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Autore: cyclopis    11/02/2012    8 recensioni
Hermione Jane Granger sfogliava velocemente un libro della Biblioteca con un certo nervosismo. Di solito si vedeva la dolce Grifondoro assaporare dolcemente ogni parola incisa con l’inchiostro, sfiorare le pagine di pergamena con i polpastrelli come se fossero seta più pregiata; seduta a gambe incrociate, la gonna si posava sulle sue gambe magre fino alle ginocchia, le labbra arricciate e i capelli crespi per l’umidità.
-Non è proprio giornata, pensò la ragazza quando un’altra voce giunse alle sue orecchie. La più piccola dei Weasley, capelli rosso fiamma e una tipa che sapeva il fatto suo. «Hermione è spaventata»-ridacchiò.
«Spaventata?» -Harry la guardò perplesso.
«Si, spaventata» - Hermione picchiettò le dita sul tavolo.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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2° capitolo



 

“Può anche non piacerti il mondo, o forse a lui non piaci te.”
-negrita-











 

A mia madre,
perchè  ha ormai gli occhi rivolti al passato.

 






 
Perché pensi sempre a te?”
 “Se non ci penso io, chi ci pensa?” cesare pavese, il mestiere di vivere.




 
 
 
 
Quel sabato ad Hogwarts il cielo era leggermente nuvoloso, qualche corvo – posato sulle insegne dei vari negozi di Diagon Halley- scrutava gli studenti con gli occhi neri e vigili, le piume così nere da mandare qualche riflesso argentato.
Ai bordi delle strade, la neve si era depositata lungo la strada e, a detta di tutti, quello era il momento più brutto: non era più bianca come lo zucchero, morbida per creare qualche creativo pupazzo di neve, ma era mista al fango e semi ghiacciata.
Andando avanti e percorrendo le strade colme di ragazzi con cappelli a punta, Zonko – che aveva riaperto finalmente con la gioia di tutti - mostrava fiero una vasta gamma di scherzi da fare ai professori che minacciavano di darti meno G.U.F.O o M.A.G.O .
Che negozio inutile!-aveva detto una volta Hermione Granger.
Invece, una piccola parete era occupata da un piccolo negozio, probabilmente il più famoso: la porta era stretta e cigolava, la vetrina era così opaca da poter vedere a stento una scritta in caratteri corsivi con scritto “Olivander”e una piccola bacchetta disegnata con qualche scintilla che usciva dalla punta. Lì, maghi e streghe erano entrati e usciti con bacchette di ogni tipo e con in testa la frase del misterioso Olivander “E’ la bacchetta che sceglie il mago” e nessuno aveva avuto mai dubbi su quello.
Ma gli studenti avevano oltrepassato tutti quei negozi arrivando davanti ad un altro i cui colori sprizzavano gioia e felicità.
Dai Tiri Vispi Weasley, Fred e George accoglievano gli studenti a braccia aperte, i capelli rossi che ricadevano lisci sul loro viso allegro.

«Solo per oggi, per un galeone d’oro, potrete avere il cofanetto con i tutti i metodi per saltare la scuola. » - gridavano.
In effetti, tutti conoscevano il torrone per far sanguinare il naso o le merendine per il vomito: utilizzate da tutti gli studenti delle Case, erano ormai super gettonate ad Hogwarts.
Tra il via vai di studenti che afferravano filtri d’amore, orecchie oblunghe o abbracciavano inteneriti delle Puffole Pigmee, Ron aveva appena afferrato un telescopio avvicinando il suo occhi azzurro alla lente. Chiunque era tentato di sfiorare quegli articoli, l’unico problema –forse un po’ grave-  era il fatto che a qualcuno mancava una descrizione o anche un non avvicinarsi. Harry,per l’appunto, si spaventava di toccare qualcosa dato che l’ultima volta aveva afferrato una penna ritrovandosi la mano piena di pustole.

«No, Ron!» - Hermione cercò di toglierlo dalle sue mani ma quello che vide fu solo un pugno ricoperto da un guanto che finì contro l’occhio del ragazzo, il quale fece un salto così grande da finire a terra tra le risate di tutti.
«Ecco, volevo dirtelo.» - scrollò le spalle la ragazza, aiutando Ron  ad alzarsi. Hermione sorrise; quella volta aveva i capelli non troppo crespi e quindi legati in una mezza coda, truccata leggermente e con una gonna un po’ più corta.
Lo fai per mio fratello? Ginny Weasley l’aveva guardata minacciosamente – quelle minacce che si facevano per paura di vedere un’amica soffrire- e la caposcuola aveva urlato subito che no, non era affatto per lui. Aveva avuto anche un certo sospetto che l’amica le stesse preparando qualche appuntamento con qualcuno e quella sì che era una cosa di cui avere paura. Gli ultimi tre, Tom, Jace e Edward –rispettivamente corvonero, tassorosso e grifondoro- erano stati un puro disastro.

«I miei fratelli sono dei veri idioti.» - sbottò Ronald, massaggiandosi la parte dolorante che aveva assunto una preoccupante tonalità color prugna.
«Fratellino! » - dissero in coro i gemelli, guardandolo con un sorriso a trentadue denti. «Sempre il solito, eh? »
«Salve ragazzi.» - Hermione stava controllando gli oggetti esposti con aria torva. Non c’era che fidarsi dei Weasley. « Non fate nulla di illegale vero? Sono un caposcuola.».
«Granger»- Fred sorrise languido, circondandole la spalla con un braccio.
«Oggi sei davvero bellissima.» - George le scoccò un bacio sulla guancia. Hermione sorrise appena, non riuscendo a trattenere l’allegria di fronte alle moine dei due fatte a scopo di aggraziarsela.
«Per oggi passo, ma. »- li avvertì puntandogli un dito contro. «La prossima volta non sarò così buona.»- disse, arricciando leggermente le labbra, l’espressione decisamente addolcita.
Harry, dal canto suo, sembrava essere ingrossato di almeno cinque chili con quel suo cappotto, due sciarpe, guanti e il mantello sopra, tutto completato da un capello di lana che gli nascondeva metà viso.

«Ragazzi, questo cosa sarebbe?» - disse preoccupato, mostrando un oggetto sfiorandolo con un dito, contento che questo non si fosse riempito di strane cose o che non fosse spuntato qualche cosa di bizzarro.
«La nostra nuova invenzione.» - disse George fiero.
«Un tacco.» - sorrise Fred. -«Da mettere sulle scarpe per farle diventare super allunganti. Potresti crescere di almeno dieci centimetri con quel coso piccolo.>>
«Assolutamente fantastico e costa solo due galeoni!».
«Un’offerta da non mancare, decisamente.»
Hermione alzò un sopracciglio, sembrava una televendita babbana.
Harry abbassò leggermente gli occhiali rotondi mentre i verdi occhi chiari scrutavano quel tacchetto nero e lucido. Sicuramente i due fratelli inventavano oggetti che riuscivano a fare la loro ricchezza. Si aggirarono per più di mezz’ora in quel labirinto che odorava di caramelle e cioccolato sentendosi come in un paradiso per bambini monelli. Due grandi contenitori erano pieni di palline colorate e accanto c’era un piccola mensola dedicata alle caramelle tutti gusti + 1 “ormai ci occupiamo anche di cibo!” avevano detto i Weasley e nessuno poteva negargli che avevano un certo fiuto per gli affari.
 



° ° °

 



“Voglio stare sola” “Anche io voglio stare solo”
 “ Ti va di stare soli insieme?”
─ jim belushi, la vita secondo jim.





 
 
Harry era appena uscito da Tiri Vispi quando Padma Patil le si era avvicinando agitando la mano. Qualche fiocco di neve si posava sui loro visi, le nuvole bianche però sembravano allontanarsi dalla zona.  Era una bella ragazza, pensò, alta e con i capelli scuri. Pur non avendo gli stessi lineamenti dolci di sua sorella, gli occhi con un taglio più particolare, il suo viso con il naso non troppo piccolo e affilato le dava quasi un’aria da principessa indiana. I denti bianchi si mostrarono in un sorriso che era tutto miele.
Harry si chiese quanto potesse essere vero.
Pur essendo circondato da amici di cui poteva fidarsi – e pure con Padma aveva buoni rapporti- non era mai sicuro che la gente che lo abbracciava, gli parlava, volesse davvero stare con lui per come era o solo perché nella sua fronte pallida spiccava una cicatrice violacea a forma di saetta. Ogni sera si chiedeva se quelle persone che lo cercavano non lo facessero perché sapevano che era il prescelto, colui che aveva sconfitto uno dei maghi più potenti al mondo, Voldemort.
 Per un certo periodo aveva usufruito di quei vantaggi, divertendosi, ma quando quei pensieri si erano catapultati con violenza nella sua testa, non era più sicuro di voler essere Harry Potter ma un ragazzo normale che aveva ancora il profumo dei dolci di sua madre nella palle e che abbracciava suo padre che lo veniva a prendere a scuola per le vacanze di Natale e gli chiedesse che aveva combinato a scuola e se aveva vinto la partita di Quidditch.
Un leggero vuoto si aprì nello stomaco di Harry, ricordando quanto gli mancassero delle attenzioni da parte di genitori che non aveva mai potuto conoscere

 «Ciao Padma».- disse il ragazzo, sorridendo a sua volta.
«Harry! Volevo chiederti una cosa.» -Aveva una bella voce, pensò. Non troppo squillante come quella di Calì. Portava solo un guanto, l’altra mano più scura era screpolata e le unghie perfette si stavano pian piano rovinando.
«Dimmi.» - si riscosse Harry dai suoi pensieri, constatando che stava notando troppi particolari. Si strofinò il naso congelato dal freddo.
«Ti andrebbe di uscire domani con me?» - mormorò e sembrò davvero imbarazzata. -« Se ti va, ovviamente.. puoi anche rifiutare, non mi offendo.» - aggiunse velocemente, guardandolo di sottecchi con gli occhi truccati leggermente.
Harry rimase interdetto per qualche secondo. La guardò per un attimo, gli zigomi alti arrossati, il cappotto che fasciava bene il suo corpo snello e non seppe cosa rispondere: era carina ma non lo aveva mai interessato davvero, lei e sua sorella sembravano troppo prese a scalare la cima dell’importanza a scuola e forse non bisognava nemmeno fidarsi di loro.
Il ragazzo sopravvissuto però era ormai un diciassettenne e, anche se non era un ragazzo alto e ben impostato ma piccolo e con gli occhiali attaccati con lo scotch, era diventato anche lui ben visto con i suoi occhi grandi e verdi e i capelli neri che gli conferivano un’aria trasandata ma bella. E da diciassettenne che era non trovò un buon motivo per rifiutare un invito di una ragazza carina.

«Per me va benissimo.»
E mentre i due sorridevano, un capo dai lunghi capelli rossi correva via con gli occhi lucidi, sulla spalla la sua Puffula Pigmea.
 



°°°




 
“Perché le persone interessanti sono così poche?
Con tanti milioni, perché sono così poche?”
-charles bukowski.
 







 
 
 
Daphne Greengrass era bellissima, senza dubbio.
Aveva spezzato metà dei cuori di Hogwarts che si erano lasciati ammaliare da quella chioma che sembrava risplendere come l’oro e da quegli occhi azzurri simili ai cieli limpidi d’estate.
Non amava le persone che facevano rumore con le posate quando mangiavano, quelli che deglutivano facendo troppo rumore, quelli che dicevano troppi cioè, quelli che ridevano troppo, quelli che parlavano senza fermarsi e quelli che parlavano così poco da non essere notati. Odiava il disordine, i gatti, il caffè troppo zuccherato e il rock n’roll. Odiava i fiori troppo profumati e il rosa.
Daphne Greengrass –come Pansy- era stata spesso associata a Draco Malfoy.
In effetti questo rispecchiava la realtà solo a metà. Quando aveva sedici anni era stato il primo ragazzo a cui si era concessa ma era così diverso da lei che alla fine il loro rapporto era diventato solo baci e attrazione fisica tanto che alla fine tutto era andato a scemare fino a che non era rimasta pura amicizia e nient’altro. Nonostante ciò gli studenti di Hogwarts non facevano altro che parlare e tra le tante persone di cui parlvano c’era pure Daphne. Daphne che si diceva fosse l’amica usata da Draco Malfoy quando aveva bisogno di sesso.

«Certo che è assurdo.» - disse con voce strascicata Daphne, sorseggiando del tè al bergamotto. Anche nei piccoli gesti trasudava di nobiltà.- «Immaginare che Draco con i suoi amici faccia sesso a volontà. Capisco il suo essere frivolo ma credo che se lo siano immaginato come uno che organizza orge a Nocturn Alley.»- concluse.
Blaise storse la bocca reprimendo le risate alla parola frivolo che Daphne aveva usato per voler dire “acchiappa-femmine, alcol, sesso a volontà”.

«In effetti Draco non ha mai toccato né te né Pansy e nessun’altra delle sue amiche. Draco è semplicemente uno che si diverte non un ninfomane.»
Entrambi, quando parlavano, senza accorgersene assumevano quella decadenza antiquata e, seduti entrambi sulle poltrone scure bevendo tè, formavano un quadretto decisamente particolare. Mancava solo il mignolo alzato e il cameriere lì accanto.
«E tu, Daphne?»
La ragazza alzò lo sguardo, sbattendo più volte le ciglia.
«Io cosa?»
Blaise sorrise, gli occhi chiari che risaltavano sulla pelle scura, i capelli neri e corti che mostravano dei bellissimi ed eleganti lineamenti.
«Non hai trovato l’amore dopo quel ragazzo?>> - disse piano, chinandosi verso di lei. In pochi sapevano della sua storia con un ragazzo di Beauxbatons purtroppo finita male. I Greengrass erano una famiglia importante che teneva molto alle loro tradizioni e certamente quel ragazzo francese non era tra i candidati per il matrimonio della Serpeverde.
«Non mi importa più nulla. Non fa per me.» - non un accenno di sorriso, solo fermezza nel suo sguardo.
«L’amore?»-disse.
«Già.»
Blaise la guardò, tra le ciglia folte, e  posò la mano calda sul viso congelato dell’amica, senza un accenno di rossore, e sfiorò con il pollice la linea delle labbra che si era fatta improvvisamente dura. Avrebbe voluto urlare a tutta la scuola che quella ragazza non era come sembrava, non una ragazza facile ma una che semplicemente stava resistendo a ciò che il futuro poteva darle e che lei non voleva accettare.
«Non ci credo.» - Mormorò Blaise percependo appena il respiro della ragazza.
«Non ho scelta.»- disse Daphne e alzò un angolo delle labbra rosee.
«Tutti possono scegliere. Basta volerlo.»
 


° ° °

 


 
“Una volta ero disperato, e un mio amico mi disse: <>
Così sorrisi, e naturalmente andò peggio.”─groucho marx.
 







Hermione Granger era seduta sotto una quercia secolare. Sentiva dietro la sua schiena il legno scheggiato e il leggero muschio verdognolo che si era formato qua e là; tra le mani un grande libro era posato sulle gambe magre e fasciate da dei jeans stretti. Quel giorno non c’era tanto freddo, si riusciva a stare sul prato anche con una felpa e sciarpa senza beccarsi un raffreddore o addirittura la febbre.
Antiche Rune in quel momento era il mondo dove la ragazza si era immersa senza riuscire a sentire e vedere nient’altro: ogni volta che leggeva era ciò che accadeva, forse era quello il trucco dei suoi voti alti.
Con la sua piuma scriveva quel tema che doveva essere lungo almeno due pagine, fortunatamente lei cominciava sempre qualche giorno prima ma – nonostante questo- lei si ritrovava sempre con qualcosa da fare ogni giorno senza un attimo di tregua. Sospirò mentre reprimeva la voglia di lasciarsi cadere tra il prato morbido e fresco.
Si portò una mano alle labbra per nascondere uno sbadiglio.
Da quando aveva sonno quando studiava? Hermione sgranò leggermente gli occhi, abbracciando quasi possessivamente il libro di Antiche Rune: le palpebre erano pesanti e delle ombre violacee la rendevano più simile a uno zombie che a una persona umana.
Certamente la ragazza che le stava passando davanti se la passava meglio.
Non ricordava come si chiamava, qualcosa come Marie o Sophie ed era una studentessa nuova. Aveva lunghi capelli neri e gli occhi color carbone, il fisico snello e il viso allungato e bello, la classica ragazza a cui avrebbe fatto una fotografia se avesse avuto una macchina a portata di mano o che avrebbe dipinto se avesse avuto quella capacità.
Hermione si raggomitolò meglio vicino alla quercia per non farsi vedere, non le andava di salutare o di parlare con qualcuno ma soltanto riprovare a studiare dato che le lezioni di volo erano così tante da farla ritirare alla sala comune con le ossa a pezzi: fortunatamente Draco si era concentrato sugli altri ragazzi, temeva però il suo momento in cui avrebbe dovuto combattere con lui e litigare come sempre.

«Draco!»
Ad un certo punto sentì la ragazza pronunciare quel nome con voce alta ed Hermione si voltò di scatto, gli occhi ridotti a due fessure e i capelli che – per il gesto repentino –le erano finiti davanti agli occhi scuri.
La scena che le si presentò davanti era la seguente: la ragazza – Marie, Sophie o qualsiasi nome lei avesse- aveva poggiato le sue mani sulle spalle di un giovane ragazzo per salutarlo. Quest’ultimo era più alto di lei, i capelli che sembravano oro pallido sotto la luce del sole, la camicia bianca e candida spezzata da una cravatta allentata verde argento. La ragazza, con fare serio, avvicinò la sua bocca all’orecchio, gli disse qualcosa e lui, dopo un attimo di confusione, ridacchiò appena e annuì.

«Chissà che cosa combina Malfoy.» - disse tra sé e sé. Di certo non poteva lasciare che quel ragazzo facesse qualcosa di strano. Ecco.
Appena li vide scomparire dietro alcuni pilastri del “terrazzo” di Hogwarts, Hermione scattò in alto, indossò una cuffia scendendola fino a metà viso e corse per raggiungerli e , trovati, con passo felpato si accinse a seguirli. Certo che però non è giusto quello che sto facendo, si disse la ragazza fermandosi per un attimo e cercando di pensare che cosa fosse sbagliato e cosa meno: arrivò alla conclusione che era una grifondoro e che lui era un serpeverde, quindi lei era in giusto e lui stava per fare qualcosa di circospetto.
Sì, perchè alle parole della ragazza, Malfoy aveva avuto uno sguardo sinistro.
Dopo diversi tentativi di origliare la loro discussione si ritrovò davanti al campo di Quidditch dove Marie/Sophie diede un foglio di pergamena con delle chiavi a Malfoy e lui – dopo essersi guardato due o tre volte intorno- entrò dove tenevano le divise delle case, le scope e gli spogliatoi. Prima ovviamente le aveva mormorato qualcosa con un pigro sorriso che danzava sulle labbra e lei assunse un’aria maliziosa facendoli un gesto che Hermione interpretò come “a dopo”.

«Non ci posso credere!» - sussurrò Hermione, uscendo la bacchetta. L’indomani doveva esserci la partita serpeverde – grifondoro, quel vigliacco di un Malfoy stava per boicottare la gara!
Come ben si sapeva, la grifoncina aveva un grande senso della giustizia, ma soprattutto c’erano momenti in cui agiva d’istinto e non usava la sua solita calma e saggezza da brava so-tutto-io. Inoltre conosceva Draco Malfoy da troppo tempo per poter dire che lui faceva proprio quel che sembrava: la ragazza aveva rubato le chiavi (che venivano date solo per allenamenti autorizzati) e chissà in cambio che cosa le aveva proposto.
Si mise a correre, afferrò la maniglia, spalancò la porta –  sentendosi come in un film poliziesco- e con la bacchetta puntata disse:

«Sei nei guai, Malfoy. Dopo questa sarai squalif...»
La voce le morì in gola.
Rimase un attimo a squadrarlo, le spalle larghe, i rigonfiamenti delle braccia e gli addominali ben definiti ma non troppo visibili. Perché non era vestito? Ritrovarsi Draco Malfoy mezzo nudo con solo un asciugamano legato alla vita decisamente non era quello che si aspettava.

«Granger?».
«Tu dovresti boicottare la partita!» -urlò lei, mettendosi all’improvviso le mani davanti gli occhi.
«Dovrei?» - alzò un sopracciglio, avvicinandosi ad Hermione.
«Non muoverti!» -
Afferrò una divisa e gliela lanciò, parecchio rossa in viso. Il suo peggior nemico di fronte a lei in quelle condizioni, non era proprio il caso.

«Non hai mai visto un uomo nudo, Granger?» - un sorriso malizioso si dipinse sulle sue labbra che formarono subito dopo in un ghigno mentre la mano tratteneva l’asciugamano. Subito dopo però si ricordò che quella era la peggior grifondoro dopo San Potter e che lo stava minacciando con una bacchetta puntata al cuore. Non che pensasse davvero che lei potesse fargli qualcosa dato che era intenta a nascondersi con la mano in modo da non vedere nulla. «E poi, che ci fai qui?»- sbottò scocciato.
«Tu che ci fai qui!»- Hermione decise di guardarlo abbassando piano la mano. Aveva così caldo che portò due dita alla cravatta in modo da allentarla un po’.
«Sei tutta rossa.» - disse Draco con tanta disinvoltura e tranquillità tanto che piegò anche il capo seguendo il gesto delle sue mani alzando l’angolo della bocca in un sorriso sghembo.
La Granger era diventata più carina: nonostante quei capelli indomabili, il suo viso aveva assunto dei bei lineamenti addolcendoli, il fisico aveva finito di modellarsi bene. Ovviamente, Draco pensò, era una Sanguesporco quindi tutto annullava quei complimenti stupidissimi che le aveva fatto mentalmente. Anche quel rossore adorabile. Sì.
Draco fece finta di niente, fece finta di non aver pensato nulla. Era un ragazzo con gli ormoni impazziti ma non fino a tanto di mischiarsi con certa gente, si disse.

«Rispondi o giuro che andrò dritta dalla McGrannit e...» - parlò a raffica fino a che non venne bloccata dalla mano del biondo che le intimò con un “sssh” di stare zitta e che la guardava con gli occhi grigi allarmati.
«Ok,ok Mezzosangue. Stai zitta.» - mormorò mentre quella si dimenava con tutte sue forze.
«Mollami!» - disse tra i denti sentendo le sue dita sulle spalle mentre lei non osava sfiorare nemmeno con il polpastrello la pelle nuda del capitano serpeverde. Draco lasciò la presa con una smorfia, passando una mano vellutata tra i capelli chiari.
«Tiger ha rotto la doccia così ho fatto rubare le chiavi per entrare qua dentro. Ok?» - Esasperato, la scrutò con un certo interesse.
«Non ti credo.»-.
«Mezzosangue.» - disse lui con voce rauca, mordendosi un labbro. Hermione seguì quel gesto senza rendersene conto, quasi rapita.
«Furetto.» - sospirò lei.
«Non chiamarmi così!» - sbottò, al solo pensiero di esser diventato quell’animaletto gli veniva la nausea. Sotto lo sguardo di tutti poi! Era stata una delle peggior figure di merde mai vissute .
«L’unica volta dove sei sembrato adorabile.»- sorrise, sentendo il profumo di menta sulle labbra.
«Uhm.» .
Ci fu un attimo di silenzio. Si sentiva il vento e l’orologio che scoccava le dodici.

«Non ti credo davvero.» - Hermione scosse la testa, ritornando seria.
«Non credermi. Io ti sto dicendo la verità.» - disse duro.
 Hermione incrociò le braccia al petto, sbattendo più volte le palpebre. Non poteva far altro che notare che dopo tutti quegli anni erano maturati: riuscivano a parlare e in mezzo c’era solo qualche insulto ma non troppi, giusto da rendere una discussione normale tra due persone che non potevano sopportarsi. Certo, si leggeva ancora la poca tolleranza nell’espressione di Draco e si vedeva che Hermione non aveva voglia di fare un passo avanti per cercare di comprenderlo, forse perché lui era e sarebbe sempre rimasto un mangiamorte e serpeverde, di conseguenza un mix che non le andava per niente bene.
Poi una cosa le venne in mente, non ne sapeva nemmeno lei il motivo.
Una volta Ginny le aveva detto che Malfoy si era fatto davvero carino. Lei di rimando aveva fatto una smorfia di disgusto perché non avrebbe dimenticato quel ragazzino con i capelli biondissimi, la faccia cattiva e gli occhi troppo chiari che lei una volta li aveva paragonati all’ acqua sporca.
Posò gli occhi castani su di lui e non poté fare a meno di notare che Malfoy era un bel ragazzo, il viso aveva dei lineamenti particolari, labbra sottili e gli occhi che di acqua sporca non avevano un bel niente, anzi, erano delle iridi argentate così particolari che completavano bene quel viso da angelo e nobile.
Ma lei, Hermione, non era pronta per vederlo come ragazzo. E quando pensò come sarebbe stato essere accarezzati da quelle grandi mani bianche da pianista, si disse che stava diventando troppo frivola. O forse stava impazzendo.

«Granger ti sei imbambolata? » - ridacchiò Malfoy, afferrando il borsone e uscendo il pacchetto di sigarette.
«No.» - rispose secca con una smorfia per le cose che le erano passate per la mente. Pensò a Harry e all’odio che provava per quel ragazzo che si trovava davanti a lei, pensò a Ron.
«Dieci punti in meno a serpeverde, Malfoy. Non dovresti essere qui, è contro le regole. >>-il suo sguardo corse al suo Marchio nero che spiccava nell’avambraccio chiaro come se volesse dirgli “dieci punti in meno per quello che sei stato.”
Draco rimase con la sigaretta tra le due dita, gli occhi ridotti a due fessure, il poco fumo che usciva dalle sue labbra invitanti. Erano passati da battute divertenti, a quel modo infantile che si erano portati dietro da anni, a insulti velati, disprezzo che avevano ancora l’uno per l’altro. Hermione lo guardò per un attimo, uscì chiudendosi la porta alle spalle pensando che c’era qualcosa di sbagliato in tutto quello.
C’era qualcosa di sbagliato in tutto quello che aveva detto e pensato.
Forse non era solo Malfoy quello che non era nel giusto.
Forse anche lei faceva la sua parte.
 







 
ANGOLO AUTRICE
Ho aggiornato presto ( e spero di arrivare a mettere il terzo capitolo ma ne dubito) perché non avrò il PC per qualche giorno (poi vi farò sapere) dato che devo portarlo a riparare .__. Magari cercherò di aggiornare tramite un altro pc ma non assicuro nulla.
 
Allora ragazzi LEGGETE perché è giusto darvi dei chiarimenti soprattutto sul rapporto Draco/Hermione.
Draco la trova una bella ragazza –e che c’è di male?- ma per me gli ideali, i pensieri di Draco non scompaiono così da un momento all’altro dopo anni e anni perché hermione si è fatta un bel culo (per interdeci ecco XD) così semplicemente si dice che è una sanguesporco e gli basta per mettergli apposto il cervello. Ovviamente, per adesso. Quando il loro rapporto si farà diverso sarà tutta un’altra storia.
Quando Hermione dice che non lo vede come un ragazzo e pensa a Harry e Ron voglio far capire che primo, Hermione lo vede come il bambinetto di sempre e non si accorge di come è diventato (quindi questo per il lato estetico di Draco) poi pensa agli amici e a tutte le cose che lui aveva fatto passare  a loro e “insulta” Draco con lo sguardo posandolo sul marchio rovinando diciamo il momento che si era creato. Per adesso non ci sono innamoramenti, nulla. Si stanno conoscendo e ce ne vorrà un po’ anche se la ff non sarà eccessivamente
Comunque ! 8 recensioni *___* wah, rispondo s u b i t o. Ringrazio i 17 che mi seguono
 e i 4 che mi hanno messo tra i preferiti ! :3 siete tutti bellissimi.
  
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