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Autore: Almy_    24/02/2012    0 recensioni
"La ragazza non sa quanto tempo è passato, non vuole sapere perché è come se un mostro le avesse strappato un pezzo di cuore, un'altra ferita che si aggiunge a quella di tanto tempo fa, ma non ancora cicatrizzata, non vuole ricordarsi il motivo per cui tutto sembra immerso in una nebbiolina fine e appiccicaticcia e a ogni passo che muove le sembra di sprofondare nel vuoto. Sa solo che ora ci sono quattro esseri che hanno bisogno di lei. Ora. Non può fermarsi ad aspettare il nulla, deve andare. Agire. Muoversi. Ora."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III

Una volta che Vy e Jamie sono giunti in cucina trovano Archie sul divano a guardare la tv e Ralph che sta scolando la pasta. Così, evitando anche quegli imbarazzanti minuti che hanno sempre preceduto la messa in tavola della cena Vy e Jamie si siedono a tavola insieme ad Archie, che si è alzato dalla sua postazione, e a Ralph che ha messo in tavola la cuccuma di pasta. In un silenzio rotto solo dal rumore della forchetta sulla porcellana prima si serve Ralph, con una porzione pienamente abbondante, poi Archie che come al solito cerca di prendere solo una manciatina di pasta, ma questa viene subito rimpolpata dalla gigantesca forchettata che il padre scodella nel piatto del figlio, poi Vy, che riempie prima il piatto di Jamie e poi finalmente il suo.
Vy guarda con miscelato disgusto ciò che si trova nel suo piatto: spaghetti leggermente scotti in una salsina rossa con pezzi che potrebbero essere di ragù come di carne di lama, il tutto accompagnato da una manciata, forse troppa, di prezzemolo congelato. Sia lei sia Jamie sia Archie non azzardano alcun commento e con una fugace occhiata all’uomo che sta mangiando ai quattro palmenti quella poltiglia e una tra di loro iniziano a tirare su con la forchetta quei vermicelli di pasta; azione che tra l’altro risulta maggiormente difficoltosa per la collosità con la quale si sono appiccicati gli uni agli altri.
Vy si complimenta mentalmente con Jamie che dimostra molta più intelligenza di un bambino della sua età, che nella sua stessa situazione si sarebbe messo a fare capricci a non finire piuttosto che mangiare quella roba, e gli rivolge un sorriso quando si mette al collo un tovagliolo per non sporcarsi la maglietta.
Nel bel mezzo di una forchettata Ralph decide che è giunto il momento di parlare con suo figlio della sua prossima lezione di rugby, spiegandogli per filo e per segno le tattiche che dovrebbe seguire e altre cose che Vy non comprende, un po’ perché non ne capisce quasi nulla e un po’ perché stacca la spina da quei noiosi e lunghi discorsi.
Quando infine anche l’ultima forchettata è sparita nella bocca di Archie (Ralph aveva già finito da tempo) ignorando bellamente Jamie che è ancora alle prese con la pasta, l’uomo porta in tavola il secondo, che consiste in fettine rattrappite di carne con un sughetto pressoché inesistente. Il giro di piatti viene eseguito ancora con lo stesso ordine e anche Jamie, dopo aver finalmente finito il primo, si ritrova nel piatto una di quelle fettine. Vy si accinge con un affilato coltello a tagliare a pezzettini la carne del fratello e, quando ha ottenuto un risultato soddisfacente, passa alla sua. In realtà Vy si è spesso chiesta che bisogno ci fosse di mettere in piedi questa farsa in cui lei e suo fratello devono mangiare con Ralph e non possono farlo prima con Judith, Ed e Ian, ma la prima volta che ci aveva provato Ralph si era messo a ululare che era un’ingrata che se le faceva schifo quello che lui cucinava avrebbe dovuto dirglielo in faccia e altre mille ingiurie che gli passavano per la testa al suo solito. Dopo quell’episodio Vy non si era più azzardata a mangiare con i suoi fratellastri e sua sorella, e Jamie, che per queste cose aveva una testa veramente dura, si era rifiutato di mangiare prima e aveva dichiarato che avrebbe mangiato solo con lei alla “cena dei grandi perché anche lui ormai era grande”. Vy, dopo numerose discussioni aveva accettato e ora eccoli lì a mangiare cibi di dubbia provenienza e gusto.
Alla fine del secondo Ralph agguanta una banana e a mo’ di scimmione si mette a mangiarla, Archie opta per una mela e Vy si accinge a sbucciare una pera per lei e Jamie a completamento degli spicchi di mela già precedentemente mangiati. Poi Ralph si dirige sul divano e subito le voci della televisione si diffondono per la stanza e Vy inizia a sparecchiare con l’aiuto di Jamie. Dal divano arriva la quotidiana lamentela: < Vy! Ma i miei figli dove sono? Portameli un po’ qua che li voglio vedere! > < Si… vado a prenderli… > Vy urla di rimando per sovrastare il rumore della Tv accesa.
Mollati quindi i piatti nel lavandino, Vy sale le scale ed entra nella sua camera dove il sonno e il silenzio aleggiano lievi. Con una prima occhiata al lettino di Judith, che appare come un beato rigonfiamento nelle lenzuola e una seconda occhiata alle culle dei fratellastri, Vy si accorge che Ian ha gli occhioni quasi aperti e invece Ed sta dormendo beatamente.
Odia svegliare i bambini senza motivo, solo perché improvvisamente il padre si è ricordato della loro esistenza e pretende che anche Ed e Ian siano felici di vederlo per dieci minuti al giorno. Ma Vy sa bene che non c’è modo di evitare questo ingrato compito e quindi solleva prima Ed, cercando di farlo svegliare dolcemente e controlla che il pannolino sia pulito e poi ripete gli stessi gesti con Ian, già quasi sveglio. Poi, scivolando silenziosamente nel corridoio dalla porta socchiusa, si dirige in salotto.
Ed, infastidito dal rumore del piano di sotto inizia a piagnucolare, ma Vy riesce a calmarlo un pochino prima di consegnarli nelle braccia del padre. Fatto ciò, la ragazza si dirige nuovamente in cucina per finire di sistemare, lodando con un < Bravo! > Jamie che ha tolto dal tavolo tutti i restanti piatti. Archie invece è passato dal tavolo della cucina alla poltrona in salotto e osserva con una strana espressione suo padre che parla con Ian e Ed. Vy si mette allora a lavare i piatti e nel frattempo ascolta Jamie, appollaiato su una sedia della cucina, che le parla tutto emozionato di una strabiliante idea che ha avuto.
Dopo poco Vy ha finito e  sente urla preoccupanti provenire dalla camera adiacente. Velocemente si affaccia all’arco che collega le stanze e le si presenta una scena che potrebbe trovare comica se la preoccupazione non la assalisse per prima: Ed urla sgambettando per liberarsi alla morsa del braccio di Ralph che tenta invano di tenerlo fermo, grosse lacrime scendono dai suoi occhi e il bel faccino è contorto in una smorfia rossa, Ian, invece, dopo non aver prestato attenzione a qualcosa che probabilmente il padre aveva cercato di fargli fare o dire, e dopo aver ricevuto una sonora sgridata dallo stesso, essendo seduto sul divano si è messo a picchiare con le sue manine la gamba di Ralph urlando a squarciagola e allo stesso tempo cercando di mordere la mano che cala su di lui per assestargli uno scappellotto. < ma insomma! Sono dei demoni questi bambini, Vy! Vy! Vieni subito levameli di torno! Sono diventati dei selvaggi! Selvaggi! Come possiamo andare avanti!!??? Archie… Archie! Fai qualcosa maledizione non stare lì impalato!!! > sono le urla provenienti da Ralph, Archie smosso dagli ordini del padre si alza e impacciatamente cerca di calmare Ian, che in risposta rivolge le sue sberle anche a lui. Vy allora si precipita dai quattro e, presi in braccio prima Ed, e poi Ian si dirige imperiosamente su per le scale, seguita dai sospiri di sollievo dei due rimasti in salotto. Jamie si dirige con lei al piano di sopra e poi nello stanzino della lavanderia dove Vy adagia i gemelli ancora urlanti e scalcianti per non svegliare Judith nell’altra stanza.
“Almeno passerà qualche giorno prima che Ralph ci riprovi” pensa la ragazza. Ralph infatti pensa di potergli fare quello che vuole e non capisce che i due, pur essendo piccoli hanno delle loro esigenze, come quella, per esempio di non essere svegliati nel bel mezzo della loro dormita…
Sedutasi per terra con la schiena appoggiata al muro Vy si mette Ed e Ian sulle gambe per cercare di calmarli. “Certo a lui che gliene importa, sono io ora quella che deve passare la serata a cercare di farli riaddormentare” è il pensiero della ragazza mentre tira fuori un fazzoletto per pulire i visini urlanti dei bimbi, poi inizia a cullare Ed, che sembra il più disperato , tra le braccia, parlandogli a bassa voce per farlo calmare. Accortasi, poi, che il pannolino di entrambi si è sporcato, incarica Jamie, che si è seduto con loro di andare “in missione” per prendere due pannolini puliti e le salviette nel bagno senza svegliare Judith. Il bambino con un faccino serio serio esce dalla stanza in punta di piedi. Nel frattempo Ed e Ian si sono calmati un pochino e vengono entrambi presi in braccio e cullati da Vy, che passeggia avanti e indietro per la stanza. Quando Jamie ritorna i due hanno smesso di urlare e appoggiano il testino sulle spalle di Vy. Preso un pannolino e appoggiato sulla lavatrice un asciugamano pulito che si era appena asciugato sulla corda da bucato, Vy appoggia prima Ed e poi Ian a pancia in su sulla lavatrice e inizia a cambiare i pannolini prima dell’uno e poi dell’altro. Una volta asciutti e puliti i gemelli si rilassano ulteriormente e Vy, dopo aver gettato l’asciugamano nella roba sporca e aver buttato via i pannolini nel cestino riprende a cullarli avanti e indietro nella stanza. Jamie si è seduto pazientemente per terra, dove prima era la sorella e osserva i movimenti dei tre per la stanza. Dopo un quarto d’ora Vy sente i respiri farsi più lenti e le testoline ciondolare e si dirige lentamente verso la loro stanza per riadagiarli nelle culle. Mentre cammina per il corridoio, con attaccato dietro Ja, incontrano Archie che sale le scale per ritornare nella sua stanza. Con uno sguardo un po’ sorpreso dal fatto che le due bestie urlanti si siano trasformate in così poco tempo in due angioletti, il ragazzo augura la buonanotte a tutti e viene ricambiato.
Una volta dentro Vy veste i gemelli con il loro pigiamino e li mette ognuno nella propria culla. Poi aiuta Jamie a svestirsi, ad andare in bagno e a lavarsi e gli rimbocca le coperte. Vy vede gli occhioni del suo fratellino che luccicano al buio e capisce subito che vuole che gli racconti un pezzetto della storia che gli raccontava la loro mamma a puntate tutte le sere e che ora Vy ha dovuto continuare di sua fantasia, così inizia a parlare a bassa voce, riprendendo il filo dalla sera precedente.
Dopo poco anche il respiro del suo fratellino si allunga e lei, con un bacio e una buona notte, lo lascia, sistemandogli ancora una volta le coperte. Prima di uscire dalla stanza guarda attentamente ognuno dei bambini per assicurarsi che vada tutto bene e poi, sguisciando nello spiraglio di luce, chiude la porta alle sue spalle.
Con un sospiro Vy si dirige ancora alla volta della cucina e quando Ralph sente i suoi passi con voce perentoria le “chiede” del whisky e il grosso sacchetto di patatine, che subito la ragazza gli fa trovare sul tavolino.
Vy quindi, accortasi che quello è l’ultimo sacchetto, scrive sul pezzo di carta appeso al muro della cucina < patatine > e poi, dopo un breve attimo di mente locale < biscotti Plasmon, detersivo piatti >, lista che poi le servirà per fare la spesa del venerdì.
Fatto ciò, Vy sistema le ultime cose sulla tovaglia, la piega e finisce di pulire il lavandino e le superfici che Ralph ha usato per cucinare, poi, presa la scopa dà una bella spazzata al pavimento, buttando tutto fuori dalla porta a vetri che si apre sul giardinetto interno della casa, anch’esso disseminato di erbacce.
Finiti i mestieri di routine a Vy viene in mente che la torta era quasi finita e, guardando la stessa valuta la possibilità di farne un’altra, ma, accorgendosi che sono quasi le dieci e mezza e che il pezzettino rimasto potrà sicuramente bastare per l’ingordigia dei suoi parenti, spegne la luce e con un < buonanotte > rivolto all’ammasso informe sul divano si dilegua su per le scale.
Entrata in camera per prima cosa si accerta che tutti stiano bene, poi, preso il suo pigiama, si dirige in bagno. Dopo aver usato il water e essersi lavata, Vy si spoglia e fa per infilarsi il pigiama, ma viene catturata dalla sua immagine allo specchio: il volto stanco incornicia due occhi ardenti che la fissano nello specchio, lanciandole di rimando uno sguardo determinato, i capelli bruni escono spettinati dalla lunga e liscia coda di cavallo che ormai ha raggiunto l’inizio del collo, il corpicino, un tempo ben in carne ora è diventato più esile e magro “buffo” pensa “un tempo avrei dato chissà cosa per avere un fisico così, ma non avevo voglia di fare diete e ora…” un sorriso triste appare sulla faccia di Vy e viene subito catturato da quegli occhi così vivi, che lo contagiano della loro fierezza e lo trasformano in un bel sorriso convinto.
Con un rapido gesto Vy si toglie l’elastico dai capelli, spezzando il filo dei pensieri, e li pettina, poi si infila il pigiama. Sempre silenziosamente ritorna in camera e accende una lampada che è posata sul suo comodino; sa bene che la luce non dà fastidio ai suoi fratelli e quindi può agire indisturbata.
Vy apre il libro di scuola su Kant che aveva iniziato quel pomeriggio e, senza nemmeno chiedersi dove mai trova la voglia per studiare a quell’ora di notte dopo una giornata così impegnativa, finisce i compiti per il giorno dopo sotto il fascio di luce della lampada.
Quando finalmente ha memorizzato anche l’ultima nozione rimette il libro nello zaino e spegne la lampada.
Un fascio di luce lunare penetra nella cameretta dalla finestra proprio sopra il letto di Vy. La ragazza appoggia il viso al vetro gelato e guarda il cielo pieno di stelle.
Il suo sguardo poi vaga per gli sterminati cortili sul retro delle villette accanto alla sua, coperti dal manto della notte, illuminati dai raggi della luna e protetti dagli occhi delle stelle. La sua vista viene offuscata dalla nuvoletta di vapore che il suo respiro ha formato sul vetro e si sposta qualche centimetro più in la, catturata dalla bellezza della notte.

Un gemito soffocato la risveglia dalla dormiveglia in cui era sprofondata senza accorgersene ancora appoggiata al vetro. Un secondo gemito, un po’ più forte del primo la costringe ad alzarsi per evitare il risveglio immediato di tutti gli altri membri della stanza. Subito nota che Ian agita le manine e le gambe nell’aria con gli occhi spalancati senza traccia di sonno.
“Ci siamo” pensa Vy “il riposino pomeridiano dà i suoi effetti” e prende in braccio il piccolo. Risedendosi sul suo letto inizia a cullarlo, ma si accorge subito che il bambino non ne vuole proprio più sapere di dormire e così decide di avvolgerlo nella sua copertina e di farlo sedere sul davanzale interno della finestra, dove lei pochi minuti prima stava contemplando fuori. Posizionato così, lo circonda con le sue braccia per impedirgli di cadere e i due si rimettono a guardare fuori. Vy racconta sottovoce al bambino quello che vede fuori e dopo pochi minuti si rende conto che Ian non sta più guardando al di là del vetro, ma guarda lei, con gli occhi che catturano i riflessi della luna. In un attimo sente un moto di affetto per quel piccolo esserino che la guarda in modo tanto intenso, da quasi stordirla. Ian poi apre la bocca e allunga un ditino verso di lei: < ma…ma… > sussurra.
Gli occhi di Vy si riempiono di lacrime; come fa a spiegare ad un bambino così piccolo che la persona che si prende cura di lui ventiquattro ore su ventiquattro, che lo coccola, che lo sgrida, che gli vuole così bene, non è la sua mamma, ma la sua mamma è un’altra, una donna che… improvvisamente la parte della sua testa che aveva cercato di sigillare si rompe in mille pezzi e i ricordi la investono senza pietà:

< Dai Ann, stasera è così fresco > dice Ralph alla moglie < perché non ci facciamo un giro? > < uff… vabbè dai va bene… è da un po’ che non usciamo più la sera > gli risponde Ann.  < Vy! > poi urla < Vy per favore puoi venire un attimo? >. Una ragazza scende dalle scale < si mamma! Che c’è? > < stasera usciamo badi tu ai bambini? I gemelli sono già a letto e anche Jud… > < ok mamma ci penso io non ti preoccupare! Voi andate pure! > taglia corto la figlia. < Grazie Vy! Sei un tesoro! A dopo allora! Ah… avvisa tu Archie! > < si si figurati > risponde Vy con un sorriso < ciao! > < ciao! > .
E i due escono dalla porta. Un faccino si affaccia dalle scale < che succede? > < mamma e Ralph sono usciti > risponde la ragazza e poi < ora sei sotto il mio potereee! > urla scherzando e salendo di corsa le scale per acchiappare il fratello. Il bambino viene intrappolato tra le braccia della sorella tra mille risate soffocate per non svegliare gli altri. Vy poi si dirige verso la camera di Archie e bussa. Dopo aver sentito l’< avanti > entra e annuncia al ragazzo in nero < mamma e Ralph stasera sono usciti! > e aver ricevuto un < ah ok! > in risposta, richiude la porta e si occupa del fratello ancora sveglio. quando finalmente riesce a prepararlo per dormire e a metterlo a letto, azioni che richiedono un notevole lasso di tempo visto che il bambino dopo la dipartita degli adulti non ha alcuna voglia di dormire, Vy si siede sul letto e si mette a leggere il suo libro.
Ad un certo punto però le viene in mente che i due gemelli nella camera di sua madre e Ralph potrebbero aver bisogno di qualcosa o anche solo svegliarsi e così decide di trasferirsi vicino a loro. Dopo aver chiuso le tende, e aver controllato per bene Judith e Jamie che dormono profondamente, Vy esce dalla camera lasciando però la porta aperta nel caso i bambini avessero bisogno di qualcosa e si dirige verso la camera dei gemelli. Entrata si accorge che i due stanno beatamente dormendo e così si stende sul letto matrimoniale, dalla parte occupata da sua madre, e, accesa la lampada sul comodino, riprende a leggere. 
Passata un'oretta dà un’ occhiata all’orologio e vede che sono le undici e un quarto e siccome il sonno non accenna a venire decide di aspettare sua madre e Ralph alzata, così riprende il suo libro.

Mezzanotte. Non si fanno ancora vedere, “se la stanno prendendo comoda” pensa Vy soffocando uno sbadiglio, ma ormai, nonostante un velo di stanchezza la stia assalendo, vuole a tutti i costi aspettarli e magari finire il libro, visto che ormai non mancano tante pagine.
Minuto dopo minuto la sua testa si fa sempre più pesante, mentre il sonno la coglie con il libro ancora aperto sulle ginocchia e la luce accesa.

Una forte luce la rapisce dal bosco di acqua in cui era andata a fare una deliziosa passeggiata in stile cappuccetto rosso e Vy si accorge di essersi addormentata e che è arrivata la mattina. Sente dei movimenti dalle culle di Ed e Ian e si rende conto di essere ancora stesa sul lettone con le coperte intatte “ strano” pensa e, ignorando i mugolii dei gemelli si dirige in corridoio per vedere dove hanno dormito sua madre e Ralph “forse tornando non volevano svegliarmi…” .
Per prima cosa va in camera sua, dove trova il suo letto come lo aveva lasciato e Jam e Jud che dormono ancora, poi scende velocemente le scale e guarda al piano di sotto: < mamma… > chiama, ma la cucina e il salotto sono immersi nella silenziosa luce mattutina. Il cuore di Vy inizia a battere un po’ più forte, a passo deciso ora apre la porta a vetri sul cortiletto ma anche qui non c’è nessuno, poi risale su, e si mette ad aprire tutte le porte di tutte le stanze, ma ancora una volta non trova nessuno. Con le gambe molli e il cuore in gola, bussa alla porta di Archie, mentre il suo cervello le intima di stare calma, deve esserci una spiegazione perfettamente logica a tutto ciò… magari sono proprio tutti dietro a questa porta… poi però spazientita dal silenzio che regna dall’altra parte della porta la spalanca senza tanti convenevoli, con un ultimo balzo di speranza nel suo cuore, ma l’unica persona che vede è Archie che sta aprendo gli occhi assonnato e non fa in tempo a balbettare < ma cos... > che Vy gli dice quasi urlando con un balzo il ragazzo è giù dal letto e Vy gli spiega in due minuti la situazione. Decidono di chiamare ognuno il proprio genitore e Vy parte alla ricerca del suo cellulare in camera. Trovato si siede sul letto e, con le mani tremanti schiaccia il tasto di chiamata “mamma” .

Uno squillo, due, tre, quattro, cinque, sei, sette… < segreteria telefonica… > gracchia infine il telefonino, Vy però mette giù e riprova < tu…tu…t… pronto? > dice una voce maschile < pronto, mamma…? > Vy dice senza quasi pensare < ah scusa pronto… sei la figlia di… Ann Ford? > riprende la voce inserendosi nel silenzio di Vy < si… > risponde Vy quasi sussurrando < mia madre…? > < senti io…io non so come spiegare ma… > Vy ormai non riesce più a parlare, a pensare  < tua madre… ecco vedi… c’è stato un incidente e… > prosegue la voce ora leggermente incrinata < e… guarda forse faresti meglio a parlare con tuo padre… non so se… > Vy sente la sua voce dire < c-cosa è successo…? > .
Nero. Vy non sente più nulla. Tutto scompare di colpo. Tua madre è morta. Tua madre è morta. Tua madre è morta. MIA madre è morta. La mia mamma…
La mano di Vy perde la presa sul cellulare che sta ancora dicendo < pronto pronto? Ci sei ancora?!... > la testa di Vy perde la presa sul corpo. Sprofonda in un burrone senza fondo, in un vortice mortale. La ragazza non si rende conto di essere immobile sul suo letto, non si rende conto degli urli dei bambini affamati nell’altra stanza, non si rende conto delle lacrime che potrebbero contenere il mare che le rotolano sulle guance, non si rende conto del ragazzo che trafelato si è affacciato alla sua porta con il cellulare ancora in mano, non si accorge di nulla. Solo tre parole: la mia mamma… la mia mamma… la mia mamma…

 
La ragazza non sa quanto tempo è passato, non vuole sapere perché è come se un mostro le avesse strappato un pezzo di cuore, un'altra ferita che si aggiunge a quella di tanto tempo fa, ma non ancora cicatrizzata, non vuole ricordarsi il motivo per cui tutto sembra immerso in una nebbiolina fine e appiccicaticcia e a ogni passo che muove le sembra di sprofondare nel vuoto. Sa solo che ora ci sono quattro esseri che hanno bisogno di lei. Ora. Non può fermarsi ad aspettare il nulla, deve andare. Agire. Muoversi. Ora.

Vy si riscuote, si accorge che Ian bagna le sue manine con le lacrime calde che le sono scese dagli occhi.
È terribile ripensare a ciò che era successo, è per questo che lo tiene segregato in un angolo della sua mente, non può permettersi di affogare nel dolore, non può permettersi di rifugiarsi nei ricordi e di cancellare il presente come vorrebbe fare. I suoi fratelli hanno bisogno di lei. È l’unica persona al mondo rimasta per loro. Deve lottare e farlo per loro. E per la sua mamma.
Certo all’inizio si era aspettata un po’ di aiuto da Ralph, ma lui, dopo aver tenuto i gemelli per due notti in camera, aveva deciso che Vy si sarebbe occupata anche di loro, perché lui aveva un braccio ingessato ed era troppo faticoso. Già perché lui da quell’incidente se l’era cavata solo con un braccio ingessato e qualche graffietto, mentre sua madre si era accartocciata con la tutta la parte destra dell’auto. Poi, una volta “guarito” aveva dato per scontato il fatto che sarebbe stata Vy ad occuparsi ancora di loro.
Con uno sforzo Vy riesce finalmente a richiudere tutti quei mille frammenti di dolore nella loro scatola e con un sorriso si rivolge a Ian, che è catturato dai suoi capelli. Dopo averlo cullato ancora un po’ il bambino si addormenta finalmente nelle sue braccia e Vy lo rimette nella culla.
Poi, veramente esausta, tira le tendine della finestra e si corica sotto le coperte “buonanotte mamma” è il suo ultimo pensiero mentre sprofonda in un dormiveglia, spezzato ad un certo punto da un corpicino caldo con i piedini gelati che si infila sotto le sue coperte e che si stringe con lei in un abbraccio addormentato.
Poi il sonno si infiltra sotto gli occhi di Vy e nella sua mente e la porta con sé sulle ali della notte. 





Note.
Rieccomi qua! beh che dire... mi rendo conto che in certi pezzi la narrazione è un po' rallentata dalla descrizione di tutte le azioni che i personaggi compiono, ma abbiate pazienza quando il mio cervello docet e mi impone di scrivere una bizzarra storia sulla giornata di una ragazza, io mi sottometto al suo volere... :)
Spero che la storia vi sia piaciuta o anche no... non mi offendo xd! E se vi va lasciatemi una recensione per farmi sapere che ne pensare...
un bacio

  
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