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Autore: CHALLENGE_ACCEPTED    22/02/2012    1 recensioni
Kurt vive a Lima da diciotto anni, e non ha mai conosciuto una persona così interessante e simpatica come quel ragazzo. Con la scusa delle ripetizioni riesce a diventare un suo amico, accaparrandosi un ruolo importante nella sua vita.
Sembra perfetto per lui, ma per quanto le cose possono andare così bene?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente Kurt si scoprì deluso del fatto che quel giorno non avesse spagnolo. Passò tutta la giornata con i suoi amici del Glee.

Durante l’ ora di pranzo cercò disperatamente Blaine con lo sguardo. Ma non lo trovò, così si rattristò, immaginando che fosse andato a mangiare tipo in bagno. Non gli era difficile credere che qualche bulletto con il cervello di un’ ameba lo avesse spintonato, o che gli avesse detto qualcosa come ‘Torna in Messico’, rovinandogli la giornata.

-Che stai cercando? –chiese ad un tratto Rachel, senza ottenere una risposta. A questo punto intervenne Mercedes –Kurt! Rachel ti ha appena chiesto che cosa stai cercando! –la ragazza stava praticamente urlando, oltre a scandire bene le parole. Nemmeno in questo modo ottennero una risposta.

-Ragazze, per me è andato! –sentenziò Puck prendendo posto al tavolo vicino alla “Mostra entomologa”, ovvero ad una pittoresca finestra che disponeva di vari tipi di insetti morti.

Mentre Brittany era intenta a spiegare la differenza tra un unicorno e un poni, Quinn provò a richiedere a Kurt che cosa stesse cercando. –Oh, no… nessuno, solo che ieri un ragazzo mi aveva detto che avrebbe fatto l’ audizione per entrare al Glee, ma ora non lo trovo più... –così dicendo si sporse dalla sedia per cercare di rintracciare il ragazzo.

-E chi è? –chiese stupita Rachel che, nonostante fosse un’ adorabile esaurita che vive solo per il Glee, sapeva benissimo che nessuno avrebbe mai osato mettere il suo nome sulla lista.

-E’ il ragazzo nuovo, hai presente? –rispose Kurt cercando di apparire disinvolto, e tenendo la testa china. –Chi dici? –s’ intromise Puck –Quell’ Anderson? Quello… - qui Kurt non si seppe trattenere e corresse il suo amico.

-Andàrson. –lo disse un po’ troppo ad alta voce e, soprattutto, con troppa enfasi.

-Mi stai prendendo in giro? –chiese seccato il suo amico, lisciandosi quella specie di opossum che aveva sulla testa. –No, sono serissimo Puck. –rispose Kurt con tono irriverente, facendo cenno al suo amico di proseguire.

-Dicevo… -prima di parlare diede un’ ultima occhiata a Kurt –che ho visto questo Blaine informarsi sulla squadra di basket. Vedeste come ci è rimasto quando gli hanno detto che solitamente i giocatori sono alti! –Puck scoppiò in una solitaria risata. Solitaria perché nessuno aveva presente la fisionomia del ragazzo, tranne Kurt che non la trovò divertente.

-Kurt, tu che lo conosci: è quello laggiù? –era stata Santana a parlare, indicando un ragazzo moro seduto ad un tavolo molto frequentato, intento a raccontare qualcosa che aveva tutta l’ aria di essere molto divertente. –Sì! –esultò Kurt.

-Perché stai fangirlizzando? –chiese Puck, con un tono molto scettico. –Io credo, Puckerman –Santana non sapeva mai quando starsene al suo posto –che ad Hummel interessi l’ integrazione a scuola di quel ragazzo. O sbaglio? –chiese poi, rivolgendosi all’ interessato.

Kurt arrossì violentemente –Sì! Vinciamo il razzismo! –poi si accorse del tono poco convincente della sua voce e abbassò lo sguardo.

-Allora vai immediatamentissimamente a chiedergli quando farà l’ audizione. –ordinò Rachel, la quale non aveva capito ciò che Santana voleva far intendere. Né lei, né il suo fidanzato. Brittany invece sì.

Kurt si alzò lentamente, sotto lo sguardo vigile di Santana Lopez. Da quando erano diventati amici, Santana aveva tentato in tutti i modi di trovare un ragazzo a Kurt. Così seguì tutti i suoi movimenti.

Kurt si avvicinò con passo felpato al tavolo di Blaine, ma nonostante gli sguardi intimidatori di Santana, non gli rivolse la parola: tutti i suoi ascoltatori pendevano letteralmente dalle sue labbra, e non voleva intromettersi rovinando tutto.

Riuscì a cogliere qualche frammento di discorso, come “E poi… a vedere… ma comunque…”oppure “Mi avevano detto che… invece era… però non…”.

Così Kurt finse di essersi alzato per gettare della plastica nella spazzatura, tornando a posto sconfitto e a testa china.

-Sei senza spina dorsale! –lo aggredì Santana, ma Puck la corresse –Peggio, sei senza palle! –Kurt simulò un’ aspra risatina ironica, per mostrare il suo disappunto, ma in realtà la pensava come loro.

-Non importa! –con questa affermazione Rachel se ne uscì con una vocetta stridula, così Puck strinse i pugni per evitare di tirarle il collo –Possiamo sempre chiederglielo all’ ora successiva. Io ho geografia. Voi? –

-Idem. –affermò un gruppetto, mentre tutti gli altri sbiascicarono –Francese. –

Kurt li guardò tutti con la faccia da cucciolo con la coda schiacciata –Ma come? –piagnucolò –Non ditemi che nessuno dopo a storia! –gli altri lo guardarono e gli dissero qualcosa, ma Kurt non ricevette nulla. Probabilmente ci sarebbe stato qualche idiota che lo avrebbe preso in giro tutta l’ ora.

L’ ultima volta gli erano arrivate una decina di palline di carta sulla schiena.

-Sii uomo, Hummel. Se ci riesci... –lo incoraggiò Puck. –Già! –disse Tina –Non ti preoccupare. –

“Speriamo bene.”

 

 

Kurt entrò a lezione prima del previsto, e dopo un paio di minuti entrò Blaine. Il ragazzo saluto con un ampio cenno della mano, al quale Kurt rispose con un timido sorriso.

-Posso sedermi accanto a te? – Blaine stava quasi urlando, visto che Kurt era rannicchiato in ultima fila, mentre lui era in piedi sulla porta.

Il soprano annuì, e dopo una frazione di secondo Blaine era già accanto a lui, intento a sistemarsi un ciuffo ribelle. –Allora, per l’ audizione? –chiese, ma Kurt percepì solo una minima parte della frase.

RRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRRR

-Come hai detto, scusa? –finalmente si era svegliato dalla trance, accorgendosi che gli era stata posta una domanda.

-Ho chiesto: a che ora devo venire per il Glee? –Blaine scandì bene le parole, anche se in verità lui parlava quasi in quel modo.

-Certo, certo… il Glee. Dopo storia vieni con me, ti accompagno in aula canto. Ah, dimenticavo: porta un tuo coltello, così quando ti incideremo ti sentirai a casa. – Blaine spalancò gli occhi, poi si ricordò della setta satanica e scoppiò a ridere.

-Oh, andiamo! Ce l’ hai ancora con me? –chiese fingendosi disperato. –Sappi che ti prenderò in giro per tutta la vita. –lo avvertì Kurt.

-Pensavo che ti fossi dimenticato di me: aspettavo che tu davi le informazioni per oggi. –a queste parole Kurt si irrigidì, non voleva che Blaine pensasse questo.

-No, no, no! –disse con un po’ troppa enfasi –Oggi stavo per venirtelo a dire, solo che stavi parlando con dei ragazzi, e sembravano così interessati. Perciò non ti ho disturbato. –Blaine sorrise poi gli confidò –Non mi avresti disturbato. Tanto non raccontavo nulla di interessante, solo che quando parlo, anche se parlo della cosa più banale del mondo, tutti mi ascoltano. Si chiama… ehm… c-car… ca… - qui si bloccò, a causa di una parola strana.

-Charisma. –suggerì Kurt. Blaine annuì, pensando che era davvero stupido, visto che si diceva quasi uguale in spagnolo.

In quel momento si accorsero che la lezione stava iniziando.

La professoressa spiegava davvero bene e riusciva a far appassionare tutti. Kurt prendeva appunti, poi spostò lo sguardo alla sua sinistra e vide Blaine con la faccia stravolta e letteralmente disperato che leggeva il testo di storia e consultava un dizionario inglese-spagnolo.

-Tutto bene? –chiese piano Kurt.

-No! –Blaine sembrava davvero abbattuto –Non capisco: riesco a parlare con tutti, ma non riesco a capire che accidenti c’è scritto nei libri di scuola. –Kurt non sapeva cosa rispondere, non poteva dire ti capisco, né dare consigli che potessero essergli davvero utili.

-Questo è perché nei libri vengono usati vocaboli più complessi. –Kurt era stato molto diplomatico, ma non era servito a nulla.

Vocabolo. Che cosa voleva dire? Prese il dizionario inglese-spagnolo.

Term=palabra

Era tutto più difficile, in più lui era molto indietro con il programma di storia.  

 

 

Uscirono dall’ aula canto e Blaine era pienamente soddisfatto della sua esibizione. Aveva cantato The One That Got Away, di Katy Perry. Non Aveva portato un pezzo in spagnolo, ma un giorno l’ avrebbe fatto.

-Hey Kurt! È stato magnifico. Grazie! –Blaine abbracciò Kurt come un bambino abbraccia il suo orsetto di peluche.  

-Di niente, Blaine. –rispose.

-Ah, mi dispiace darti tanto disturbo, insomma: prima starmi accanto, poi il Glee… ma avrei bisogno di ripetizioni. In molte materie. Però non voglio disturbarti. – Kurt spalancò gli occhi e disse –No, no, non ti preoccupare. Non mi disturbi affatto. – poi divenne di colpo tutto rosso, perché si era accorto di aver esternato un po’ troppo i suoi sentimenti.

-Però, Blaine –disse Kurt –avrei anch’io bisogno del tuo aiuto. Voglio candidarmi come rappresentante di istituto, e mi servite tu ed il tuo carisma ad aiutarmi con la propaganda. –Blaine annuì.

-Come mai ti vuoi candidare? –Kurt sperava in quella domanda. –Mi batto contro la violenza ed il bullismo. –rispose orgogliosamente.

-Wow! –Blaine sembrava sempre entusiasta di tutto.

-Allora affare fatto? –chiese Kurt tendendo la mano.

-Affare fatto. –disse Blaine, stringendola.

  
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