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Autore: Il Professor What    20/02/2012    12 recensioni
"Così, alla fine, ci sono finito davvero ad Azkaban. Doppio omicidio, indagine, scoperta del colpevole, punizione: perfetto. Peccato che sia innocente".
A quattro anni dalla fine della guerra, Draco Malfoy, isolato e reietto dal mondo magico, viene rinchiuso ad Azkaban per un doppio omicidio che non ha commesso. Quando evade per scoprire la verità, troverà aiuto dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettato.
***
“Ne ho piene le tasche” continuò lei “di essere considerata una piccola Mezzosangue dalle idee bizzarre che per caso ha contribuito a fermare il più grande Mago Oscuro mai conosciuto. E tu sei capitato proprio al momento giusto. Chiariamoci, tu sei uno dei Purosangue più supponenti, arroganti e superficiali che io abbia mai conosciuto. Questo, però, non è una prova per dimostrare che sei un assassino, al contrario di quello che pensa la maggioranza dei maghi… che, per inciso, è la stessa che mi ride alle spalle.”
Genere: Mistero, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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DRACO (con indosso una maschera da Fantasma dell'Opera): "Let your mind start a journey through a strange, new world, leave all thoughts of the life you knew before... Let your soul take you where you long to be!"
HERM (bussandogli sulla spalla): A-ehm!
DRACO: Che c'è?
HERM: Dobbiamo andare in scena, ne hai ancora per molto?
DRACO (togliendosi la maschera): Mai che si possa cantare in pace...

CAPITOLO 3: Accordi


Gli ultimi giorni di fuga, da quando era arrivato a Londra, erano stati decisamente i peggiori. Fare magie era troppo pericoloso, e aveva dovuto fare salti mortali per nascondersi. Da tre giorni non si cambiava d’abito, e  la barba aveva cominciato a ricrescere. Adesso stava decisamente meglio. Aveva fatto una doccia ristoratrice, indossato vestiti nuovi, e si era fatto la barba. Vedendo il risultato allo specchio, ne fu soddisfatto: Draco Malfoy aveva di nuovo l’aspetto di un mago civile… grazie a Hermione Granger. 

Pensando a lei, gli tornò in mente la domanda che lo stava tormentando da un’ora: Cosa diavolo ci faccio qui?

Quando l’aveva vista puntargli contro le due bacchette, era stato sicuro che era finita. Entro due giorni, sarebbe tornato nella sua scomoda cella di Azkaban, guardato a vista. Umiliazione e rabbia l’avevano invaso: non poteva finire così! Due settimane di fuga, e poi di nuovo in quell’inferno!

E l’aveva supplicata. Aveva agito d’istinto, prima ancora di pensare a cosa dirle, mettendo in fila le prime parole che era riuscito a trovare. Sentiva ancora il sapore disgustoso delle parole che aveva pronunciato, il loro gusto amaro mentre gli uscivano dai denti. Tanto, non aveva più niente da perdere… tanto, sarebbe stato inutile. Figurarsi se la Granger poteva avere pietà di lui.

E invece era lì, in una piccola villetta alla periferia di Londra, dove gli era stato concesso di servirsi del bagno e gli erano stati dati vestiti nuovi.

Non era logico. Ci doveva essere sotto qualcosa. Non poteva averlo accolto per pura carità, nemmeno il più stupido dei Grifondoro raggiunge tali vertici di bontà.

“Allora, sei annegato nella doccia? Vuoi uscire o no?”

Il tono poco gentile della voce e i colpi alla porta lo riportarono alla realtà e misero fine ai suoi pensieri. Trattenendo l’irritazione nel sentirsi trattare così, rispose che sarebbe uscito subito. Sospirò, rivolto allo specchio. Aveva la sensazione che presto la sua domanda avrebbe trovato una risposta.

Uscì dal bagno, situato al piano di sopra della villetta, dalla parte opposta del corridoio rispetto alla camera da letto. Cercò di capire dove potesse essere.

E fu allora che il suo cuore si arrestò. Un tenore dal timbro chiaro iniziò a cantare una specie di nenia, accompagnato da un tremolio di archi e da un’arpa in sottofondo. Cantava in tono piano, sottovoce, come se stesse addormentando qualcuno.
 

Night-time sharpens, heightens each sensation,
darkness stirs and wakes imagination,
silently the senses abandon their defecens...

Si interruppe un attimo, permettendo agli archi di abbozzare una melodia e all’arpa di eseguire qualche arpeggio.Un sottile formicolio iniziò a percorrergli il nervo spinale, si sparse su tutta la pelle provocandogli brividi di piacere, e il cuore prese a battere furiosamente nel petto. Musica… Non ne aveva più sentita, da quando l’avevano rinchiuso ad Azkaban. Musica… la sua vecchia amica, la confidente capace di sollevargli la mente e scacciargli i pensieri. E per Merlino, quella musica era celestiale.

Scese le scale, muovendosi nella sua direzione. Il cantante, che aveva davvero una bella voce, forte ed espressiva, aveva ricominciato a cantare quella che effettivamente sembrava una ninna-nanna, mentre gli archi e l’arpa intrecciavano delicati arabeschi accompagnando il suo canto. C’era qualcosa di magico in quelle parole, qualcosa che sembrava volargli attorno, circondandolo come la carezza di un’amante.


  Slowly, gently night unfurls its splendour,
grasp it, sense it, tremulous and tender,
turn your face away
from the garish light of day,
turn your thoughts away from cold, unfeeling light
and listen to the music of the night...

Il ritmo aumentò, ma la voce non accennò ad alzarsi di potenza, mantenendo un tono di voce basso, invitante, pieno di promesse. A un certo punto, il cantante emise un lieve acuto sottovoce, una nota tenuta bassa, carezzevole, a cui seguì una breve pausa.

Close your eyes and surrender to your darkest dreams,
purge all thoughts of the world you knew before,
close your eyes, let your spirit start to soar...


Draco era arrivato alla porta della piccola cucina al piano terreno. La musica veniva da uno di quegli strani macchinari Babbani, una specie di scatola grigia con delle reti metalliche ai lati, poggiato all’estremità di un ripiano. Sulla tavola, c’erano già un piatto con del roastbeef e patate dentro, un bicchiere e delle posate. La Granger ne stava aggiungendo un altro.

“Ah, eccoti” disse, abbastanza rudemente. Andò alla misteriosa macchina Babbana e la toccò con un dito. Subito, la musica smise. Draco l’avrebbe uccisa all’istante: non sopportava che la gente lo interrompesse quando ascoltava musica, specie quando gli serviva a calmare i nervi.

“Che hai?” gli chiese di nuovo. “Non hai fame?”

Le lanciò un’occhiataccia, ma preferì non risponderle. Si sedette a tavola, e solo allora si rese conto di essere affamato.

La Mezzosangue lo osservò mangiare con avidità la carne e le patate, senza preoccuparsi più di tanto delle buone maniere. Erano tre giorni che non mangiava un pasto decente. In breve, finì la sua porzione.
“Ne vuoi ancora?”
Valutò per un attimo l’offerta. Il tono della voce non era precisamente gentile, però non sembrava schernirlo. Annuì. Gli mise altre patate nel piatto, poi gli porse del pane e qualche affettato. Il tutto senza dirgli una parola.
Quando ebbe finito, si abbandonò contro lo schienale della sedia. Da quant’è che non si sentiva così sazio? Non lo sapeva neanche lui.
“Un po’ di caffè?” gli chiese, prendendo da una credenza una di quelle strane diavolerie Babbane, grigia e con un piccolo beccuccio.

La sua voce lo fece decidere. Ne aveva abbastanza: voleva risposte. Le avrebbe pretese, se necessario. Non sapeva esattamente come, visto che le bacchette ce le aveva lei, ma l’avrebbe fatto.

“A che gioco stai giocando, Granger?”

Non gli rispose. Continuò a darsi da fare con quella cosa che aveva messo sul fuoco.

“Perché sono qui? Cosa hai in mente? Non mi dirai che ti sono mancato!”

“No, tranquillo, non sono impazzita.” Sarcasmo… per la prima volta nella serata, la sua voce aveva perso quel tono di fredda cortesia che aveva mantenuto finora. Draco sorrise, ricordando altri tempi.

La Mezzosangue tornò a sedersi, dall’altra parte del piccolo tavolo. Erano uno di fronte all’altra, occhi negli occhi. Draco percepì un po’ di tensione nella stanza. Le cose si fanno interessanti.

“Voglio che  adesso mi lasci parlare, Malfoy, senza interrompermi. Ogni commento tu possa fare rimandalo alla fine.”

E’ nervosa. La cosa lo incuriosì. Cosa poteva rendere nervosa Hermione Granger, Miss Perfezione, la Regina dei Puntini sulle I? Rispolverò il suo vecchio ghigno “made in Malfoy” e la invitò a proseguire con un cenno del capo.

“Per caso, mentre eri rinchiuso in quel sito archeologico che chiami casa, hai dato qualche occhiata a quello che succedeva là fuori?”

“Oh sì” rispose. “Andavo sempre a leggere le pagine che ti riguardavano. Dovresti fare l’attrice comica, Granger, hai talento.”

La vide stringere le mani a pugno. Probabilmente stava trattenendo l’impulso di spaccargli la faccia.

“Bene, allora credo che capirai perché mi trovo qui, da sola, senza che il mondo magico sappia dove sono, nemmeno Harry e Ron.”

“Ma non mi dire! Hai finalmente capito con che razza di idioti hai a che fare?”

“Ti ho detto… di stare… zitto.” Fece una pausa per qualche minuto, in cui recuperò il controllo dei nervi.

“Comunque, sono qui ormai da una settimana. E ti dirò di più, non sento la mancanza del mondo magico. Stavo bene… prima di vedere te.”

“E allora che ci faccio qui? Soffri di solitudine?”

“Non precisamente. Tu sei qui perché riconsegnarti agli Auror e farti riportare ad Azkaban sarebbe l’azione perfetta di una brava strega, obbediente e giudiziosa… esattamente ciò che mi sono stancata di essere.”

Per un attimo, Draco pensò di aver capito male, ma gli bastò guardarla in faccia per capire che era assolutamente seria. In altri tempi, la cosa l’avrebbe fatto ridere.

“Ne ho piene le tasche” continuò “di essere considerata una piccola Mezzosangue dalle idee bizzarre che per caso ha contribuito a fermare il più grande Mago Oscuro mai conosciuto. E tu sei capitato proprio al momento giusto. Chiariamoci, tu sei uno dei Purosangue più supponenti, arroganti e superficiali che io abbia mai conosciuto. Questo, però, non è una prova per dimostrare che sei un assassino, al contrario di quello che pensa la maggioranza dei maghi… che, per inciso, è la stessa che mi ride alle spalle.”

In quel momento, la strana diavoleria Babbana fischiò. La Granger si alzò per prenderla e versò il caffè in due tazzine.
“Quindi, se ho capito bene” si arrischiò a dire “sono qui perché la brava bambina si è finalmente decisa a crescere?”
“Non c’è nessuna brava bambina” lo rimbeccò, mettendogli davanti una tazzina fumante. “C’è una donna adulta e vaccinata che vuole fare un patto. Io ti aiuto a ripulire la fedina, e tu dirai che è tutto merito mio, una volta che questa storia sarà finita.”

Ma da dove è uscita questa? pensò Draco. E’ cresciuta, la Mezzosangue… decisamente cresciuta. Si concesse che un tale carattere meritava ammirazione. Non ci mise molto a concludere che la scelta era degna di essere accettata: se davvero poteva avere l’aiuto della strega più intelligente di Hogwarts, be’, non sarebbe stato così stupido da lasciarselo scappare.

“Affare fatto, Granger.”

“Bene” fece, bevendo un sorso di caffè. “Starai qui, finché non avremo abbastanza elementi per scagionarti. Le bacchette le terrò io, e non sperare che ti dica dove sono, perché non lo farò. Dormirai sul divano in salotto, ti ho già procurato le coperte. Provvederò io a procurarti il necessario: conosco abbastanza negozi Babbani per evitare di dover andare a comprare qualcosa nel mondo magico.”

Draco accettò tutto questo senza dire niente, preferendo nascondere la smorfia di disgusto nel caffè. Speriamo di non restare troppo, potrei essere contagiato.

“E adesso” disse, posando la tazzina, “tocca a te. Allora, se non hai ucciso tu Dean e Seamus, dov’eri quella sera?”

Sapeva che quel momento sarebbe arrivato, ma non riuscì comunque a reprimere la stretta allo stomaco. Quando al processo gli avevano fatto quella domanda, la vergogna gli aveva chiuso la bocca. Non poteva dirlo. Tutto, ma non quella confessione.

“E’ proprio necessario?”
“Se vuoi il mio aiuto, sì. Non posso aiutare un assassino che non sappia darmi almeno un motivo per non sospettarlo. E poi, io mi sono fidata di te nel dirti perché ti voglio aiutare, no? Mi aspetto la stessa fiducia in cambio, altrimenti il nostro patto non funziona.”
Inspirò a fondo. Purtroppo, aveva ragione. Coraggio, Draco, si disse. E’ solo un attimo. Apri la bocca e dille ciò che devi.

“Hai mai sentito parlare di Hades LeSerp?”

La vide sbuffare, mentre un sorrisetto di finta intolleranza le spuntava sul viso.

“Il nuovo fenomeno del goth rock magico, che si esibisce tre volte a settimana al Paiolo Magico? Non hai idea di quanto Luna mi abbia rotto la testa con le sue canzoni di qua, il suo fare misterioso di là…”
“Ce l’hai davanti.”

Ora era lei ad essere sorpresa, e a fare del suo meglio per non scoppiare a ridergli in faccia. “Tu sapresti cantare?”
“Io so cantare, Granger” replicò, colpito nell’orgoglio. Era sempre andato fiero delle sue capacità di cantante e ballerino, per la maggior parte sviluppate da autodidatta.
“Ah, sì? E allora come mai in sette anni a Hogwarts non ci hai deliziato di questa tua capacità?”
Calmati, Draco, calmati. E’ solo una piccola Mezzosangue ambiziosa. Calmati.

“Affari miei. Comunque, il mio contratto con il Paiolo Magico include uno spettacolo che va dalle undici di sera alle due del mattino. Se non ricordo male, Thomas e Finnigan sono stati uccisi verso mezzanotte. Non credo ti sarà difficile verificarlo, basta che vai al Paiolo Magico e chiedi.”

Passò qualche minuto di silenzio, in cui gli occhi della Mezzosangue continuarono a fissarlo curiosi e divertiti. Draco fece del suo meglio per sostenere quello sguardo, tentando di non abbassare il suo per nascondere l’imbarazzo e la vergogna. Draco Malfoy odiava Hades LeSerp, odiava quel lavoro che aveva accettato per non morire di fame, odiava le serate passate a saltare su quel palco per il divertimento di quattro idioti. E confessare che l’aveva fatto era la cosa più umiliante della sua vita.

“E si può sapere” chiese, dopo un po’ “perché il più nobile Purosangue di Hogwarts si è abbassato a un simile mestiere?”

Sentì le orecchie ferite dall’ironia e dal sarcasmo presenti nella sua voce. Era troppo. Scoppiò.

“Perché non ho soldi, va bene? Il mio patrimonio è stato confiscato, e i nostri cosiddetti amici si sono volatilizzati! Sono quattro anni che sto pagando per gli errori di mio padre!” Urlava, il viso stravolto dall’esasperazione, le parole che scorrevano libere dopo uno sfogo trattenuto oltre ogni umana sopportazione. “Mi hanno sbattuto ad Azkaban perché sono un ex Mangiamorte, dopo avermi tolto tutto… La mia casa cade a pezzi, i miei elfi domestici non sanno più a che santo votarsi per farci mangiare, la mia famiglia non esiste più! Io non sono più niente da quattro anni! E’ troppo chiedere un po’ di rispetto?
La voce gli mancò. Si accasciò sulla sua sedia nascondendosi il volto tra le mani. Merlino, quanto si sentiva stupido. Perdere il controllo così di fronte a una Mezzosangue… a quella Mezzosangue! Com’era caduto in basso…

Un attimo. Era reale quella sensazione alla spalla che sentiva? C’era davvero una mano lì sopra? Tolse le mani dal viso e guardò: sì, la mano della Mezzosangue era sulla sua spalla, forte e delicata al tempo stesso. “Scusa, forse ho esagerato” la sentì dire. Negli occhi color nocciola c’era solo comprensione: nessuna traccia di ironia.

Draco non seppe cosa ribattere a quel gesto inaspettato. Tentò di riprendere il suo solito modo di fare, ma non ci riuscì. Il sarcasmo, l’ironia, il disprezzo, erano cose che era preparato ad affrontare, ma quella comprensione nuova che vedeva negli occhi della ragazza lo confondeva. Mosse la bocca per un paio di minuti, prima di riuscire a formulare una frase di senso compiuto.

“Dov’è quel divano su cui hai detto che devo dormire?”



DRACO: Ma che frase idiota! Non potevi farmi uscire di scena con una battuta ad effetto?
AUTORE: Sì, ma sarebbe stato poco realistico. E poi, l'Autore chi è, qui?
DRACO: Va be', se permettete vado a finire di cantare The Music of the Night,  dovrò purtroppo ricominciare da capo...
HERM (mentre Draco fa ripartire la musica): Ma perché una volta o l'altra non facciamo il Fantasma dell'Opera?
AUTORE: Guarda, l'idea non è male, ma glielo dici tu a Draco che, se lo facessi, preferirei farlo con Piton e Lily piuttosto che con voi due?
  
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