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Autore: Mellorine    15/02/2012    2 recensioni
"è l'ultima volta…"
"certo, com'è che si dice? Quando si ama è sempre la penultima volta…!"
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alaude, Daemon Spade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ritorno in albergo era stato particolarmente duro per Daemon, distrutto e sanguinante, col collega sulla schiena. Aveva dovuto fare  grande uso delle illusioni per tutto il tempo e, stanco com'era, quando finalmente aveva messo di nuovo piede in camera avrebbe voluto soltanto gettare entrambi sul letto e dormire per l'intera giornata che stava iniziando.

Invece dovette raccogliere ancora le forze per occuparsi delle proprie ferite per riuscire almeno a reggersi ancora in piedi il tempo di prendersi cura dell'altro guardiano.

Dopo essersi medicato, in maniera per lo più approssimativa a dire il vero, la ferita sul petto ed altre di lieve entità che aveva addosso, infatti, passò subito a prestare attenzione ad Alaude.

Il  fatto che il guardiano della nuvola fosse svenuto da tempo di certo non aiutava affatto, ma l'illusionista dovette ammettere che, essendosi dovuto occupare di lui lavandolo e vestendolo come se fosse stato un bambino, il fatto che almeno l'altro dormisse aiutava molto sotto l'aspetto dell'imbarazzo che avrebbero provato.

Anche se per tutto il tempo, mentre si occupava di pulire con attenzione quel corpo senza inferire ulteriormente sulle ferite, non riuscì a pensare ad altro che a come gli fossero stare inferte ed a come il collega avrebbe reagito, probabilmente sentendosi umiliato, tanto che assunse un'aria così cupa che non era sicuro che sarebbe riuscito a preoccuparsi di altro.

A differenza di quanto fatto con se stesso, impiego ben più maggiore cura nel pulire e coprire ogni singola ferita  più o meno grave di Alaude, finendo con l'impiegarci infatti talmente tanto tempo che, quando finì, si accorse di essere più stanco per il modo in cui era stato piegato e concentrato a lungo che per tutte le fatiche fatte combattendo precedentemente.

Ma anche quello non gli pesava esageratamente, nulla gli sembrava così grave quando guardava il pallido volto di Alaude, con un occhio nero coperto dalla medicazione che  gli aveva messo ed un labbro tumefatto.

Nulla gli sembrava particolarmente degno d'attenzione se non faceva altro che chiedersi con che sguardo lo avrebbe guardato l'altro una volta sveglio.

Tutto ciò che sapeva era che urgeva il bisogno di distrarsi e non pensarci almeno fino al risveglio del collega, quando sarebbe stato inevitabile affrontarlo, così mise da parte ogni residuo dello stupido orgoglio che lo aveva sempre bloccato e che aveva lasciato in gran parte già qualche giorno prima al cancello della base nemica, e si stese al suo fianco sul letto, donandogli un po'  dell'umano calore del proprio corpo oltre a quello della pesante coperta in cui l'aveva avvolto.

Il mattino seguente, come se nessuno di quegli eventi fosse accaduto, fu proprio Alaude a svegliare il collega come sempre, dopo che avevano dormito ininterrottamente per una giornata intera, entrambi reduci da lunghi giorni quasi del tutto privi di sonno.

Sotto le sollecitazioni di Alaude, meno brusche del solito ed in effetti già da questo si sarebbe potuta avvertire una prima differenza, Daemon aprì con pigra lentezza gli occhi, portandosi le mani a strofinarseli prima di aprirli del tutto e rivolgerli all'altro.

Evidentemente doveva essere parecchio stordito dal lungo riposo, perché impiegò qualche secondo di troppo a sorprendersi del fatto che un Alaude seduto sul letto, fasciato e medicato un po' ovunque, lo stesse chiamando con voce pacata  mentre gli premeva una mano sulla spalla.

"Alouette!"

Con quel singolare richiamo scattò a sedere ritrovandosi faccia a faccia col collega, cui prese il volto tra le mani avvicinandolo a sé, come se volesse analizzare per bene le sue condizioni dal solo scrutarlo attentamente.

"come stai? Hai dormito bene? Hai fame?"
Alaude accennò l'ombra di un sorriso, qualcosa già raro di per sé sul suo volto, figurarsi in quel momento, che però svanì ben preso lasciando il posto ad  una smorfia scocciata quando l'altro iniziò a sommergerlo di domande.

L'illusionista dovette fraintendere l'espressione del biondo, visto che in tutta risposta gli lasciò andare al volto  il volto, posandosi le mani in grembo.

"scusa, ti ho fatto male? Adesso ti faccio portare la colazione comunque, qualche preferenza?"

"ti faccio così pena?"

Gelido quanto l'azzurro chiaro dei suoi occhi, il tono con cui il guardiano della nuvola pronunciò quella domanda in tutta risposta all'eccessiva premura dell'illusionista che doveva essere stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

Per quanto si facessero costantemente la guerra e dichiarassero di disprezzarsi, Daemon non poteva dire di non conoscere il conoscere il collega, anzi, forse per tutto il tempo passato insieme tra scontri e lavoro, ad osservarlo e studiarlo per sapere come attaccarlo e difendersi da lui, era proprio lui quello che lo conosceva meglio di chiunque altro.

Si aspettava quindi una reazione del genere, se l'era immaginata eccome, ma sentirselo chiedere lo bloccò comunque con le gambe a mezz'aria, in procinto di scendere dal letto.

"ti ho chiesto se ti faccio così tanta pena."

"no… non è questo, Alaude."

" e allora cosa? Ti preoccupi forse per me? Tu?"

Esattamente come per la domanda precedente, il tono di Alaude lasciò ben immaginare come la pensasse. Non si fidava di questa sua improvvisa premura, non lo prendeva sul serio, non capiva perché l'uomo senza scrupoli che non si era mai risparmiato  nei suoi confronti dovesse avere un simile cambio di atteggiamento proprio  in quel momento, solo perché era stato qualcun altro a danneggiarlo e non lui stesso per una volta.

" a dire il vero ho passato gli ultimi giorni con l'ansia di trovarti il più presto possibile e ho sterminato un'intera famiglia per portarti via, quindi direi di sì, mi preoccupo."

Il modo chiaramente sincero con cui Daemon gli rispose, ammettendo anche di essere stato in ansia per lui, non lasciò di certo indifferente il francese, che difatti sussultò ed allungò una mano per posarla sulla spalla dell'altro, invitandolo a voltarsi di nuovo verso di lui per poterlo guardare in volto.

"ero convinto che non saresti venuto… e, se anche lo avessi fatto, avrei preferito morire piuttosto che farmi trovare da te in quelle condizioni, ma non mi hanno permesso di suicidarmi."

Quello  per Daemon fu il tempismo peggiore che Alaude potesse avere, costringerlo a guardarlo negli occhi mentre gli faceva quella rivelazione, non permettendogli di nascondere alcuna reazione.

"perché morire per testardo orgoglio pur di non lasciarti aiutare da me?"

"perché sopravvivere grazie alla tua pietà?"

"ti ho già detto che non è così."

"per favore, non ti saresti mai preoccupato se non mi avessero catturato!"

Un sospiro  ed il silenzio a mettere una pausa in quel botta e risposta, Daemon sembrò stancarsi di quella situazione, così decise che non restava altro che parlare al collega con chiarezza.

Si voltò totalmente verso di lui, sedendosi di nuovo in modo da stargli esattamente di fronte, in modo da mostrargli senza ombre il suo volto teso dal nervosismo ma dallo sguardo limpido ed estremamente sincero, uno sguardo che era difficile se non impossibile trovare sul volto di Daemon Spade.

Non ne poteva più di guardare il volto di Alaude, già deturpato dal modo in cui il suo candore tanto duramente custodito gli era stato strappato via a forza, appesantirsi ulteriormente dalla vergogna per la sua presunta  pietà.

Si schiarì la voce e si reputò pronto a mostrarsi a lui senza barriere, abbattendo le infinite alte mura che fin dalla più giovane età aveva erto davanti a sé per impedire a chiunque di guardarlo davvero e legarsi a lui, e viceversa.

E poi a dire il vero, dopo aver provato il rischio di perdere definitivamente l'occasione di parlargli ancora, ci teneva a farsi comprendere davvero.

"ti sei mai chiesto perché le persone con cui mi trovavi ti somigliassero tutte?"

"e questo cosa c'entra ora?"
"c'entra perché erano tutte illusioni! Non è mai entrato nessuno in una camera che ho condiviso con te, non ho mai permesso a nessuno di entrare nel mio letto dopo la prima volta in cui ci sei stato tu. Se ho mai fatto qualcosa che ti abbia offeso, è proprio perché mi importa di te!  Per cui, se sono arrivato a creare simili pretesti per prenderti ed averti un po' con me, capisci che non potevo permetterti di morire senza nemmeno avertelo mai detto prima? L'ho fatto perché mi servi vivo!"

Da quando avevano iniziato quel loro intricato gioco a rincorrersi e sfuggirsi a vicenda, Daemon era convinto di aver avuto modo di vedere molte più espressioni sul volto di Alaude di quante ci si aspettasse anche solo che potesse averne, ma in quel momento dovette ricredersi, Alaude le superò tutte.

Il suo volto diventò un mosaico d'emozioni, era come se in una sola sequenza di secondi sul viso del collega si stessero radunando tutti gli stati d'animo che non aveva lasciato trapelare per una vita.

Sgomento, incredulità, stupore, rabbia, perplessità, speranza, gioia ed infine commozione, erano tutte lì sul volto del guardiano sempre bello al di sotto degli sfregi che aveva ricevuto, parzialmente coperto dalle mani nello stesso stato che si era portato in viso con un gesto istintivo.

Traboccante di qualcosa che nessuno dei due avrebbe saputo esprimere, senza rispondere niente o chiedere ulteriori spiegazioni, gettò le braccia al collo dell'illusionista, finendo col saltargli addosso.

Andava davvero bene così, lui non aveva bisogno di fare domande, in fondo lo aveva sempre saputo, ci aveva sempre sperato, aveva sempre sentito che dietro ai gesti di Daemon c'era qualcosa, doveva esserci qualcosa.

Allo stesso modo Daemon non aveva bisogno  di sentirlo parlare oltre, gli era bastato vedere il suo viso, e soprattutto gli bastava vedere la sua testa che affondava nel proprio petto, sentirlo stringersi a sé e tenerlo stretto tra le proprie braccia.

Si sarebbe aspettato che per il momento ad entrambi bastasse restare così, in quel modo che sembrava far sentire meglio anche l'altro, invece Alaude lo sorprese ancora.

"facciamo l'amore."

Gli chiese, anzi fu un ordine quello che gli arrivò sulle labbra, facendolo sussultare perla sorpresa.

Alaude non aveva mai preso l'iniziativa, ovviamente, dopo che lo aveva fatto sentire umiliato la prima volta anzi gli sfuggiva continuamente, com'era giusto che fosse.

Ma soprattutto, almeno dopo la prima volta in cui gli si era confessato da ubriaco, nessuno dei due aveva mai parlato in quei termini, mettendo in ballo parole e sentimenti che rimandassero all'amore.

Ora invece la richiesta era lì, sussurrata sulle sua labbra, con parole cariche di desiderio, bisogno e… amore.

"io non credo sia il caso…"

Provò ad azzardare, Alaude che proponeva e Daemon che avanzava un rifiuto, quando mai si era vista una cosa del genere?

Ma il guardiano della nebbia si preoccupava davvero delle condizioni del collega, se ne era preoccupato per interi giorni e peggio ancora da quando aveva visto.

Voleva che si riprendesse in fretta, non poteva rischiare di peggiorare le sue condizioni, per non parlare di quanto poco gli sembrava adatto accontentare proprio quella richiesta dopo tutto ciò che l'altro aveva passato nei giorni scorsi.

Alaude dovette intuirlo, perché per la prima volta da quando si conoscevano, gli rivolse un sorriso.

Un sorriso  a dispetto di tutto sereno, un sorriso che esprimeva tutta la gioia che provava nel vedere Daemon così diverso ora che era sincero, così preoccupato per lui.

Un sorriso che voleva esprimergli tutta la gratitudine per quelle premure, per averlo salvato ora che sapeva che non era stata sola pietà e tutto aveva un senso, ma soprattutto un sorriso che voleva mostrargli quanto fosse sicuro su ciò che gli aveva appena chiesto.

"è proprio il caso, invece. Prendimi, Daemon… fammi sentire pieno di te, purificami da tutto, fammi sentire solo tuo…"

Neanche con tutta la razionalità di questo mondo, se anche l'illusionista ne avesse posseduta davvero nei confronti del francese, sarebbe stato in grado di trattenere le sue reazioni n quel momento.

Non si perse in troppe parole, si limitò a guardarlo, ricordandosi di aver giurato a se stesso che avrebbe fatto qualsiasi cosa per far tornare Alaude al proprio fianco dimostrandogli stavolta quanto fosse importante per lui, e chiedendosi se non fosse proprio quello il modo giusto in cui iniziare.

In fondo glielo stava chiedendo lui stesso, con degli occhi che  mostravano tutto il bisogno di ricevere ciò che aveva chiesto, e le mani che tremavano accarezzando il suo volto, probabilmente a causa dell'emozione che doveva star trovando a sentirsi osservato da lui per la prima volta in un modo del tutto diverso.

Infine agì, acconsentendo ad avverare quello che era anche il suo volere e si gettò ad appropriarsi nuovamente delle labbra del biondo da cui era stato brutalmente allontanato in quei giorni in cui erano state rese più secche ed aride.

Il sapore di Alaude però per fortuna restava lo stesso, quello che gli dava alla testa, quello che si adattava a tutto il suo candore come se gli sconvolgesse tutti i sensi facendogli conoscere il gusto della neve, del candore, della purezza.

Per lui Alaude sarebbe rimasto sempre così, anche se stavolta, su sua richiesta, sarebbe stato lui ad apportare per la prima volta nell'altro quelle sensazioni, purificandolo.

Daemon non avrebbe mai voluto innamorarsi, lo pensava da una vita intera.

La gente diventava folle con l'amore, e lui era decisamente di quelle persone che amava ben poco non avere ogni situazione sotto controllo e la lucidità giusta della mente per far andare le cose come volesse. Amava escogitare piani ingegnosi, osservare il susseguirsi delle cose, e affari come i sentimenti erano invece del tutto imprevedibili come stava scoprendo da quando aveva iniziato quella strana relazione con Alaude, e rischiavano di far saltare ogni suo potere di controllo sulla propria vita.

Ma ormai, ora che aveva di fronte a sé il sorriso tenue di Alaude che lo ringraziava rincuorandolo in quel modo, ora che finalmente poteva tornare a sentire il  suo corpo riscaldarsi contro il proprio, le sue mani cercarlo, la sua voce piegarsi per il respiro irregolare dovuto a baci ed emozioni, tutti quei ragionamenti gli sembravano così effimeri, tutto appariva in una nuova maniera meravigliosamente semplice.

C'erano lui, Alaude, un letto, la voglia di aversi e la sua voglia di rifarlo suo e farlo stare meglio, questo bastava.

 E di questo vissero entrambi per le seguenti ore nelle quali Daemon esplorò più volte con più premura che mai il corpo del francese da cui credeva di non poter ricevere mai abbastanza, perché se ogni amplesso lo riempiva di passioni e sentimenti che gli facevano credere che il cuore gli potesse scoppiare per quanto stesse traboccando, subito dopo sentiva di desiderarlo ancora, di poter conoscere sempre di più di quel modo tutto nuovo in cui stava provando il rapportarsi ad una persona, facendo per la prima volta in maniera sentita l'amore con un Alaude che ormai tra le sue braccia sembrava più felice che mai, come se si fosse lasciato ogni incubo alle spalle, come se non esistesse nient'altro che tutto l'amore che Daemon finalmente si era deciso a fargli conoscere.

Fu in quel modo che dissero addio all'ultimo buio della notte che iniziava a schiarirsi per le prime luci dell'alba.

Erano entrambi esausti, ma mai come in quel momento si erano sentiti vivi tanto che avrebbero potuto  iniziare a cantare e ballare trovando la forza per farlo, quando la flebile luce ancora plumbea dell'alba iniziò ad aiutare i fuochi delle candele nell'illuminare maggiormente la figura dei loro corpi abbracciati, Alaude  adagiato sul petto di Daemon, intento a recuperare il fiato e cercare di ricordare come muovere gli arti da solo come stava facendo anche l'altro.

Si fissarono entrambi a lungo mentre le loro mani non smettevano di cercarsi, come se un solo minuto di lontananza dal loro calore avrebbe potuto ucciderli, così si accarezzavano i capelli, il petto, mentre cercavano le parole giuste da dirsi per esprimere ciò che, potevano sentirlo dal modo in cui i loro cuori battevano all'impazzata all'unisono uno contro il petto dell'altro, li stava coinvolgendo sicuramente allo stesso modo.

Un suono inaspettato però arrivò precedendoli, un timido miagolio  e poi il battere di sottili unghiette sul pavimento.

Il guardiano della nuvola si voltò di scatto staccandosi dal petto dell'illusionista e, con sua grande sorpresa, vide una piccola palla di pelo nera lottare con la propria camicia da notte precedentemente gettata per terra.

Il gattino nero, uno di quelli che Alaude aveva provato a salvare alla villa nemica finendo col farsi catturare, era ora nella loro camera all'albero che cercava di liberarsi dalla camicia nella quale si era incastrato.
"è l'unico che sono riuscito a trovare, mi dispiace.."
gli spiegò l'illusionista, quando si trovò davanti agli occhi il suo volto contratto in un'espressione interrogativa rivolto a guardarlo.

Quando era andato a cercarlo, Daemon aveva salvato quel gattino e lo aveva portato in camera appositamente lui… Alaude non poteva crederci, quanto era cambiato il collega in quei giorni? Doveva averlo davvero sconvolto per farlo diventare così!

Ridacchiò, un evento davvero raro che infatti fece restare incantato Daemon, mentre si sporgeva fuori dal letto per attirare il gattino che subito infatti, finalmente libero dall'intralciò, raggiunse le sue mani e si lasciò prendere in braccio per trovarsi posizionato poi tra i corpi dei due.

"no, va bene così invece, davvero… non me lo aspettavo."
Gli rispose, sincero, chinandosi a posargli un bacio sulle labbra, un gesto che una volta si sarebbe sognato di fare -come anche il fatto di restare a letto con lui per tutto quel tempo, a dire il vero- e che invece al momento gli venne davvero spontaneo. Chissà, forse tutto poteva stare a segnare davvero un nuovo inizio.

"grazie davvero, Daemon!"

 

 

 

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Insignificante angolo autrice: ok, finalmente è andata D:/ e dopo questa, mai più fic di più di un capitolo, le odio °_°! non sono per me e la fine diventa sempre un parto che nella lettura risulta affrettato, non mi piace mai, basta, non so perché le scrivoo! D:

  
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