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Autore: Lady Numb    16/02/2012    0 recensioni
"Seb osservava preoccupato Danielle.
Da quando aveva riagganciato, circa mezz’ora prima, era seduta sul divano vicino a lui e aveva parlato a malapena, poche frasi, “devo chiamare papà” e subito dopo “ha il cellulare staccato, riprovo più tardi”.
Questo era successo circa venti minuti prima, poi il nulla.
Capiva benissimo che la ragazza fosse sotto shock, in effetti anche lui era piuttosto scosso e avrebbe voluto dire qualcosa per sbloccare la situazione, ma proprio non sapeva cosa, quella era una situazione fuori dall’ordinario e nemmeno lui, che a detta di Pierre sapeva sempre dire la cosa giusta al momento giusto, riusciva a trovare uno straccio di frase per far uscire dal trance la sua ragazza.
‘Tutto questo è assurdo’."
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Danielle era nervosa.

Nonostante Seb avesse passato il resto della mattinata a tentare di calmarla e a dirle che sarebbe andato tutto bene, lei era ancora estremamente agitata.

Sobbalzò quando suo padre le mise una mano sulla spalla, era talmente persa nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorta del fatto che l’ispettore Jerome era entrato nella stanza e li aveva invitati a seguirlo nel suo ufficio.

Danielle seguì il padre e si sedette su una delle due sedie di fronte alla scrivania del poliziotto, cercando di mantenere la calma: come le aveva ripetuto più di una volta Seb, svenire davanti a Jerome non sarebbe stata una buona idea.

‘Bene, signor Shyer, signorina Shyer... innanzitutto, lasciatemi dire che siamo assolutamente sconcertati per quanto è successo... d’altronde ai tempi nessuno avrebbe pensato a un’evenienza del genere...’

‘Nessuno sano di mente, per lo meno...’ non poté trattenersi dal commentare Danielle.

‘Esattamente... comunque, sono certo che quello che vi interessa sapere ora è come stia Koral, giusto?’.

Sia Danielle, sia suo padre annuirono.

‘Fisicamente parlando sta bene... per il resto... beh, potete immaginare quanto l’esperienza possa averla sconvolta, ma tutto sommato sta abbastanza bene... c’è solo una cosa veramente importante, ma credo sia meglio ne parliate con il nostro psicologo, ok?’.

Di nuovo gli altri due annuirono.

‘Bene, se volete seguirmi...’ disse l’ispettore, alzandosi in piedi e facendo cenno a Danielle e a suo padre di seguirlo fuori dall’ufficio.

Qualche istante dopo arrivarono davanti a quella che a Danielle sembrò una stanza da interrogatori, di quelle che si vedevano nei film polizieschi.

L’ispettore aprì la porta e gli fece cenno di entrare.

La prima cosa che Danielle e suo padre videro una volta nella stanza fu Koral, certo, gli dava le spalle e aveva i capelli molto più lunghi di quel che ricordavano, ma entrambi la riconobbero all’istante.

Sentendo la porta aprirsi, la ragazza si voltò e non appena vide il padre e la sorella sorrise e si alzò in piedi.

‘Dany! Papà!’ urlò prima di buttarsi fra le braccia dei due, in lacrime.

Danielle l’abbracciò, stentando ancora a crederci, era così surreale, fino al giorno prima conviveva con la consapevolezza che non avrebbe mai più potuto rivedere la sua adorata sorellina, ed ora la stringeva fra le braccia.

Era una delle sensazioni più belle che avesse mai provato, la ragazza non aveva dubbi.

‘Dov’è mamma?’.

Sia Danielle, sia suo padre gelarono sul posto sentendo la domanda di Kory e si guardarono confusi.

‘Credo che dobbiamo parlare’.

Danielle e suo padre si accorsero solo in quel momento dell’altra persona nella stanza, un uomo di circa quarant’anni, probabilmente lo psicologo di cui l’ispettore aveva parlato poco prima.

‘Sono Claude Dubois, psicologo del dipartimento...’ si presentò lui, confermando le loro ipotesi ‘Ci sono alcune cose di cui dovremmo discutere, vi dispiacerebbe seguirmi nel mio ufficio?’.

I due annuirono, ma Danielle si bloccò quando sentì Koral stringerle più forte il braccio.

‘Poi tornate...vero? Non ci devo più tornare là?’.

Danielle trattenne a stento le lacrime, Kory era incredibilmente spaventata in quel momento, glielo si leggeva chiaramente negli occhi.

‘Stai scherzando? Tu non vai da nessuna parte Kory, chiaro?’ le rispose lei, abbracciandola.

La ragazza annuì, sentendosi rassicurata, Danielle non le aveva mai mentito, non aveva nessun motivo per non fidarsi di lei.

‘Ci mettiamo poco, promesso, aspettaci qui, ok?’.

Di nuovo Koral annuì e finalmente lasciò andare il braccio della sorella, tornando a sedersi al tavolo dove si trovava poco prima mentre Danielle e il padre seguivano lo psicologo in un ufficio lì vicino.

‘Che le è successo?’ chiese il signor Shyer, una volta che lo psicologo si fu chiuso la porta alle spalle.

‘Quello che ha vissuto Koral in questo anno e mezzo è stato uno shock per lei... quello che è successo è abbastanza normale in situazioni di questo tipo... per dirla in parole semplici, Koral ha rimosso tutto quanto è successo... il suo rapimento, qualsiasi tipo di relazione abbia avuto con i suoi rapitori, tutto quanto... i suoi ricordi partono dal momento in cui è stata consegnata alla setta fino ad oggi’

‘C’è una cosa che non capisco...’ intervenne Danielle, attirando l’attenzione dell’uomo ‘Prima ha chiesto di nostra madre... ma nostra madre se ne è andata di casa quando Koral aveva diciotto anni, è stato quasi due anni prima del suo rapimento...’

‘Questa è la parte meno comune del fenomeno... probabilmente nel tentativo di confortarsi, Koral ha rimosso tutti quegli eventi che in qualche modo la rendevano più vulnerabile di quanto già non si sentisse... non sono a conoscenza della vostra situazione famigliare, ma l’ipotesi più probabile è che si sia inconsciamente voluta rifugiare in un suo mondo immaginario dove tutto andava bene, qualcosa a cui aggrapparsi per tenere duro e non lasciarsi andare... in questo caso, un periodo della sua vita in cui si sentiva felice, protetta’.

Danielle e suo padre annuirono, incapaci di dire nulla, quella era una cosa che decisamente non si aspettavano.

Improvvisamente un pensiero colpì Danielle: se Koral non ricordava nulla dai diciotto anni in poi, significava anche che non ricordava nulla della sua storia con Pierre.

Ora avevano decisamente un altro grosso problema.

‘Come ci consiglia di muoverci?’ chiese il signor Shyer, riportando l’attenzione di Danielle sulla conversazione.

‘Per il momento abbiamo preferito non raccontarle nulla, personalmente credo sia meglio per lei che fatti come quello dell’abbandono della madre le vengano riferiti da persone a lei vicine... per ora, l’unica cosa che lei sa è di non avere diciannove come credeva quando l’abbiamo trovata, ma ventuno, e questo in  realtà l’ha già confusa un po’, d’altronde era necessario... comunque, vi consiglio di raccontarle le cose gradualmente e solo se è lei a volerlo... metterla sotto pressione non farà altro che peggiorare la situazione, e a proposito, è importante che le facciate capire che non deve sforzarsi di ricordare, la stresserebbe e non porterebbe a nessun risultato’

‘C’è qualche possibilità che ricordi prima o poi?’ chiese Danielle.

‘Non è facile dirlo... nella maggior parte dei casi si tratta di amnesie transitorie, ma la situazione di sua sorella è molto particolare... ha vissuto per un anno e mezzo con le sue convinzioni, senza stimoli che le facessero ricordare nulla di diverso... non posso escludere che una volta tornata in un ambiente a lei familiare cominci lentamente a ricordare, ma non le posso nemmeno assicurare nulla’.

Danielle si limitò ad annuire: certo, quello era un problema, ma era talmente felice di riavere sua sorella che, francamente, al momento non gliene importava nulla e comunque poteva andare peggio, se non si fosse ricordata di nessuno di loro per esempio, quello sì che sarebbe stato terribile.

‘Devo chiamare Seb... cambio deciso di programma, direi’ disse poi Danielle, rivolta al padre, poi si scusò con lo psicologo e uscì dalla stanza.

Una volta fuori, compose il numero di Seb per spiegargli la situazione: se conosceva i suoi amici, era assolutamente certa che si trovassero tutti radunati nel suo salotto in attesa del suo ritorno.

Sperava solo che Pierre non ci fosse, altrimenti non avrebbe proprio voluto essere nei panni di Seb.

‘Amore, tutto a posto?’ chiese Seb, rispondendo al cellulare.

‘Sì...cioè, più o meno... sono tutti lì, vero?’ chiese Danielle.

‘Come avrai mai fatto a indovinare...’ commentò ironicamente il ragazzo.

‘Ti scongiuro, dimmi che Pierre non c’è’ chiese implorante Dany.

‘Se vuoi te lo dico, ma mentirei... che succede, Dany?’

‘C’è un piccolo cambio di programma Seb... andiamo prima a casa di mio padre... è un gran casino...’ disse lei, prima di spiegargli tutta la situazione.

‘Ok...questa non l’avevo proprio prevista...’ commentò il ragazzo, una volta che Danielle ebbe finito.

‘Pensi di poterlo spiegare agli altri?’

‘Tranquilla, ci penso io...’

‘Pensi di poterlo spiegare a Pierre?’ chiese la ragazza.

‘Sto cercando di non pensarci finché non dovrò farlo...’ fu la risposta del ragazzo, a cui la prospettiva di dover spiegare al suo migliore amico che la ragazza di cui era perdutamente innamorato si ricordava di lui solo come un carissimo amico non sembrava esattamente delle migliori.

‘Mi dispiace...’

‘Non preoccuparti, in qualche modo me la caverò... tu pensa a riportare a casa Kory, ok?’

‘Ok... a più tardi, dai un bacio ad Ellie’

‘Se riesco a riprenderla...’ rispose il ragazzo prima di riattaccare, riuscendo a far ridere Danielle: conoscendo i suoi amici, si stavano probabilmente litigando le attenzioni della piccola, quasi certamente invano visto che Seb e Pierre erano nella stanza.

 

Un’ora più tardi, Koral, Danielle e il signor Shyer erano a casa di quest’ultimo.

Il viaggio era stato abbastanza silenzioso, non un silenzio imbarazzante però, Koral aveva fatto qualche domanda al padre e alla sorella, ma per la maggior parte dei venti minuti necessari per arrivare dalla centrale alla casa si era guardata intorno, probabilmente, almeno così pensava Danielle, cercando di notare cosa era cambiato e cosa non lo era nel tempo in cui lei non c’era stata.

Ora stavano seduti sul divano del salotto, o meglio, Danielle e Koral erano sedute, mentre il padre prendeva da bere per tutti e tre.

‘Non mi avete risposto’ disse Koral, rompendo il silenzio.

‘A cosa?’ chiese Dany.

‘Dov’è mamma?’.

Dany ci pensò un attimo, non era la notizia migliore con cui iniziare, ma d’altronde da qualche parte doveva pur cominciare e quella era una delle informazioni base.

‘Kory, lo psicologo ti ha detto che...’

‘Che mi mancano dei pezzi? Sì, me lo ha detto... lei è uno dei pezzi, giusto?’

‘Già... qual è l’ultima cosa che ricordi?’

‘Non è niente di preciso... era il tuo ultimo anno a scuola... mancava poco al compleanno di Sarah, stavamo organizzando il solito party... niente di veramente eccezionale... è come se dopo una giornata normalissima fosse sparito tutto e mi fossi ritrovata...beh, là’.

Danielle annuì, notando che, esattamente come gli aveva già spiegato lo psicologo, Koral faceva molta fatica a parlare del posto in cui era stata praticamente prigioniera per un anno e mezzo.

‘Ok...quindi parliamo di Dicembre del 1999...’ commentò Dany, pensando che il compleanno dell’amica era il 20 Dicembre ‘Ecco... dopo Capodanno le cose hanno cominciato ad andare male... mamma e papà hanno cominciato a litigare... mamma... beh, mamma aveva sempre qualcosa da ridire... ti ricordi come non le andasse a genio che uscissimo con gli altri perché non li riteneva abbastanza per noi?’.

Koral annuì, non potendo trattenere una smorfia seccata, se la ricordava benissimo quella cosa, l’aveva sempre innervosita parecchio.

‘Ecco, questa era una delle tante cose stupide che rinfacciava a papà... è andata avanti così fino a metà febbraio... una sera siamo uscite io e te e quando siamo tornate a casa se ne era andata... ha lasciato un bigliettino in cui diceva che si sarebbe fatta sentire per il divorzio e da allora non ne abbiamo saputo più nulla’

‘E... a noi non ha detto niente?’.

Dany scosse la testa: faceva ancora male il pensiero, nonostante fosse passato tanto tempo.

‘E da allora... più niente quindi?’

‘Beh...’ cominciò Dany, lanciando un’occhiata al padre, che nel frattempo le aveva raggiunte ‘Non esattamente, in realtà...’.

 

Giugno 2002:

 

Seb, Pierre, Dave e Danielle si trovavano nella stanza della ragazza da un paio d’ore, durante le quali la conversazione più lunga era stata quella fra Danielle e Pierre: lei gli aveva chiesto come stesse, dal momento che era uscito dall’ospedale il giorno prima, lui aveva risposto, poi sostanzialmente non era più volata una mosca.

‘Ho sete...’ disse ad un certo punto Danielle e nel giro di tre secondi, i ragazzi erano in piedi.

‘Vado a prenderti qualcosa?’ esclamarono tutti e tre, riuscendo a far sorridere Dany: erano diventati tutti incredibilmente protettivi con lei, Seb in particolar modo, ma nemmeno gli altri scherzavano, le permettevano a malapena di muovere un passo da sola.

‘Posso benissimo scendere da sola...’ protestò lei, ma alla fine fu Seb che scese al piano di sotto, proprio mentre suonava il campanello di casa.

Il ragazzo era quasi arrivato in salotto e aveva la ferma intenzione di andare direttamente in cucina, senza disturbare il padre di Dany e chiunque avesse suonato, ma quando sentì la voce dell’altra persona non poté fare a meno di bloccarsi.

‘Voglio solo parlarci, non puoi tenermela lontana!’

‘Non sono io che te la tengo lontana, sei tu che l’hai allontanata e ora come ora non ha assolutamente bisogno che la sua vita sia sconvolta ulteriormente!’ ribatté il signor Shyer, suonando incredibilmente arrabbiato, il che era assolutamente anormale, Seb lo conosceva da anni e mai lo aveva sentito così.

D’altronde, considerando che l’interlocutore era la sua ex moglie, forse la cosa non era poi tanto strana.

Improvvisamente, la donna si accorse di Seb, che si trovava ancora sull’ultimo gradino delle scale e assunse quell’espressione sprezzante che da sempre riservava ai tanto odiati amici delle figlie.

‘Vedo che certe abitudini non cambiano mai...’ commentò la donna e Seb dovette davvero ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non risponderle molto male, cosa che non fu facile, in quell’ultimo periodo era talmente, nell’ordine, triste, stressato e frustrato da avere uno scarso controllo sulle sue emozioni.

‘Non ti permettere Meredith!’ le intimò il signor Shyer.

‘Hai sempre permesso a entrambe di frequentare certe compagnie che non andavano bene per loro...’

‘Almeno io non l’ho piantata in asso’ sussurrò Seb, quella proprio non era riuscita a trattenerla e a giudicare dalla faccia della madre di Danielle, lo aveva sentito perfettamente.

‘Come ti permetti...’ iniziò lei, ma fu interrotta dall’ex marito.

‘Come si permette cosa? Di dire la verità? Di certo non eri tu quella che stava con Danielle tutto il giorno quando hanno...rapito Koral...’ le rinfacciò lui, esitando sull’ultima parte, faceva ancora male pronunciare il nome della sua bambina.

‘Che diavolo ci fa lei qui?’.

Tutti si voltarono verso Danielle, che era scesa per vedere come mai Seb ci mettesse così tanto ed ora stava in piedi pochi gradini dietro il ragazzo, fissando gelida la madre.

‘Dany, tesoro...’ cominciò la donna, ma fu interrotta immediatamente dalla ragazza, che passò oltre Seb e andò a mettersi di fianco al padre, mantenendo però una certa distanza dalla madre.

‘Non chiamarmi tesoro! Che accidenti credi di fare qui? Perché sei venuta? Perché adesso? Che accidenti vuoi, ti sei ricordata di avere delle figlie? Beh, mi dispiace, per una è decisamente troppo tardi e anche per l’altra!’

‘Danielle, ascolta...’

‘Non ascolto un bel niente! Ti voglio fuori di qui, fuori dalla mia vita, vai...vai...’.

Fortunatamente Seb si rese conto che Danielle stava per svenire, era impallidita vistosamente e le fu dietro prima che potesse cadere a terra.

Fu immediatamente raggiunto da Pierre e Dave, che erano scesi per controllare cosa fossero le urla che sentivano e i tre stesero Dany sul divano, mentre il signor Shyer invitava molto poco gentilmente la ex moglie ad andarsene.

 

‘E da allora più nulla?’ chiese Koral, una volta che Danielle ebbe finito di raccontarle la storia.

‘Da allora più nulla... credo che mi abbia preso in parola quando le ho detto di sparire...’

‘E direi che ha fatto bene...’ commentò Koral: poco importava che l’ultimo ricordo che avesse di sua madre fosse positivo, se aveva davvero fatto tutto quello che Dany diceva, e non aveva dubbi che fosse vero, allora non meritava nulla.

‘Posso chiederti una cosa?’ chiese poi Kory alla sorella.

‘Quello che vuoi’

‘Hai detto che i ragazzi erano diventati protettivi con te... che non ti lasciavano quasi muovere un passo da sola... perché?’.

Danielle si ritrovò a sorridere, quella forse era la parte migliore della storia.

‘Ok... prima di spiegarti il perché, devo andare un po’ indietro... dopo che mamma se ne è andata, io e Seb ci siamo messi insieme...’

‘Te lo avevo detto...’ disse Koral, sorridendo, facendo riferimento al fatto che lei aveva sempre sostenuto che Dany e Seb fossero fatti l’uno per l’altro.

‘Me lo hai già fatto notare a sufficienza ai tempi, grazie...’

‘Ma io non me lo ricordo!’ protestò lei, facendo ridere sia la sorella che il padre.

‘Comunque... ci siamo messi insieme e stiamo tutt’ora insieme... anzi, in realtà viviamo insieme...’.

Koral la osservò stupita: ok, non aveva dubbi sul fatto che sua sorella e Seb fossero perfetti per stare insieme, lei e Dave gli stavano praticamente già organizzando il matrimonio, questo lo ricordava benissimo, ma avevano solo ventidue anni e li conosceva abbastanza da sapere che non erano due persone che facevano le cose di fretta, però vivere insieme era decisamente affrettato.

‘Lo so cosa stai pensando, che è affrettato...’ continuò Danielle ‘Ma c’è un motivo...’

‘Sarebbe?’ chiese curiosa Koral.

‘Ecco... poco prima... del tuo rapimento...’ la ragazza esitò, non voleva riportare brutti ricordi più del necessario alla mente di Kory ‘Ecco... vi avevo detto che vi avrei annunciato qualcosa... e quel qualcosa era che avevo scoperto di essere incinta...’.

Danielle per poco non scoppiò a ridere davanti alla faccia della sorella, era il ritratto dello shock.

‘Stai... stai cercando di dirmi che...’.

Per tutta risposta, Dany prese il suo cellulare dalla borsa e lo passò alla sorella.

‘Quel frugoletto che vedi sullo sfondo è Elektra, meglio nota come Ellie, ha dieci mesi ed è schifosamente viziata da tutti quanti... ma è adorabile, quindi la perdono di tutto quanto’

‘Dany, è... adorabile... oh mio Dio, ho una nipotina!’ esclamò Kory, saltellando sul divano.

‘Già... una nipotina che è una piccola streghetta... ti fa fare tutto quello che vuole... ti fissa con quegli occhioni azzurri ed è finita... Seb ha perso ogni capacità di intendere e di volere il giorno che è nata... anche il tuo qui presente padre l’ha persa...’ commentò Danielle, ridacchiando quando il padre le lanciò un’occhiataccia ‘Per non parlare di Pierre...’ continuò la ragazza, ma si interruppe immediatamente, Pierre era un argomento molto delicato.

‘Che c’è?’ chiese Koral ‘Qual è il problema con Pierre?’

‘Ecco... Kory, c’è un’altra cosa che credo dovresti sapere... però non vorrei esagerare con le informazioni’

‘Spara Dany’

‘Ok... in realtà... tu e Pierre stavate insieme, ecco... Kory?’ chiese preoccupata Danielle, vedendo la sorella cambiare letteralmente faccia.

‘Io... Pierre... oddio... quando? Quanto?’

‘Stavate insieme da un paio d’anni quando è successo tutto quanto...’

‘Io... io non mi ricordo...’ disse Koral, sull’orlo delle lacrime.

‘Ehy, ehy...’ la rassicurò Danielle, spostandosi di fianco a lei e abbracciandola ‘Lo sappiamo... stai tranquilla, va bene così...’

‘Io... io non voglio far male a nessuno...’

‘Koral, ascoltami bene, siamo tutti felicissimi che tu sia di nuovo qui, punto, ci basta questo, ok? Per il resto si vedrà...’

‘E se non dovessi ricordarmi nulla?’

‘Ehy, guarda che non tutti hanno la possibilità di rivivere la propria vita... vedila come una chance speciale, ok?’.

Koral annuì, sorridendo appena alla sorella.

‘Così si ragiona... ok, adesso una questione pratica: io e papà abbiamo pensato che magari potresti vivere con me e Seb per un po’, finché ti va, così se hai qualche domanda sulle scorribande che io  e te ci siamo fatte, sono a portata di mano... però se non te la senti puoi restare qui, come preferisci’

‘Beh... ma non vi darei fastidio, a te e a Seb?’

‘Koral Shyer... fosse per me, mi incatenerei a te e ti seguirei ovunque tu decida di andare d’ora in poi...’ commentò Danielle, facendo ridere la sorella ‘Quindi, credo che anche Seb non sarebbe infastidito... penso che gli darebbe più fastidio dover badare sette giorni su sette ad Ellie da solo...’

‘Allora preferirei stare da voi... senza offesa, papà’

‘Figurati, tesoro, come vuoi tu’ le rispose lui, sorridendole.

‘Perfetto... dal momento che ci speravo, ho già portato alcune delle tue cose a casa mia, ma se vuoi guardare tu, le abbiamo messe tutte di sopra...’

‘No... mi fido...e poi credo di sentire enormemente la mancanza dello shopping...’

‘Seb sarà felicissimo di saperlo...’

‘Deduco sia sempre follemente innamorato dello shopping’ commentò ironicamente Koral: anche quando lui e Dany non stavano insieme, lei riusciva sempre a trascinarlo in giro per negozi, nonostante il ragazzo lo odiasse chiaramente.

‘Deduci bene...’ ridacchiò Danielle ‘Beh... andiamo?’ chiese poi.

Koral annuì, salutò suo padre e seguì la sorella alla macchina.

Dopo poco che erano partite, l’attenzione di Koral fu attirata da qualcosa.

‘E questo?’ chiese alla sorella.

Dany spostò lo sguardo dalla strada giusto il tempo di guardare cosa avesse in mano la sorella e sorrise vedendo la sua copia di No pads, no helmets… just balls, aveva dimenticato di comunicarle quel piccolo dettaglio.

‘Già...avevo scordato il piccolo particolare...’ rispose Danielle, ridacchiando.

‘E lo chiami un piccolo particolare? Questo è un cd, apparentemente serio, con quei cinque pazzoidi in copertina! E pure circondati da tre tipe... una delle quali, aggiungerei, ci vorrebbe palesemente provare col tuo ragazzo...’

‘Stai pur tranquilla che ho assistito personalmente alla realizzazione di quella foto... comunque, sì, a quanto pare quei cinque ce l’hanno fatta... quando è successo tutto quanto stavano registrando a LA...’

‘Non ci credo... io me li ricordo che provavano ancora nel garage di Chuck... oddio, devo cominciare a preoccuparmi dei paparazzi?’

‘In realtà non è da escludere...’ rispose Danielle ‘Ma per il momento nessuno sa nulla e fino ad ora sono sempre riuscita a stare abbastanza alla larga dalle luci della ribalta... Seb se l’è cercata e sono contenta per lui, ma io ed Ellie ne restiamo fuori... comunque, non preoccuparti... sono certa che saranno tutti pronti a difenderti da qualsiasi disturbatore molesto...’ la rassicurò poi, vedendo la faccia preoccupata di Koral.

‘Wow... è... è assurdo...cioè, non è assurdo che ce l’abbiano fatta, erano bravi, che caspita... è assurdo non ricordare niente...’

‘Lo immagino Kory... ma te l’ho già detto, sforzarsi non serve a niente... datti tempo, ok?’

‘Ci provo... no, ti prego, dimmi che non è questa casa tua...’ disse Koral, guardando fuori dal finestrino.

‘Te l’ho sempre detto che casa mia sarebbe stata verde’ rispose tranquillamente Danielle, capendo a cosa si riferisse la sorella.

‘Sì, ma speravo scherzassi’

‘E dai che l’insieme è carino!’

‘Mmh... forse, un po’...’ concesse Kory, effettivamente non era male.

‘Ovvio! Su, dai, seguimi... come ti suona un agguato alle spalle a Seb?’

‘Mi suona simpatico, considerando che tecnicamente sono tornata dall’oltretomba mi sembra un’entrata in grande stile!’.

Dany sorrise, era bello vedere che, nonostante fosse evidente che a Kory ci sarebbe voluto del tempo per superare tutto quello che aveva passato, a sua sorella restava la voglia di scherzare.

‘Ok, allora dobbiamo fare molto piano... se lo conosco, credo di sapere dove si trovi in questo momento’

‘Cioè?’

‘Sono le sei... è ora di tentare di far addormentare Ellie... e la parola chiave è tentare...’ ridacchiò Dany.

Koral seguì la sorella in casa, facendo attenzione a richiudere la porta senza far rumore.

Si stavano dirigendo verso le scale quando sentirono un urlo, qualcosa di molto simile a un’aquila, secondo Kory.

‘E ti presento tua nipote, sorellina...’ le sussurrò Dany, scuotendo la testa.

‘Ha la tua voce, non c’è dubbio...’ le rispose Koral, ridacchiando.

‘Ti prego... amore del papà... tesoro mio, fammi la grazia... dormiamo?’.

Koral dovette trattenersi dallo scoppiare a ridere sentendo Seb implorare la bambina di dormire e notò che anche Danielle era nelle sue stesse condizioni.

‘Stessa scena ogni volta’ le sussurrò Dany ‘Non abbiamo mai capito perché, ma il pisolino delle sei richiede la presenza della sottoscritta, altrimenti non se ne fa nulla... il problema è che se non se ne fa nulla, poi non si dorme la notte...’ spiegò, poi le fece cenno di seguirla su per le scale.

Koral seguì la sorella fin dietro ad una porta e Dany le fece segno di guardare dentro insieme a lei.

La scena che le si presentò davanti era tanto divertente quanto incredibilmente dolce: Seb teneva in braccio la bambina più bella che avesse mai visto, ma il suo parere poteva essere molto influenzato dal fatto che fosse la sua nipotina, e stava praticamente provando tutte le tecniche possibili per farla addormentare, invano.

‘Puoi provarci quanto vuoi... come la mamma non c’è nessuno, amore...’ disse Dany, facendo sobbalzare Seb.

‘Tu! Prendi tua figlia!’ disse Seb, dando la bambina a Danielle ‘Tu!’ disse poi rivolto a Koral ‘Fatti un po’ abbracciare!’.

Kory non se lo fece dire due volte e corse ad abbracciare Seb, rendendosi conto solo in quel momento di quanto avesse desiderato rivedere tutti i suoi amici, oltre alla sua famiglia.

‘Non hai idea di quanto ci sei mancata’ le disse Seb, scompigliandole i capelli e ridacchiando quando vide che la reazione era sempre la stessa, ossia un’occhiata molto minacciosa.

‘Non sai quanto mi siete mancati voi... e comunque...’ disse Koral, indicando alternativamente Seb e Danielle ‘Io lo avevo detto!’.

Seb alzò gli occhi al cielo, esasperato ‘Non ce lo sta rinfacciando nuovamente, vero?’.

‘Ma io non me lo ricordo, quindi è come se non lo avessi mai fatto!’ protestò Koral.

‘Ecco, giusto la scusa per farlo le serviva...’ commentò Seb, non potendo però fare a meno di ridacchiare.

‘Ok, adesso sospendi per un attimo l’operazione “io ve l’avevo detto”, c’è una personcina che vorrei presentarti...’ disse Danielle, avvicinandosi alla sorella con la piccola Ellie, finalmente calma e sorridente in braccio alla madre.

‘Piccola traditrice...’ commentò Seb, sorridendo però alla bambina.

‘Ehy, ciao piccolina... ma quanto sei bella... tutta tua zia...’ disse Koral, troppo persa a guardare la bambina per accorgersi dell’occhiata scettica di Seb e Dany ‘Oh, è adorabile!’ disse poi, riportando l’attenzione sugli altri due.

‘Ovvio, è figlia mia...’ disse Seb, ricevendo un’occhiataccia da Danielle, mentre Kory si limitò a scuotere la testa divertita.

‘Bene, ora vi voglio fuori di qui’ disse Dany ‘Se volete dormire stanotte, e io lo voglio, questa piccoletta deve fare la nanna... vero che devi fare la nanna, cucciolo?’ continuò rivolta alla bimba, spingendo contemporaneamente sorella e ragazzo fuori dalla cameretta.

‘Bene... visto che tua sorella è stata tanto adorabile da cacciarci fuori, vuoi vedere la tua stanza?’ le chiese Seb.

‘Ottima idea!’ concordò Kory, seguendo Seb, che si fermò dopo pochi metri e aprì una porta.

‘Et voilà!’ esclamò, mostrando la stanza a Koral.

‘Non ci credo!’ esclamò la ragazza, saltando sul letto e prendendo in mano una tartaruga di peluche ‘Helena esiste ancora?’ chiese, abbracciando il pupazzo e sorridendo felice.

‘Ebbene sì... ma fossi in te non la farei vedere a Ellie... ha una passione smodata per i peluches...’ le spiegò Seb, sorridendo davanti allo sguardo felice di Koral, nonostante tutto quello che aveva dovuto passare sembrava che la ragazza solare che era sempre stata fosse ancora lì da qualche parte.

‘Quindi ora siete delle celebrità...’ gli disse la ragazza, riportandolo alla realtà.

‘Mmh... sì, qualcosa del genere, così dicono almeno...’

‘Oh, andiamo, non fare il modesto, scommetto che le fans vi si lanciano addosso...’

‘A dire il vero è successo...’ rispose lui, scoppiando a ridere davanti alla faccia stupita di Kory ‘A Dave, per la precisione... inutile dire che Nat ha quasi fatto saltare la testa della povera malcapitata...d’altronde doveva ancora abituarsi all’idea...’

‘Chi è Nat?’ chiese Kory.

‘Giusto...’ disse Seb, sedendosi sulla sedia della scrivania, di fronte al letto della ragazza ‘Nat è la ragazza di Dave’

‘Non ci credo... ne ha veramente trovata una? E ce l’ha fatta da solo?’ chiese lei, facendo ridacchiare Seb.

‘In realtà gliel’hai trovata tu...’

‘Lo sapevo, non poteva averla trovata da solo...’ commentò lei trionfante.

‘Chi non poteva trovare cosa da solo?’ chiese Dany, entrando nella stanza e facendo sobbalzare gli altri due.

‘Dave, una ragazza’ rispose Koral.

‘Le stavo raccontando di quando quella povera malcapitata è saltata addosso a Dave...’ spiegò Seb.

‘Oh, quella è stata memorabile...’

‘Parlando di Dave...’ li interruppe Kory ‘Mi piacerebbe tanto rivedere anche gli altri...’

‘A dire il vero erano tutti fedelmente radunati qui oggi...’ le spiegò Dany ‘Ma io e papà abbiamo pensato che forse era meglio andare per gradi... però se vuoi domani mattina posso chiamare Dave, poi organizziamo qualcosa con gli altri, che ne dici?’

‘E stai pur tranquilla che Dave sarà fuori dalla porta nel giro di dieci secondi...’ commentò Seb divertito.

‘Sorellina, sei un genio, mi piace... e Seb, certo, se gli ho trovato una ragazza che dura ancora mi deve venerare a vita!’ rispose Koral, scoppiando a ridere seguita da Seb e dalla sorella.

‘Bene ragazzi, dal momento che non si vive di sola aria, io proporrei una pizza per stasera... a meno che tu, amore mio carissimo, non abbia preparato qualcosa...’ disse Danielle, rivolta a Seb.

‘Dany... hai presente in che condizioni ero quando siete tornate?’ le fece notare lui.

‘Come pensavo...Kory, come ti suona la pizza?’

‘Come la cosa più buona del mondo!’ rispose Koral, saltando giù dal letto e seguendo la sorella al piano di sotto per ordinare la loro cena.

 

Qualche ora più tardi, Danielle e Koral erano nella stanza di quest’ultima con Ellie, che nel frattempo si era svegliata, mentre Seb era nel suo studio, che Koral aveva eletto stanza più bella della casa solo per le chitarre che vi erano custodite, per un’intervista via webcam, perché “in Australia è pieno giorno”, come aveva commentato Seb prima di sparire.

‘Dany, seriamente, è un amore...’ disse Kory guardando Ellie, che stava giocando con un dito della ragazza che la teneva in braccio.

‘E le piaci... sai, non si fa tenere in braccio da molte persone... o meglio, non così a lungo senza protestare... giusto me, Seb e... e Pierre’

‘Sai quando ho detto che voglio rivedere gli altri? Beh... io voglio rivedere Pierre... però non so come comportarmi... io non voglio farlo stare male... ma posso solo immaginare come starei io se la persona con cui stavo non si ricordasse nulla di...beh, di noi...’

‘Sarò sincera Kory... non so cosa dirti perché non so come l’abbia presa Pierre... ma se lo conosco bene, e credo di poterlo dire abbastanza tranquillamente, una volta superato lo shock iniziale sarà semplicemente contento di riaverti qui, poco importa come andranno le cose... probabilmente sarà molto più contento di tutti noi messi assieme, per la miseria...’

‘Dici?’ chiese Koral, incerta.

‘Dico, dico... stai tranquilla... lo so che la cosa può spaventare, o almeno lo immagino, ma nessuno pretende nulla da te ora, ok? Beh, a parte la tua presenza, quella la pretendiamo sicuramente...’ scherzò Dany, cercando di smorzare la tensione.

Il suo tentativo sembrò funzionare, dal momento che Kory sorrise.

‘Già... beh, non vi libererete tanto facilmente di me ormai...’

‘Credimi, non lo vogliamo...’.

In quel momento Ellie attirò l’attenzione delle due facendo un verso molto simile a una risata, ricevendo in cambio uno sguardo adorante da Koral.

‘Amore mio! Ma quanto sei intelligente... tu le riconosci subito le persone simpatiche, vero?’ disse alla bambina, facendole il solletico sulla pancia, col risultato che Ellie cominciò a ridere di nuovo.

‘Me la coccolerei tutta la sera, Dany, quindi se devi portarla a dormire, fallo ora prima che cambi idea’

‘Ok... ehy, piccoletta, dai la buonanotte alla zia, è l’ora della nanna!’.

Koral diede un bacio sulla fronte alla piccola poi la passò a Danielle, che andò nella cameretta di Ellie per farla addormentare.

Una volta rimasta da sola, Koral si lasciò cadere sul letto: da quando l’avevano ritrovata raramente era rimasta da sola, non le piaceva restare da sola, le ricordava la sua vita nell’ultimo anno e mezzo, in quel posto orribile ogni qual volta non avevano bisogno di lei o volevano punirla per qualcosa che, il più delle volte, non aveva fatto, la rinchiudevano in uno stanzino, da sola.

Prima le piaceva avere qualche momento di solitudine, o almeno questo ricordava, ora ne avrebbe fatto volentieri a meno.

Scosse la testa, cercando di rimuovere quei pensieri, ora era al sicuro, era con le persone che amava di più al mondo e che le volevano bene, non sarebbe più successo nulla di brutto.

Decise di scendere in cucina a bere un po’ d’acqua, giusto per distrarsi facendo qualcosa, qualunque cosa.

Fu sorpresa di trovarci Seb, non si era nemmeno accorta che fosse uscito dal suo studio.

‘Ehy, già finito?’ chiese lei, sedendosi al tavolo di fronte a lui.

‘Se un’ora di intervista è “già”, allora sì, decisamente finito...’

‘Caspita, è strano... voglio dire, l’ultima cosa che ricordo siete voi nel garage di Chuck che fate fatica a non finire uno addosso all’altro perché c’era poco spazio... e adesso siete delle celebrità... wow...’

‘Sì... in effetti da questo punto di vista è proprio wow...’ commentò Seb, sorridendo al ricordo dei loro primi tempi come band ‘Però eravamo bravini già allora...’

‘Io l’ho sempre sostenuto... o almeno credo...’

‘Oh, sì, lo hai sempre fatto, fidati’

‘Dorme, dorme, dorme!!’.

Entrambi si voltarono verso Danielle, che esultava, a volume molto basso ovviamente.

‘Evviva!’ la imitò Seb, facendola sedere in braccio a lui.

‘Vi prego, vi scongiuro, ditemi che non siete tanto diabetici quanto ricordo essere Chuck e Sarah...’ li implorò Koral, pur sapendo che, dato il carattere di sua sorella e quello del ragazzo, era praticamente impossibile.

‘A dire il vero, Dave sostiene che siamo peggio’ le rispose Dany, ridacchiando.

‘Bene, io me ne vado a letto allora... buonanotte gente!’

‘Notte Kory!’

‘Notte sorellina... e se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi!’.

Koral annuì, poi si alzò dal tavolo e si diresse verso la sua camera: era stata una giornata intensa e per quanto avesse ancora un milione di domande per Seb e sua sorella, cominciava a faticare a tenere gli occhi aperti.

Una volta che ebbe sentito la porta della stanza di Kory chiudersi, Danielle si rivolse a Seb.

‘Ok, spara: com’è andata oggi?’

‘Beh... in generale, gli altri erano abbastanza sconvolti, ma me lo aspettavo, nessuno pensava di sentirsi dire una cosa del genere... Pierre... in realtà, non lo so... ma comunque non l’ha presa bene’

‘Lo immaginavo... cosa intendi esattamente?’

‘Credo che avesse cominciato a piacergli l’idea che Kory stesse per tornare... cioè, l’idea gli piace sicuramente ancora, ma il fatto che non ricordi nulla della loro storia, beh, quello cambia molto le cose... ho parlato con Jay, secondo lui Pierre non si sarebbe aspettato comunque che le cose tornassero improvvisamente come prima, sarebbe stato stupido, ma da qui a questo... beh, c’è un abisso...’

‘Già... beh, in realtà anche Kory è abbastanza a disagio... non sa come comportarsi con lui... però è convinta di volerlo rivedere... non si ricorderà della loro storia, ma lui resta pur sempre uno dei suoi migliori amici, almeno per quel che ricorda lei’.

Seb annuì, pensando che quella situazione non poteva essere più complicata di così.

‘Tutto ok?’ chiese lei, scompigliandogli i capelli.

‘Sì... ma credo di aver bisogno di dormire anch’io... è stata una giornatina niente male... e quell’intervistatrice era uno squalo...’ rispose lui.

‘Bombardamento di domande personali?’

‘Puoi giurarci... e a quanto pare il fatto di avere una figlia mi rende il più desiderabile dei cinque in Australia...’ spiegò lui, sorridendo divertito.

‘Mmh... lo sai che tu non metterai mai più piede in Australia, vero?’ ribatté lei, alzandosi in piedi e mettendosi le mani sui fianchi.

‘Agli ordini!’ scherzò lui, alzandosi a sua volta e facendo un saluto militare alla ragazza.

‘Idiota...’ commentò lei divertita.

‘Solo per te, quando vuoi’ rispose lui, prendendola per mano e dirigendosi con lei verso il piano di sopra.

 

Buonasera a tutti!

Eccomi col secondo capitolo di questo mio pseudo-delirio... da cui avrete capito che sì, sono completamente pazza... xD

Ringrazio di cuore chi ha recensito il primo capitolo e vi invito a fare altrettanto con questo... ovviamente l’invito è esteso anche ad eventuali new entry ;)... una bella recensione mi fa solo tanto piacere!!

Che altro dire... nel caso ci fosse qualche fan dei My Chemical Romance o degli Avenged Sevenfold, vi ricordo che sono in fase di pubblicazione anche in quelle sezioni ;)

Alla prossima, xoxo!

Lady Numb

   
 
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