che voleva abbracciarlo.

<< Zitto Sebastian! >> lo interruppe malamente il conte. << Niente ma Cassandra! >> le diede contro Ciel, ma poi sospirò, stanco tutto insieme. << Non voglio che ti postino via… >> posò la fronte su quella della ragazza, distrutto. << E pensare che nemmeno ti conosco… >> mormorò e corrugando le sopracciglia, lentamente, avvicinò ulteriormente il proprio volto a quello di lei facendo sfiorare appena le loro labbra… s’irrigidì e prima  di dare tempo a Cassandra di alzarsi sulle punte e posare le labbra sulle sue in un vero bacio s’allontanò con un salto.

Cassandra abbassò lo sguardo, delusa, e forse fu un bene, perché Ciel la guardava famelico, con gli occhi rosa che brillavano.

Calò per un po’ di tempo uno strano silenzio.

<< Signorino, è tardi >> disse il maggiordomo estraendo e guardando il suo orologio da taschino.

<< Si… >> sussurrò il conte, poi si voltò: gli occhi tornati violetti. Guardò Undertaker che sghignazzava come al solito << Andiamo >> disse più forte.

Tornarono tutti dentro le bare a loro assegnate – cosa che fece tornare il sorriso a Cassandra che diceva che era bellissimo sdrarcisi dentro – e il becchino si mise in marcia portandoli tutti e quattro nel suo negozio.

***

<< Sono stanchissima! >> esclamò Cassandra entrando e sedendosi su una bara a caso, Ciel l’imito mentre Sebastian rimase in piedi dietro il suo bocchan, Grell, stranamente, era rimasto un momento fuori.

Cassandra provò a dondolare le gambe mentre Ciel parlava di chissà cosa… lei sentiva solo un noioso “blah blah blah”.

<< Undertaker? >> chiese a un certo punto interrompendo il conte che scocciato le mandò un’occhiataccia.

<< Se vorresti attendere un momento, stavamo parlan… >> cominciò Ciel con voce pacata, ma fu completamente ignorato, perfino Undertaker stava dando tutta la sua attenzione alla giovane.

<< Ma non ti annoi a sentirlo parlare? >> chiese indicando Ciel con uno strano biscotto a forma di osso.

<< IH – IH – IH, ma no, è così divertente! Non trovi anche tu? >>

<< Sinceramente io sento solo “blah blah blah” ma è divertente il suo faccino tutto concentrato >>.

Il conte fulminò la ragazza con uno sguardo minaccioso; per tutta risposta quella fece spallucce, irritando ancora di più il giovane Ciel.

<< Sei noioso Ciel, è colpa mia? >> disse lei tranquilla prendendo un altro biscotto.

<< Se tu mi trovi, noioso non è un mio problema >> rispose freddo.

<< Infatti è tuo perché poi pian piano la gente comincerà a riderti dietro.. Undertaker sono buonissimi! >> dissi poi prendendo il vasetto, che gli stava porgendo lo shinigami, pieno di quei biscotti.

<< Quello che mi succederà un giorno è affar mio, io so come cavarmela Cassandra! >>

<< Si è visto molto in questi anni guarda; signorino-che-è-capace-solo-a-farsi-rapire. >>

<< IO NON TI PERMETTO DÌ PARLARMI COSI’! >> disse il signorino alzandosi in piedi, quella ragazza – che ora aveva accertato: era lunatica – riusciva sempre a fargli perdere la pazienza.

<< Non. Osare. Urlarmi. Contro. Io mi permetto di fare quello che mi pare. Prova a impedirmelo. >>

<< Senti…tu..! >> Ciel si avvicinò velocemente, ma il maggiordomo fu ancora più rapido di lui: gli fu alle spalle in un lampo e lo afferrò per i polsi.

<< Signorino… si calmi... >> gli sussurrò in un orecchio.

<< Che provi a colpirmi pure! Ragazzino com’è non sa neanche parlare! >>

<< Cassandra… >> mormorò Sebastian senza lasciar andare il signorino ma fissando lei.

<< Perché è così che fai vero?! Cos’è?! Non sei riuscito a colpire Elizabeth e ci provi con me!? >> urlò lei ignorando completamente il maggiordomo.

Lo sguardo di Ciel si fece più cupo.

<< Cosa c’entra Elizabeth ora? >> Ciel si dimenò a tal punto da liberarsi dalla stretta del maggiordomo, il ragazzo afferrò il polso di Cassandra e lo strinse con forza, fino a fargli male.

<< Non tirarla in mezzo >>

<< Oh, cos’è? Ho premuto un tasto dolente? Perché non sei riuscito a sorriderle nemmeno una volta? C’è sempre Sebastian, è grazie a lui se sei qualcosa, se non era per lui mi avresti colpito senza pensarci due volte. E’ questa la persona che sei Ciel Phantomive?>> alzò il polso stretto davanti al suo volto; faceva davvero male, ma era abituata al dolore, quello che faceva male era che Ciel glielo stava facendo provare.

Lui che gli aveva promesso che non sarebbe mai più successo.

Lui che non capiva il motivo per cui era così infuriata,

Lui che non capiva che lei lo amava...

E lei che non riusciva più a tenere ferma la lingua, che stava sputando cattiverie e non riusciva a fermarsi...

<> sibilo, anche se aveva tanta voglia di scoppiare a piangere.

<< IH-IH-IH non cadere così in basso anche tu >>.

<< Sto solo dicendo ciò che penso, Undertaker, non sono io che sto stringendo il suo polso >> rispose tranquilla la ragazza, però, guardando con furente Ciel ancora visibilmente infuriato.

<< Gneh-eh, come siete divertenti ragazzi. Siete davvero simpatici, ma credo che non sia il tempo per questo. Temo che più continuiate così più sarete interessati alle mie bare… >>.

<< Preferisco morire che avere ordini da lui >> sibilo di nuovo, forse finalmente, si stavano avvicinano al discorso che avrebbe voluto prendere fin dall’inizio.

<< Allora sei anche più stupida di quanto pensavo... >>  sussurrò << …preferire la morte alla protezione di qualcuno che è pronto a tutto… >>

<< Come puoi proteggermi se ti vergogni di me? Pensi che non abbia sentito ciò che hai detto a Sebastian? >> rispose lei, non riuscendo più a trattenere la tristezza, era quello che gli rodeva, che faceva male… tirò il braccio scostandosi e cominciando a massaggiare il polso con l’altra mano.

<<… Se la gente scoprisse che sei diversa forse ti posterebbero via… >>.

<< Non so come fai tu Ciel, ma io… Non voglio cambiare. Non sarei più Cassandra ma una perfetta sconosciuta… non saprei neanche più io chi sono – non che ora lo sappia bene – però… non sarei io. E’ questo che vuoi da me Ciel? >> sussurrò lei, dopo qualche minuto di assoluto silenzio.

<< Io vorrei solo che tu… >> si bloccò << No, e va bene, faremo come vuoi tu. Sebastian! Annulla tutti i corsi che avevamo prenotato: lasceremo che le cose vadano come devono andare. >>

<< Come desidera signorino... >>

Cassandra tentennò mordicchiandosi il labbro, c’era un corso però, che avrebbe desiderato con tutta se stessa seguire…

<< C-ciel… I-io… Volevo chiederti u-una cosa... >> balbettò guardandosi i piedi, era veramente imbarazzante, ma ne aveva l’occasione e l’aveva sempre desiderato…

<< …Dimmi >> mormorò il conte con un’espressione incuriosita.

<< I-io… m-mi piace tanto il pianoforte… a-avrei tanto v-voluto imparare a-a suonarlo m-ma non ho m-mai potuto permettermi le... le lezioni... >> sussurrò con il volto in fiamme, era umiliante…

Sul volto del conte stava per affacciarsi un sorriso. Non ammise mai quel fatto, né permise che accadesse: però gli rispose con un’impercettibile dolcezza nella voce.

<< Certo, per così poco >>

Cassandra arrossendo ancora di più si alzò sulle punte e poso un bacio sulla guancia del conte.

<< G-grazie.. >> mormorò sulla sua gote.

I due rimasero per qualche secondo a guardarsi in silenzio. I loro cuori battevano all’unisono.

<< IH, IH, IH, cooonte, non doveva parlarmi? >> ghignò il becchino rompendo il silenzio.

<< No, Undertaker, abbiamo risolto tutto >>.

<< Aaaah, capisco. Menomale, così almeno non se la prenderanno con me, eh-eh... >>.

Ciel sgranò gli occhi, Cassandra con il mento poggiato sulla sua spalla, tranquilla come sempre.

Sebastian rimase impietrito.

“E’ impossibile, ma come diavolo..?”

Come diavolo era potuto succedere?

“Avevano calcolato tutto, tutto… tutto quanto… ogni piccolo dettagio, ogni più piccola parentesi: TUTTO.”

Ciel rimase immobile.

Nella stanza calò il silenzio; le facce impietrite si scambiavano sguardi sconvolti. Solo Cassandra – che restava tranquilla vicino al suo Ciel – ed il becchino – che sorride divertito – sembravano tranquilli.

***

Mentre tutto questo accadeva, in un ghetto londinese due figure si scambiavano parole confuse che, la poca e ignorante gente del posto non avrebbe mai compreso.

<< E dovrei seguire quella schifosa? >> esclamò lo shinigami Grell Stucliffe, furioso.

<< Sì, devi >> disse William T. Spears, capo reparto, lo shinigami eccellente e ligio dagli occhiali rettangolari ed i capelli castani pettinati con rigore e precisione.

<< Non lo farò mai Will! >>

<< Qualcuno deve pure farlo >>

<< Di certo non sarò io! >>

William sbuffò seccato.

<< E chi allora, Grell? >>

<< Uff, quanto rompi Will! Che so’... mandaci quel vagabondo di Ronald o qualcun altro… >>.

<< Ronald è già stato assegnato a un altro incarico. Grell… >>.

“Dannazione possibile che mi tocchi sempre fare così?”

<< … VORREI che fossi tu a farlo >>

Gli occhi del Dio della morte rosso, brillarono di gioia.

<< OOOOOOH, MA ALLORA MI STAI CHIEDENDO UN FAVOREEE!!! >>

William sbuffò di nuovo.

<< … Si >>

Gli costava ogni volta pronunciare quelle parole, ma quello era l’unico modo di farsi obbedire dal rosso.

<< Oh, non ti preoccupare Will >> disse Grell con voce languida << Ci penserò io a quella brutta cattiva e poi tornerò subito da te >> >>.

Accompagnato da un breve risolino Grell Stucliffe, sparì all’orizzonte.

<< … Ah, che nervi… >>

William si sistemò gli occhiali e continuò a camminare per le strade della città.

***

Appena arrivati alla magione Cassandra si era attaccata come la colla a Sebastian, senza però dire niente, ora il maggiordomo stava preparando un dolce.

<< Ehy, Sebas-chan >> disse lei dopo un po’.

<< … Si? >>

<< Ciel è sempre così freddo? >>

<< Si Cassandra, quello è il suo modo di fare >>.

<<… con te delle volte è diverso… >>

<< E’ molto raro e solo perché io sono l’essere di cui può fidarsi di più >>.

<< … Dici che un giorno si fiderà di qualcun altro..? >>

<< Se riuscirà a conquistarsi la sua fiducia… >>.

<< E’ una cosa tanto stupida, secondo te, l’amore? >>

<< Per me è insensato. >>

<< E come mai? >>

<< Gli umani corrono dietro a cosa che donano solo finte “felicità”. L’uomo è un essere falso e meschino, anche più di noi demoni.

<<… E’ vero che ci sono umani che semplicemente sono innamorati dell’idea dell’amore… ma io ci credo davvero, non m’importa essere felice, non lo sono mai stata, mi basta potergli stare vicino o anche solo guardarlo da lontano… pensi che anch’io, sia meschina? >>

<< Tu non sei umana, per cui non so cosa pensare di te. >>

Cassandra sussultò.

<< … me ne ero dimenticata… >> sussurrò pianissimo.

<< Ti ci abituerai. >> rispose lui continuando a girare la crema.

<< Tu avevi mai visto qualcuno come me? >>

<< Una volta sola… e di sfuggita per giunta. >>

<< … Tu hai detto che siamo estinti… cos’è successo? >>.

<< C’è stata una guerra e avete perso. Siete stati sterminati, tutti… o almeno così credevo. >>

Silenzio.

… Ancora silenzio.

<< Sebastian, a te ha mai voluto bene qualcuno? >> chiese lei dopo un po’

<< No >>

<< Allora, sono contenta di sapere di essere la prima persona che ti vuole bene!! >> mormorò lei sorridendo.

Sebastian la guardò confuso.

<< La ringrazio signorina >> sorrise << Ora, se vuole scusarmi, devo impastare il dolce per la cena. >>

<< Ti sei dimenticato di darmi del tu… ma comunque vado! >> disse prima di dargli un bacio sulla guancia e saltellare via – cosa che non riusciva a capire come faceva poiché aveva dei tacchi molto alti…

Il demone la guardò uscire

<< Curioso… interessante…>>

***

Cassandra era tornata nelle sue stanze e osservava con sguardo adorante Grell Stucliffe tranquillamente sdraiato sul suo letto che giochicchiava con uno dei suoi scacciapensieri.

<< Beh, che hai da guardare? >> chiese lui annoiato, voltandosi.

<< Sei così… così figo… >> disse con voce tremante, aveva sempre adorato quel personaggio.

Lui la guardò alzando un sopracciglio

<< Lo so tesoro, non c’è bisogno che me lo dica tu >>

<< I tuoi capelli sono fantastici, il tuo comportamento è così… waaahh >> l’idolò lei.

<< Ehi, ehi calma: hai intenzione di estinguere definitivamente la tua specie? >>

<< Mi fai un autografo? >> Beh… Grell era il suo idolo!

<< NO! Neanche per sogno lo farei ad una come te! >> gridò lui disgustato scattando a sedere. [ * ]

Cassandra fece un passo indietro, ferita.

<< Scusami, mi sono lasciata andare, delle volte esagero. >>

<< Preferirei essere da un’altra parte. Uff, tocca sempre a me svolgere i compiti più noiosi. >> sbuffò lui, sdraiandosi di nuovo e ricominciando a giocherellare con gli scacciapensieri.

<< Però questi cosi sono davvero carini, almeno ho qualcosa da fare >>.

<< Se vuoi ne ho alcuni rossi >> borbottò Cassandra.

Grell continuò a guardarla, perplesso

<< Fammeli  vedere >>

Lei sorriso e prese una delle sue borse, tolse dei poster di Grell posandoli vicino a lui: sotto di essi, nella borsa, c'erano degli scacciapensieri di colore rosso, fatti tutti di conchiglie o di vetrini che aveva trovato e tagliuzzato con attenzione

<< Su questo c'ho messo anche il tuo nome >> disse, prendendolo e dividendo con attenzione i fili di spago che lo componevano. Fece tintinnare un filo fatto di conchiglie sulle quali c'erano le lettere che componevano il nome dello shinigami. Di scacciapensieri rossi en aveva fatti pochi: soltanto 4, ma ci era impegnata con tutta sé stessa per mettere anche le più piccole sfumature

Nonostante l'espressione che ebbe alla vista dei poster fosse una delle più strane e confuse che avesse mai fatto, Grell decise di non soffermarsi troppo su quelle foto: osservò bene lo scacciapensieri rosso.

Per essere stato fatto da una ragazzina era veramente bello: aveva un aspetto delicato ma appariscente, con tutta quella vernice e quei brillantini color rosso scarlatto. Le conchiglie, tutte diverse e di varie dimensioni, lo facevano apparire fine ed elegante, come il tintinnio che si udiva quando si muovevano i fili. La scritta "Grell", poi, non aveva prezzo.

Lo shinigami prese l'oggetto e continuò a guardarlo incantato.

<< Lo hai fatto tutto da sola? >> chiese a Cassandra.

La ragazza annuì lievemente

<< E' l'unica cosa che mi facevano fare senza distruggerla, poi mi piace farli e sentire il suono che fanno quando passa il vento. >> disse lei imbarazzata << ti... ti piace? >>

Lui stette per un attimo in silenzio, come se avesse bisogno di tempo, per riflettere sulla sua risposta.

<< Si >> disse dopo un po' << E' accettabile >>.

Lei sorrise e gli occhi le brillavano di felicità.

<< So che mi odi... ma perché? >> disse dun’tratto diventando seria

<< La tua è stata una specie di esseri viscidi e senza ritegno >> mormorò lui freddo << Una razza di essere schifosi e ripugnanti, senza neanche un briciolo di razionalità >>.

Cassandra si sedette sul letto, anche se lontano da lui: non voleva dargli fastidio.

<< Beh ma io non c'entro niente, fino a poco fa credevo di essere umana. >>

Lui non le rispose neanche.

<< Senti un po', dov'è che li hai presi questi? >> disse poi, indicando i poster sul letto.

<< In una bancare... >> iniziò ma poi si morse la lingua con forza << Ehm... >>.

Lui la guardò serio

Lei si agitò sotto il suo sguardo

<< Perché lo vuoi sapere scusa? >>

<< Vorrei sapere come una come TE, che tra l'altro era convinta di essere un’umana e che non dovrebbe neanche SAPERE della mia esistenza, abbia delle MIE foto! >>

Esclamò lui, più indispettito di Cassandra.

<< Ho anche il tuo peluche se è per questo >>.

<< CHE CAVOLO ... ? >> esclamò balzando in piedi. << DOVE DIAVOLO HAI PRESO UNA COSA SIMILE? >>

<< Ehm... >> tentennò, e ora? << L'ho comprato >>

<< COMPRATO?! >> gridò, sempre più sconvolto << E DOVE!? >> Grell si sentiva scoppiare

<< In un negozio mi sembra ovvio >>

<< In un ... negozio? >> mormorò abbassando lo sguardo

<< Sì, perché? >>

Lui non rispose. Continuò a tenere lo sguardo basso e a stare fermo.

Non si muoveva, sembrava una statua: solo i suoi occhi andavano da una parte all'altra, in maniera estremamente lenta.

Guardava i poster e lo scacciapensieri, e le sue pupille facevano sempre il percorso poster-scacciapensieri, scacciapensieri-poster. Grell ripeté la cosa, un sacco di volte

Cassandra lo guardava leggermente preoccupata.

<< Oh beh ... >> mormorò poi, mettendosi una mano di fronte al viso.

 << D'altronde, mi sarei dovuto aspettare che facessero cose del genere ... >> continuò, salendo sul letto << ... per uno come ME! >> Esclamò mettendosi nella sua solita posa << INFONDO IO L'HO SEMPRE SAPUTO CHE ERA SOLO UNA QUESTIONE DÌ TEMPO! PRIMA O POI PERSINO LA GENTE PIU’ SQUALLIDA SI SAREBBE RESA CONTO CHE IL MIO FASCINO E IL MIO STILE NON HANNO PARAGONI, è UNA COSA DEL TUTTO NATURALE! Come si può non notare un essere così splendido che si aggira in continuazione per le strade di Londra? Ma io lo sapevo, lo sapevo, lo sapevooo! PRIMA O POI LA GENTE MI SI RADUNERA’ IN TORNO OGNI VOLTA CHE MI VEDRA’! E mi dirà: "Oh, signore in rosso, lei è così affascinante" TUTTI I PIU’ BEI UOMINI LONDINESI CADRANNO AI MIEI PIEDI, E QUANDO ANDRO’ A MIETERE LE LORO ANIME PRIMA DÌ MORIRE MI CHIEDERANNO UN BACIO COME LORO ULTIMO DESIDERIO! SI, SI, SII! >> Gridò con tutta la voce che aveva mentre danzava sul letto i poster che aveva preso in mano << QUESTI SONO L'INIZIOOOO!! *DEATH!* >>

 Cassandra lo guardò sorridendo "forse però è meglio non dirgli niente delle statuette e della copia dei suoi vestiti e anche la sua parrucca – che naturalmente ho – che si vendono in giro” pensò.

<< Sono contenta per te. >>

<< Beh, tesoro, il mio stile è qualcosa di assolutamente perfetto: a volte penso di dover cambiare questo schifo di città. Prova a immaginarti una metropoli tinta di rosso: non sarebbe terribilmente accattivante e trendy? >>

<< Sì ma poi chi sarebbe degno di portare questo stupendo colore qui a Londra? >> Disse Cassandra sorridendo, quanto le piaceva lodarlo!

<< Già, infatti, è sempre questo quello che mi blocca >> pausa << A parte Will... >>mormorò poi per non farsi sentire. << Quelli lì non sono degni di indossare e di vivere immersi in un colore così meraviglioso e perfetto. Non dovrebbero neanche guardarlo, perché non è in grado di apprezzarlo e di capirlo >> continuò poi ad alta voce.

Lei gli sorrise, ma poi tentennò

<< Sei ancora arrabbiato per il fatto che io abbia dei tuoi poster? Io ti ho sempre adorato, non so cosa ha fatto la mia razza, non so niente, quindi vorrei che tu mi dessi una chance per farti vedere che non sono né viscida, né meschina >>.

<< Diciamo che per ora non ho più l'impulso di renderti scarlatta, poi si vedrà >>.

<< Grazie, Grell >> gli sorrise << sei uno shinigami fantastico! >> poi alzò e si mise alla scrivania riprendendo a lavorare allo scacciapensieri per Ciel, mentre pensava, doveva dire da dove veniva? Beh almeno poteva dirgli la sua “storia”

<< Ehi, e ora che fai? >>

<< Sto facendo uno scacciapensieri per Ciel. Sembrava che piacessero anche a lui e a parte questi oggettini non posso permettermi niente... >> disse imbarazzata ma rivolgendogli un dolce sorriso

<< Uno scacciapensieri per quel moccioso viziato? >>

Cassandra tentennò

<< Già, ma io sono sicura che non sia solo questo... anzi io lo so. Non è solo questo... >> disse lei abbassando la testa, si sentiva incredibilmente ridicola.

<< Ah beh, se proprio ci tieni. Come glie lo vuoi fare? >>

<< Con delle conchiglie ma mischiandoci anche dei vetrini che ho messo da parte. Tutto sul turchese e poi potrei lucidarli con un po' di smalto in modo che il colore non sbiadisca. Poi voglio metterci degli stras viola qua e la >> tentennò << So che probabilmente non gli importerà mai niente. Ma... è l'unica cosa che posso fare per fargli capire che a lui ci tengo, anche se sembro una bambina >>.

Lo shinigami tentennò.

Non capiva cosa la spingesse a tanto: perché fare tutto questo se era perfettamente consapevole che lui non l'avrebbe mai degnata di una dimostrazione d'affetto?

Cassandra intanto cercava con delicatezza di sistemare i vetrini, le sfuggì un mugolio di dolore però quando cercando di legare uno di essi si tagliò.

Grell le si avvicinò e le prese il dito: si era fatta un taglio bello profondo.

<< Lo sapevo, sei maldestra >> disse poi con un'aria che poteva sembrare delusa, ma che in realtà non lo era << Guarda le tue mani, sono piene di ferite. Non è la prima volta che succede, eh? Da qua, faccio io >>.

Lo shinigami si mise a incollare i vetrini sui fili di spago, con Cassandra che gli rimaneva accanto senza muoversi e senza smettere di guardarlo, nonostante il suo dito continuasse a sanguinare.

<< Tieni >> disse, strappandosi un pezzo di manica rossa e porgendolo alla ragazza << Se proprio devi starmi così vicino, fasciati il taglio, altrimenti con tutto quel sangue sporcherai le conchiglie >>.

La ragazza timidamente prese il pezzo di stoffa che gli porgeva lo shinigami e si pulì i sangue per poi fasciarsi il palmo della mano.

<< Già, sono un po' impacciata... >> sussurrò guardando a terra << grazie, Grell >> mormorò poi sorridendo allo shinigami.

<< Non mi succede molto spesso in realtà... solo che sapere che questo è per Ciel e che lui lo vedrà mi agita e finisco per tagliarmi... gli altri tagli non me li sono fatti io >> disse tranquilla cercando le sue salviette umidificate, facendo finta di non aver fatto caso a quello che aveva appena detto.

<< Davvero? Non mi sei sembrata molto abile col maneggiare i vetrini >>.

<< Sono solo agitata... ma il resto me li hanno fatti apposta, per farmi male... >> Cassandra fece spallucce trattenendo un brivido.

<< Chi? >> chiese lo shinigami cercando di apparire indifferente, mentre continuava a incollare conchiglie.

<< I miei tutori... >> sospirò << mi hanno trovata davanti casa loro che avevo pochi mesi/giorni, non ne ho idea. E beh, non gli sono mai piaciuta gran che... >> cercò di sorridere ma le uscì fuori più una smorfia.

 << Tsk, gli umani. Che ti puoi aspettare da loro? Sentiamo, che hanno fatto? >>

<< Beh, mi hanno sempre picchiato e frustrato, usandomi come una schiava, vivevo in una casetta su un albero perché non mi volevano in casa, poi quando compii dodici anni, il mio tutore cominciò a violentarmi, tutte le sere, ogni scusa era buona per ferirmi, e quindi sapendo che con le mani fuori uso avrei sbagliato tutto quando pulivo più volte, mi hanno tagliato i palmi >> Cassandra guardò da un'altra parte << come vedi, non sei l'unico a odiarmi >>.

<< L'odio degli umani è stupido. E' un odio senza senso. >> disse secco << E come fai a sapere che ti odio?>>.

Cassandra tentennò

<< Mi stavi per uccidere e poi se non sbaglio poco fa, sembravi disgustato a me >>la ragazza guardò a terra << Tanto, sono abituata, a essere trattata così >>.

 << Io non ti ho detto nulla. L'unica cosa che sai è che ora non ho più intenzione di ucciderti >>

Cassandra tentò di sorridere

<< Beh, grazie. >>

Si alzò di scatto e si allontanò di qualche passo dando le spalle allo shinigami, sapeva già di essere debole e non voleva che lo shinigami la vedesse piangere.

Grell non si voltò a guardarla, ma aveva capito che stava piangendo. Non era preparato a quei tipi di situazioni, non aveva mai consolato nessuno… O forse non aveva mai avuto qualcosa che si sentisse di voler consolare.

Continuò a costruire lo scacciapensieri: ormai aveva quasi finito.

 Cassandra lo sentì smanettare alla velocità della luce, fino a quando non si volse verso di lei ed esclamò <> disse porgendole lo scacciapensieri con tutti i vetrini incollati.

<< Ormai devi solo mettere qualche alta conchiglia e i lustrini: io non mi sentivo di farlo. Il regalo è il tuo, no? >>

Cassandra annuì lievemente, sapeva che le lacrime continuavano a scendere bagnandole il volto ma non riusciva a smettere.

<< G-grazie G-grell... >> mormorò piano cercando di trattenere i singulti << Forse è.. è m-meglio.. c-che non l-lo t-tocchi ora o-o mi c-casca.. >> mormorò cercando ti trattenersi, ma non ce la faceva più, per quanto odiava mostrarsi così debole non riusciva a trattenersi

Lo shinigami le asciugò in fretta le lacrime con la manica del cappotto rosso, lanciandole uno sguardo di disapprovazione.

<< Ehi! Che sono queste lacrime! Piano, che se bagni troppo lo scacciapensieri magari sciogli pure la colla!>>

Cassandra gli sorrise lievemente

<< Hai ragione... grazie >> mormorò, schierendosi la gola.

<< Di nulla >> gli rispose lui facendo spallucce.

In quel momento, Sebastian bussò alla porta.

<< Signorina Cassandra, la cena è pronta >> disse il maggiordomo con la sua solita calma.

Grell sobbalzò "E' SEBAS-CHAN!" Stava per correre verso la porta, quando un pensiero lo bloccò improvvisamente: William.

"Quello mi farà di sicuro una ramanzina enorme se sente che odoro di demone, anche perché mi ha detto di fargli subito rapporto e di non stare qui troppo. Ah, quell'antipatico quattr'occhi!" pensò lo shinigami seccato.

 Prima di andare via, afferrò lo scacciapensieri rosso con il suo nome e chiese alla ragazza << Questo posso prenderlo? >>

 << Certo, se ti piace, prendilo pure >> disse Cassandra sorridendo, poi si rivolse a Sebastian << Ti ho detto di darmi del tu, mi metti in imbarazzo sennò >>.

<< Scusami, ma ho sempre il sospetto che il signorino possa sbucare da qualche parte. Non sarebbe per niente strano trovarlo accanto alla tua porta, sai? >> continuò il maggiordomo

Intanto Grell aveva afferrato l'oggetto rosso ed era corso via.

Cassandra non era tanto sicura, ma credeva di avergli sentito dire un "Grazie" prima che sparisse dalla finestra.

<< Davanti... alla mia porta? Perché dovrebbe? >> Disse lei guardando la finestra da dove era saltato lo shinigami, per poi andare ad aprire a Sebastian.

<< Il signorino si preoccupa molto per te, Cassandra. Non era mai capito da quando lo conosco >>.

<< Lo farà solo perché ha paura che lo faccia vergognare. >> disse lei abbassando il capo, non voleva sognare.

 << Il signorino ti ha spiegato perché fa così, no? Non continuare a pensare quello che ti pare >>.

<< Io l’amo Sebastian, ma lui sembra così vicino in un momento e subito dopo... >> Cassandra sospirò.

<< Se lo ami, dovresti pienamente essere consapevole del suo carattere e del suo atteggiamento. Che puoi pretendere? Sta già facendo più di quello che fa di solito >>.

<< Lo so. Lo so perfettamente. Ma non voglio illudermi che lui possa provare qualcosa per me, potrebbe diventare semplicemente affetto, e a me va bene così, e poi, non sono nemmeno una Lady >> sospirò Cassandra, sapeva che Ciel stava facendo molto per lei, ma non significava niente, magari poi l'avrebbe vista come un'amica e niente più, le andava bene certo, ma illudersi no.

<< Al signorino questo non importa >> le disse il maggiordomo con un sorriso.

Cassandra lo guardò, poi sorrise dolcemente e si alzò sulle punte per baciare la guancia del maggiordomo, rimanendo così per pochi secondi, per poi tornare a guardarlo sorridendo.

<< ... speriamo. Grazie, Sebastian >>

Lui sgranò gli occhi e la guardò, poi le disse sorridendo << Di nulla. Ora è meglio che scenda, sennò le portate si raffrederrano >>.

La ragazza annuì e corse in corridoio, lasciando il mero maggiordomo solo nella sua stanza.

Sebastian non si mosse e si sfiorò la guancia con uno delle mani guantate.

"Già, anche da te posso aspettarmi di tutto. Siete davvero un’accoppiata strana" pensò fra sé e sé, prima di chiudersi la porta della camera della ragazza alle spalle.

Cassandra corse nella sala da pranzo e si sedette vicino a Ciel.

<< Ma ciao! >> esclamò sedendosi per poi sorridergli dolcemente.

<< ... Ciao >> le disse il conte guardandola << Passata l'arrabbiatura? >>

Cassandra arrossì vivamente.

<< Sì... si scusami >>

<< ... Non ti preoccupare >> rispose il conte, iniziando a tagliare la fetta di manzo con contorno d’insalatina carote e salse che aveva preparato Sebastian

<< E' qui che ti sbagli, mi preoccupo pure troppo >> sussurrò piano lei iniziando a mangiare dopo un sospiro.

<< Beh, questa volta non devi. E' buona la carne? >>

<< Non è che io abbia molto appetito... >> sussurrò lei giocando distrattamente con il cibo.

<< Ti conviene mangiare invece. Hai perso molto sangue, dovresti mettere dentro un po' di proteine. Sebastian ha cucinato la carne apposta ... >>.

<< Ah... Okay... >> mormorò per poi mandare giù un boccone, era buono ma sentiva lo stomaco chiuso, si sforzò per mandare giù un altro boccone con un bicchiere d'acqua.

<< Che hai ora? >>

<< Niente, fa ancora un po' male tutto qui >> disse lei facendosi piccola piccola, possibile che ogni cosa che facesse gli desse fastidio?

<< Perché non la fai vedere a Sebastian? Potrebbe darti una mano ... >> mormorò il conte, mantenendo lo sguardo sul piatto.

<< Fa male dentro Ciel, non fuori, non vedo come potrebbe aiutarmi... >> disse Cassandra riprendendo a giocare con la carne.

<< Che cosa senti? >>

<< Brucia, e mi tira, mi sento spaccata in due >> sussurrò guardando basso.

<< Magari un po' di dolce potrebbe tirarla un po' su, signorino. Se permette ... >>

Cassandra alzò lo sguardo

<< Dolce? Che dolce? >>

<< Ho preparato una torta di panna e fragole per sta sera. Non avevo molto tempo, quindi ho scelto qualcosa di semplice e veloce >> disse il maggiordomo, togliendo il coperchio da un vassoio al centro della tavola: in pochi secondo il dolce profumo delle fragole e della pasta fragrante invase l'aria della stanza.

<< Ooooooh, le fraaagole >> mormorò Cassandra con gli occhi a stellina.

<< Sebastian, dagliene pure quante ne vuole >>.

Il maggiordomo si mosse in fretta: mise su un piattino di porcellana una grossa fetta di torta e la porse alla ragazza.

Cassandra prese delicatamente il piattino regalando al maggiordomo un dolcissimo sorriso, poi prese a mangiare con gusto, cosa cui Cassandra non poteva resistere? Le fragole.

Ciel guardò la ragazza mangiare contenta la torta. Un po' si sentiva stupido: perché non ci aveva pensato lui?

<< ... Va' meglio? >>

Cassandra finì l'ultimo boccone con una sorsata d'acqua e lo guardò.

<< Fa comunque male, ma io amo troppo le fragole! Non saprei mai dir di no a una fetta di dolce >>.

<< Prendine dell'altra se vuoi ... >>

<< No sto bene grazie >> disse lei per poi alzarsi << Scusami Ciel, ma vorrei tornare in stanza, sono un po' stanca e siamo solo all'ora di pranzo, ti spiace se vado a stendermi un po'? >> gli chiese lei poggiandosi sulla sedia, in realtà voleva che lui la trattenesse, voleva stare un po' con lui... ma lui aveva i suoi obblighi da Conte, non aveva tempo, se avrebbe proprio voluto la sua compagnia, l'avrebbe fermata, sennò sarebbe rimasta in camera a finire lo scacciapensieri.

<< Se non ti senti, va pure a riposarti >> le disse il giovane conte, cercando di mostrarsi meno preoccupato di quello che fosse.

Cassandra gli sorrise lievemente

<< Grazie, a dopo allora >> mormorò, poi diede un bacio sulla guancia a Sebastian, ci stava prendendo gusto. << grazie per la torta, era davvero buona >> poi si diresse verso la porta.

<< Buonanotte >> disse prima di chiudersela alle spalle e correre nelle sue stanze.

<< Beh, cos'è tutta confidenza? >> sbottò il signorino a Sebastian appena Cassandra abbandonò la stanza.

<< Mi scusi signorino, ma io non ho fatto nulla. Ho semplicemente cercato di aiutare la signorina da buon maggiordomo ... >>.

<< Quindi a te non sembra confidenziale quel che ha fatto eh? >> sibilo il conte stringendo il tavolo fra le dita cercando di calmarsi.

<< Signorino, poiché maggiordomo di casa Phantomive ho il dovere di prendermi cura degli ospiti, altrimenti ... >>

<< una cosa è prendersi cura degli ospiti, un'altra è quello che Cassandra fa con te >> lo interruppe stizzito il conte.

<< Mi scusi signorino, ma quello che fa la signorina Cassandra non è di mia competenza. Io non ho nessuna colpa >>

<< Qualcosa deve pure indurla a comportarsi così non credi? >> sbottò sempre più scocciato

<< No, non credo signorino >> mormorò il maggiordomo con un tono più freddo del ghiaccio. Lo sguardo di Sebastian si era fatto più freddo e penetrante: chiunque avrebbe capito che si era innervosito.

<< Quindi, di punto in bianco una persona comincia a prendersi certe confidenze con un'altra persona così per gli gira? >> sibilo il conte

<< Signorino, che le succede? Non mi dica che è geloso ... >> mormorò il maggiordomo con un piccolo sorriso a fior di labbra.

<< E anche se fossi geloso di lei?! >> sbottò il conte alzandosi di scatto

<< Ehm... S-sebastian... mi ero dimenticata il mio ciondolo... >> mormorò una vocina intimidita vicino la porta che cercava di guardare dappertutto tranne che il conte.

Forse quella fu la prima volta in quel il conte Ciel Phantomive avrebbe preferito nascondersi piuttosto che stare lì. Sentiva le guance bollire e il cuore battere: che figura! La sua espressione era indescrivibile. La sua bocca si muoveva come per cercare di dire qualcosa, ma senza alcun successo.

<< Oh, sì, certo. Prego signorina, mi segua >>

Lei tentennò e poi guardò Ciel regalandogli un piccolo dolce sorriso.

<< Sei proprio un'idiota, sai? >> sussurrò dolcemente per poi seguire il maggiordomo.

Il signorino aspetto un po' di tempo dal chiudersi della porta, poi sospiro e si riprese a mangiare la sua fetta di dolce.

"Idiota, eh? Beh, forse mi ci potrei anche abituare ... " pensò fra sé e sé.

***

<< Ti ho sentito, sei tornata, mia piccola Cassandra. Ti troverò e stavolta non ti farò più andare via... >>disse una figura incappucciata che guardava il cielo stellato, seduta su un tetto di chissà quale luogo.

<< Ti ritroverò, te lo prometto... >>

 

 

 

 

Note autrici:

[*]  in questo capitolo le risposte di Grell sono ambigue e inizialmente disgustate poiché lo shinigami si trova nella condizione di non poter dimostrare una lieve tenerezza per la ragazza a causa delle loro specie che sono in conflitto: per questo di non far trapelare quello che pensa rispondendo in maniera a volte in maniera anche troppo cattiva.

Atremis: e rieccoci con un nuovo capitolo. scusate se abbiamo postato tardi anche se vi avevamo già avvisato che non saremo riuscite a pubblicare in tempo per vari motivi. ringrazio Virgily e Yako-chan per le recenzioni, spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento e che continuiate a seguirci nonostante il ritardo!

XnihalX : ha già detto tutto lei xD

 

 

 

 

 

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