Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: five    21/02/2012    0 recensioni
Solo un ragazzo riuscirà a farla ritornare la Firework di una volta, la ragazza vivace.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. 
 
 
In questo momento ci trovavamo in un aereo diretto in Canada. 
Durante il viaggio, mio padre dormiva, mentre io guardavo fuori il finestrino con la testa tra le nuvole. 
Pensavo a come mi sarei trovata lì, se la situazione cambierà e a mia madre. 
Quanto mi mancava. 
 
Dopo un paio d'ore, arrivammo in Canada.
Guardai dal finestrino il grande aereoporto canadese, e due lacrime mi uscirono. 
Ero felice, felice di aver cambiato aria, quella di Francia mi era diventata troppo stretta. 
-Ehy piccola, non piangere. So che sei felice, e ricorda, anche lei è felice. Ti guarda lassù sorridendo. Non la puoi vedere, ma la puoi sentire dal cuore. Basta chiudere gli occhi e pensare a lei, e vedi che lei parla con te. Lei non ti lascerà mai sola. E te lo dico sul serio: mai.-
Gli sorrisi, quelle parole furono di conforto per me. Sono state le parole più belle che ho sentito da quando lei non c'è più.
Alzai lo sguardo e guardai il cielo, come se volessi trovare il suo sguardo. Sentivo che lei mi guardava sorridendo, così sorrisi al cielo, per ringraziarla di non avermi mai lasciata sola.
Papà mi chiamò e mi diede l'enorme valigia, e poi ci dirigemmo verso l'uscita.
Vidi che papà salutò una signora.-Ciao Pattie, tutto bene?
Era una signora abbastanza giovane, aveva i capelli lunghi e castani. Aveva degli occhi bellissimi e dal color verde-grigio scuro. 
-Si, grazie Andrew. Lei è tua figlia?-
-Si, si chiama Firework, ma preferisce essere chiamata Fire, vero?-
Annuii sorridendo e guardai Pattie sorridente. -Ciao Fire. Io sono Pattie. Tuo padre mi ha parlato molto di te. Sei molto più bella di come lui mi ha descritto.- mi disse, le sorrisi con gratitudine. Era molto simpatica, e credo che era stata proprio la simpatia che aveva conquistato mio padre. 
-Mamma. Andiamo! Sta per iniziare la partita di canestro dei LA Yakers- urlò in lontananza un ragazzo dai capelli biondo cenere, corti e tutti scombinati.
-Si, scusami- urlò Pattie di rimando. 
Andammo verso la macchina, era una Range Rover nera. Bella però.
-Piacere, Justin. Tu come ti chiami?- non sapeva che io non parlavo? Vabbè, mi limitai solo a sorridergli. -Ehm, io ti ho chiesto il nome..-
-Si chiama Firework, ma preferisce essere chiamata Fire.- rispose subito Pattie, in mio aiuto.
-Mamma, per caso ti chiami Firework? Non l'ho chiesto a te, ma a lei!-
-Justin!- lo rimproverò alla fine Pattie.
 
Ci fermammo davanti ad una casa, che praticamente non si poteva chiamare casa, era un'enorme villa.
Ero stupita, era bellissima.
-Ti piace?- mi disse Justin, mi giarai verso di lui, gli feci cenno di si e gli sorrisi. Ricambiò.
-Piccola, vieni ti faccio vedere la tua camera.- mi disse Pattie. Feci per prendere la mia valigia ma Pattie mi fermò e disse -alla tua valigia ci pensa Justin.-
-Mamma? Ma io devo vedermi la partita!- si lamentò quest'ultimo. 
-Justin!- lo rimproverò Pattie.
Ridacchiai, erano troppo belli insieme, avevano un rapporto davvero strano.
-Piccola, io vado a salutare dei miei amici dell'infanzia. Torno presto- lo guardai regalandogli un sorriso e gli diedi un bacio alla guancia.
 
Pattie mi fece da guida fino alla mia camera da letto. Quando aprii la porta, vidi che non era una semplice camera come avevo in Francia, ma questa era un'immensa camera. Era bellissima. Abbracciai forte Pattie e le sorrisi, lei ricambiò. -E a me niente?- mise il broncio Justin. 
Lo abbracciai e lui mi strinse con le braccia, fu un caloroso abbraccio, ciò che mi serviva dopo cinque anni: un abbraccio da un amico, che però non l'avevo mai avuto. 
Quando uscirono tutti, aprii la finestra e presi una sedia.
Alzai lo sguardo verso il cielo, mentre delle gocce di pioggia cominciavano a scendere. Pioveva sempre, il cielo piangeva sempre, così come il mio cuore. 
Perchè non riuscivo a parlare con nessuno?
Quel ragazzo, Justin, era stato davvero dolce con me, mi aveva regalato anche un calorosissimo abbraccio, tutto quello che avevo bisogno da tempo. 
E con un suo abbraccio, mi ero sentita protetta, non mi ero sentita più sola.
 
 Sentii qualcuno aprire la porta della mia stanza. Era Justin.
-Fire, posso entrare?- mi chiese timido.
Annuii guardandolo. 
-Che ci fai vicino alla finestra?- mi domandò.
Alzai le spalle. -Oh andiamo, perchè non parli?-
A quella frase, posai le mie mani sugli occhi, stavo per piangere. Di nuovo. Parti un singhiozzo, poi due, poi tre, e cominciarono ad essere sempre di più. 
Ero fragile, come la carta. 
Ero vuota, come il buio. 
Poi mi sentii protetta. 
Ero avvolta tra le sue braccia calde, che mi regalavano un abbraccio sincero. Mi abbracciò più forte, mentre le mie lacrime diminuivano. 
Era un angelo, ecco cos'era. 
Un angelo che era venuto per salvarmi, salvarmi dalla depressione. 
Si staccò dall'abbraccio e mi pulì le lacrime, poi mi prese per mano e scendemmo in cucina. 
 
-Ragazzi, è pronto a tav..- urlò Pattie, ma noi eravamo già entrati, così interruppe e poi disse -Ah, già siete qui
Ci sedettimo a tavola. Papà stava vicino a me che sorrideva. Mi regalò uno dei suoi migliori sorrisi, e così ricambiai regalandogli uno dei miei.
Dopo mangiato diedi un bacio a mio padre e a Pattie.
-Domani hai scuola. Ti ho iscritta alla stessa scuola di Justin.-
Le ringraziai con un cenno fatto con la testa e salutai tutti. 
Andai a dormire. Stranamente mi addormentai subito, ero davvero stanca. Domani mi aspettava la scuola. 
Cercavo di eliminare la paura, ma la paura era più forte. 
Avevo paura. Paura di essere maltrattata di nuovo, di essere presa in giro e di non essere accettata. 


_________________________

salve. 
spero che non sia troppo corto.
volevo chiedervi grazie per le due recensioni, e per le tante visite. 
grazie, spero che vi piaccia questo nuovo capitolo. 
posterò il terzo appena posso,
sapete
i compiti, le interrogazioni, la poca immaginazione
non mi aiutano molto.
 a presto -five
  
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