...
Temo di non avere altro da dire.
Inoue
Orihime fissò la cioccolata che aveva appena preparato.
E ora?
Aveva
comprato il necessario in preda a uno strano impulso.
Si era
ripetuta in ogni secondo della preparazione che era per
Kurosaki-kun, ma di fronte alla cioccolata si era accorta che non
sarebbe mai
riuscita a dargliela.
I suoi
sentimenti per Kurosaki-kun erano stati dispersi come cenere al
vento.
Orihime
si morse il labbro inferiore. Pessima metafora.
Dai, ammettilo. La tua piccola,
adorabile cotta è stata soppressa da un amore né
piccolo né adorabile.
La
ragazza afferrò il pacchetto che doveva contenere la
cioccolata,
ignorando la vocina.
Ora
era completamente dispiaciuta per la separazione forzata di
Kurosaki-kun e Kuchiki-san.
Prima
di venire rapita, una piccola parte di lei avrebbe segretamente
gongolato.
Pensò
a chi dare quella cioccolata. Probabilmente Tatsuki era la scelta
migliore. Perlomeno l’avrebbe assaggiata.
Vorresti che LUI avesse mangiato
la tua cucina. Vorresti sapere se l’avrebbe apprezzata.
Orihime
fissò il pacchetto finito.
No,
non sarebbe riuscita a dare quella cioccolata a nessuno.
Aprì
un cassetto, sospirando.
Accese
un fiammifero.
Avvicinò
la fiammella al pacchetto.
Prese
subito fuoco.
Orihime
fissò le fiamme finché non si estinsero.
Quello
che rimaneva era solo un mucchietto di cenere.
Prese
il piatto che lo conteneva e si avviò alla finestra.
Lasciò
che il vento la
soffiasse
lentamente via.
Lacrime
le attraversarono le guance, senza lasciare traccia del loro
passaggio, mentre l’immagine di ben altra cenere –e
quella del corpo che una
volta quella cenere era- si sovrapponeva a quella che aveva di fronte.
Tu vorresti essere ancora accanto
a Ulquiorra
La
cenere continuò a volare.