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Autore: dori_    19/02/2012    2 recensioni
salve :'D è la mia prima ff abbia pietà lol beh, volevo un pò raccontare come forse vedrei hayley e sierra, (cantante dei versaemerge nonchè amica di hayley nella realtà), insieme.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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“Sierra…SIERRA! uhm, SIERRA!”

Sudore che colava dalla mia fronte, lenzuola stropicciate, tutta completamente sudata, buio pesto, 4 di notte.
Bene, avevo tutti gli indizi per dire che avevo appena fatto un bel incubo. Mi domandai, su chi? E soprattutto, come mai il soffitto era così interessante? Lo fissavo mentre ad un certo punto esclamai “Dio, sono ancora le 4!” dissi rigirandomi sbuffando tra le lenzuola.
Immagini sconnesse avevo ormai in mente, ricordavo solo un nome: Sierra. L’immagine principale era la mia faccia piangente mentre ero in ginocchio, forse per un rifiuto pensai. Troppo spaventata per rimettermi a dormire mi alzai dal letto barcollando un po’, “Cosa faccio adesso per far passare questo maledetto tempo?” Togliermi la mia stupida ciccia dal mio corpo minuto era la mia ossessione. Rimasi immobile davanti a ciò che chiamavo tappeto nero della morte, quell’aggeggio mi sfiniva, ma speravo sempre di migliorare in qualche modo il mio corpo. Presi i primi pantaloncini e la prima maglietta che trovai, “salì” ed incominciai a correre sempre più veloce, il mio respiro cominciava ad essere più affannoso. Le forze stavano incominciando ad abbandonarmi, correre a vuoto su una specie di tappeto liscio nero non mi emozionava molto. Guardai l’orologio, erano le 7.
Sentivo i muscoli tirare come delle spesse corde di una chitarra accordate da un abile chitarrista.
Principalmente pensai che tutto questo fosse per piacere a Sierra o anche per avere più fiducia in me stessa stasera. “Dio… stasera..”, non avevo niente da mettermi, allora perché non fare dello stupido shopping mattutino?
Beh, dopo essermi tolta tutto quel sudore di dosso.
Mi spogliai e corsi subito nella doccia. Amavo farmi la doccia, è come farsi cullare dall’acqua e dai rumori cittadini uditi dalla finestra, beh, io non davo tanta importanza a questi rumori, amavo ammirare le tende color blu. Mi sciacquai i capelli che adoravo ed uscii dalla doccia.
“CAZZO! L’ACCAPPATOIO!” Girai nuda per casa in cerca dell’accappatoio quando un certo punto sentii il campanello. Mi avvicinai alla porta, “Chi è?”

“Ehm, so che è una situazione strana, ma il tuo caro Geremia mi ha mandato qui. Ha detto che sicuramente non ti dispiacerebbe fare un po’ di shopping con me, AH! Sono Sierra, ricordi?”

“Come potrei dimenticarmi, beh, è davvero una situazione strana perché sono appena uscita dalla doccia e beh, il mio accappatoio è andato a farsi una passeggiata”

“Non c’è problema, ti presto la mia sciarpa se vuoi.”

“Uhm, okay”

Aprii la porta di qualche cm, mi diede la sciarpa e la misi attorno al mio busto.
Entrò..

“Ciao tappetta, che ci fai ancora qui? Vai a vestirti idiota.”

“Hey! Non chiamarmi idiota!” le diedi uno spintone e lei contrattaccò facendo calare lentamente la sciarpa.

“Ohw, scusa.” Mi sistemo la sciarpa sfiorando il mio petto,  sentivo brividi ovunque.

“Di niente scema, vado a vestirmi. Accomodati pure.”

“Okay.” sorrise buttandosi sul divano.

Solcai la porta della mia stanza e mi affacciai di poco, diventava ogni giorno più bella. Maglietta larga, jeans attillati ed i suoi soliti stivali alla texana.

“Tappetta, ti ho visto. Vai a vestirti idiota.” sorrise ghignando. “Merda” pensai.
Mi diressi all’armadio anche se beh, quella sciarpa era così calda e maledettamente paradisiaca.
Jeans, maglietta dei Ramones e scarpe di H&M, l’abbinamento perfetto.
Asciugai la mia folta chioma rossa che adoravo e corsi in salotto da lei truccandomi attraversando il salotto molto goffamente.

“Ne hai messo di tempo tappetta” stronza come al solito.
 
“Beh, per uscire con una bella ragazza come te ci vuole un abbigliamento adatto.” anche dire cazzate era ormai il mio hobby.
 
“Ohw, mi lusinghi cara tappetta” rispose sorridendo con quel sorriso che faceva sciogliere chiunque.
“Mi chiedo quando finirai di chiamarmi tappetta, cara Sierra nevada” sì, okay, mi sentivo un po’ cattiva.
 
“Più tardi che mai tappetta ma prima di tirare fuori tutti i nomignoli assurdi, andiamo!”  rispose guardandomi negli occhi con quei suoi occhi da tigre si alzò dal divano.

“Okay, uhm.. Sierra nevada.” presi la borsa ed uscii da casa tenendo la porta aperta per lei.

“Uhm, grazie tappetta.”

“Dio!” dissi sbuffando scendendo le scale. Fece una delle sue risate diaboliche che mi facevano morire. Salimmo in macchina, amavo la mia miss anne.
Partii. Il tempo era uno dei migliori ed i raggi di sole mi rigavano il viso pian piano.

“Arrivate!” fermai la macchina e scesi. Sierra scese in tutta la sua eleganza, avrò pensato ormai mille volte quanto sia bella.

“Andiamo da H&M!” disse entusiasta ma allo stesso tempo un po’ goffa.

“Subito, è il mio negozio preferito!”


Bene, questi sono quei momenti quando vorresti essere l’apice della mielosità e voler prenderle la mano e guardarla negli occhi, ma beh ti limiti ad essere la sua tappetta ed andare nel tuo negozio preferito da cui ti rifugi e scappi dal mondo. Un giorno vorrei dire alla persona che amo, “vuoi scappare con me..”, non in un cielo stellato o in un qualche posto magnifico, ma nel tuo solito negozio preferito, “vuoi scappare con me da H&M?”.
La guardai mentre le sue gambe perfette si muovevano a passi lunghi ed io sgranavo ogni parte del suo corpo perfetto, volevo che quella visione non venisse mai negata ai miei occhi, era splendida.
Entrammo, urlò entusiasta.

“ODDIO!  CHE STIVALI ALLA TEXANA ADORABILI!” Mi avvicinai a lei a passi lenti.

“Sono davvero adorabili, nevada. Se ne compriamo un paio ciascuno e li indossiamo stasera? Spaccheremo i culi con quelli.”

“Figo, hai azionato il tuo piccolo cervellino per una volta tappetta, va bene!”

Presi due paia di quei stivali e li misi sulla cassa, “sono al sicuro ora.” ridendo tra me e me e tornai da lei.
La vidi mentre si avvicinava ai camerini per provare una delle magliette più belle che abbia mai visto,  mi avvicinai anch’io, sentivo la sua voce chiamarmi con gioia.

“TAPPETTA! TAPPETTA! Entra.”

Entra? cosa? Beh, okay, stavo già andando in tilt.
Entrai,  vidi una meraviglia. Quella maglietta le risaltava il seno e non poco.

“Dio, guarda! E’ bellissima!”

Quel camerino era maledettamente stretto e la mia solita vocina nel cervello diceva “Hayleycalmatinonrovinaretuttohayleycalmatinonrovinaretuttobacialahayleycalmatinonrovinaretutto”
Mi guardò negli occhi, bene, il mio punto debole era arrivato. 
Con grande mia meraviglia si avvicinò a me più di quanto mi era vicina. I nostri volti si sfioravano, una sua mano mi sfiorò il fianco ed io sussultai. Cosa stava succedendo? Perché lei era maledettamente vicina a me e soprattutto al mio corpo?
La mia impulsività scalpitava, le sue labbra carnose meritavano di essere baciate ma non volevo fare la prima mossa, aspettavo la sua. E se non arrivasse? Se facesse finta di niente ed uscisse da quel camerino?
La prima sua mossa arrivò, si avvicinò al mio volto ed appoggiò le sue labbra sulle mie. Erano troppo ingombranti così mi lasciai trascinare e la baciai. Sentivo il suo corpo caldo sciogliersi sul mio a poco a poco. Il mio cervello non dava più segni di vita, il cuore aveva ormai prevalso sul mio corpo. Era come se i nostri due cuori si toccassero in una danza pulsante come le nostre lingue ormai calde da una passione inaspettata.
Quando purtroppo mi sentii vuota, smise di baciarmi e guardò  immediatamente l’orologio.

“Scusami tappetta.” sentivo un pochino di emozione nelle sue parole, “E’ tardissimo, Blake mi starà aspettando per le prove e scusami per beh, questo, non so cosa mi sia preso. Ci vediamo stasera per le 21 a casa mia, ti aspetterò e..” prese il mio viso di soppiatto e mi diede un misero bacino sulle labbra, speravo di essere un qualche desiderio per lei.
Uscii al camerino lasciandomi immobile appoggiata ad una di quelle tre mura. Se ne andò un po’ correndo, lasciando la maglietta tra le mie mani e quei stivali alla texana che adorava.
Beh, semplice,  li comprerò io per lei, mi avvicinai alla cassa e li pagai.
Andai a casa, tutto quello mi aveva scosso, ma mi aveva anche riempito di felicità. Sentivo che mi desiderava ma allo stesso tempo sentivo che forse tutto quello era solo uno sbaglio.
Mi buttai sul divano, questa mattinata mi aveva sfinito. Ormai le palpebre dei miei occhi erano incontrollabili, mi lasciai alla loro voglia e mi misi a dormire stringendo a me quella famosa sciarpa pregando il meglio.
 
  
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