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Autore: ElizabethAudi    15/02/2012    2 recensioni
Milly è sempre stata il tipo di ragazza corteggiata da molti ragazzi.
Bionda, con un fisico da far invidia ad una modella, e con un carattere solare e espansivo.
(...)
Che dire, a volte mi sentivo sminuita.
Sì, lei e Snow facevano proprio una bella coppia.
Snow con lei sarebbe cambiato, sarebbe stato addestrato.
[Snow/Nuovo Personaggio.]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Just say yes.

You can laugh
A spineless laugh
We hope your rules and wisdom choke you
Now we are one in everlasting peace.


«Ehi, ecco dove ti rintani tutti gli intervalli!»
Aprii gli occhi, che bruciarono dalla stanchezza. Come potevo essermi addormentata così all’improvviso?
In piedi davanti a me c’erano Snow e i suoi occhi verde acqua a fissarmi.
«Non credevo fossi il tipo da addormentarti per caso!» Disse ridendo, piegandosi per essere alla mia altezza.
Mi resi conto solo dopo che aveva scoperto il mio luogo segreto, cosa che mi fece andare in tilt.
«Come hai fatto a trovarmi?» Chiesi, stiracchiando le gambe e concentrandomi nel svegliare la mente.
«Istinto.» Rispose semplicemente, sorridente.
«Animale.»
«Lo sei anche tu, tesoro!»
La rapidità delle sue risposte mi irritava non poco e decisi di non continuare quel futile discorso, che poteva tramutarsi in un altrettanto futile litigio.
Ma lui non era della stessa idea, presuntuoso com’era.
«Lo sai che per quel tuo giochetto hai rotto una costola al mio centrocampista?»
Sorrisi soddisfatta «Io ho ancora il bernoccolo sulla testa, vedi?»
«E’ stato un incidente!»
«Beh, io gliel’ho solo passata infatti! Mica volevo fargli male! Ma è successo. Proprio come un incidente.»
«Sei una strega, lo sai?»
«E tu sei un animale presuntuoso.»
Emise un verso rabbioso per poi buttarsi di peso all’indietro, con l’erba che ammorbidì il contatto con il terreno. Emise un gran sospiro.
Attraversammo un lungo momento di silenzio, in cui entrambi eravamo immersi nei nostri pensieri. Chissà perché era qui. Chissà a cosa stava pensando. Sicuramente a quanto fosse povero e derelitto perché non riusciva a conquistare la sua adorata Milly.
Lui almeno aveva qualcosa per cui combattere. Io invece ero sola, senza un briciolo di speranza su cui basarmi.
La sofferenza degli altri provocava la mia invidia, rendendomi la ragazza più egoista del pianeta. Non riuscivo più a essere triste di qualcosa, solo indifferente alle cose che mi passavano davanti.
Ne avevo frequenti di questi momenti, in cui perdevo la concezione della vita.
Menomale che poi tornavo sempre in me, alla fine. Anche se ogni volta ci metto sempre di più e mi sento sempre più sola.
«Ellie, perché sei sempre così triste?»
Questa domanda mi colse impreparata. Il mio cuore sobbalzò e quasi mi vennero le lacrime agli occhi.
Non riuscivo a capire come una semplice domanda - evidentemente vera - potesse avermi provocato questa reazione. Sospirai. Non sapevo cosa rispondere, sinceramente.
«Forse perché non qualcosa di cui essere felice, ma non sono triste, sono solo …»
«Indifferente.»
«Esatto.»
Perché un ragazzo che poteva recuperare un minimo di intelligenza da quella testolina non lo faceva?
Mi voltai a guardarlo. Con un minimo sforzo mentale in più, sarebbe stato un ragazzo perfetto.
Bello e intelligente, ma anche divertente e esuberante. Forse sarebbe addirittura piaciuto a Milly.
«Perché invece non provi a dividere qualche emozione con qualcuno?» Disse lui, guardandomi profondamente. Sì, Snow era proprio bello, specialmente quando assumeva quell’espressione così seria.
In effetti, non gliel’avevo mai vista.
Ma proprio quando gli stavo per rispondere, la campanella di fine pausa suonò.
Lo guardai e lui sorrise, alzandosi.
«Ne parleremo nella prossima volta.»
Allungò la mano per aiutarmi ad alzare. La mia faccia doveva essere molto buffa in quel momento, evidentemente, perché lui scoppio a ridere. Ma presi la mano e ci dirigemmo in silenzio verso l’istituto.

«Oggi all’intervallo dov’eri finita?»
Milly era stesa sul mio letto, con addosso solo la maglietta. Stava sfogliando un mio fumetto. Il suo solito sorriso stampato sulle labbra e i suoi lunghi capelli che posavano leggiadri sulla sua figura e sul materasso.
Io ero per terra, a gambe incrociate, con la grossa testa di Wody - il mio pastore tedesco - sulle mie gambe, leggendo un libro. Passavamo spesso il tempo così. Stavamo insieme, silenziose, musica di sottofondo.
«Lo sai.» Mi chiedevo il perché di quella domanda. Lo sapeva che quando “scomparivo” era perché volevo starmene un po’ per i fatti miei, e lei aveva sempre rispettato le mie scelte. «Mi aspettavi?»
«Eri con Snow?» Milly si girò verso di me, guardandomi con quei suoi occhioni azzurri.
«Mah» Feci spallucce, non aveva molta importanza con chi ero a mio parere.
«Forse mi piace.»
La sua ammissione mi stupì non poco. Cos’era quel cambiamento di idea improvviso? Forse era scattata in lei una scintilla di gelosia, sapendo che io ero stata con lui. Tanto meglio. Finalmente Snow avrebbe potuto urlare per qualcos’altro che non fosse un errore nel gioco.
«E allora cedi a qualche sua moina, no?» Dissi io, alzando gli occhi per guardarla.
Lei rimase in silenzio per qualche secondo, fissando un punto indeterminato della stanza.
Mi chiesi a cosa stesse pensando, ma aspettai che fosse lei a parlare. Era evidentemente confusa e la fortuna vuole che sia anche buona. Non avrebbe mai fatto soffrire Snow, faceva bene a pensarci su.
«Tu pensi sia una buona idea?» Disse improvvisamente, sbuffando.
Tra parentesi, il suo profumo mi stava salendo sin al cervello, per quanto era forte quel giorno.
«Io penso che in fondo tu non abbia niente da perdere con un bravo ragazzo come Snow.» Sinceramente, da come era preso da Milly, non poteva mentirle. Un ragazzo tanto appassionato non poteva che essere fedele e accondiscendente verso la ragazza che ama.
Anche se sarebbe stato meglio che Milly non venisse viziata. Era proprio il voler essere assecondata che lei infondo voleva, e l’avrebbe ottenuto, come tutto ciò che desiderava.
Avere genitori che per nascondere i loro problemi, scontri e tradimenti non le facevano mancare niente non era una cosa molto negativa, a quanto sembrava.
Difatti Milly si lamentava solo superficialmente dei suoi genitori, ma credo che la sua situazione familiare l’abbia intaccata nel profondo, tanto da farla rimanere quasi straniera a qualsiasi situazione che la possa infastidire.
Lei accennò un sì, prendendo il cellulare. Probabilmente aveva aperto la rubrica, scorrendo con il dito fino alla lettera S. Non lo trovò immediatamente. La lettera S è una delle ultime lettere dell’alfabeto e gli amici di Milly non sono pochi.
Pensai alla mia rubrica e rimasi un attimo perplessa. Che senso aveva avere tanti numeri e senza avere la necessità di chiamarli? Ma quella strana in questa stanza ero io, quindi scossi la testa e sorrisi di me stessa.
«Ti va di scendere, Ellie?» Ma senza aspettare la mia risposta, portò la cornetta all’orecchio, aspettando una risposta.
Elizabeth sorrise, immaginandosi l’espressione di Snow nel leggere il nome di Milly sul display del suo cellulare. Dovrà essere davvero emozionato!
«Oh, finalmente hai risposto!»
Cercai di affinare l’udito per sentire ciò che diceva Snow dall’altra parte, ma aveva una voce troppo profonda e roca evidentemente, perché non sentivo assolutamente nulla.
«Ok, allora ci vediamo tra mezz’ora al bar di fronte scuola.»
Detto ciò, attaccò senza nemmeno salutare. Devo dire che molti avevano questa abitudine, ma personalmente, se non mi salutavano, è come se mi lasciassero “appesa”, poiché un discorso si chiude sempre con un saluto.

«Sicura che tu non voglia venire?» Chiese nuovamente Milly, infilandosi il giacchettino leggero marrone. Mi stava sorridendo, sorriso che come al solito mi mandava in estasi. Pensare di poter vantare di-
«No Micchan, ti ringrazio, ma è meglio che voi rimaniate soli.» Risposi io, sorridendole come meglio potevo. L’infantilità faceva parte di me da sempre, dannazione.
Lei rimase un attimo immobile a guardarmi. Gli occhi socchiusi e un sorriso dolce sulle labbra.
«Sei la persona più bella che abbia mai incontrato, e sai che quel ‘bella’ non si riferisce solo all’aspetto.» Disse, facendomi sobbalzare il cuore e salire le lacrime agli occhi.
«In bocca al lupo, divertiti e dopo chiamami per farmi sapere, Micchan!»
Detto questo la guardai scendere le scale, elegante e bellissima come al solito. Sospirai.
Sarebbe andata bene, sicuramente.
Quei due erano fatti per stare insieme.

Note dell’autrice.
ORA MI UCCIDERETE. <3
Da quant’è che non aggiorno? Oddio, però sono felice che abbiate insistito per farmi aggiornare.
Il bello è che dovevo solamente correggerlo questo capitolo.
Spero vi piaccia, bene o male non ho nient'altro da dire.

   
 
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