Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: Estranged e Ramble    08/02/2012    1 recensioni
1982, Los Angeles. Cinque ragazzi si incontreranno e la loro vita non sarà più la stessa. Ma durante il loro cammino, non saranno soli...
Questa è una storia che Ramble (ex Galasty) e Estranged (Nico24) stanno scrivendo assieme... buona lettura :D
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per quale razza di motivo si era fatto convincere da Steve? Periodicamente, due o tre volte a settimana, il biondino lo pregava fino allo sfinimento di accompagnarlo in questo o quel locale e, ogni tanto, lui accettava per sfinimento.Adesso si ritrovava all'entrata del Whiskey a go-go cercando di convincere il buttafuori che aveva veramente diciotto anni, e non capiva come potesse non credergli dato che era vero! -Amico ma non la vedi la carta d'identita?!- -Non m'interessa tu stasera non entri!- Eppure Steven era entrato, questa era discriminazione bella e buona! Risalì in macchina per poi dirigersi a casa furioso.Si lanciò sull'armadietto degli alcolici di Ola, la quale ritornò a casa in tempo per vederlo attaccare la seconda bottiglia di vodka -Ma non eri uscito con Steve?- chiese vagamente perplessa -Si... ma quel cretino del buttafuori non m'ha fatto entrare- biascicò in risposta Slash, diede altri due sorsi e sembrò illuminarsi come una lampadina -È la serata delle donne! Se io sono una donna entro...- -Ma non sei una donna- ribattè sempre più perplessa -Ma... ma lui non lo sa!- continuò con lo sguardo di un ubriaco con un idea geniale mentre si affrettava ad aprire l'armadio della madre.Iniziò a rovistare in mezzo ai vestiti -Si! Si questo è perfetto! Perfetto!- strillò estraendo un vestito nero. Ola realizzò imporovvisamente quale fosse il folle piano del figlio e pensò di divertirsi un po': entro mezz'ora Slash era agghindato come una perfetta ragazza.Un paio di moine al buttafuori dopo (il chitarrista non se ne era accorto ma quello non aveva gradito molto) era dentro e deciso a trovare Steven.

 

Il liquido gli bruciò appena la gola, la percorse scivolando via svelto e, tra un singhiozzo e un lieve pizzicore al naso, lo fece sentire ancora più leggero e spensierato.
Si era quasi scordato che Slash non era più con lui. Aveva passato quell'oretta al bancone a trangugiare whiskey, come se al suo portafogli facesse piacere sentirsi sempre più leggero.
Vedeva solo luci soffuse; qua e la qualche bel fondoschiena e una scollatura troppo accentuata. Sembrava una specie di Eden, o roba simile, perchè non doveva neanche pensare. Si versava un altro bicchiere e in poco tempo lo svuotava, lasciano perdere i lievi giramenti di testa e cercando di concentrarsi sul ritmo coinvolgente della musica.
Giusto ogni tanto, tornava coi piedi per terra per qualche istante, ricordandosi che era giunto al locale in compagnia di Slash, me che una volta dentro, si era ritrovato completamente solo. Si lasciò andare sul bancone, sfinito e completamente ubriaco. La guancia poggiava sulla superficie liscia e gelida.
Ad un tratto, scorse una figura che si avvicinava, avvolta da un succinto abito nero. Il fisico era molto mascolino; braccia ben tornite e fianchi larghi, in linea col busto. I lunghi capelli boccolosi e neri gli ricordavano vagamente qualcosa, ma proprio non ricollegava.
Il volto non era per niente fine. Le labbra erano truccate con un pesante e forse volgare, rossetto rosso, mentre il taglio degli occhi era contornato da uno spesso segno di matita nera.
Ai lobi, pendevano un paio di orecchini ad anelle, che si confondevano tra i ricci morbidi; steso com'era sul bancone, vedeva la sagoma capovolta.
Una mano bollente della sconosciuta si posò sul suo braccio pallido.
Sorrise sornione mentre sentiva le parole della ragazza giungerli ovattate, mezze coperte dalla musica ad alto volume. Annuì, senza capire assolutamente niente, senza cancellarsi il sorriso dal volto.
Poi, tutto d'un tratto, si sollevò dal bancone e piazzò una manata sulle natiche della riccia, senza pensare.
-Ehi honey...ti va di unirti allo zio Steve?- domandò il biondino, subito dopo aver compiuto l'atto.
La ragazza sbarrò gli occhi e cacciò uno strillo gutturale che fece accapponare la pelle Steve; quest'ultimo indietreggiò imbarazzato, mentre la riccia si sistemava addosso il vestito e le calze a rete, mostrando i lunghi peli neri che ricoprivano le sue gambe muscolose.
-Ma che...ehi..non pensavo che tu fossi...- borbottò confuso il biondino, singhiozzando.
-Steve, eccheccazzo, ma non mi riconosci?!- sbottò la riccia, con voce roca.
-Io non...-
-Sono Slash, pezzo di idiota!-
I due si fissarono nel più totale silenzio, mentre il riccio si sistemava la carta igienica che si era infilato nel reggiseno, gonfiando il petto.
-Slash?-
-Sì...razza d'imbecille...che cazzo ti è saltato in testa...mi hai palpato il culo! Frocio del cazzo!!-
-Ma...-
-Non una parola, è chiaro...non una solo fottutissima parola- ringhiò, abbassandosi il vestito sulle cosce tozze; poi si sedette sullo sgabello, accanto al biondo e alzò il braccio, schioccando nervosamente le dita.
-Una bottiglia di Jack- intimò al barista, che perplesso, gli porse il whiskey assieme a un bicchierino.
-Beh, che hai da guardare? Non hai mai visto una bella figa?- domandò, infastidito, facendo scappare via l'uomo mentre Steven se la ghignava e alcuni clienti si allontanavano imbarazzati.



Al bancone del bar vi erano tre ragazzi che chiacchieravano. Avevano tutti una birra in mano e parlavano delle cose più disparate. Si erano conosciuti solo pochi minuti prima ma l'atmosfera, le affinità e l'essere comunque dei ragazzi facevano in modo che parlassero come fossero già grandi amici. Il più alto di loro portava dei lunghi capelli biondo-ossigenati e nei quali si vedeva un po' di ricrescita, aveva il look un po' più punk degli altri e si chiamava Duff. Proprio accanto a Duff c'era un ragazzo con dei lunghi capelli rossi che rideva e scherzava ma, al contempo, si guardava intorno con meraviglia come a voler carpire i segreti di quel posto, si vedeva che tra i tre era l'ultimo arrivato nella città degli angeli, il suo nome era Axl. L'ultimo era moro e con i capelli più corti di quelli degli altri due, ma comunque lunghi, sembrava il più calmo e pacato, ascoltava e sorseggiava tranquillamente la propria birra interrompendosi ogni tanto per una risata od un commento, si era presentato come Izzy.Il biondo veniva di Seattle ed era arrivato in California per suonare il suo basso e diventare qualcuno. Gli altri due invece venivano da una cittadina dell'Indiana ed avevano attraversato sei stati per formare una band. Li conosceva da circa mezz'ora e già Duff aveva il serio sospetto che vivessero in simbiosi o roba simile, che pensandoci era anche carina come cosa... beh affettuosa se non altro.La comune passione per la musica aveva convinto i tre ad accordarsi per una jam session, per provare a metter su una band insomma.Qualche drink dopo l'argomento di conversazione si spostò sullo spettacolo che si stava consumando sul palco. Duff era a Los Angeles già da un anno e, continuando ad apprezzarle moltissimo, era abituato alle stripper; Izzy che vi era già da qualche mese non era a digiuno di simili spettacolini ma Axl era arrivato da poco e questo era forse il secondo numero che vedeva. Lo trovavano tutti estremamente eccitante, anche perchè era concepito per quello, ma il rosso ne era proprio catturato. Le due ballerine erano simili e diverse: una era chiara, con capelli mossi e marroni, magra e longilinea; indossava un corpetto nero che le fasciava il busto e faceva risaltare il seno (sarà al massimo una terza calcolò Axl), delle calze a rete e dei tacchi alti anch'essi neri, quanto al viso riuscivano a notare solo le labbra di un rosso acceso... ma anche se fosse stato visibile altro non lo avrebbero comunque guardato. Anche l'altra era chiara e con dei lughi capelli neri e lisci, non era grossa... non aveva la pancia, era formosa; portava un top rosso che a malapena le copriva il seno (questa dev'essere una quinta disse Izzy), una minigonna molto mini sempre rossa, delle calze bucate quanto un groviera scure e delle scarper con i tacchi scure.Nel bel mezzo dello show Izzy richiamò l'attenzione degli altri due per poi indicare uno dei primi tavoli dove un ragazzo biondo e ubrico stava cercando di rimorchiare quello che sembrava un tizio vestito da donna, il biondo doveva aver fatto qualcosa perchè sembrava che l'altro fosse contrariato ma non riuscivano a sentire nulla a causa del casino e della musica. Incuriositi e divertiti si diressero verso quegli strani personaggi per saperne di più.Andarono tranquillamente al tavolo e si presentarono, Steven e Slash si chiamavano gli altri due... Steven era il biondo e Slash quello vestito da donna. Si misero tutti a chiacchierare e, scoperto che per una fortunata coincidenza anche loro puntavano ad una carriera musicale, l'invitarono alla jam session che avevano organizzato.Alla fine venne fuori che, per qualche motivo non ben appurato, Slash si era presentato al locale con la gonna e Steve aveva cercato di rimorchiarlo dopo averlo scambiato per una bella donna... doveva essere bello ubriaco per scambiare il riccio per una donna e per di più bella! Comunque l'interessato sembrava perfino essersi scordato come fosse conciato, segno che anche lui non era proprio sobrio. Ad ogni modo poco dopo che ebbero iniziato a chiacchierare le stipper scesero dal palco per lasciare il posto ad una nuova rock band... Slash decise improvvisamente di andarci a provare con le due ragazze e gli altri, dimenticando immediatamente i propositi di sentire e analizzare la band, rimpiansero di non avere una macchina fotografica od una telecamera per filmare ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.



Liv si passò una mano tra i lunghi boccoli castani, mentre con l’altra si sventolava il viso accaldata, in attesa dei loro drink.Lilith si guardava attorno scrutando da vicino il pubblico che aveva appena finito di intrattenere, ballando sensualmente su quel palco, che le vedeva protagoniste durante le serate piccanti della settimana.A qualche metro di distanza, c’era un gruppo di capelloni, dalle acconciature improbabili. Ad un primo sguardo, potevano sembrare drag queen in technicolor, specie quello riccio che indossava una gonna e delle calze a rete. Se fosse stata un po’ più lucida, si sarebbe di certo domandata perché diamine quel tizio fosse conciato in tal modo, ma lasciò correre.Tirò una gomitata a Liv, intenta a sorseggiare una birra, e le indicò i cinque ghignando divertita.La ragazza storse la bocca. Quei tizi erano davvero improbabili.Poi il suo sguardo si posò su quello che pareva meno partecipe alla conversazione. I suoi capelli corvini e scompigliati gli incorniciavano un viso pallido e magro che per un momento gli ricordò il volto di Josh. Ingoiò la birra, strizzando gli occhi e scosse la testa.
-Non sono adorabili?- mugugnò Lilith.
-A me sembrano solo dei coglioni montati…-
-Ma…oddio, quello sta venendo qui…- sussurrò in un misto tra eccitato e terrorizzato, la mora. Liv alzò lo sguardo giusto in tempo per vedersi arrivare a pochi centimetri dal naso, il riccio vestito da donna. Puzzava terribilmente di alcol, e si vedeva lontano un miglio che faticava a reggersi in piedi.
-Ehilà, bellezze…- biascicò. Liv indietreggiò perplessa e vagamente infastidita, mentre Lilith ridacchiava sommessamente, scrutando da vicino l‘improbabile outfit del ragazzo. -Vi ho viste muovervi su quel palco poco fa…davvero un bello spettacolo, non c’è che dire-
Nel frattempo, gli altri quattro ragazzi si stavano avvicinando impercettibilmente, per non perdersi il divertente siparietto
-Grazie…- azzardò Lilith. Liv sorrise tirata, tornando a sorseggiare la sua birra.
-Che ne dite di fare compagnia a me e ai miei amici?- domandò avvicinandosi pericolosamente.
-No, grazie dell’invito, ma preferiremmo essere investite più e più volte da una pressa- sibilò la riccia, stanca dell’insistenza dello sconosciuto.
-Quante storie… non me lo dai un bacino?- il ragazzo si era completamente dimenticato di essere vestito e truccato da donna -per giunta racchia- così si avvicinò ancora di più al volto di quell’osso duro, protendendo le labbra dipinte di rosso.
Liv seccata, gli allontano la faccia con una mano. Il riccio barcollò e finì tra le braccia di Steven che, assieme agli altri, aveva finalmente raggiunto l’amico.
-Che succede qua?- domandò il rosso, fingendo di non aver assistito alla scena fino a pochi istanti prima.
-Succede che questa qua è frigida e non vuole smollarla, perché pensa di essere l’unica donna ad avercela- brontolò Slash sorreggendosi.
-Che stronzo!- sbottò Liv -Tenete a bada il vostro amico o lo faccio cacciare dal locale- strillò inviperita.
-Dai Liv… lascia perdere, non vedi che è ubriaco?- tentò di farla ragionare Lilith, tirandole lievemente il braccio.
-Non è ubriaco, è coglione…- ringhiò -Andiamo, prima che m’incazzi sul serio- lasciò il boccale vuoto sul bancone e trascinò la mora verso i camerini, lasciando basiti i cinque sconosciuti.
-Penso di essermi innamorato- constatò il biondino, sghignazzando.
-Troia…- bofonchiò Slash.

Il rosso non staccò gli occhi di dosso alla mora, nemmeno per un istante, ignorando quasi completamente la riccia.
Quella ragazza era diversa dalle altre che aveva visto sino a quel giorno.
A Lafayette gli parevano tutte delle santarelline ipocrite e per nulla interessanti. Una volta arrivato a Los Angeles invece, aveva trovato solo ragazze facili e fin troppo disinibite.
Quella morettina gli sembrava diversa…ma visto il lavoro che faceva, non poteva essere poi così casta…
Uscirono dal locale e si fermarono in mezzo alla strada per fumare una sigaretta, scroccandole tutte al povero Duff che era l’unico provvisto di pacchetto.
-Allora- mormorò Axl, sbuffando fumo grigiastro -Domani sera…stesso posto, stessa ora?-
Tutti annuirono entusiasti.
-Ci vediamo domani, quindi…- Steve si congedò allontanandosi seguito da Slash, ancora barcollante.
Duff salutò con un cenno del capo e si avviò lontano, nel senso opposto.
Izzy e Axl rimasero fermi a finire la loro sigaretta, senza parlare.
Dopo poco sentirono dei passi avvicinarsi.
-Sbagliato strada- annunciò Steven con un sorriso a trentadue denti, mentre Slash mugugnava cose incomprensibili appeso al suo collo. -Abitiamo di là…- li salutò con la mano, trascinandosi appresso l’amico, sotto lo sguardo basito di Izzy e quello divertito di Axl.
Il rosso pestò con forza a terra, spegnendo il mozzicone e si infilò le mani in tasca.
-Andiamo?- domandò. Il moro annuì e si incamminarono nella notte, verso casa, illuminati dalle luci fioche dei lampioni.

-Però era carino…- si lagnò Lilith.
-Chi? La pertica, il tranvione, peldicarota, l’orso o il depresso?- domandò Liv, accendendosi una sigaretta. Non era solita fumare, ma dopo le serate lavorative più stressanti, un momento di relax con le sue sigarette non glielo toglieva nessuno.
Lilith sbuffò -Peldicarota…-
-Mhm…carino sì… nulla di che-
-Nulla di che?!-
-Passabile…-
-Ma parliamo della stessa persona?- domandò Lilith, stringendosi nella giacca di pelle, Liv soffiò via il fumo senza rispondere. -Ah, non importa…andiamo dai…-
Si incamminarono anche loro, seguendo le tracce del moro e del rosso che poco prima avevano calpestato quello stesso asfalto.

Li avrebbero mai rivisti?

 


saaaaalve a tutti da Estranged... ci auguriamo che la storia vi piaccia e ringraziamo chinque legga e recensisca (cosa che siete cordialmente invitati a fare) grazie a tutti... e alla prossima!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: Estranged e Ramble