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Autore: Athena1Arcadica    16/02/2012    2 recensioni
Questa è una fanfiction AU. Buffy lavora in un giornale ed un avvenimento spiacevole la porterà a conoscere Angel...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Angel, Buffy Anne Summers, Dawn Summers, Willow Rosenberg
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.


Il desiderio non si avverò. Mi svegliai ancora più stanca di quando mi fossi addormentata come se il sonno fosse stata un’altra lotta. Per fortuna il tempo mi risparmiava di sopportare giornate soleggiate e uccellini canterini. Pioveva ininterrottamente da tre giorni ed il meteo non faceva sperare in un miglioramento.
Guardai fuori sperando che la pioggia potesse trascinarmi con sé e sciogliermi in tante goccioline così da non poter sentire più nulla o forse in modo da poter sentire tutto.
Il rumore dei tuoni continui sembrava provenire dal mio petto, era forse solo un’illusione? Era forse solo il rumore del mio inutile cuore che si stava frantumando?
Avvicinai la mano al mio petto. Batteva ancora purtroppo. Era distrutto eppure ancora non si decideva a smettere di rimbombarmi dentro.
Mi alzai guardando il tappeto macchiato, avrei dovuto ripulire, ma non ora. Mi girai andandomene. Salii le scale per fare una doccia. Il telefono squillava, ma per quel che mi interessava io ero morta. Non avrei risposto.
Uscii dalla doccia, bagnata mi sedetti sul letto. C’era la nostra foto sul comodino. La sveglia segnò le 7:00 ed iniziò a trillare. La guardai con odio. Provai a spegnerla, ma non ci riuscivo, continuavo a premere il bottone di stop, ma non voleva fermarsi, non voleva smettere, gemetti di frustrazione staccandola dal muro e lanciandola via da me. La foto era ancora lì. Sorridevo come una stupida, lui no.
Avrei dovuto capirlo prima, eppure, non lo avevo fatto. Non riuscivo a vedere oltre. Non so per quale istinto sfiorai il suo viso. Lo amavo e non capivo il perché. Se qualcuno mi avesse chiesto cosa amassi di lui cosa avrei potuto dirgli? Non trovavo una risposta che avesse avuto un minimo di senso. Non esisteva una sua qualità che mi piaceva, non esisteva un lato del suo carattere che mi ammaliava. Non c’era nulla, allora perché soffrivo in quel modo? Perché ogni respiro mi ricordava quanto fossi inutile? Non capivo nemmeno io il mio dolore. Era solo un’altra prova di quanto non fossi capace di far nulla. Posai la foto sotto il cuscino. Non c’era nulla che dovesse sorridere in quel giorno.
***
- Buffy Summers. Chi parla?- Il telefono quella mattina non voleva darmi tregua.
- Certo attenda. Buffy Summers. Chi parla?-
- Hai intenzione di continuare così tutto il giorno?-
- Certo attenda. Credo di sì- risposi senza alzare lo sguardo dal pc.
- Hai scritto almeno l’articolo?-
- L’ho iniziato-
- Buffy va in stampa fra meno di due ore, ma che ti prende?-
- Niente, lo finirò in tempo. Buffy Summers. Chi parla?-
- Io proprio non ti capisco se il capo ti vedesse comportarti così ti sbatterebbe fuori a calci. Datti una regolata-
- Certo attenda. Fra mezz’ora avrai il tuo articolo ok? Lasciami lavorare ora Michael-
- Come vuoi, ma qualsiasi cosa tu stia facendo non stai lavorando. Io ti ho avvertita- disse andandosene.
- Buffy Summers. Chi parla?- Volevano buttarmi fuori? In quel momento non me ne fregava nulla. Era un lavoro che mi piaceva, ma non avevo nessuna intenzione di glorificare il loro ego oggi. Se fossi sopravvissuta alla giornata forse sarebbe andata meglio domani, ma soltanto forse.
- Certo attenda. Come scusi? Io credo di non capire… No, lei non può conoscerla! Non può! La lasci andare! Pronto! No!- rimasi con la cornetta del telefono in mano, ma ormai restava solo il suono del segnale acustico a riempirmi la testa.
- Buffy ti ho portato quei documenti che mi avevi chiesto. Ti va dopo di… Buffy? Buffy! Che ti prende!- Voltai il viso come un automa senza rendermi nemmeno conto con chi stessi parlando. Il telefono cadde per terra e la cornetta scivolò via dalle mie mani. Lo guardai spaventata e confusa.
- Buffy?- chiese ancora quella voce facendomi voltare di nuovo.
- Dawn- dissi sussurrando
- Dawn? Che stai dicendo Buffy?- tentai di ingoiare il magone di paura senza alcun risultato. Portai una mano alla gola, mi sentivo soffocare. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Non riuscivo a parlare. Volevo tentare di spiegare anche a me stessa cosa stava accadendo, ma non ci riuscivo.
- Lei… Loro…- singhiozzai
- Buffy mi stai facendo preoccupare. E’ successo qualcosa a Dawn?- Era successo qualcosa a Dawn? Sì, ecco cosa dovevo dire, ma non potevo dirlo. Se l’avessi detto sarebbe stato come ammettere che era qualcosa che era accaduto davvero. Guardai il telefono per terra. Il segnale acustico tornò a riempirmi la testa. Era successo davvero.
- Dawn è…- tentai di dire di nuovo. Alzai lo sguardo incontrando quello molto preoccupato di Willow.
- L’hanno rapita. Hanno rapito la mia Dawn-

   
 
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