Crossover
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Autore: isina17    25/09/2006    0 recensioni
Come un gruppo di amiche appartenenti a categorie di enti magici differenti trovano l' amore tra Demoni,Angeli,Conti,Equivoci, Vampiri,Veleni e... *rullo di tamburi* le Boozye! (Buzi) Cosa sono?..... il vostro Peggiore Incubo! scherzi apparte, leggetela! -RILETTA-RIPENSATA-RISCRITTA-
Genere: Romantico, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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IL BUON GIORNO SI VEDE DAL MATTINO

Esiste un detto che dice:

“il buon giorno si vede dal mattino”.

Non sapete quanto sia vero.

È già difficile alzarsi la mattina sapendo che devi andare a scuola, ma svegliarsi al dolce suono delle grida del tuo migliore amico deve essere veramente una tortura….

“Michael!”

Un ragazzo di 21 anni stava marciando deciso per il corridoio verso la camera del suo migliore amico, con il quale divideva l’ appartamento.

“Questa volta ti ammazzo, lo giuro!” continuò a gridare mentre apriva la porta.

“Eros, ma sei impazzito?” il ragazzo si alzò con un salto dal letto.

I suoi capelli rossi che normalmente erano lisci ma leggermente scompigliati, sembravano essere appena usciti da una lavatrice impazzita. Il lato destro della maglietta nera del pigiama non c’ era più, lasciando visibile il drago viola tatuato che iniziava dall’ addome e terminava sulla sua guancia sinistra ed entrambi i cuscini erano dall’ lato opposto del letto.

Anche se visibilmente frastornato, il ragazzo guardò l’ intruso in camera sua con occhi dorati che giuravano vendetta. Nessuno poteva disturbare in questo modo il suo sonno di bellezza.

Nonostante il suo aspetto che sembrava essersi momentaneamente ribellato, non perdeva comunque niente del proprio fascino e restava sempre molto attraente.

Alto circa 1 metro e 85, aveva il fisico ben strutturato, ma non esageratamente palestrato.

Era un bel ragazzo ma pur essendone cosciente non si dava troppe arie.

A meno che, ovviamente, non si trattasse di una buona scusa per attaccare briga con Eros, il suo migliore amico, con il quale da due anni divideva un piccolo appartamento vicino all‘ università che frequentavano insieme.

Erano sempre stati insieme, da quando erano piccoli.

All’ inizio la loro era stata un amicizia fondata su un desiderio costante di entrare in competizione l’ uno con l’ altro, ma con il tempo, e con il fatto che alla fine i loro compiti si erano rivelati essere molto diversi l‘ uno dall‘ altro, era solo rimasta la voglia di scherzare e di passare del tempo insieme.

Eros aveva la sua stessa età, ma a parte la forte amicizia che li univa restavano due ragazzi fisicamente e caratterialmente completamente diversi.

Eros aveva dei lineamenti più femminili, ma non eccessivamente. Si notava subito che era un ragazzo nonostante il fatto che i lunghi capelli biondi avrebbero potuto non darlo a vedere.

Gli occhi azzurri gli davano un aria quasi reale, anche se l’ atteggiamento non era certo quello di una persona che si sentiva superiore agli altri.

Alle volte era anche troppo accondiscendente nei confronti delle persone che gli chiedevano aiuto.

Era una persona molto sensibile, caratteristica fondamentale per il suo tipo di lavoro.

Al contrario, Michael aveva una personalità molto più combattiva, tanto che a volte appariva arrogante… ok, molte volte appariva arrogante, ma era solo il suo modo per dimostrarsi meno insicuro, e per questo prendeva “di petto” le persone che, in qualche modo, potevano minacciare la sua autorità.

Autorità che in fondo non poteva esercitare sugli altri, ma lui questo non lo capiva.

“Se sono impazzito? Ma ti sei visto allo specchio? Sembra che tu abbia sia appena uscito da un incontro di Lotta Libera contro i tuoi stessi cuscini!” lo prese in giro l’ amico che si era fermato ad osservarlo appoggiandosi sulla cornice della porta.

Indossava una maglietta a maniche lunghe bianca e un paio di Jeans chiari.

Ai piedi aveva delle normali scarpe da ginnastica.

“Quindi, mi avresti svegliato di Domenica mattina per commentare sul mio aspetto fisico?”

Gli chiese Michael guardando l’ amico con disprezzo.

“Non solo” gli rispose adesso Eros con tono non più scherzoso ma freddo “sono venuto per commentare anche sulla tua salute mentale…vedi, non è Domenica, è Lunedì! E a meno che tu non voglia continuare ad arrivare puntualmente in ritardo a lezione ogni giorno, dovresti comprare una sveglia…e un calendario…e un cervello…”

Eros riuscì a trattenersi a fatica dal ridere alla reazione del suo amico, che prima lo aveva guardato con aria persa, poi aveva spalancato gli occhi e infine si era letteralmente lanciato fuori dal letto, sbarazzandosi , nel processo, del resto della maglietta e iniziando a vestirsi quasi alla velocità della luce.

“Cavolo Eros, ma perché non mi hai svegliato prima?” gli chiese Michael che adesso stava tentando di mettersi le scarpe, correre in cucina, e preparare la sua borsa dei libri, tutto nello stesso momento.

“Non sono mica tua mamma! E poi scusami ma non sei stato proprio tu a dirmi, cito testualmente: - entra in camera mia senza permesso e ti taglio le ali, prendi le mie cose senza permesso e ti taglio le ali, colpiscimi ancora con le tue frecce e ti taglio le ali, fregami la ragazza e ti taglio-”

“Le ali. Lo so.” lo interruppe Michael che era riuscito a vestirsi discretamente e adesso era alla porta dell’ appartamento con le chiavi della macchina in mano. Indossava anche lui un paio di Jeans chiari, ma aveva una camicia nera a maniche lunghe, forse di una taglia troppo grande, e un paio di All Star nere.

“No Mik…veramente non avevi detto che mi avresti tagliato le ali. Ma se preferisci quelle come alternativa, io non ho certo da obbiettare.”

“Lasciamo fare Va….. Ma come fai a ricordarti esattamente le mie parole? Te le avrò dette il giorno in cui siamo trasferiti qui insieme, e sono passati 2 anni!”

“Tu non hai di che preoccuparti perché probabilmente ne sei sprovvisto, ma io tengo moltissimo ai miei gioielli di famiglia, così come qualunque vero uomo. Dunque ricordo molto bene ogni volta che il mio orgoglio maschile viene messa a repentaglio.” gli rispose Eros uscendo dalla porta con un ghigno compiaciuto in viso, ignorando completamente gli sguardi nauseati di Michael.

“No comment.”

“Bravo Mik… no comment, e adesso andiamo che abbiamo solo 10 minuti per passare a prendere il Conte e arrivare a scuola in tempo.”

-------------------------------dall’ altra parte del Campus un ora prima---------------------------------

“Loy! Dove hai messo il mio libro di Chimica?!”

“L’ hai prestato alla Z (soprannome di Elisa, si legge zi) non a me!!”

“Loyola io non studio chimica!!”

“Oh..”

“Ana, hai visto il mio quaderno degli appunti?”

“è nel mio zaino”

“Cosa ci fa nel tuo zaino?!”

“Ce lo hai messo tu!”

“No! Altrimenti non ti avrei chiesto dove si trovava, ti pare!?”

“Su, veloci che facciamo tardi!”

Tre ragazze stavano correndo per l’ appartamento come se fosse appena andato in fiamme mentre una quarta era tranquillamente seduta su uno dei divani del salottino.

Non era un appartamento grandissimo, ma più che sufficiente per quattro ventenni che un anno prima erano state troppo eccitate all’ idea di andare finalmente a vivere insieme ,per scegliere con cura il posto in cui sarebbero dovute andare a finire.

Così, avevano scelto di affittare insieme uno degli appartamenti disponibili all’ interno del Campus dell’ università.

Comunque non era certo piccolissimo, avevano due camere doppie,una camera singola, una cucina, due bagni e un salottino.

La divisione delle camere aveva fatto nascere una vera e propria guerra civile tra le quattro ragazze, ma una buona dose di ceffoni da parte di Ana era riuscita a sedare tutte le discordie e a trovare un metodo più diplomatico per dividere le stanze.

Con metodo diplomatico intendo un partitone di Monopoli in cui la vincitrice avrebbe avuto il diritto di scegliere come sistemarsi… anche se alla fine si erano coalizzate tutte contro Ana perché, nel caso in cui avesse potuto scegliere lei, sarebbero sicuramente andate a finire tutte e tre a dormire sul divano.

(Paolina vinse)

A dire tutta la verità, un bel lato positivo nel vivere tanto vicine alla scuola c’ era, ed era quello di poter dormire (relativamente) fino a tardi.

Loyola, Elisa e Paolina erano delle pigrone inguaribili.

Preferivano di gran lunga fare tardi la sera per poi alzarsi dopo pranzo piuttosto che uscire il pomeriggio e andare a letto presto.

Ma questo ritmo da vampire le avrebbe uccise prima o poi!

Ana, al contrario, poteva dormire solo 2 ore e sembrava la persona più riposata del mondo.

Elisa e Loyola attribuiscono questo suo lato ai geni che divide con le Boozye, festaiole inguaribili.

Ana aveva veramente un caratterino.

Era sempre stata una persona molto difficile da avvicinare.

Non era mai stata molto aperta a nuove amicizie, e questo l’ aveva fatta sembrare come una persona scorbutica e poco socievole agli occhi di chi non la conosceva bene.

In realtà sarebbe capace di dare la vita per le proprie amiche (come tutte loro farebbero per lei ,del resto), il fatto è che si accontentava di quelle che già aveva. Ma se avesse voluto, non avrebbe fatto certo fatica a trovare tanti amici, sia per la sua simpatia che per la sua disponibilità.

L’ unico suo grande difetto era quello di non essere molto profonda, ma un tantino superficiale.

Ad esempio, non avrebbe mai guardato due volte un ragazzo senza un fisico particolarmente impressionante, e non si fermava davanti a niente pur di ottenere ciò che voleva.

Come quella volta in cui volle pedinare un ragazzo che neanche conosceva durante una gita scolastica a Parigi.

Ana, e con lei Elisa e Loyola che erano insieme alla ragazza, finirono per ricevere una bella denuncia per molestie.

A volte, però, l’ attenzione era reciproca. Erano rare le occasioni in cui non veniva corrisposta, infondo era una bella ragazza, con capelli castano scuro lunghi fino all’ altezza delle spalle e occhi quasi altrettanto intensi.

Non era comunque molto alta, raggiungeva circa il metro e 65, ma era bella così.

Paolina era esattamente l’ opposto di Ana, che invece che apparire esuberante dava più l’ impressione di essere una persona che ha un atteggiamento superiore.

Sempre molto calcolata e attenta a non lasciarsi mai prendere dal momento, non era mai stata la prima a fare la prima mossa, ma aspettava che fossero gli alti a venire da lei.

Forse era stato anche un po’ il suo aspetto fisico a farla sembrare quasi irraggiungibile.

La pelle chiara, i capelli neri, lunghi fino ad oltre metà schiena, gli occhi marroni.

In tutta la sua vita non aveva mai indossato un paio di pantaloni, era molto calcolata anche nei movimenti. Se avesse voluto avrebbe potuto fare la modella, ma nonostante il suo bell’ aspetto, aveva sempre voluto concentrarsi suolo studio, dimostrandosi una persona davvero dotata di grande intelligenza.

Spesso Loyola ed Elisa si erano chieste come facesse a mantenere tutto il suo autocontrollo.

Poi, un giorno, lo scoprirono… i suoi unici punti deboli…

La crema di Whisky e il caffè; per un bicchiere dei quali venderebbe anche l’ anima.

Era comunque, sempre stata la migliore amica di Elisa, che aveva conosciuto quando avevano entrambe 3 anni.

Erano all’ asilo, e visto che Elisa era piaciuta alla mamma di Paolina, avevano iniziato subito a stare insieme.

Perché Elisa era piaciuta a sua mamma?

Perché sembrava un angioletto dai capelli biondi e gli occhi verdi.

Le cose non erano cambiate molto, aveva sempre i capelli biondi, lunghi e lisci, e aveva sempre gli occhi verdi, con una striscia marrone che tagliava l’ occhio destro a metà.

Era però cresciuta parecchio, diventando alta quasi 1 metro e 80.

Si era dimostrata particolarmente dotata per l’ arte.

Adorava disegnare, e quando non aveva una matita in mano, è perché al posto suo c’ era un libro.

Si era rivelata anche abbastanza brillante nello studio, ma mai quanto Loyola.

Loyola era un vero genio.

Particolarmente brillante nelle materie scientifiche come Chimica e Matematica, lei ed Elisa si erano conosciute per sbaglio, durante una gita in seconda Liceo.

Loyola si trovava in Italia da quasi un anno, (trasferitasi lì perché suo padre era un militare)

ma essendo andata a finire in una classe in cui l’ individuo migliore meritava solo di essere ghigliottinato, quando era stata costretta dai suoi genitori ad andare in gita era finita in camera con Elisa e Ana.

Da lì, iniziando da un discorso sul Signore degli Anelli, erano diventate inseparabili.

Era quasi impossibile non volerle bene.

Si era dimostrata essere una persona dolce e sensibile, ma non aveva comunque paura di dire ciò che pensava, e per questo veniva rispettata.

L’ unico campo, però, in cui era veramente insicura, era quello riguardante i ragazzi.

Anche se infondo non aveva assolutamente motivo di preoccuparsi.

Era veramente una bella ragazza, con i capelli castani, lunghi fino all’ altezza delle spalle e gli occhi nocciola.

Restava comunque sullo sportivo, al contrario della Pao che amava il classico.

Era molto brava a fare Kik Boxing, che aveva iniziato a praticare insieme ad Ana.

Elisa e Paolina, invece, non amavano gli sport con il contatto fisico diretto.

Elisa erano ormai diversi anni che praticava Tiro con l’ Arco, e Paolina aveva studiato danza da quando era solo una bambina.

 

“Non posso crederci Pao, noi siamo in ritardissimo e tu sei lì tranquilla che ti bevi un caffè”

La rimproverò Ana che con una scarpa in mano stava saltellando verso la porta dell’ appartamento.

Indossava una maglietta bianca, con dei Jeans chiari e una felpa bianca legata in vita.

Le scarpe, o in questo caso la scarpa, era una normale scarpa da ginnastica argentata

“Esatto Pao! E poi come fai a non essere iperattiva? È già la terza tazza di caffè che bevi in mezzora, se ci fossi io al posto tuo, a quest’ ora non riuscirei a stare ferma”

Loyola era appena uscita da camera sua vestita con una maglietta a maniche corte color crema, e un paio di pantaloni Beige, portando i libri in una borsa a tracolla.

“Forza Pao, prendi la tua roba e andiamo.. Io ho lezione tra 10 minuti…accidenti…AAH!”

Elisa aveva scaricato non con molta leggerezza lo zainetto di Paolina accanto a lei sul divano, ed era scattata, quasi correndo, in direzione della porta. Tanto che era inciampata sul famoso libro di chimica di Ana ed era finita per terra.

Indossava una maglietta senza spalline celesta, con un paio di Jeans scuri e sandali blu.

Anche lei aveva la borsa dei libri a tracolla.

“Accidenti, oggi proprio non è la mia giornata… mi aiutate ad alzarmi?”

Ana e Loyola la aiutarono a rimettersi in piedi e fecero per uscire dalla porta quando notarono che l’ altra loro amica non aveva ancora fatto cenno di volersi alzare dal divano.

Agli sguardi inquisitori delle tre ragazze Paolina si alzò elegantemente dal divano, raccattò la sua borsa dei libri appoggiando la tazza di caffè sul tavolino del salotto, e si diresse con calma inaudita verso la porta dell’ appartamento dove le sue tre amiche, adesso la stavano guardando come se, nel caso in cui fosse stata più lenta, sarebbero corse nuovamente dentro l’ appartamento e l’ avrebbero portata fuori in collo.

“Siete troppo agitate di mattina… vi offro la colazione, andiamo.”

E non degnandole nemmeno di uno sguardo, iniziò a camminare giù per le scale.

All’ inizio Loyola, Ana ed Elisa si guardarono negli occhi, poi corsero anche loro giù per le scale dietro alla loro amica, ricordandosi che erano in ritardo.

“Pao! Non puoi offrirci la colazione! Siamo in ritardo!” le ricordò Elisa che l’ aveva raggiunta.

“Avete provato a dare un occhiata ai vostri orologi prima di agitarvi come pazze?” le rispose Paolina che, uscita dalla palazzina, stava camminando tranquillamente in direzione di un bar sull’ angolo dell’ incrocio.

“Certo che abbiamo guardato l’ orologio! è partita la sveglia e abbiamo visto che aveva suonato mezz’ ora in ritardo! Per questo ci siamo “agitate come pazze” le rispose Ana che , come le altre, si stava arrabbiando perché non riusciva a capire dove l’ amica volesse arrivare.

Questa volta Paolina interruppe la sua marcia verso il bar per tirare su la manica della camicia e mostrare al trio l’ ora che segnava il suo orologio.

“Hai visto Pao! Anche il tuo orologio segna le 8..infatti dovremmo già essere a lez..LE OTTO?!?!”

“Ma..ma..non è possibile! Quando ho guardato la mia sveglia, diceva che erano le 8 e mezza! Come fa ad essere ancora così presto?si sarà fermato il tuo orologio!” Loyola non riusciva a capire cosa fosse successo.

“Mie care…” rispose loro Paolina che adesso le stava guardando con un sorriso che sapevano benissimo era più falso della bontà delle Boozye.

“Sono stanca di dovermi alzare sempre al suono degli urletti isterici di voi che siete in ritardo, quindi, ieri sera, ho mandato avanti le vostre sveglie… il che significa che abbiamo un po’ di tempo prima di dover andare a lezione. Ora, avete due opzioni :

accettare il mio invito ad offrirvi la colazione, oppure mangiare a pranzo quello che cucino io”

A questo le tre ragazze fecero un passo indietro, coprendosi la bocca dallo shock a quello che poi aggiunse la loro amica: “per 2 settimane”.

Dopo di che, Paolina, si girò e tornò nuovamente a camminare in direzione del bar.

-non avrebbe mica il coraggio di farci mangiare quello che cucina per 2 settimane? Morirebbe anche lei!-

Pensò Loyola mentre guardava la Pao che si stava allontanando.

-potremmo fare finta di voler andare a trovare i nostri genitori e sparire per alcuni giorni-

Si disse Ana che sperava di trovare una via d’ uscita.

-ho sonno, ma non voglio morire- Ed Elisa si mise a camminare dietro la Pao con accanto le sue amiche.

“Sarà una giornata molto lunga” dissero all’ unisono, sospirando tutte e quattro.

-------------------------------ancora da un’altra parte del Campus-------------------------------------------

“Ale, mi presti il tuo lucidalabbra?”

“Solo se mi lasci il tuo ombretto!”

“A me chi mi lascia usare un mascara?”

“C’è mica una matita nera che la mia è finita?”

Le tre Boozye si stavano accalcando l’ una sopra l’ altra per avere il monopolio dello specchio nel bagno, ma a parte questo sembravano le ragazzine più felici del mondo, nonostante fossero in ritardo di 10 minuti, non avessero ancora preso i loro libri, la sera prima avevano avuto la brillante idea di ubriacarsi e ,infine, avevano usato l’ unico loro estintore per giocare un brutto scherzo al loro vicino d’ appartamento altrimenti noto come “Il Pervertito”… il poveretto , al suo risveglio, avrebbe seguito la sua normale Routine mattiniera senza sapere che le tre Boozye gli avevano gentilmente sostituito il quasi vuoto recipiente di schiuma da barba, per uno bello peno -pieno sì, ma di schiuma di estintore- e tutto questo perché questo donnaiolo sembrava provarci con tutte tranne che con le tre ragazzine.

Insomma, adesso stavano uscendo tutte e tre dal loro appartamento per arrivare, come di consueto, in ritardo a lezione.

Questo sarebbe stato il loro primo anno all’ università, anche se la scuola era cominciata già da due mesi.

Non che fossero particolarmente brillanti, la carriera scolastica non era mai stata un vero e proprio problema per loro, ma non essendo ancora abbastanza grandi o abili per andare a lavorare definitivamente per Kira, avevano dovuto necessariamente iscriversi alla stessa Università delle rispettive sorelle, nonché guardiane, e continuare a vivere la loro vita in santa pace.

Si…la loro vita era, effettivamente, l’ unica che continuava a trascorrere in tranquillità perché l’ episodio con il “pervertito” citato qua sopra, era stato solo uno dei tanti.

A dire il vero, i problemi per Loyola, Ana , Paolina ed Elisa iniziarono molto prima dell’ arrivo delle fanciulle all’ università.

Qualche giorno dopo l’ incontro tra Elisa e Loyola, alla fine della seconda liceo, le due ragazze avevano deciso di far incontrare anche le rispettive sorelline nella speranza che potesse nascere un amicizia.

Quello che non potevano certo immaginare, era che sarebbe nato qualcosa di molto più grande di loro.

Era iniziata come un uscita tranquilla, erano in un cinema all’ aperto, ormai era estate, ed Elisa aveva invitato Paolina, Ana, e Loyola ad andare con lei e sua sorella.

Ovviamente Loyola aveva approfittato dell’ occasione per portare con se anche sua sorella Alejandra, e Gianna aveva chiamato la sua migliore amica, Giulia.

Nel momento in cui Gianna, Giulia ed Alejandra si salutarono, qualcosa cambiò.

Era stato un po’ come se il tempo si fosse fermato, e davanti a loro apparve Kira.

Potete anche solo immaginare lo sconforto di 7 adolescenti che si vedono materializzare davanti agli occhi un uomo alto, dai capelli neri, lunghi, con i lineamenti rigidi e un espressione illeggibile in volto.

Le informò, con voce fredda, tanto da far correre dei brividi lungo schiena a tutte, che una

Profezia riguardante la nascita di una nuova specie sperimentale di demoni si era compiuta con l’ incontro delle tre ragazzine e, nel caso in cui avessero avuto bisogno di chiarimenti o di una guida, lasciò loro un cristallo che lo avrebbe invocato se avessero voluto.

Ora, l’ unica che in quel momento era stata capace di muoversi, forse perché vantava la presenza della caffeina di almeno 24 caffè nel sangue, era stata Paolina che, riluttante e spinta dalle altre, aveva preso l’oggetto dalle mani del demone.

Subito dopo scomparve, lasciandole alla stregua di parole anche da scambiare tra di loro.

Erano rimaste lì, bloccate, fino a quando il passaggio di un ragazzo tutto pompato aveva sbloccato a pieno Ana che, di conseguenza, aveva riportato tutte fuori dalla loro trance.

Alla fine avevano concordato che sarebbe stato meglio dimenticare l’ accaduto, probabilmente era solo uno stupido scherzo che qualche adolescente sadico aveva voluto giocare su di loro.

Con il tempo, però, notarono alcuni cambiamenti.

Ogni volta che diventavano particolarmente emotive, finiva per succedere qualcosa.

Gianna, Giulia e Alejandra finivano per trasformare un oggetto in un altro oppure facevano esplodere qualcosa (per fortuna mai qualcuno).

Ana iniziò a fare sogni strani, molto più nitidi; alle volte, alcuni finivano persino per avverarsi.

Loyola iniziò a sentire voci, quasi non riusciva più a dormire la sera.

Paolina riceveva dei calci mentali ogni volta che qualcuno le mentiva, non che fosse in grado di capirlo al momento ma dopo due o tre volte riuscì a capire perché si sentiva tanto stressata.

Ed Elisa, durante uno dei suoi allenamenti nella palestra in cui faceva tiro con l’ arco, fece esplodere uno dei centri con una freccia perché , in modo da poter centrare meglio il bersaglio, aveva immaginato di colpire la testa di un suo compagno di classe che quel giorno l’ aveva fatta particolarmente arrabbiare.

Insomma, alla fine erano rimaste terrorizzate.

E per quanto la ritenessero una cosa ridicola, decisero di usare la chiamata del cristallo…o qualunque cosa fosse……

Per l’ orrore di tutte, funzionò.

Apparve nuovamente Kira.

Questa volta fu molto più chiaro riguardo alla loro situazione.

Gianna, Giulia e Alejandra, per qualche strano scherzo del destino non erano altro che le Boozye di una profezia, secondo la quale avrebbero dato vita ad una nuova generazione di demoni.

Essendo, però, solo i primi esemplari di questa nuova “specie”, avevano necessariamente bisogni di guardiani… e chi meglio delle proprie sorelle e di persone a loro altrettanto vicine?

Siamo sinceri, chi non vorrebbe avere dei poteri magici?

Per questo, una volta digerita completamente la notizia, le ragazze iniziarono ad accettare il loro ruolo.

Le Boozye non fecero molta fatica ad abituarsi ai propri poteri dal momento in cui scoprirono che potevano trasformare semplici bottoni in accessori all’ ultima moda e fare il lavaggio del cervello al proprio professore.

Inoltre, Kira fu molto più d’ aiuto, addestrandole non personalmente ma indicando loro chi avrebbe potuto farlo per lui.

Certo, all’ inizio le domande erano molte, ma con il tempo divenne per loro quasi naturale convivere con i propri poteri.

Le Boozye erano perfettamente a loro agio.

Ana, l’ unica Boozye-Guard esistente, poteva controllare a volere le proprie visioni, diventando capace di bloccare i propri sensi per evitare di avere premonizioni, e se proprio ne riceveva una anche con una barriera alzata, voleva dire che era una cosa che doveva necessariamente vedere.

Il nome Boozye-Guard era nato dal fatto che la ragazza non era ne una Boozye, ne una Guard, ma prendeva le parti di uno o dell’ altro gruppo a seconda del momento.

A volte aiutava le Boozye a rendere la vita delle Guard (come quella di chiunque capitasse loro sotto tiro) un vero e proprio inferno, e a volte fiancheggiava le Guard nei momenti in cui la forza distruttiva delle bestiole andava arrestata.

Comunque, tra le tre guardiane (Loyola, Paolina ed Elisa) non c’ era malcontento oltre al fatto che adesso dovevano esercitato un controllo quasi serrato sulle Boozye.

Paolina non diventava più nervosa se qualcuno le mentiva e poteva lavorare tranquillamente sui suoi esperimenti (pozioni, antidoti…).

Loyola poteva comunicare con spiriti che si trovavano già nell’ oltre tomba, come quelli che erano rimasti sospesi nel mondo dei vivi (potere molto utile se dovevano trovare informazioni su di una persona o un oggetto) ed Elisa poteva purificare demoni usando le mani o , all’ occorrenza, frecce.

Anche se all’ inizio non riuscivano a capire perché era toccato proprio a loro ricevere questo “dono”, come lo aveva introdotto Kira, con il tempo, oltre che ad apprezzare i propri poteri, videro il fatto che erano proprio le loro sorelline queste famose “Boozye”, come cosa positiva perché nonostante la maggior parte delle volte potessero sembrare come superficiali, cattive, sciocche, pazze……… infondo erano ragazze molto speciali.

Gianna era sempre stata molto sicura di se, senza però perdere la sua dolcezza e la sua sensibilità.

Aveva sempre avuto come sua eterna complice Giulia, che aveva conosciuto durante il suo primo giorno alle elementari.

Una frase banale come “vuoi essere mia amica”, detta da due bambine con le codine e i fiocchi nei capelli era stata l’ inizio di un amicizia epica.

Da quel giorno non si erano mai separate, anche se le liti ci sono state, ma Giulia era sempre stata accondiscendente nei confronti di Gianna, probabilmente per insicurezza.

Resta il fatto però che ogni volta che le due ragazze si trovino insieme, diventa praticamente impossibile non ridere.

Hanno una spensieratezza e una voglia di vivere davvero sorprendente.

Alejandra è forse la più dolce delle tre, e anche quella con più voglia di divertirsi.

Tutto sommato, l’ unico loro difetto, che poi si può rivelare dannoso sotto molti punti di vista, è quello di non essere molto mature; e anche per questo le Guard e Ana provarono con tutte le loro forze a convincerle di frequentare la loro stessa università.

Tanto per provare di ridurre al minimo i possibili danni che le Boozye avrebbero potuto causare.

Alla fine era stato Kira a convincerle.

Comunque, eravamo rimasti alle Boozye che stavano trotterellando allegramente verso la loro prima aula di lezione.

Tutte e tre indossavano una mini gonna rosa, di sfumature diverse, ma pur sempre rosa, una maglietta bianca con il colletto, e una giacchetta sempre rosa.

In spalla avevano una cartella con l’ 1% delle sue capacità, impiegato per i libri, e il 99% rimanente, per trucchi, cambi di vestiti, e per le occasioni d’ emergenza, scarpe con il tacco.

Adesso indossavano semplicemente un paio di sandali bianchi legati alla caviglia.

Viste da dietro, potevano sembrare tutte e tre sorelle gemelle, avevano all’ incirca, tutte la stessa altezza,e i capelli , tutte e tre, di un marrone scuro, anche se con tagli differenti:

Gianna li aveva corti appena sopra le spalle, riccioli.

Alejandra poco più lunghi e lisci, e Giulia lungi fino a metà schiena e leggermente ondulati.

Gianna aveva gli occhi verdi, mentre Alejandra e Giulia, gli occhi color nocciola.

Da lontano sembravano ragazzine normali, con i vizzi, le paure e i desideri di tutte le ragazze della loro età.

Eppure il loro non sarebbe mai stato un futuro normale, come del resto quello delle loro guardiane.

Il loro primo incontro non aveva fatto altro che dare inizio ad una reazione a catena che le avrebbe portate a vivere, tutte insieme, avventure inimmaginabili.

Tra le quali, la più grande che si possa vivere.

La strada più difficile da percorrere, ma sulla quale, inevitabilmente, passiamo tutti.

L’ amore.

Che fare se si incrocia una Boozye innamorata?

Semplice… pregare, urlare e SCAPPARE.

 

 

Ja Ne!

Z.Z.

 

---------------------------------------CHIACCHERANDO-------------------------------------------------

ELISA: Wow......il primo capitolo è finito.....

BOOZYE: *in coro* BELLO! BELLO! BELLO!

ELISA: Davvero vi è piaciuto?

BOOZYE: *in coro* BELLO! BELLO! BELLO!

ELISA: *le scende una lacrima dalla commozione* oh ragazze, mi fate felicissima! e io che pensavo che non ve ne importasse proprio nulla.

ANA: hem....Z..... in effetti, non credo che a loro importi molto di questa storia.

ELISA: Ma cosa dici?! *sguardo indignato* non vedi quanto dicono che è bello? vero mimme *sorride alle Boozye* è bello no?

BOOZYE: *in coro* BELLO! BELLO! BELLO!

ELISA: *le abbraccia* vi amo tanto....

LOYOLA: Ely....ecco...non stanno parlando del capitolo...Ana ha ragione.....

ELISA: *sguardo minaccioso in direzione di Ana e Loyola* dovreste vergognarvi! siete solo gelose del fatto che le Boozye trovano bellissimo il mio-

*viene interrotta dalle Boozye che le lanciano in viso una rivista di moda*

BOOZYE: *iniziano a saltare in cerchio gettando fogli per aria* Nuovo Catalogo di Gucci!! Nuovo Catalogo di Gucci! Yaaaaaah!!!!!

ELISA: *sguardo perso nel vuoto* ...............NO - COMMENT..................

 

 

 

 

 

 

  
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