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Autore: BBambi    15/02/2012    12 recensioni
La neve si adagiava su di loro, sui loro abiti, sui loro capelli.
A separarli solo il braccio teso di lei.
Gli occhi dell’uno si riflettevano in quelli dell’altra, mentre infondo a quel braccio si trovava una pistola che tremava nella mano incerta della donna.
La vita dell’uno dipendeva da quella dell’altro e non era solo quell’arma a fare la differenza.
Lui afferrò la canna della colt e se l’appoggiò sul petto.
«Spara Lisbon!».
Genere: Dark, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 Secondi. Roulette Russa.


 

“C’è la neve nei miei ricordi
c’è sempre la neve
e mi diventa bianco il cervello
se non la smetto di ricordare
tanto qui sotto, nulla è peccato.”¹

~

 

“[…]but you’ll always be my hero
even though you’ve lost your mind.”²

~




Era tutto così surreale.
Quel Patrick Jane stringeva la canna della sua pistola e la teneva premuta contro il proprio petto, esortandola a sparare: c’era decisamente qualcosa che non quadrava.
« Avanti, cosa stai aspettando?» le intimò Sheldon, visibilmente spazientito.
« Dagli retta…» disse l’uomo sul quale stava per fare fuoco.
Lo disse con una gentilezza che le fece tremare i polsi, l’arrendevolezza di quell’uomo la spiazzò del tutto.
Stava davvero per farsi uccidere senza opporre resistenza.
Come riusciva ad accettare l’idea di morire così serenamente? Lei, in lotta contro il tempo che inesorabilmente stava per portarsela via, non riusciva davvero a comprenderlo.
Pensò a sé stessa, avrebbe dato la propria vita solo per qualcuno che amava.
Disorientata guardò il countdown sull’orologio, le rimaneva poco meno di un minuto.

Doveva ragionare.

Strappò indietro la pistola e la puntò dritta alla testa dell’uomo davanti a sé.
« Finiamola con questa farsa» tuonò cercando di darsi un contegno, ma senza metterci abbastanza convinzione.
Il mentalista non fece una piega.
Sheldon, dietro di loro, sorrise compiaciuto, deliziato da quel dramma senza via d’uscita, roulette russa sfortunata.
Lisbon era sempre più confusa, perché quell’uomo era disposto a farsi uccidere? Poteva una persona così malvagia da torturarla voler rinunciare alla propria esistenza per lasciarla sopravvivere?
E perché non ricordava nulla di Patrick Jane se non il suo viso distorto?
Troppe domande senza risposte.

Doveva sbrigarsi.

Il suo cuore aveva ancora poco tempo.
Lanciò un ulteriore sguardo al display, i secondi si consumavano sempre più rapidamente e doveva decidere cosa fare.
A quale dei due uomini iniziare a credere.
Perché era chiaro, uno dei due le stava mentendo.

00:00:10

Lisbon appuntò i suoi occhi glauchi su quelli del consulente, la canna della pistola puntata precisamente nel centro di quella fronte corrugata, il dito pronto a premere il grilletto.
« Che stai aspettando ancora? » le domandò con voce sicura « Te l’ho già detto una volta, proverò sempre a salvarti, Lisbon, che ti piaccia o no! ³»
Le sorrise, uno di quei suoi sorrisi tristi che per anni le avevano tormento l’anima e che non le avevano dato pace.
E finalmente lo ritrovò.

00:00:09

Là, in quella piccola stanza della sua mente torturata, riaffiorò quel sorriso malinconico, e insieme ad esso gli occhi d’acqua limpida, onesti e truffaldini allo stesso tempo, la voce calda e gentile, i suoi gilet grigi, le tazze da te fumanti, il palazzo della memoria, lo smile rosso sangue, il divano di pelle.
Proverò sempre a salvarti, Lisbon, che ti piaccia o no”.

 00:00:08

Sparò.

00:00:07

La detonazione flagellò il silenzio notturno, echeggiando a lungo, sospesa nel cielo.
La pallottola passò a pochi centimetri della guancia del consulente, andandosi a conficcare in mezzo agli occhi di Sheldon, che stramazzò a terra esanime.

00:00:06

« Che diavolo hai fatto?» gridò Jane, così scosso da prenderla per le spalle e strattonarla.
Lisbon lesse un’espressione completamente nuova su quel volto.
Un’espressione che lui non le aveva ancora mai riservato.

Disperazione.

00:00:05

« Lisbon, che diavolo hai fatto?» mormorò di nuovo, continuando a tenere le mani sulle sue spalle e rivolgendo il viso verso la neve ai loro piedi.
Lei lasciò cadere la pistola, vacillando impercettibilmente.
« Ti ho salvato un’altra volta il culo, Patrick Jane» sdrammatizzò, abbozzando un sorriso « Sheldon mi avrebbe fatta fuori comunque, non trovi?».

00:00:04

« Almeno uno di noi si è salvato » mormorò lei, gli occhi coinvolti in un timido sorriso.
Guardò dritto in quei pozzi verdi.
E la vide.
Era tornata.
La sua Lisbon.

00:00:03

La donna crollò sulle ginocchia.
« Lisbon…» balbettò, senza saper che altro dire.
« Ci siamo» sorrise cercando di nascondere l’isteria nella sua voce.
Lui si chinò e la accolse tra le sue braccia.
Non gli rimaneva molto tempo per tenerla con sé.

00:00:02

Disperato la guardò dritto negli occhi, abbattendo tutti quei muri che separavano Patrick Jane dai suoi sentimenti repressi, dalle scomode verità alle quali non voleva dare voce, dai perché che non aveva mai voluto ammettere.
Ogni difesa crollò e lei, attraverso quegli sferici oceani in tempesta, poté finalmente entrare nella sua anima. Stava finalmente nuotando e non annegando in quella centrifuga iridea, comprendendo cosa le stavano sussurrando quegli occhi chiari, dalla piega triste.
E poté finalmente vedersi raffigurata dentro e riflessa fuori da quelle iridi cerulee.

00:00:01

Patrick Jane non le aveva mai detto tanto, neppure con le parole.
« Anche io» mormorò lei in un soffio, rispondendo a quello sguardo e a quel silenzio pieni di tutte quelle cose che non le aveva mai confessato.

00:00:00

L’orologio digitale produsse un unico acuto suono, spettrale requiem di morte in quello squarcio di tempo ritagliato dalla realtà dove esistevano solo loro due.
La donna emise un ultimo sospiro e chiuse gli occhi.
Il viso di Lisbon, addormentato dalla morte, era disteso in un’espressione serena.
La strinse più forte contro il suo corpo, come a volerle infondere quel calore vitale che l’aveva appena abbandonata.
Il cielo continuava a scaricare generose gemme di neve, impietoso davanti al suo dolore pulsante.
Quanto si sbagliava Lisbon.
Alla fine nessuno si era salvato.
Con quell’esile corpo tra le braccia sentiva che Sheldon aveva vinto.
Aveva pagato un prezzo altissimo, ma aveva vinto.
Brice Sheldon era riuscito a distruggerlo.
Red John era riuscito a distruggerlo.
Era riuscito ad annientarlo senza bisogno di armi.
Lo aveva ucciso nell’unico modo in cui poteva essere ucciso Patrick Jane: quell’uomo che era rimasto aggrappato alla vita in nome della sua vendetta, non poteva semplicemente essere liquidato con un colpo di pistola.
Sheldon gli aveva inferto una ferita molto più profonda, portandogli via l’unica cosa che gli era rimasta.
Sotto quel cielo disintegrato in mille cristalli di ghiaccio, Patrick Jane era un’insignificante cosa scompostamente accasciata nella neve.
Più cadavere lui di Lisbon e Sheldon.
La faccia distorta dallo strazio, rigata da lacrime silenziose.
Finalmente, dopo tanti anni, i suoi sentimenti anestetizzati esplosero nel suo petto, senza argini, come acque in tempesta.
Mentre qualcosa dentro di lui moriva irrimediabilmente, si sentì un po’ più umano.

“Non ho bisogno di essere salvata, sapevo che sarebbe finita male il giorno che ho accettato di assumerti” ³.

Quanto aveva avuto ragione.
Gli venne voglia di ridere istericamente al ricordo di quelle parole confessate all’interno di un container.
Lei lo sapeva da sempre, sapeva molto più di lui, uomo vanesio e saccente.
Lo sapeva e nonostante tutto gli era rimasta accanto, sempre, fino all’ultimo.
Si era introdotta a piccoli passi nel suo cuore, tanto silenziosamente, tanto rispettosamente che lui aveva fatto finta di  niente, lasciandogli una dopo l’altra le porte del suo io semichiuse, per permetterle di arrivare sempre più vicino.
Ma si riservava un’ultima porta chiusa, una dietro la quale nascondersi, cosicché lei non lo vedesse del tutto, perché là infondo lui era diventato davvero un essere mostruosamente delicato, così fragile da doversi celare dietro maschere di indifferenza e cinismo.
Eppure lei doveva aver sbirciato anche attraverso quella serratura, scorgendolo per come era.
Come nella favola della Bella e la Bestia lei era riuscita a vedere oltre le apparenze, e questo lo aveva sempre spaventato, lo aveva indotto a lasciare quell’ultimo ostacolo  tra loro.
Tuttavia quella piccola donna non si era tirata indietro, davanti a quel l’essere che era diventato con gli anni.
E proprio per come era lo accettava, per tutto ciò che era il suo meglio ed il suo peggio.
L’aveva seguito nel baratro, nella sua personale caduta senza fine, lasciandosi trascinare in quella discesa negli inferi.
L’aveva seguito fino in fondo, fino alla morte.
La strinse ancora più forte a sè, conficcando le dita in quella pelle fredda, senza riuscire ad accettare che ormai era scivolata via e le sue mani ormai non potevano più nulla.
Le luci lampeggianti delle volanti inviate da Van Pelt, accompagnate dalle irrispettose sirene, si muovevano verso quel palcoscenico di morte, mentre il cielo bianco crollava su di loro come un sipario in quell’ultima notte al mondo.⁴




*FIN

 



Note:
¹ cit. Manuale d’Amore 2 (2007)
² Rihanna ft. Eminem. I love the way you Lie Part II (2010)
³ The Mentalist. Episodio 2x19 (2010)
⁴ Tiziano Ferro. L’ultima notte al Mondo (2011)




Grazie a chi ha letto, recensito e seguito questa folle narrazione.
Non c’è molto da dire, tranne che nella mia testa questo è stato l’inizio della storia: lo sviluppo - che mi ha davvero fatto faticare - è stato creato in funzione di questo finale “Fringioniano!”.
Purtroppo ho una concezione della coppia Jane/Lisbon molto tragica… lo riconosco! In realtà io li adoro e li adorerei insieme.. ma nelle mie shot non riesco mai a farceli stare… mi sembra sempre di rovinare questi due personaggi così interessanti, che riescono a tenere viva la mia passione nei loro confronti proprio grazie al particolare “equilibrio a distanza” che hanno creato fra loro…. Questo flirt silenzioso, questa sorta di sentimento che non ha bisogno di essere ne espresso ne ricambiato.…Non so, credo che le storie d’amore troppo consumate non accendano altrettanto il mio interesse…anche se infondo spero sempre che Bruno, prima o poi, anche in una quinta serie - perché no? – ci dia un po’ di soddisfazioni.
Io non posso che ringraziarvi ulteriormente per essere arrivati fino a qui.

Affettuosamente
BBambi.

  
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