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Autore: simovscalliope    11/02/2012    1 recensioni
Draco, il suo nome era Draco, e non vedeva l'ora che qualcuno fosse contento di ripeterlo insieme a lui.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

“Ma tu non ti stanchi mai di venire qui?”

Aveva ragione, aveva proprio ragione, non era solo. 
Gli occhi e la mente erano persi negli occhi che stava creando, e che iniziavano a fissarlo dal bianco del suo unico foglio. I suoni captati dal cervello gli fecero intuire che chi gli stava parlando non doveva essere troppo distante, e alzando lo sguardo si accorse di non aver torto.
Un corpo, era ancora soltanto un corpo, e lui iniziava già a chiedersi come dovesse reagire a qualcuno che cercava di compatirlo. Perché sì, alla fine era sempre quello lo scopo delle persone. 
Tutti che pensavano che il povero Draco non fosse capace di portare a termine un ragionamento sensato, ma loro cosa cazzo ne sapevano di lui?
Sono Draco e non sono matto
Fissava arcigno il viso che gli stava di fronte, senza dare minimamente peso all’ espressione curiosa che era padrona di esso.
“Beh? Hai ancora molto da fissarmi?”
Cosa?
Dopo troppo tempo perché i suoi riflessi si potessero considerare pronti, si chiese perché una ragazza gli stesse rivolgendo la parola, per di più con un sorriso stampato in volto. E sempre poco prontamente arrivò a chiedersi se fosse il caso di dare una risposta.
Non fece in tempo a formularne una, e la sua risposta fu anticipata da altre parole della ragazza.
“Sai che sei proprio strano? Come ti chiami?”
Che bella domanda.
Sorrise.
“Draco, mi chiamo Draco”
La ragazza cambiò espressione, probabilmente colpita dalla voce che le parve perfetta da associare a quell’immagine che vedeva. Forse solamente colpita dalla risposta.
“Draco? Ti chiami veramente così?”
Altrimenti perché te l’avrei detto?
Si sarebbe dovuto aspettare quella domanda, ma continuava a scordarsi quanto la gente non lo comprendesse.
“Mi chiamo Draco se mi vuoi bene”
La ragazza sorrise, cercando di dare un senso alla risposta.
“Ma come faccio a volerti bene se non so nemmeno chi sei?”
“Se non mi volessi bene non mi avresti parlato, oppure mi avresti detto cose brutte, e poi io ti voglio bene”
Il vento leggero di quel pomeriggio caldo impedì che il silenzio diventasse padrone della situazione, ma Draco decise di coprire con la sua voce anche quella del vento.
“Ti voglio bene perché il sorriso è la cosa più bella che le persone possano regalare” si fermò un attimo “e tu me ne stai regalando uno senza forse nemmeno volerlo”
Ancora il vento, che per quanto era debole non riusciva neanche ad infiltrarsi tra i capelli della ragazza senza nome.
“Io mi chiamo Ve..” un attimo, e gli occhi di quella ragazza fissarono sorridenti quelli di Draco.
“Se mi vuoi bene chiamami Kuu”
“Kuu? Come mai Kuu? Da quando ti chiami così?”
Draco subito rispose con un tono ed uno sguardo meravigliato, come se si stesse accorgendo di non essere l’unico abitante del pianeta. Forse non era più il suo pianeta, forse poteva essere il loro. Ma così già si stava abbandonando ai suoi di pensieri, e lui voleva ascoltare Kuu.
“Da ora”
“Kuu, è proprio un bel nome!”
La ragazza sorrise, insieme a lui.
“Anche Draco è un bel nome! Anzi, è proprio un bel nome!”
Draco era incredulo, era quasi tentato di darsi un ceffone per riprendersi.
“Il mio dottore ha detto ai miei genitori che vedo cose che non ci sono, ma tu ci sei, vero?”
“Sì che ci sono!”
“E pensi davvero che il mio sia un bel nome?” un attimo di sospensione “sei proprio seria?”
“Si che sono seria, Draco”
Probabilmente avrebbe iniziato a piangere di gioia da un momento all’altro, e nemmeno lui sapeva perché, visto che non era la prima volta che parlava con qualcuno. 
Ricordò la prima volta che iniziò a parlare con un buco nel muro, ed una sua compagna di classe lo aveva preso per matto. 
Si fece tutto serio, all’improvviso, e il sorriso che stava crescendo collassò immediatamente.
“Stai pensando che sono matto, vero?”
Fissò la ragazza negli occhi, trattenendosi dal piangere un’altra volta, ma per il motivo opposto a qualche istante prima. Lei ricambiò con uno sguardo che già da solo iniziò a consolarlo, e con un altro sorriso, che lui sicuramente avrebbe gradito.
“Io tutto quello che penso poi lo dico, e tu?”
Draco fu spiazzato da quella risposta, cosa intendeva dire?
“Io?”
Non sapeva come rispondere, e ripetè la domanda più volte nella testa, mentre lei armeggiava con qualcosa che si trovava all’interno di una borsetta a forma di vinile.
“Questo l’hai scritto tu?”
Lui rivolse lo sguardo alla mano della ragazza, e notò la carnagione bianchissima, e le unghie pulite e disastrate. Poi si accorse che le stava porgendo un foglio, e lui si spinse in avanti per prenderlo. Staccandosi dal muro sentì la schiena completamente bagnata, e chiuse per un attimo gli occhi, cercando di non darci peso sebbene lui odiasse quella sensazione.
Guardò il foglio, e riconobbe la sua scrittura su un foglio che aveva l’aria di essere stato piegato e riletto parecchie volte.
Si ricordò di qualche giorno prima, di quando era scappato per paura della pioggia.
“É tuo?”
Riportò gli occhi su quelli della ragazza, e finalmente si rese conto di quanto fosse particolare e singolare nella sua bellezza. Era così semplice.
Si accorse dei capelli che avevano l’aria di essere asciutti e profumati, nonostante l’aria irrespirabile di agosto che faceva apparire qualsiasi cosa sudaticcia.
Draco annuì guardandola e pensando che fosse bella, e dedicandole il sorriso del momento, sperando che capisse.
“Una persona che scrive così non può essere matta”
E da come pronunciò quelle parole Draco immaginò i puntini di sospensione che si perdevano nel vuoto.
“E cosa può essere?”
Kuu si perse per un attimo a vagare nel vuoto, cercando da sola una risposta plausibile.
“Potevi essere solo tu”

Draco tornò un solo secondo sul suo pianeta, giusto il tempo di mettere con la sua matita l’asterisco sotto i due occhi neri che vivevano sul foglio.
Quello era il gesto che di solito stava a significare che l’opera era terminata, e che poteva tornare a casa, ma quella volta lo mise solo per lasciare una sua firma.
Si fermò un attimo a guardarlo, e poi strinse un’altra volta la matita, la avvicinò al foglio e scrisse vicino all’asterisco l’iniziale del suo bel nome.
Finito di firmare il foglio, mise la matita in bocca e poggiò foglio e cartellina davanti a lui sul muretto. Si spinse poi come al solito sui polsi sofferenti e scese sulla terra un’altra volta ancora, con la differenza che in quel momento era felice di esserci.

Si avvicinò al muretto dove Kuu sedeva penzoloni, continuando a regalarle uno dei suoi migliori sorrisi. 
“Questo te lo regalo io, così non sei costretta a trovarlo abbandonato per terra da uno sbadato come me” 
Kuu lo guardò con la sua faccina curiosa, esattamente come l’aveva guardato prima che parlassero e sorrise a sua volta.
“Grazie”
“No, grazie a te”
“E perché?”
Un attimo di silenzio, che a Draco piaceva da morire quando lo trovava in un film.
“Perché mi vuoi bene”

Draco prese la cartellina dal muretto, sistemò le cuffie sulle orecchie, e tornò alla sua base, così contento da rischiare di scordarsi quale fosse il suo nome.
E già stava iniziando a contare i suoi passi, com’era sua abitudine, quando si fermò, si girò a guardare Kuu che rimaneva sola e le fece il suo invito ufficiale ad entrare nel suo pianeta.
“Domani alla stessa ora eh”


Angolo Scrittore:
Non so voi, ma io sono perdutamente innammorato di Draco!
Spero che il capitolo non abbia deluso le vostre aspettative, e ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti, o tra quelle da ricordare, grazie veramente!
E mi scuso se i miei capitoli verranno aggiornati più lentamente, ma la scuola mi impedirà di dedicarmi al povero Draco!

Simo

   
 
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