Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Christelle    13/02/2012    2 recensioni
Anita è una ragazza. Anita è una ragazza come tutte le altre. Anita non è una barbie: non è molto alta, ha un aspetto ordinario, una famiglia ordinaria, una vita ordinaria ... Ma qualcosa sta per cambiare. Morti inspiegabili, cittadini nel panico ... cosa sta succedendo nella nostra Milano? Chi è il responsabile? Fu così che Anita si ritrovò coinvolta in una storia più grande di lei, in un gioco sadico dove non ci sono in paio premi ma vite. Un passato sconosciuto, un presente incasinato e un futuro appeso a un filo ... ma Anita giocherà, lo farà per amore.
Genere: Generale, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2: Una Giornata Come Tante

Stranamente riuscii ad arrivare a scuola in tempo … mi sembrò impossibile di aver corso così rapidamente, se solo mi avesse visto il professore di educazione fisica!

Ovviamente però la cattiva sorte mi ha preso in simpatia.

Eccovi un’altra mia caratteristica: non me ne va mai bene una, e con mai intendo dire MAI.

Sono, obbiettivamente parlando, una studentessa in gamba, con questo non mi riferisco ai voti (molti dei quali sono sempre sospesi tra il 5 e il 6), ma a quello che ogni bravo studente dovrebbe fare: non ho mai copiato durante un test, non ho mai consegnato una ricerca in ritardo, ho sempre svolto i compiti assegnatici, se non tutti la maggior parte … almeno quasi sempre.

Solo una volta mi è capitato di non farli del tutto, visto che il giorno prima non ero stata bene.

In un’intera classe composta da venticinque alunni, dove solo quattro hanno svolto gli esercizi, indovinate chi viene sgamata dalla professoressa? Ma la sottoscritta ovviamente …

Giungo finalmente, dopo ben due rampe di scale, davanti alla grande e ormai vecchia porta rossa con scritto “3 D”, la mia classe.

La spalanco, non curante della maggior parte dei miei compagni già seduti ai loro posti, e urlo a gran voce “BUON GIORNO A TUTTI!”, per mia grande fortuna il prof non era ancora arrivato.

Dopo un attimo di sorpresa iniziale, scoppia una risata generale … un bel modo per iniziare la giornata.

Rischiando più volte di inciampare tra zaini e sacche da ginnastica sparsi sul pavimento, mi dirigo al mio banco, arrivandoci stranamente incolume, accanto al quale vedo Serena che letteralmente sta morendo dalle risate.

“Buongiorno Sere! Passato bene il week-end?”

“Abbastanza bene, grazie! Mi spieghi come mai “Miss perfettina” stava per arrivare in ritardo?”.

Eccola qua, lei è la mia migliore amica: Serena.

Oggi i lunghi capelli lisci, neri le ricadono morbidi quasi fino alla vita … teoricamente li avrebbe mossi, ma se li piastra ogni mattina.

Gli occhi sono verdi e vivaci, ma all’occorrenza indifferenti e distanti.

Ecco, lei si che in confronto a me sembra una modella! Ogni tanto la invidio …

Sere è una ragazza tranquilla e moderata, ma all’occorrenza sa essere davvero crudele.

La sua è una famiglia di quelle che la gente comune definisce “all’antica”, per darvi l’idea non l’ho mai vista con una gonna che le arrivasse sopra il ginocchio.

Suona il violino, ha lezione il mercoledì e il venerdì dalle 17 alle 18:30, inoltre frequenta una scuola di danza classica … ed è bravissima!

Molti ci paragonano a due facce della stessa moneta: opposte, ma che si completano a vicenda.

Dove non riesco io fa lei, e viceversa, dove non arriva lei vado io.

“Scusa Sere, non è colpa mia: è stata la sveglia: questa mattina non ha suonato! È già tanto che sono qui!”

“Vabbè … se lo dici tu”

“Guarda che è vero! ... Senti, devo assolutamente raccontarti del sogno che ho fatto stanotte! Era stranissimo, pensa che …”

“Un attimo!”

“Perché?”

“Sua signoria miss svampitella non sta forse dimenticando qualcosa?”

“Non mi pare … come mai?”

“Che cosa abbiamo adesso?”

“Latino!” esclamai, era la mia materia preferita.

“Sbagliato: Storia, e penso interroghi”

“COME?! No, no; ti assicuro che adesso abbiamo … Storia … ecco, mi sa che ho sbagliato giorno … O mamma …”.

“La solita Anita! Vuoi ripassare sul mio libro? Tanto io ho studiato ieri e so praticamente tutto”.

“Brava, complimenti! Infierisci pure!” le rispondo facendo la finta offesa.

Dopo un attimo di silenzio entrambe ci mettemmo a ridere, non so come farei senza di lei!

“Comunque … quel libro me lo presti vero?” domando supplicante.

“Ma certo! È a questo che servono le amiche, no? Oggi io aiuto te, domani tu aiuterai me.”

“Grazie Sere! Sei la migliore!”.

 

  

La mattinata passò abbastanza velocemente, tra i pettegolezzi di Sere e le urla dei prof.

Quasi mi dispiacque quando, verso l’una e mezza, il suono della campanella segnò la fine delle lezioni: la scuola in fondo non mi dispiaceva.

Mi alzai dal posto e, assieme a Serena, mi diressi verso l’uscita principale.

Dovete sapere che la nostra scuola è gigantesca: è situata su tre piani e suddivisa in quattro aree, rispettivamente Nord, Sud, Est e Ovest.

Per i novellini è davvero difficile orientarsi, per questo ci sono mappe ovunque.

Contiene vari indirizzi: liceo classico, liceo scientifico, liceo delle scienze applicate, liceo linguistico e liceo artistico … per questo è così grande.

Io frequento il terzo anno di liceo scientifico, e ovviamente anche Serena.

La nostra classe si trova al secondo piano, nell’ala est.

“Ma secondo te a cosa serve studiare storia?” chiesi, senza motivo, a Serena.

“Insomma, è acqua passata, perché dovremmo ricordarla? Soprattutto quando si tratta di eventi orribili?”.

“Appunto per questo la studiamo: per far si che quei fatti non si ripetano più, per far diventare questo mondo un posto migliore per le future generazioni”.

“Wow come sei poetica oggi … mi hai quasi convinto”.

“Lo spero!”.

“Invece secondo te perché si studia la grammatica?” mi domandò lei.

“Ma per farci perdere tempo, ovviamente!” scoppiammo in una tremenda risata, tanto che ci fermammo a prendere fiato.

“Vabbè, se lo dici tu Anita … io vado di qua, ci vediamo domanti a scuola!”

“Ciao Serena! A domani!” la vidi correre a perdifiato verso casa, stavo per riprendere a camminare quando mi giunse da lontano la sua voce.

“Ricordati di portare i libri giusti!” non riuscii a trattenere un sorriso.

Percorsi appena un centinaio di metri quando una goccia d’acqua mi cadde sul naso, all’inizio non ci badai, ma nel giro di un minuto le gocce si moltiplicarono.

“Oh no, sta ricominciando a piovere” sospirai, in pochissimo tempo il cielo divenne nero e un fulmine squarciò il cielo.

“Devo sbrigarmi … ma come fa il cielo a diventare così cupo alle due di pomeriggio?” dissi, riprendendo a correre.

 

 

“Sono a casa mamma!” urlai, varcando la soglia di casa.

“Ciao tesoro! Vieni, è pronto da mangiare”

“Ciao sorellona!”.

Non feci in tempo a voltarmi che Marta mi saltò addosso “Dai scendi piccola peste!”.

Marta è la mia sorellina minore, frequenta la terza elementare, è una tipetta sveglia e scaltra … dicono che non ci assomigliamo per niente.

I lunghi capelli lisci, corvini le arrivano quasi fino alla vita, anche se li raccoglie spesso in una coda di cavallo.

Ha gli occhi castani, come i miei.

Nonostante sia apparentemente molto femminile, ama lo sport: pratica ginnastica artistica e pallavolo … sta cercando di convincere mamma a iscriverla anche al corso di danza classica, dopo aver visto il saggio di Serena se n’è innamorata.

Diversamente da lei io ODIO ogni genere di sport, non sono mai stata brava …

“Sorellona vieni a giocare con me? Ti prego!” mi chiese con la faccia da cucciolo.

“Non posso piccola … devo pranzare, poi ho molti compiti da finire”.

“Che peccato … domani però giochiamo! Me lo prometti, vero?”

“Si: te lo prometto. Ora posso andare?”

“Certo!” come sempre aveva ottenuto quello che voleva.

Mi sedetti a tavola, con lo sguardo perso fuori dalla finestra: il cielo si era fatto ancora più scuro.

Ad un tratto un tuono mi fecce sobbalzare, i temporali mi piacciono, ma solo quando posso starmene seduta in salotto a guardare la pioggia cadere mentre sorseggio della buona cioccolata calda, non quando devo studiare.

Eppure, la pioggia mi da un senso di tranquillità, nonostante questo tempo sia lugubre, era come se, assieme alla sporcizia materiale, lavasse anche quella della mia anima … non so se mi spiego.

Sono strana lo so: odio il cielo grigio, lo trovo deprimente, mentre trovo la pioggia piacevole e rilassante.

Iniziai a mangiare: un altro tuono, un altro mio spavento.

“Prevedo una giornata davvero lunga” dissi tra me e me.

 

 

Dopo aver divorato primo, secondo e una mela mi alzai da tavola.

“Vado a studiare!” urlai a mia mamma, che era scesa in cantina.

“Va bene tesoro!”.

Con passo svelto salii ed entrai nel mio regno.

La stanza aveva una grande finestra con delle tende blu notte, dalla quale riuscivo a vedere la pioggia mentre cadeva sulle case vicine, alla parte opposta c’era un letto enorme.

Quest’ultimo aveva il copriletto blu, con sopra disegnata una splendida mezzaluna.

Sul letto vi erano due cuscini rossi a forma di cuori, molto grandi.

Il tappeto era bianco, peloso, su di esso vi erano due poltrone a sacco: una rossa e una blu.

La scrivania, bianca, abbastanza all’antica, era posta sotto a destra della finestra, alla sua sinistra vi era il mio grande guardaroba, anch’esso bianco e del medesimo stile.

Attaccate alla lavagnetta in sughero sopra la scrivania, c’erano tantissime fotografie mie e dei miei amici.

“Meglio mettersi al lavoro” dissi ad un certo punto.

Presi dalla grande libreria bianca tutti i libri e quaderni necessari per svolgere i vari esercizi, poi mi sedetti alla scrivania a studiare, mentre la pioggia continuava a scendere incessante.

 

 

 

NdA: *Esce dall'ormai famoso bunker, dopo essersi ascoltata una trentina di audiocassete sull'autostima e si fa coraggio. Buongiorno a tutti! Come potete vedere questa ragazza non si abbatte e riuscirà a strapparvi qualche recensione (prima o poi). Che ve ne pare di Anita? Ho paura che col passare del tempo, senza che io me ne accorga, diventi una Mary Sue ... per ora come sta andado? E riguardo gli altri personaggi? A proposito: vi avverto che dal prossimo capitolo ne introdurrò un importantissimo che non vedo l'ora di presentarvi, spero di renderlo bene ^_^ ... Se avete dei consigli per migliorare la storia (sia i pezzi già pubblicati sia consigli sui capitolo futuri) sarò ben felice di ascoltarvi! Perdonate eventuali errori di grammatica, nonostante abbia riletto il capitolo tre volte sono sicura che me ne sia scappato qualcuno ... Fatemi sapere cosa ne pensate, aspetto con ansia le vostra recensioni! A presto! (Recensite, recensite, recensite! Tranquilli: non mordo  ^_^)

Christelle*

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Christelle