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Autore: BebaTaylor    08/02/2012    2 recensioni
Calliope, diciassette anni, ultimo anno di liceo. Abile nell’organizzare feste. Un dolore arrivato all’improvviso che le lacera l’anima, ma fa credere a tutti di averlo superato. Un ex ragazzo, troppo stupido per capire il motivo per cui è stato lasciato e una ex migliore amica, che non la racconta giusta. Un rapporto da ricucire con Chris e Travis, che erano i suoi migliori amici, prima che lei voltasse loro le spalle per stare con James e la sua cricca.
Zack, ventun anni, meccanico, tastierista e all’occorrenza cantante nel gruppo formato da lui, Chris, Travis, Antony e Matt. Capace di arrivare alle spalle senza farsi sentire.
Clarissa, capo cheerleader, sceglierà di rinunciare ai suoi “privilegi” per seguire quello che le dice il suo cuore.
Chris, pronto a prendere a pugni chiunque faccia soffrire Calliope, con un segreto che ha paura persino a confessare a se stesso.
E poi c’è Jessica, pronta a portare scompiglio nelle loro vite.
Questa è la loro storia.
STORIA SOSPESA maggiori info alla fine dell'ultimo capitolo
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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All Things Come To
Those Who Wait


Capitolo Sette

Mancava poco più di una settimana a Natale e i giardini delle case erano addobbati con svariate decorazioni. Fuori dai finestrini dell'auto scorrevano le immagini di Babbi Natale, di slitte e di renne contornate da mille lucine colorate.
Callie guidava la macchina in silenzio non ascoltando le parole di Liz che parlava.
In pochi minuti arrivarono a scuola.
«Sei pensierosa, che cos'hai?» le domandò Liz mentre varcavano la soglia dell'edifico scolastico.
Callie scrollò le spalle. «Niente.» rispose. Non era vero. Quello sarebbe stato il primo Natale che avrebbe festeggiato senza i suoi genitori, e ogni volta che ci pensava, lo stomaco le si stringeva in una morsa dolorosa. Poi c'era Zack. Il ragazzo aveva smesso di chiamarla e di mandarle messaggi dopo pochi giorni dal loro incontro.
Callie si sentiva triste anche per questo. Anche se era arrabbiata con lui, il fatto che lui la cercasse in qualche modo la faceva sentire desiderata; pensò che la colpa fosse anche sua, era stata lei a mandargli quel messaggio. Voleva tornare indietro e cancellare tutto quanto.
«Dopo la scuola andiamo al centro commerciale?» chiese Liz.
«Sì, certo.» rispose Callie.
Liz sorrise. «Ci vediamo dopo!» trillò prima di scomparire lungo i corridoi.
Callie la guardò e si avvicinò al suo armadietto.
«Ciao Callie.» la salutò Daphne.
«Ciao Daphne.» rispose Callie aprendo l'armadietto.
«Ti ricordi che oggi dobbiamo finire di organizzare il ballo d'inverno?» le chiese Daphne passandosi una mano fra i capelli biondi.
«Certo che me lo ricordo.» rispose Callie. Le piaceva organizzare i balli e gli altri eventi del Comitato.
Daphne sorrise. «Volevo avere solo una conferma.»
Callie aprì la bocca sorpresa. «Da quando ti sei fatta il piercing alla lingua?» domandò.
Daphne si mise una mano davanti alle labbra e ridacchiò. «Ieri pomeriggio.» rispose.
La campanella suonò. «Ti racconto tutto più tardi.» esclamò Daphne prima di allontanarsi.
Callie sospirò. Chiuse l'armadietto e si diresse verso l'aula di economia. Si domandò come avesse reagito la madre di Daphne, la signora Connor, al piercing sulla lingua della figlia. Lei, che un pomeriggio aveva detto alla figlia che finché lei fosse rimasta sotto quel tetto non si sarebbe fatta né tatuaggi né piercing. Callie scrollò le spalle, in fondo non erano problemi suoi, e si sedette al suo posto.

«A mia madre è quasi venuto un infarto.» disse Daphne.
«E non ti ha sbattuto fuori di casa con un calcio rotante?» domandò Liz guardandola con interesse. Callie sapeva che anche lei desiderava un piercing, ma sapeva anche che Liz aveva troppa paura degli aghi e di qualsiasi cosa che fosse ricordasse, o ne avesse almeno in parte l'aspetto, di una sala operatoria.
«Uh... no.» Daphne si versò un po' d'acqua in un bicchiere di plastica. «Cioè ha iniziato a delirare che il mondo sta andando in rovina, che io non sono più la sua piccola e dolce bambina e si è chiusa nella sua camera.»
Callie era rimasta in silenzio. James e Liam, come il resto della squadra di football, erano ad un allenamento extra in vista della prossima gara che era ormai alle porte.
«E mio padre le ha detto di darsi una calmata, che sono grande e che deve smetterla di prendere i suoi psicofarmaci.» continuò Daphne.
«Stamattina era più calma?» chiese Callie. «Tua madre, intendo.»
«Un po'. Ha brontolato un pochino quando sono uscita ma nulla di che.» rispose Daphne.
Liz sbuffò rumorosamente. «Cosa c'è?» le domandò Callie.
«Quei due. Continuano a guardarti.» rispose Liz.
«Ma chi?» chiese Callie infilando il cucchiaino nella panna cotta al caramello.
Liz sbuffò ancora e si toccò i capelli. «Travis e Chris.» rispose.
Callie aprì la bocca sorpresa. «E allora? Non è mica vietato.» disse in un sussurro.
«Al limite sono solo fastidiosi.» esclamò Daphne.
Liz fece una smorfia e incrociò le braccia al petto. «Non devono farlo e basta!» esclamò indignata.
Callie alzò gli occhi al cielo e continuò a mangiare in silenzio.

Le lezioni erano finite. Al club studentesco, Daphne, Eddie, Callie e gli altri avevano deciso le ultime cose per il ballo d'inverno.
Callie e Liz uscirono dall'edificio, salutarono Eddie e Daphne e si incamminarono verso la macchina.
«Cosa regali a James?» domandò Liz.
«Non ne ho idea.» rispose sinceramente Callie. «Vedo se mi viene in mente qualcosa dopo.»
«E a me, cosa regali?» chiese ancora Liz, questa volta con un sorriso a trentadue denti.
«Non compro il regalo per te quando siamo assieme! Che regalo sarebbe?» rispose Callie, aprì la portiera e salì in auto.
«Uhm... hai ragione. Altrimenti non sarebbe una sorpresa!» concordò Liz.
Callie girò la chiave dell'accensione, il motore fece uno strano rumore, come uno sbuffo. La ragazza riprovò ad avviare l'auto, ottenendo lo stesso risultato di prima.
«Non si accende.» mormorò. «Ed ora?» chiese guardando Liz, la quale scrollò le spalle.
«Chiamo Adrian.» disse Callie. «Mi sembra l'unica cosa da fare.» continuò aprendo la portiera.
«Adrian?» esclamò Callie quando l'uomo le rispose al cellulare.
«Stai bene? E' successo qualcosa?» le chiese preoccupato l'uomo.
«No. Cioè sì. La macchina non parte. Ho provato un paio di volte ma non succede nulla.» spiegò la ragazza appoggiandosi alla cofano dell'auto. Liz fece lo stesso.
«Va bene, ho capito. Chiamo qualcuno che venga a vedere, io non ne capisco di macchine.» disse Adrian.
«Va bene.» mormorò Callie iniziando ad arrotolare una ciocca di capelli attorno all'indice sinstro.
«Ti richiamo fra cinque minuti.» esclamò Adrian.
«Cosa facciamo?» domandò Liz mentre Callie infilava il cellulare nella tasca della giacca.
«Ha detto che chiama qualcuno.» rispose Callie. Mi richiama fra poco.»
«E se non parte?» continuò Liz facendo qualche passo avanti.
«Torniamo in autobus.» rispose l'altra alzando le spalle.
Liz aprì la bocca. «Cosa?» esclamò. «Io non voglio tornare con l'autobus!» si lamentò.
Callie rimase in silenzio ad osservare la sua amica camminare su e giù per il parcheggio, e quando il cellulare suonò, lei fece un sussulto.
«Adrian, allora?» domandò dopo aver letto il nome sullo schermo.
«Ho chiamato un meccanico. Arriva fra una decina di minuti.» rispose l'uomo. Callie sospirò di sollievo. «Ho chiamato il meccanico dove andava tuo padre.» continuò Adrian.
«Cosa?» mormorò sconvolta Callie. Significava rivedere Zack e non era sicura che volesse vederlo.
«Sì, mi sembrava il più indicato.» disse Adrian. «C'è qualche problema?»
«No.» rispose lei, imponendosi di calmarsi. «Va tutto bene. Ci vediamo dopo.»
Callie chiuse la chiamata e prese la borsa che aveva lasciato in auto. «Sta arrivando il meccanico.» disse.
Liz annuì. «Vado dentro a prendere da bere.» esclamò. Prese la sua borsa dalla macchina e guardò Callie. «Vuoi qualcosa?» le chiese, Callie scosse la testa, Liz alzò le spalle e si diresse verso l'ingresso della scuola.
Il carro attrezzi arrivò un paio di minuti dopo che Liz era andata a prendere da bere. Callie guardò chi guidasse il mezzo e il cuore le fece una capriola nel petto quando riconobbe il profilo di Zack.
Il ragazzo scese dal mezzo e guardò appena Callie. «Sei tu che hai problemi alla macchina?» domandò.
«Ehm... sì.» rispose Callie. «Non parte.» spiegò.
«Apri il cofano.» disse Zack continuando a non guardare la ragazza. Callie si limitò ad aprire la portiera e a tirare la leva per aprire il cofano.
«Ma che hai combinato? La cinghia è ridotta a un colabrodo!» esclamò Zack dopo una breve occhiata al motore.
Callie si avvicinò a lui. «Io non ho fatto nulla!» si difese lei. Zack richiuse il cofano e si avvicinò al carro attrezzi .«Non ci capisco nulla dei motori!»
«Devo portarla in officina.» Zack mise in moto il carro attrezzi e lo sistemò davanti all'auto di Callie.
«Ci vorrà tanto per sistemarla?» domandò Liz. Callie non si era accorta del suo arrivo.
«Un paio di giorni. Al massimo quattro.» rispose Zack mentre la macchina venina sistemata sul pianale del carro attrezzi.
Callie guardò Liz sorridere a Zack, un sorriso che conosceva e che non le piaceva. Sospirò di sollievo quando si accorse che lui non la stava degnando di uno sguardo, troppo occupato a concentrarsi su quello che stava facendo.
«Dammi le chiavi.» ordinò Zack rivolgendosi a Callie, guardandola negli occhi.
«Ehm... cosa?» domandò lei, che si sentiva la testa vuota., mentre fissava gli occhi di Zack.
«Le chiavi.» disse Zack allungando il braccio davanti a sé.
«Ah, sì.» mormorò Callie prendendo le chiavi dalla tasca della giacca. «Tieni.» disse dandogli le chiavi. Zack le prese, stando attento a non sfiorare -neppure accidentalmente- le dita di Callie.
«Chiamiamo noi quando è pronta.» Zack salì sul carro attrezzi. «Ci vediamo.» aggiunse prima di chiudere la portiera e partire.
«Però... è davvero figo!» commentò Liz. «E ha un bel culo!»
«Già.» mormorò Callie. «Andiamo?» le chiese. Liz annuì e insieme si diressero alla fermata dell'autobus.

***

«Ci vediamo domani!» disse Daphne, ferma davanti al suo armadietto, agitando la mano. Callie rispose al saluto con un sorriso e continuò a camminare per arrivare al suo armadietto.
Non aveva la macchina da due giorni, non era ancora pronta, e lei era stufa di sentire i lamenti di Liz mentre guidava. Oramai lo sapevano persino i muri che non le piaceva guidare.
Aprì l'anta e questa volta non litigò con il lucchetto; e una busta bianca scivolò fuori e cadde a terra, posandosi accanto ai piedi della ragazza.
Callie lo guardò, prese un libro e si chinò per raccogliere la busta. Una volta aperta ne trasse furori un foglio -anch'esso bianco- piegato in quattro.
Curiosa, la ragazza spiegò il foglio. Quello che lesse la lasciò senza fiato. Le lacrime le riempirono gli occhi mentre le mani iniziarono a tremare.
La busta che stringeva nella mano destra scivolò a terra.
«Guarda che ti è caduta quella.» le fecero notare.
Lei voltò lentamente la testa verso chi aveva parlato. Travis.
«Stai bene?» le domandò lui preoccupato.
«Lasciala stare, andiamocene.» esclamò Chris continuando a camminare.
«Ho tro.. trovato... era dentro l'arma... armadietto.» balbettò Callie allungando il foglio a Travis.
Il ragazzo lo prese e lo lesse velocemente. «Che bastardo!» disse con rabbia. «Cazzo, Chris, vieni qui ha vedere!»
Callie sentì il ragazzo sbuffare mentre si avvicinava. «Cosa c'è?» domandò.
«Guarda questo.» gli disse Travis mettendogli il foglio davanti, mentre con l'altra mano accarezzava la schiena di Callie.
«Non ne ho voglia.» rispose sgarbato. «Andiamocene.»
Travis sbuffò e iniziò a leggere, visto che Chris non voleva farlo. «I tuoi genitori sono morti in un incidente automobilistico. E tu vai in giro in macchina. Non dovresti avere una fobia per le auto? E invece no, continui a guidare come se niente fosse successo.» Travis si fermò e guardò Chris. Il ragazzo lo fissavo sorpreso e indignato da ciò che stava ascoltando. «Quindi, andando a logica, non t'importa nulla dei tuoi genitori. Non sei veramente triste per loro. Chissà, magari hai pure pregato per far avere loro l'incidente.» continuò il ragazzo.
Callie si passò le mani sul viso, asciugandosi le lacrime. Sentì il braccio di Travis che la stringeva, e lei posò la testa sulla sua spalla. «Io ammazzo chiunque abbia scritto questa cosa!» sbottò Chris.
«Che cosa state facendo?» tuonò James. Nessuno di loro l'aveva sentito arrivare.
Callie si staccò da Travis, prese il foglio e lo diede a James. «L’ho trovato nell'armadietto.» sussurrò.
James lo prese e lo lesse. «È una stupidata. Devi farti abbracciare da quello per una minchiata del genere?» domandò. Accartocciò il foglio e afferrò Callie per il polso sinistro. «Andiamocene da qui.»
«Ma sei coglione? Una minchiata?» domandò Chris avvicinandosi a James. «Una bastardata. Ecco come la chiamerei io.» aggiunse. Callie si divincolò e fece qualche passo indietro.
«Voglio andare a casa.» mormorò guardando Travis; il ragazzo annuì e le chiuse l'armadietto.
«Callie, vieni qui. Subito!» ordinò James facendo un passo verso la ragazza.
«Lasciala stare.» pronunciò Travis e si mise di fronte a Callie.
«Che cosa vuoi? Levati dai coglioni.» sibilò James.
Callie guardò James e si rese conto di non amarlo più. Non poteva amare una persona che non le era stata vicino alla morte dei suoi genitori, che considerava le parole scritte su quel foglio una stupidata.
«Mi porti a casa?» pigolò Callie rivolgendosi a Travis. Il ragazzo annuì, fece un cenno a Chris e insieme s'incamminarono verso l'uscita. «Callie! Se vai via con quelli fra noi è finita! Per sempre!» gridò James.
Callie non si voltò, prese per mano Chris e gli sorrise. E quando anche lui sorrise, una lacrima, questa volta di gioia, le rotolò lungo la guancia.

***

«Tracy!» gridò Callie, «Non voglio arrivare in ritardo!» continuò abbassando la voce. Non aveva detto nulla del biglietto che aveva trovato il giorno prima. Quella mattina aveva chiesto alla sua tutrice se poteva portarla a scuola lei. Alle domande della donna, aveva risposto che aveva litigato con Liz.
Tracy uscì da bagno. «Non c'è bisogno che urli, non sono ancora diventata sorda!» scherzò la donna prendendo la borsetta.
«Stai bene? Mi sembri pallida.» esclamò Callie mentre andavano verso il garage, da cui si accedeva da una porta in cucina.
«Sto bene, non preoccuparti.» disse Tracy.
Durante il viaggio, le due rimasero in silenzio. Callie pensava a come avrebbero reagito i suoi amici a quello che era successo il giorno prima e alle chiacchere che ci sarebbero state.
«Hai chi ti porta a ritirare la macchina?» le domandò Tracy mentre accostava al marciapiede.
«Sì, non preoccuparti.» rispose Callie. Aprì la portiera, salutò Tracy e, dopo aver preso un respiro profondo uscì dalla macchina.

Le ore prima della pausa pranzo le erano sembrate eterne. Aveva dovuto subire le occhiate di Liz, Daphne ed Eddie. Mentre entrava nella grande sala, s'impose di non badare più alle stupide chiacchere che iniziavano a circolare.
Daphne le aveva detto che dovevano parlare, "per stabilire i ruoli all'interno del Comitato studentesco"; e Callie era convinta che Daphne non la volesse più come suo braccio destro.
Pochi minuti dopo, con in mano il vassoio, cercò i suoi amici. Quelli veri, quelli che le erano stati vicino quando ne aveva bisogno.
«Ti ricordi che devi portarmi a prendere la macchina?» domandò sedendosi accanto Chris. Di fronte a lei c'era Clarissa, con indosso la divisa delle cheerleader.
«Mi ricordo.» rispose Chris. Callie sorrise, e cercò di sorridere ancora, quando intercettò lo sguardo, carico di risentimento, di James. «Andiamo insieme al ballo?» le propose Chris.
Callie aprì la bottiglietta d'acqua, la mise davanti a sé e sorrise. «Certo.» rispose.
«Anche perché solo noi studenti possiamo partecipare.» pronunciò Travis.
«Cosa vuoi dire?» chiese Callie piegando la testa di lato.
«Oh... nulla. Solo che Za... ahi!» Travis guardò Chris. «Mi hai dato un calcio!» si lamentò.
Chris si portò una mano davanti alla bocca. «Davvero? Scusa, non me ne sono accorto!»
«Stavi dicendo?» domandò Callie cercando di non scoppiare a ridere.
«Nulla.» rispose lui piegandosi in avanti per massaggiarsi la parte colpita.
Callie alzò le spalle e continuò a mangiare.

«Vuoi che rimanga?» domandò Chris.
«No, non è necessario.» rispose Callie. «Grazie.» continuò e abbracciò l'amico.
«Ci vediamo domani.» disse lui.
Callie sorrise e scese dalla macchina di Chris.
Guardò l'amico allontanarsi e quando vide svoltare la macchina a sinistra, si voltò verso l'entrata dell'officina.
«Max? Sono Calliope...» esclamò una volta entrata.
«La tua macchina è pronta.» disse Zack sbucando da dietro una colonna.
«Bene,» mormorò Callie. «Adrian ha già pagato.»
Zack annuì. «Lo so, c'ero quando è arrivato.» il ragazzo fissò Callie. «Ti porto fuori la macchina?» domandò.
Callie seguì la direzione che Zack stava indicando, trovando la macchina quasi incastrata fra due colonne. «Oh, sì. Grazie. Probabilmente la distruggerei.»
Zack scosse la testa divertito. «Donne...» mormorò, prese le chiavi da un armadietto e in poche mosse portò la macchina sul piazzale davanti all'officina.
«Grazie ancora.» disse Callie sistemando la borsa sul sedile del passeggero.
«Di nulla.» esclamò Zack. «So cos'è successo ieri. Mi dispiace.» aggiunse guardando Callie negli occhi.
Callie non si chiese nemmeno come facesse Zack a saperlo. «Travis.» borbottò.
«Chiacchera molto.» disse Zack.
«Già. Devo andare.» disse Callie sedendosi al posto di guida. «Grazie.»
Zack chiuse lo sportello. «Mi perdoni? Scusami tanto.»
Callie non rispose, accese la macchina e parti. Arrivò a pochi centimetri dal ciglio della strada e si fermò per far passare alcune macchine; alzò gli occhi e guardando nello specchietto retrovisore vide Zack con il viso triste, che guardò un'ultima volta la macchina e tornò dentro Improvvisamente spense la macchina, scese e corse verso il ragazzo.
«Ci sono problemi? Stai bene?» le domandò Zack quando Callie lo afferrò per una mano.
La ragazza si limitò a fissarlo e ad annuire. Si alzò sulle punte dei piedi e baciò Zack. Il ragazzo la strinse e ricambiò.
«Nessun problema. Non più.» mormorò Callie staccandosi da lui. Poi gli diede uno schiaffo.
«Ahi!» si lamentò lui massaggiandosi la guancia. «Cos'ho fatto? Mi hai baciato tu!»
Callie piegò la testa di lato e sorrise. «È Per il bacio che mi hai dato al ballo di Halloween.» spiegò.
«Uhm... hai ragione.» sussurrò abbracciandola. «Mi perdoni?» le chiese.
Lei si limitò a baciarlo ancora.
Zack sorrise. «Vuol dire che mi hai perdonato?» domandò sulle labbra di lei, che annuì e lasciò che lui la baciasse.
«Devo andare.» disse lei. «Se stasera non mi chiami ti spezzo le mani.» continuò sorridendo e si allontanò.
«Lo so che non lo farai mai! Mi adori troppo!» esclamò lui divertito.
«Maschilista!» replicò lei voltandosi.
«E questo cosa c'entra?» domandò lui perplesso.
Callie alzò le spalle. «Non lo so. Però suona bene.» rispose sorridendo e salì in macchina.

E finalmente... suonino le campane, rullino i tamburi... si sono baciati! Non siete contente?
Sette capitoli, mi hanno fatto penare sette capitoli, sti due.

Ringrazio 1D_loveyou, Medea91h, minelli69, nemy salvatore, orihime02, Rituss_, Vagnona94 e xsemprenoi perché hanno messo la storia fra le preferite.
Ringrazio ladysynacky e TheSlivy perché hanno messo la storia fra le ricordate.
Ringrazio 1abuabu, anle06, anna1993, DeliveranceDane, eliana1991, incubus life, MadnessOnMars, milly97, myllyje, petusina, rodney, sheila, xxStellina92xx e _Sara_ perché hanno messo la storia fra le seguite.
Se lasciate un commentino ne sarei felice, non vi mangio!
Ringrazio nemy salvatore, ThePoisonofPrimula, Sten__Merry, xsemprenoi e orihime02 perché hanno commentato i capitoli precedenti.

   
 
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