Crossover
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Autore: isina17    25/09/2006    1 recensioni
Come un gruppo di amiche appartenenti a categorie di enti magici differenti trovano l' amore tra Demoni,Angeli,Conti,Equivoci, Vampiri,Veleni e... *rullo di tamburi* le Boozye! (Buzi) Cosa sono?..... il vostro Peggiore Incubo! scherzi apparte, leggetela! -RILETTA-RIPENSATA-RISCRITTA-
Genere: Romantico, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Film
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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A/N:*striscia per terra* ragazzi, non avete idea di quanto mi dispiace! Sono pienamente consapevole del fatto che sono passati 1...2...3.….insomma TROPPI mesi, ma non potete capire quanto il tempo che ho a disposizione, alla fine, non sia MAI abbastanza per fare tutto. Ho riscritto (PER L’ ULTIMA VOLTA) la Fan Fiction perché mi sono resa conto che i primi capitoli erano veramente brutti, e anche di questo vi chiedo scusa. Seriamente, come avete fatto a leggerli? Nell’ arco dell’ estate sono riuscita a scrivere altri 5 capitoli, che però non aggiungerò subito…altrimenti le cose non sarebbero più divertenti. Credo di essere migliorata moltissimo, ma spero proprio che sarete voi a dirmelo attraverso le vostre recensioni… Per favore, se leggete, lasciatemi un commento. È MOLTO importante. Insomma, vi ringrazio ancora per la vostra pazienza e per non avermi infamata! Buona lettura. Besitos Z.Z.

PROGETTI A PRANZO

La pausa pranzo era uno dei momenti più attesi da tutti gli studenti.

Certo, la mattinata era di sole tre ore di lezione, ma molte erano lezioni molto pesanti e spesso, tra gli studenti, c’ era chi doveva tornare anche di pomeriggio, che fosse per i corsi di recupero, per attività extra scolastiche o per i corsi degli iscritti ai vari Club.

In questo momento, però, la pausa pranzo era appena iniziata e ogni studente si stava avviando a mangiare nella propria direzione, visto che tutto il perimetro della scuola era letteralmente circondato da ristoranti, bar e piccoli chiostri che venivano presi d’ assalto in quell’ ora.

Loyola, Paolina, Ana ed Elisa, dopo essersi incontrate all’ uscita dell’ aula di Francese ( nessuna di loro aveva preso quella materia, ma era l’ aula più vicina a tutte e quattro) si erano messe a sedere sul loro solito tavolino ad aspettare il ritorno delle Boozye, che erano state mandate a prendere da mangiare per tutte.

Ovviamente,a loro volta, le tre ragazzine avevano corrotto dei ragazzi che, troppo occupati a sbavare dietro ai falsi angioletti, ormai erano diventati dei veri e propri schiavi e che venivano mandati al posto loro a fare la coda per prendere del cibo.

Comunque, le nostre Guard ed Ana, le stavano aspettando sedute sul solito tavolino da Pik-Nik, che si trovava in un bellissimo giardino, non molto lontano dalla scuola.

Capirete che era molto difficile trovare, tra tutta quella gente, un tavolo libero. Per non dire sempre il solito, ma il fatto è che Elisa, ci aveva attaccato sopra una specie di Fuda, che piuttosto che purificare il tavolo (Dando per scontato il fatto che il tavolo non è un essere vivente, tanto meno un entità demoniaca, e tentare di purificarlo sarebbe stupido anche per una Boozye) , serviva a creargli intorno una barriera che avrebbe reso invisibile all’ occhio umano, chiunque vi si sarebbe seduto sopra.

Ora, non sto parlando di un invisibilità intangibile, nel senso che le persone potevano passare loro attraverso, ma sto parlando di un invisibilità illusoria.

Il trucco stava nel fatto che il Fuda, creava una barriera che inglobava sia il tavolo che le persone che ci stavano sopra, e proiettava sulla superficie del campo di energia, l’ immagine della siepe al di là del tavolino.

Ovviamente, le uniche persone che potevano vedere la barriera, e tanto meno attraversarla, erano loro. E non perché la barriera le riconosceva o cose simili, ma perché solo le entità magiche la potevano vedere, e almeno per quanto ne sapevano, loro erano le uniche nei paraggi.

In poche parole, potevano fare quello che volevano, e nessuno le avrebbe viste o sentite, anche perché era come una cupola insonorizzata.

Insomma, le ragazze, adesso, si stavano raccontando le propria mattinata, e finora, la storia più interessante, era stata quella di Ana.

La Boozye-Guard era seduta sul lato destro del tavolo con accanto Loyola e poi il posto riservato ad Alejandra, davanti a lei sedeva Elisa con accanto Paolina, e come capo tavola avevano tenuto il posto da un lato a Gianna e dall’ altro a Giulia.

“Insomma, questo ragazzo era veramente stupendo, mamma mia, avreste dovuto vederlo:

Biondo, alto, muscoloso, occhi azzurri. Un angelo! E poi è stato gentilissimo! Mi ha sopportata durante tutta la mia bizza, e ha tentato di afferrarmi una volta sola” continuò a parlare Ana, sfoggiando un sorriso a 32 denti.

“Mioddio, è davvero un santo..” considerò Paolina, che guarda caso, aveva in mano un bicchierino di caffè.

“Deve piacerti veramente tanto, è passata mezz’ ora e ancora non hai visto nessun altro ragazzo che lo batte in fatto di bellezza….. È un record”

“Si, lo so!” le rispose la ragazza che non aveva individuato la vena di sarcasmo nella voce dell’ amica. Del resto, non è che Paolina si potesse biasimare, Ana aveva uno strano modo di vedere i ragazzi, questo è un altro degli aspetti ereditati dai geni Boozye.

Diciamo che mentre le Guard sono le classiche ragazze romantiche, che sognano il ragazzo ideale, da amare per tutta la vita, la nostra cara Boozye-guard, così come le tre giovani Boozye, è più il tipo da impostare una relazione piuttosto che sulle linee di “Ti amo come la mia stessa vita”, più sull’ onda “Hai un bel culo…ma avanti il prossimo”

Insomma, era una faccenda delicata.

Comunque, Ana continuava a raccontare alle ragazze la piccola avventura che aveva avuto durante la lezione di disegno.

“Cavolo ragazze, ma come avete fatto a non notarlo? Uno come lui non passa certo inosservato…”

E adesso Ana aveva uno sguardo perso negli occhi.

“Si potrebbe dire lo stesso di te” disse Elisa, più a se stessa che all’ amica, che però la sentì comunque.

“Come prego?”

“Nulla tesoro, nulla!” si difese la ragazza che non voleva litigare.

“Comunque, hai detto che frequenta il Club no? Strano, io non l’ ho mai visto….”

“Non saprei, magari è lì in orari differenti. Comunque ha detto che doveva tornarci oggi pomeriggio dopo la pausa pranzo, magari lo vedi visto che devi andare lì come sostituta istruttrice ai nuovi iscritti. Prova dare un occhiata in giro.

Aspetta, per sicurezza lo descrivo di nuovo, è alto, bion-”

“Lo sappiamo!!”

La interruppero Paolina ed Elisa insieme, che non ne potevano più di sentire quanto questo ragazzo fosse alto, bello, muscoloso ecc…..

“Uffa” Ana mise il broncio e guardò le sue amiche con gli occhi di un cucciolo abbandonato.

“Ana, ci hai descritto questo ragazzo 10.000 volte! Potrei disegnarne un ritratto!”

-He he… il ritratto…è quasi perfetto……se non fosse per quel maledetto asciugamano.

Pazienza…. Posso anche rimediare-

La nostra cara Boozye-Guard era entrata in =modalità pervertita= come la chiamava Elisa, ma si sbloccò subito, una volta vista l’ espressione di Loyola.

“Voi forse mi avrete ascoltato, ma Loyola qui, ha l’ aria di una che ha dell’ ovatta al posto del cervello…”

In effetti, Loyola sembrava persa nel suo mondo, era fissa a guardare in cielo, e ogni tanto sospirava.

Sembrava quasi l’ atteggiamento di una ragazza che aveva appena preso una cotta per un ragazzo, ma non poteva essere! …. Giusto?

“Loy?” Elisa la chiamò, ed effettivamente, Loyola neanche la degnò di uno sguardo.

“Loyola!” la chiamò con più forza Ana, che le urlò direttamente nell’ orecchio.

“Aaaah!”

Questa volta l’ aveva sentita forte e chiara… tanto che era caduta all’ indietro dalla panchina.

“Loy? Stai bene? Ti sei fatta male?”

“Male? Chi sta male? Cain! Giusto! Ci vuole un termometro..” blaterò Loyola sotto voce mentre si massaggiava l’ orecchio che la sua amica aveva appena molestato.

Peccato che, nonostante avesse blaterato sotto voce, le altre la sentirono.

“Ok… è peggio di quanto pensassi..” disse Paolina che aveva fatto il giro del tavolo e la stava aiutando a rimettersi in piedi mentre, Ana, era troppo occupata a ridere ed era quasi viola per via della mancanza di ossigeno per aiutarla lei, che tra l’ altro si trovava anche più vicina.

“Loy? Ma a cosa stai pensano?” le chiese Elisa che non sapeva se ridere anche lei o preoccuparsi per il fatto che la ragazza stava parlando ad alta voce, a se stessa.

“Ma nulla… nulla… hehe, tutto a posto!” le rispose l’ amica che però stava ridendo nervosamente.

Adesso che si era rimessa a sedere, anche Paolina era tornata al suo posto davanti a lei.

“Ah si? ,Allora chi è questo Cain?! E di che termometro stai parlando?”

Le chiese Elisa sorridendo in modo maligno e non perdendo l’ occasione di infilare un doppio senso nella sua domanda.

Alle sue parole Loyola per poco non cadde di nuovo dalla panchina.

“Ok!” Le urlò Elisa alzandosi in piedi e puntandole un dito contro “Adesso me lo dici!, hai tre secondi!”. era ovvio che stesse nascondendo qualcosa! E voleva sapere SUBITO di cosa si trattasse.

Loyola, consapevole del fatto che ormai non aveva altra scelta, se non quella di raccontare tutto alle sue amiche, sospirò, e iniziò a parlare, spiegando loro tutto quello che era successo dal momento in cui le aveva salutate davanti a scuola subito dopo la colazione, a quando si erano riviste per la pausa pranzo.

Quando ebbe finito, Ana era a bocca aperta e la stava fissando come se non l’ avesse mai vista prima.

Elisa e Paolina, invece, le stavano sorridendo.

“Loyola! Sono contentissima per te! Era molto che non trovavi un ragazzo che ti piacesse così tanto! E poi, vogliamo paragonarlo a quella specie di mollusco che ti faceva da compagno di laboratorio l’ anno scorso? Davvero fantastico!” le disse Paolina che continuava a sorriderle.

“Brava Loy! Prima di me eh? Ora dovrò trovarmi il ragazzo anche io…”e detto questo Elisa si piegò in avanti sul tavolo e le strinse la mano aggiungendo: “Ancora complimenti!”

Come previsto, Loyola arrossì.

“Ma smettila! Non è il mio ragazzo! L’ ho appena conosciuto! E poi, io non gli piaccio..”

Disse loro la ragazza, guardandosi i piedi sotto il tavolo perché non aveva il coraggio di guardare in viso le sue amiche, che tra l’ altro, le stavano ancora sorridendo.

Bè, tutte tranne Ana, che aveva altri pensieri per la testa.

Io non gli piaccio” le fece il verso con una vocina in falsetto la ragazza che, a quanto pare, aveva ritrovato il dono della parola.

“Ora ascoltami bene” la Boozye.Guard l’ aveva afferrata per la parte frontale della maglietta e la stava scuotendo.

“Tu. La. Devi. Piantare!” adesso non la stava scuotendo più ma non l’ aveva ancora lasciata andare, in più la stava guardando come se le volesse dare fuoco con gli occhi.

“Tornerai lì, e ti prenderai quel ragazzo” continuò a parlarle Ana con voce gelida, quasi meccanica.

“Ma io non-” Ana la zittì con un altro strattone alla maglietta.

“Tornerai lì, e ti prenderai quel ragazzo” le disse ancora Ana che sembrava quasi che stesse parlando con una bambina di tre anni.

“Ana, ma nemmeno lo conosco!” si difese Loyola che però in questo momento aveva un po’ paura della sua amica.

“E poi te l’ ho già detto…” continuò a difendersi la ragazza “Io non gli piaccio! Come potrei?!”

Ecco, le parole sbagliate al momento sbagliato.

Se siete minacciati da una Boozye-Guard per via del fatto che siete troppo insicure di voi, queste sono delle parole che non dovete mai…e ripeto MAI …dire.

Infatti, Loyola si ritrovò per terra prima che avesse il tempo di capire cosa era successo.

“Maledizione Loyola! La devi finire!”

Le urlò dietro Ana che la teneva a terra e le stava facendo battere, ripetutamente, la testa sull’ erba.

“Devi essere più sicura di te stessa! non è possibile!!"

“Aiuto!”

Loyola non riusciva a spostarsela di dosso, e le stava venendo un emicrania.

Per fortuna che sia Elisa che Paolina si erano alzate per aiutarla.

Adesso, una aveva afferrato Ana per le spalle e l' aveva tirata indietro, e l' altra, quando meno se lo aspettava, le aveva infilato in bocca un lecca lecca alla ciliegia.

Ecco, un altro grosso punto debole delle Boozye e delle Boozye- Guard è lo zucchero.

Quindi, nel momento in cui avete a che fare con questi demonietti, fate in modo di avere sempre con voi dei lecca lecca alla fragola o alla ciliegia.

“Ana…calma” le disse Elisa che l’ aveva praticamente trascinata di peso al tavolo e costretta a rimettersi a sedere.

“Ma che ti è saltato in mente?”

“Hmph muoffo pefoh df eppefhe pe steppha”

“Eh!?!?”

Ana si tolse il lecca lecca di bocca.

“Lei deve essere più sicura di se stessa!”

“Si, ma diglielo con calma..” la rimproverò. Poi si girò verso l’ amica che per la seconda volta veniva rimessa in piedi da Paolina.

“Loy è tutto a posto?”

“Si….tutto ok….wow, è forte” le disse Loyola, riprendendo fiato.

“Bè. Si….comunque torniamo al discorso di prima, dopo la pausa pranzo torni da lui no?"

Le chiese Elisa, volendo finire il discorso riguardo a questo nuovo ragazzo, e mettere ancora in difficoltà la sua amica.

Non che fosse cattiva, figuriamoci, ma Loyola era una persona molto tranquilla, forse anche troppo, e l’ amica non perdeva certo occasioni per scuoterla.

"Bè...si....poverino, stà male...io...non...."

"Stai balbettando lo sai vero?!"

"Zitta!!!chiudi il becco!!!"

“Ok, ok…tranquilla. Ah, vedo le Boozye!”

Elisa interruppe il loro discorso,alzandosi in piedi e iniziando a camminare verso Gianna, Giulia e Alejandra che finalmente erano tornate con il pranzo.

Ovviamente, nessuno fece troppe storie a proposito di questa nuova , improvvisa, interruzione del discorso perché Elisa aveva troppa fame per continuare a ridere del panico della sua amica, Loyola non vedeva l’ ora di cambiare argomento, Paolina stava iniziando a perdere il proprio controllo senza la sua ennesima tazza di caffè e Ana era troppo occupata con il suo nuovo lecca lecca.

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“Smettila di ridere……”

“Non ci riesco”

“Ti ho detto smettila di ridere….”

“è più forte di me…..non posso…..”

“Ora mi arrabbio! Piantala subito..”

“Guarda…mi scendono le lacrime dagli occhi, oddio, è troppo buffo”

A questo punto, visto che Frey non riusciva proprio a smetterla di ridere, Gojio gli pestò un piede…con i tacchi….forte……avete idea di quanto faccia male? Ecco, il biondo lo ha appena scoperto, e adesso aveva le lacrime agli occhi per un altro motivo.

“Dai Gojio…..devi ammettere che se ci fosse lui al posto tuo, a quest’ ora non riusciresti nemmeno a respirare dalle risate!”

Kogaiji aveva interrotto la loro piccola scenetta, della quale, però, erano a conoscenza solo loro tre, beatamente seduti sull’ erba di un prato vicino alla facoltà.

Dopo la fine delle ore del corso di cucina, Frey e Gojio avevano incontrato Kogaiji al solito chiostro dove prendevano da mangiare ad ogni pausa pranzo, ed erano andati a sedersi insieme in un posto tranquillo dove avrebbero potuto parlare con calma….o almeno in teoria.

Diciamo che il povero Gojio in tacchi non era proprio lo spettacolo ideale per mantenere un clima di serietà tra i tre amici.

Per questo Frey, una volta che si erano messi a sedere, non riusciva più a smettere di ridere.

In più, adesso Kogaiji voleva sapere esattamente cosa era successo durante il corso che i due ragazzi, avevano seguito insieme.

“Insomma ragazzi, adesso mi volete dire cosa avete combinato durante queste tre ore?”

“Vedi..” iniziò a spiegare Frey “Il nostro Gojio qui, si stava godendo la compagnia di tre bellissime ragazze, e io, da bravo amico che sono, gli ho sollevato dalle spalle, il Pesante compito di intrattenere da solo tutte quante le incantevoli fanciulle. Altrimenti, che amico sarei?”

“Ma guarda come sei altruista!” gli rispose sarcastico Gojio che , tra l’ altro, era ancora vestito da ragazza perché questa “punizione” inflittagli da Kira doveva durare fino alla fine della giornata.

“E io che credevo che ti eri veramente preso una cotta per una di quelle tre ragazze…”

Frey si irrigidì visibilmente.

“Io, che sono il Casanova più bello, più ricercato, più bravo in circolazione?

Siiiiii….. Piuttosto mi rendo assolutamente ridicolo travestendomi da donna” gli rispose il giovane facendogli l’ occhiolino.

“Ma brutto-”Gojio non prese bene la battuta, e fece per tirargli dietro una scarpata, quando venne interrotto dal frontino di Kogaiji..

“Smettetela di fare gli immaturi e parliamo di cose veramente importanti”

Disse loro l’ amico con tono serio, e a questo punto, gli altri due focalizzarono tutta la loro attenzione su di lui.

“Io voglio Giulia”.

A questo, i due ragazzi, per poco non si strozzarono con il panino che stavano mangiando.

“Come prego?” gli chiese Frey che si era ripreso per primo.

“L’ho prenotata” rispose l’ amico con tono ovvio. “voglio Giulia”.

Gli altri due ragazzi erano scioccati.

“Scusami Ko, ma quando si sono presentate, tu eri occupato ad abbracciare la polvere di uno scaffale, come fai a ricordare i loro nomi?”

“Frey” iniziò a rispondergli Kogaiji, con il tono di uno che sta tentando di insegnare ad un bambino di tre anni a non mangiare la terra, “Io ho un udito superiore, lo sai, sono un demone.

Non un….cosa sei? Ah si… non un fiore-master.”

“Lotis-master! Lotis-master!! Accidenti a te!!”

“Ma non ti sembra un nome più da ragazza? Senti: “Siamo le Mew-Mew” … “Siamo i

Lotis-master” gli disse il ragazzo con la vocina acuta, in falsetto.

Il povero Frey lo guardò sdegnato.

“Ti ignoro, non meriti nemmeno una risposta. E ti dirò di più! Da ora in poi i miei migliori amici non sarete più voi, ma le mie nuove scarpe..sono favolose…”

“Ok, adesso sembri Gay…”

“Che cosa?!”

Questa volta Gojio tentò di fermarli prima che potessero ricominciare a litigare.

“Ragazzi..ragazzi! Calmi! Non siate immaturi!”

“Disse il travestito….”

“Ok, va bene….basta. Stavo dicendo, che a me è piaciuta molto Giulia, quindi, è mia.”

“Bene” gli disse Gojio “Perché a me è piaciuta Gianna. Mi sembra proprio il mio tipo, e poi è molto carina.”

“Ma davvero?” lo prese in giro Frey.

Sapeva che l’ amico era un donnaiolo, era raro che trovasse solo una ragazza che gli piacesse parecchio.

“Bè, tu non l’ avrai notato perché forse eri troppo occupato a sbavare - e visibilmente se posso aggiungerlo- dietro alla spagnola… Alejandra, mio caro Girasole-master”

“Lotis-master!!!! Maledizione!!!”

“Ma come facciamo a rivederle?” chiese loro casualmente Kogaiji.

“Ecco, io ho preso i loro numeri di cellulare perché mi hanno invitato ad uscire, bè hanno invitato Chimica ad uscire, ma ho pur sempre i loro numeri…”

“E noi come facciamo?”

“Dunque..” tutti e tre i ragazzi si misero a pensare.

“Potrei presentarvi come miei amici!” suggerì per primo Gojio, ma Kogaiji lo smentì subito.

“No, non siamo i tipi che si auto-invitano ad uscire con delle ragazze, ci vuole qualcosa che ci permetta di conoscerle meglio facendole restare a loro agio….dunque… HA ! HO TROVATO!!”

“Cosa?!”

“Ci puoi sì presentare tu, ma come tue amiche e non amici

“Scusa Ko, ma io non capisco…”

“Ci travestiamo anche noi da ragazze!! Dai! È un idea brillante! Anche perché così potremo conoscerle meglio e loro si confideranno più facilmente con noi!… sono un genio vero?

Ok, adesso potete complimentarvi con me per la mia fantastica idea”

Disse loro Kogaiji sorridendo brillantemente ai suoi due amici, che però adesso lo stavano guardando come se gli fosse appena cresciuta una seconda testa.

Poi, Frey lo guardò male….Molto male….

“Oh ,ma certo…..davvero una buona idea!” gli disse sarcastico.

“andrà veramente lontana…si, fuori dalla finestra!, e tu sarai il prossimo se non la finisci di ridere!” aggiunse , vedendo che Gojio trovava molto divertente il fatto che fosse nel panico.

“Vedi, il mio Ego maschile non mi permette di degradarmi a tal punto…..”

“Perché Frey, tu hai un ego maschile?”

“E dai Frey!! Pensaci bene! Non è una cattiva idea! Facciamo così, se riesci a pensare ad un idea migliore per uscire con le ragazze, non dovremo più travestirci”

Ovviamente, al povero ragazzo non venne niente in mente e dovette accettare l’ orribile destino che, di lì ma poco, gli sarebbe toccato.

“E va bene! Va bene….. Ma me la pagherete! Ribadisco che è un idea assurda, ma non me ne vengono di migliori in mente, quindi non ho altra scelta…”

Kogaiji sorrise compiaciuto, e gli dette una pacca amichevole sulla spalla.

“E bravo il mio Orchidea-master!!”

“ORA BASTA TI PURIFICO!!”

-------------------------------------Da una altra parte del Campus--------------------------------------------

Eros era visibilmente nel panico.

Aveva l’ aria di uno che aveva appena perso un sacco di soldi in una scommessa, e probabilmente avrebbe dato via l’ anima perché le cose fossero andate veramente così.

Almeno i soldi si potevano riguadagnare, la vita era tutto una altro discorso.

Solo pochi minuti prima era uscito dall’ aula di disegno dopo il suo incontro con Ana che lo aveva lasciato sia sconvolto dalla forza e il carisma della ragazza, sia divertito dall’ allegria e la determinazione di quest’ ultima, che, a quanto pare, non voleva accettare “No” come una risposta.

In più, era molto intrigato dal fatto che aveva detto di essere una Boozye-Guard, un entità magica della quale lui non aveva mai sentito parlare.

L’ unica cosa che si avvicinava al nome e che gli stava familiare era la parola Boozye.

Le Boozye, avevano scoperto lui e Michael, erano una nuova specie sperimentale di demoni, l’ orgoglio di Lucifero, che però esistevano solo nelle leggende.

Dei demoni simili non potevano esistere, ne sarebbero sicuramente venuti a conoscenza…come avrebbe fatto Kira a nascondere una cosa simile?

-Ma se fosse vero?- si chiese l’ angelo mentre camminava per il corridoio dell’ università che portava ad una porta secondaria dove lui e Michael si incontravano ogni giorno prima di andare a pranzo insieme. Di solito c’ era anche Cain, ma quella stessa mattina gli aveva detto che si sarebbero rivisti più tardi al club di tiro con l’ arco.

Assorto dai suoi pensieri riguardanti sia la ragazza che aveva incontrato prima che l’ ipotetica esistenza delle Boozye, Eros iniziò a giocherellare con il ciondolo che portava al collo.

Era una semplice croce argentata, molto platonica, attraversata al centro da una freccia dorata.

Adorava quella catenina, ma non era minimamente importante quanto quella di Michael, visto che Eros poteva usare i suoi poteri anche senza portarla al collo, mentre il suo amico, ne aveva necessariamente bisogno visto che la piccola sfera al centro della chiave dorata era la sorgente dalla quale attingeva tutto il suo potere.

Senza di quella non avrebbe potuto dare fuoco ad un fiammifero.

Potete quindi immaginare l’ orrore di Eros quando si accorse che portava al collo una sola catenina.

Si fermò di colpo in corridoio, e con le mani che quasi gli tremavano, la staccò dal collo per osservarla meglio.

Era la sua.

-Oddio-

Era l’ unica cosa a cui riusciva a pensare.

Poi si ricordò quello che aveva dovuto fare per Ana, e per poco non svenne.

A causa della sfida che aveva lanciato quella stessa mattina ai suoi amici, secondo la quale Michael doveva rinunciare al suo potere per un giorno, aveva appena dato ad una sconosciuta, che per quanto la conoscesse sembrava non avere neanche tutte le rotelle al loro posto, il potere del quarto Arcangelo, nonché suo migliore amico.

-non ci posso credere-

Le cose non migliorarono di certo quando Michael, che apparentemente lo aveva visto in corridoio, gli apparve davanti sorridendo.

“Ciao! Come è andata la tua mattinata?” gli chiese allegramente l’ amico, ignaro della situazione critica all’ interno della quale, a sua insaputa, adesso si trovava anche lui.

Ad Eros si ghiacciò il sangue nelle vene.

Cosa poteva dire?

Notando che il suo amico aveva abbassato la testa e non lo stava guardando negli occhi, Michael gli poggiò una mano sulla spalla e gli chiese cosa c’ era che non andava, visto che era visibilmente a disagio.

Quando, ancora una volta, Eros non rispose, Michael iniziò seriamente a preoccuparsi.

“Eros? Che c’è che non va? È successo qualcosa? Hai l’ aria di uno che ha appena scoperto che è morto qualcuno?”

-Non ancora- pensò l’ angelo cinicamente. -non ancora-

-Che faccio?- si chiese quasi nel panico -Cosa gli dico?-

Adesso Michael iniziava ad arrabbiarsi, se il suo amico aveva un problema era fondamentale che gliene parlasse. Se non diceva nulla come poteva aiutarlo?

Immaginando che magari non avrebbe voluto parlarne in mezzo ad un corridoio affollato, Michael afferrò Eros per un braccio e lo trascinò in un aula vuota, chiudendo la porta alle loro spalle.

“Ok… guardami negli occhi e dimmi cosa è successo!”

Il tono di voce di Michael non lasciava spazio a nessun tipo di discussione ed Eros dovette arrendersi all’ amico e tentò di raccontargli tutto nel modo più indolore possibile, pregando che poi facesse lo stesso con lui.

“Ecco…vedi… durante la lezione di disegno, ho incontrato una ragazza..”

Il ragazzo iniziò a raccontare, ma non aveva ancora il coraggio di guardarlo negli occhi, e continuava a guardarsi i piedi.

“Si…e lei, quando non era rimasto più nessuno nell’ aula, ha frugato nelle mie borse e ha preso le mie frecce, ovviamente ho tentato di fermarla, ma è venuto fuori che anche lei è un qualche ente magico, così, per convincerla a rendermele, le ho dovuto promettere che le avrei insegnato a tirare, e per dimostrarle la mia buona fede, ho dovuto darle un pegno”.

A questo punto Michael intervenne.

“Che tipo di pegno?”

“Em…il mio ciondolo, le ho detto che se non mi sarei fatto vivo avrebbe potuto tenerselo..”

Istintivamente Michael guardò il collo dell’ amico, e notò che la catenina che effettivamente aveva con se, era la sua.

-Com è possibile- pensò -questa ragazza avrà cambiato idea e gliela avrà resa, perché cel’ ha al collo-

“Scusami Eros, ma io non vedo quale sia il problema visto che hai la tua catenina con te”

A questo punto l’ angelo guardò il suo amico negli occhi.

“Dai fuoco a quel cestino laggiù” gli disse indicando un cesto della spazzatura poco lontano da loro.

Michael l’ avrebbe definita una richiesta ridicola, ma avendoglielo chiesto con un tono più che serio, quasi rammaricato, obbedì senza fare storie, puntò il dito verso il cestino e con un cenno del polso fece per circondare di fiamme l’ oggetto.

Dopo qualche attimo, però, notò che non era successo nulla.

-Com è possibile?-

Questa volta aumentò la concentrazione e riprovò con più forza.

Niente.

“Cosa significa Eros? Perché non-”

Michael non riuscì nemmeno a finire la frase che la realtà dei fatti gli crollò addosso.

Ma come diavolo era potuta succedere una cosa simile.

Involontariamente Eros rispose alla sua domanda.

“Mi dispiace Mik, ma non mi ricordavo di avere con me anche la tua catenina, io l’ ho semplicemente sfilata e data ad Ana, non mi sono preoccupato di controllare che fosse la mia”

Lo sguardo che Michael aveva negli occhi avrebbe fatto rabbrividire chiunque, persino suo fratello…forse.

Ed era una fortuna che in questo momento non aveva nemmeno una piccola parte del suo potere, se avesse potuto mandare in fiamme qualsiasi cosa, avrebbe fatto impallidire i fuochi d’ artificio a capodanno.

In quel momento Eros si rese conto che aveva tre scelte:

1) Soccombere ad una morte lenta e dolorosa.

2) Uscire dalla stanza alla velocità della luce, recuperare la catenina,prostrarsi ai piedi dell’ arcangelo piangendo ed implorando perdono per poi soccombere ad una morte lenta e dolorosa.

3) Suicidarsi.

“Mik, ascoltami, vedrai che entro oggi, te lo giuro, ritroverò quella ragazza e il tuo ciondolo.

Te lo prometto. Guarda, quando gliel’ ho dato se l’ è messo subito al collo.

Tu sai bene che tutti gli oggetti mistici come quello hanno un aura spirituale molto particolare, proprio perché quel potere risponde solo a te dovresti essere in grado di percepire il tuo ciondolo.

So bene che tu dopo la pausa pranzo non hai nulla da fare, e devi aspettare sia me che Cain, quindi, mentre io sono al poligono di tiro, tu puoi iniziare a cercare la ragazza con il ciondolo. Stai tranquillo, capirai subito che è quella giusta, è molto carina….”

Una volta che Eros ebbe finito di parlare, Michael non disse nulla.

“Senti” sospirò Eros, “So bene che sei molto arrabbiato con me, ma io ti giuro su tutto quello che sono che piuttosto che fare del male a te preferirei di gran lunga farlo a me stesso…. Mi dispiace, davvero..”

Ancora una volta Michael non disse nulla, ma iniziò a camminare verso di lui, accorciando la distanza tra di loro.

Eros non sapeva se indietreggiare o restare dov’ era, ma preferì non peggiorare ulteriormente le cose e non si mosse.

“Ho capito” disse semplicemente Michael una volta che lo ebbe raggiunto.

Il tono era calmo, ma la rabbia che provava nei confronti dell’ amico era ancora percepibile.

“Non è colpa tua, possiamo rimediare. Del resto, nessuno può usare quel potere tranne me………….ma….”

“Ma…?” lo incitò Eros.

“Appena sono in grado di mandare in fiamme qualcosa, il mio primo atto da piromane sarà incenerire il tuo arco” Concluse con tono gelido il ragazzo, quasi sussurrando.

Eros sospirò di nuovo.

“D’ accordo, mi sembra giusto…. Infondo, avrei potuto evitare tutto questo se fossi stato più attento…”

-E poi non sai dove si trova il mio arco preferito…hehe… quello scuola lo puoi anche bruciare- Pensò il ragazzo sforzandosi di non sorridere malgrado la situazione.

E poi, inaspettatamente, fu proprio Michael a sorridere, e gli disse solo un ultima cosa prima di uscire ridendo dalla porta.

“Quello Nero Eros… brucio quello Nero”.

Cosi, il povero angelo dovette rassegnarsi a subire la vendetta dell’ amico, che adesso era a caccia di chiavi mentre Eros andava ad esercitarsi al poligono di tiro, rimpiangendo la futura morte del suo arco preferito.

 

 

 

Ja Ne!

Z.Z.

  
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