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Autore: MouMollelingua    22/02/2012    2 recensioni
Eccomi qui, più agguerrita che mai!
Sono un'amante delle Percabeth, ma, in questa storia, dimenticatevi di Annabeth.
Cioè, farà parte del racconto, inutile negarlo.
Al Campo Mezzosangue arriva una nuova Semidea.
Al primo impatto, Percy e la nuova arrivata non vanno molto daccordo, ma Annabeth s'intromette ed è gelosa!
La nuova Mezzosangue entra involontariamente nel Labirinto di Dedalo, Percy l'andrà a salvare?
Nascerà un amore tra i due?
*
Sentii Grover ripetere: "Figlia delle crepe, figlia delle crepe, figlia delle crepe..." ma non ci venne in mente nulla.
Scendemmo al piano di sotto, e Chirone ci aspettava, con tre zainetti, pieni di roba da vestire, mangiare...
Mi infilai il ciondolo di Costanza in tasca.
Accanto al centauro, lo raggiunse il Signor D., che beveva un bicchiere di vino rossissimo.
"Bene, Peter Jhonson, a mai più!" esclamò, finendo il bicchiere.
Io, Annabeth e Grover alzammo gli occhi al cielo, raggiunsimo il Pugno di Zeus ed entrammo nel Labirinto.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Annabeth Chase, Grover Underwood, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2. IMPARO LA LEZIONE: MAI SOTTOVALUTARE IL NEMICO.

Allenanarmi con la spada è sempre stato un buon metodo per svuotarmi la mente, e non pensare a nulla.
Con un solo pezzo di metallo in mano riuscivo a sfogarmi, a togliermi tutto lo stress avuto durante le imprese.
Stavo colpendo con fendenti decisi il pupazzo di paglia messo apposta in mezzo al ranch da Chirone, per ulteriori esercizi.
Quel venerdì pomeriggio il destino volle farmi esercitare davvero poco, perchè ci sarebbe stata caccia alla bandiera.
Chirone fischiò e diede il segno a tutti i Mezzosangue di radunarsi nel giardino del Campo, per iniziare la gara.
Ridussi Vortice a penna, me la misi in tasca e m'incamminai verso il punto di ritrovo.
Arrivato sul posto, uno dei fratelli Stoll mi diede un elmo della squadra blu, e me lo misi in testa.
Quell'estate ero davvero cresciuto, perchè fu la prima volta che un elmo mi calzava a pennello, senza essere sproporzionato.
Chirone si fece largo tra i semidei, con una ragazza che lo seguiva a ruota.
Il centauro fece segno a tutti di fare silenzio e, in un attimo, il Campo zittì.
"Lei è Costanza Smith, è una nuova Mezzosangue, indeterminata, chi la vuole in squadra?" domandò, tirando su il braccio della nuova arrivata.
"La prendiamo noi" annunciò Clarisse, della squadra rossa.
Lei abbozzò un sorriso timido e si fece avanti, verso tutti gli altri componenti.
Era una ragazza carina, non troppo alta, magra al punto giusto, con occhi da cerbiatta marroni, capelli riccissimi castani che la facevano sembrare una ragazza ribelle.
Aveva uno sguardo furbetto, ma in quel momento non lo sembrava.
"Le armi sono ben accette, è vietato legare, imbavagliare, ferire o uccidere gli avversari. Detto questo... Tutti in posizione" Chirone fece un passo in avanti, posizionandosi in mezzo alle due squadre.
Io mi misi in posizione, con la mia squadra dietro.
"VIA!" urlò il centauro, e così partirono all'attacco tutti i semidei.
Detti lo schema ai miei compagni, che obbedirono all'istante: io mi sarei occupato di catturare la bandiera rossa.
Con Vortice in mano, attraversai il fiume senza problemi - tutto merito dei miei poteri da figlio di Poseidone - e mi diressi verso il Pugno di Zeus, luogo che utilizzavano tutti per nascondere la bandiera.
Fortunatamente, le mie ipotesi erano esatte.
La bandiera rossa giaceva lì, ondeggiando a ritmo con il vento.
Ghignando, a passo di marcia mi avvicinai alla pietra su cui era incastrata la stecca, feci per scioglere la presa quando mi ritrovai disarmato.
Alzai la testa e incontrai gli occhi profondi e misteriosi della nuova arrivata.
Qualcosa sarebbe andato storto, lo sapevo.
Era stato fin troppo facile prendere la bandiera senza problemi.
Tanto Costanza non sapeva nulla di combattimenti: era nuova.
Decisi di fare il 'buono' alzando le mani in segno di resa.
"Sei nuova giusto? Dai, faccio il gentiluomo, rendimi la spada e sparisco" proposi.
Lei, fissandomi incredula, mi restituì la spada, e io feci per andarmene, girandomi e proseguendo per la mia strada, quando una voce fiera e decisa mi arrivò alle orecchie.
"Combatti, per cosa ti ho dato la spada, secondo te?"
Mi voltai, stupito.
Aveva uno sguardo sicuro, ora.
Nel suo viso c'era voglia di sfida.
Io annuì, e mi posizionai per il combattimento.
Lei sfoderò la sua spada.
Era una spada lunghissima, quasi il doppio della mia, di un metallo lavorato benissimo, mai visto prima.
Feci per puntarle Vortice sul petto, ma lei bloccò la presa prima che mi capacitassi di difendermi.
Combattemmo per cinque buoni minuti, e prima che me ne accorgessi, mi ritrovai di nuovo disarmato, con il viso di Costanza a un centimetro dal mio, con la sua spada puntata alla mia gola.
Avevo il respiro affannato e irregolare, sia per la distanza tra noi due, sia per il combattimento.
Dopo attimi d'attesa, ci ritrovammo ancora in quella posizione, ma con tutto il Campo che ci osservava increduli, compreso Chirone e Grover, un altro satiro - Marcus, l'amico di Costanza - che ghignavano.
Mollò la presa, ma prima che potessi liberarmi definitivamente di lei, mi sussurrò, un suono impercettibile.
"Mai sottovalutare il nemico, Jackson".

Eccomi qui con il secondo capitolo!
Annuncio già che non posterò i capitoli molto in fretta, l'ho faccio solo per questa volta perchè il prologo mi sembrava troppo corto; l'orario di pubblicazione è: ogni lunedì tra le 17.00 e le 21.30!
Riguardo alla descrizione fisica di Costanza, non pensate ad Hermione Granger! Non ci assomiglia per niente!
   
 
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