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Autore: _Arya    25/02/2012    10 recensioni
Un giorno un uomo, vedendo un amico fuggire dall’amore, decise di rivolgerli queste parole: " Anche all’uomo più freddo e privo di emozione può capitare di vacillare sotto gli effetti dell’amore.
Tu non sei diverso solo perché sei un vampiro, perché prima di ogni cosa sei un uomo e non importa cosa o quali decisioni tu abbia preso nei confronti dell’amore.
Presto scoprirai che il tuo più forte e peggior nemico lo devi ancora incontrare. Sai di chi o di cosa si tratta?
Sono i tuoi sentimenti, i tuoi reali sentimenti.
Per quanto ancora scapperai?
Credo sia arrivato il momento di affrontali, amico, con le buone o con le cattive."
L’amico rimase impassibile sotto il reale significato di quelle frasi. Come ogni cosa lasciò che li scivolassero di dosso, senza prestarli importanza.
Lui non avrebbe fatto niente. Avrebbe continuato a vivere la sua vita come aveva sempre fatto nascondendo il suo amore alla donna che amava. Avrebbe ignorato lei e ciò che lui provava ogni volta che la vedeva.
La sera seguente la vita di quest’ultimo subì un profondo sconvolgimento.
Da quella sera la sua vita non fu più la stessa .
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Sapore di un nuovo Bacio

 
 



“Proprio quando ci sentiamo più poveri la vita,
come una madre,
sta cucendo per noi il vestito più bello.”

Bianca come il latte, Rossa come il sangue
di Alessandro d’Avenia

 







Ho sempre pensato che alla notte appartenessero diverse essenze, l’una diversa dall’altra ma al col tempo uguali.
Il mutare dei profumi pungenti in inverno. L’odore dolce dei primi fiori di primavera. Quello fresco dopo una giornata torrida di fine agosto per poi infine giungere a quel sapore di foglie secche, che svariano dal rosso più intenso al giallo dell’autunno.
Stavo sorvolando la città di Fell’s Church.
Sentivo come le correnti di aria calda lambivano e accarezzavano le mie ali dal piumaggio nero, come le tenebre in realtà una creatura come me appartiene.
Volare, mi aiutava ad allontanare quei pensieri scomodi e quel mondo sottostante, a volte troppo pesanti e caotici da riuscire a sopportare.
Se per un bambino la sua casa sull’albero rappresentava il suo rifugio segreto, per me il cielo infinito, con ogni sua più incantevole sfumatura, era quel luogo sacro, unico Signore dalla consistenza del silenzio e della tranquillità.
Quando mi libravo in esso, sentivo l’essenza della libertà e dell’infinito, pervadermi e scorrermi nelle vene. Pura adrenalina bruciante dall’ardente emozione di andare sempre più su, fino a ridurre ogni cosa ad un misero e insignificante puntino. In quei momenti mi sentivo padrone perfino del cielo e quella stessa adrenalina, alla quale non riuscivo a sottrarmi, ogni volta prendeva un valore diverso.
Libero e padrone di un mare azzurro infinito, dove il sole riscaldava le mie ali e il vento le accarezzava delicatamente, come ad inscenare un qualche gesto affettuoso.
Il calare della notte mi offriva l’ombra oscura e la luce argentea della notte si rifletteva nel piumaggio nero del mio corpo animale.
Ogni qualvolta io mi trovavo la su, tutto si annullava e perdeva senso, se mai qualcosa in questo pazzo mondo né avesse.
Se non volevo nessuno tra i piedi bastava che mi trasformassi e subito trovavo riparo in quegli ettari di cielo azzurro di giorno e nero di notte.
Il cielo era come un rifugio e come sempre, anche quella sera, mi aveva accolto sostenendomi e confortandomi con carezze di aria fredda che riuscivano in qualche modo a schiarirmi le idee.
La rabbia che poco prima stava ribollendo nelle mie vene stava via via svanendo. Il vento era come quella mano che ti trattiene quando stai per fare qualcosa di stupido, qualcosa di cui poi finiresti per pentirtene.
C’era una ragione del perché stavo sfrecciando in volo nell’oscurità della notte. 
Poco prima avevo assistito all’ennesima scena sdolcinata tra il mio Angelo e il mio dannato fratellino.
Perché? Perché si divertiva a tormentarmi in quel modo, ingannandomi e giocando con i miei, i nostri, sentimenti? Perché aveva detto a Stefan di amare solo lui dopo il pomeriggio passato insieme a me, soli? Quale autorità l’aveva investita del lusso di trasformarci in due sue pedine?
Per la prima volta da quando la incontrai, provai odio per Elena, la mia Principessa delle Tenebre.
Evitavo che la mia mente in qualche modo rievocasse quella scena che mi aveva portato ad allontanarmi dal Pensionato e mi appollaia su un ramo di un grande albero.
All’altezza di questo e di fronte ad esso vi era una camera illuminata solo dalla debole luce di una lampada posata su una scrivania. I miei sensi di vampiro mi suggerirono che all’interno dell’abitazione c’erano due esseri umani.
Sapevo fin troppo bene chi era la prima. Era la padrona di quel mondo che io osservavo da fuori la sua finestra al quale avevo accesso solo per metà. Era la mia streghetta.
Ciò che però mi fece tremare le ali, era la seconda presenza. Avvertivo un’aurea calda, confortevole….maschile.
Sentì la risata squillante e dolce dell’uccellino salire le scale, seguita dal candidato numero uno ad avere una nuova e bellissima lapide con scritto R.I.P. nel cimitero della città.
Restai a fissare per un minuto buono l’aspetto di un ragazzo sui diciotto anni, alto, muscoloso, biondo e con gli occhi di un azzurro limpido che gli illuminavano lo sguardo.
“Mutt.”
La risata da bambina del mio uccellino mi distolse dai cento e più modi per far finire all’altro mondo quel misero uomo.
“Che cosa ci fa lui qui?”
Osservai curioso la streghetta sedersi sul letto e guardare a sua volta Mutt avvicinarsi alla libreria. Fece scivolare le sue mani sulle miriadi di copertine di libri rilegati e fermandosi su uno in particolare, percepì in lui un misto tra tristezza e gioia.
“Quel Mutt è davvero un tipo strano.”
Prese il libro su cui si era soffermato e lo aprì: << Tu, Meredith ed Elena al ballo di fine anno. L’ultimo, prima che nelle vostre vite piombassero vampiri e demoni. >>
“E con ciò cosa vorresti dire? ”
La streghetta si alzò di scatto e afferrò il libro per poi riporlo al suo posto.
Anche lei, come Mutt, indugiò con la sue dita affusolate sulla copertina del libro.
<< Ne abbiamo passate tante è vero e sicuramente questa non è la vita che nessuna di noi avrebbe immaginato o voluto, ma a me va bene così Matt. Io sono felice. >>
<< Come puoi dire una cosa del genere, Bonnie! Tutte le ragazze sognano una vita perfetta con un ragazzo ai loro occhi perfetto. Tu non hai niente di tutto questo. Non puoi essere felice. >>
Sentì un’ondata di rabbia ribollire dentro di me.
“Come osa dire certe cose al mio uccellino?”
Lo avrei ucciso e sulla sua tomba non ci sarebbe stata una lapide con scritto R.I.P., perché lo avrei tormentato anche nella morte. In qualche modo avrei fatto, ci sarei riuscito.
Nel mio uccellino avvertì qualcosa incupirsi e un velo di tristezza posarsi sul suo volto.
<< Bonnie, io non volevo… >>
<< Non fa niente. >>
Sotto i miei occhi, attenti a percepire ogni mossa e a captare ogni suono, vidi Matt farsi vicino alla piccola strega e alzarle il mento con le sue dita.
<< Mi dispiace, Bonnie. Tu non ti meriti questo e se ho detto quelle cose è perché io voglio che tu sia veramente felice. >>
<< Matt..>>
Successe all’improvviso e per la prima volta dopo decenni, spalancai gli occhi colto dalla sorpresa.
Matt si chinò su Bonnie, la mia Bonnie, e la baciò.
Vidi quegli occhioni marroni, che ogniqualvolta si posavano su di me in qualche modo riuscivano a farmi percepire calore, sbarrati, intenti a capire cosa fosse successo, per poi richiudersi lentamente restituendo quel suo bacio.
Ricordo come quella scena ebbe l’effetto di svuotare completamente la mia testa. Ricordo come i miei occhi, testimoni scomodi di ciò che stava accadendo, avrebbero voluto chiudersi e riaprirsi subito dopo solo per accertarsi che ciò che avevano colto poco prima non fosse vero.
In quelle quattro mura, che prendevano sempre più la forma di una stanza delle torture, si concentrò improvvisamente tutto il mondo. Alla luce di quel debole barlume regalato dalla lampada, che accentuava solo l’atmosfera e l’intimità, vidi la mia piccola streghetta circondare il suo collo, il collo di Mutt, con le sue mani e rispondere a quel bacio con maggior sicurezza.
Una sicurezza che non era da lei. In quel momento non riconobbi la ragazza timida e fragile, che ad ogni pericolo invocava il mio nome e il mio aiuto.
Possibile che il mondo intorno a me improvvisamente sembrò incominciare a girare?
Non riuscivo a distogliere lo sguardo. Non riuscivo a vedere o a pensare altro che ai due ragazzi dentro a quella stanza.
La mia mente non riusciva a concepire una tale immagine.
Era totalmente e unicamente impossibile.
In quegli attimi a me così infiniti, una parte remota di me scalpitava e urlava di irrompere in quella stanza e di uccidere l’autore di quella scena squarciandoli la gola, ma dall’altra era come se fossi vittima di uno stupido scherzo o di un’allucinazione.
Dentro di me infuriava una tempesta carica come non mai di nuvole color grigio-piombo sospese in un cielo nero, che faceva da sfondo a quelle mie emozioni in me così rumorose e assordanti.
Che sia stato lo squarcio di un tuono o di un lampo, anche in questa occasione mi parve di sentire un suono riecheggiare nella parte più profonda e più nascosta di me.
Ero spiazzato non solo perché quella scena non mi ero del tutta nuova, ma in quei minuti mi ritrovai a fare i conti con le stesse emozioni che provavo quando vedevo Stefan insieme ad Elena o quando, per la prima volta, vidi il mio fratellino passeggiare nei giardini della mia famiglia con Katherine a braccetto come una coppia di novelli sposini, felici e innamorati.
Bonnie non era Elena o Katherine, ne ero più che consapevole.
Eppure, eppure erano le stesse sensazioni che provavo e avevo provato quella stessa sera per l’ennesima volta, quando sentivo il mio angelo biondo ripetere che il suo cuore apparteneva a Stefan.
Perché mi sentivo come se davanti a me, in quella stessa stanza, ci fossero Elena e Stefan?
Tutte quelle emozioni di risentimento, odio, disprezzo, invidia, che provavo nei confronti del mio fratellino quando lo vedevo con il mio Angelo, mi investirono come una piena nel vedere Mutt che baciava il mio uccellino.
Già…il mio uccellino…
Per quanto provassi a sforzarmi nel rievocare nella mia mente il momento esatto in cui avevo deciso che l’uccellino rosso fosse mio e mio solo, non ci riuscì.
Fino a quella sera ero convinto che il mio tenero uccellino appartenesse solo a me. Credevo fosse una proprietà esclusiva di Damon Salvatore. Fino a quel momento non avevo mai pensato alla possibilità di dividere il mio uccellino con qualcuno. Fino a quel momento…
Non c’era niente a trattenermi adesso.
Non c’era quella mano che mi impediva di fare qualcosa di stupido.
Ero libero di sfogare la rabbia accumulata quella sera, solo spegnendo definitivamente quella vita e placando così quel mostro che dentro di me incominciava a scalpitare al solo immaginare il sapore del sangue scorrere l’ungo la mia gola.
Le correnti di aria fredda e calde che trovavo la su, adesso non avevano alcun potere sulla mia mente. Non potevano schiarirmi le idee e farmi ritrovare il giusto equilibrio.
Non c’era niente a trattenermi adesso.
Seguendo la mia volontà e l’istinto di cacciatore cercai di attaccare, ma qualcosa dentro di me si era rotto e mi aveva pietrificato, lasciandomi lì, inerme su quel ramo dove si affacciava il mio nuovo dolore.
Annientato da quelle emozioni e incapace di agire e fare qualcosa, qualsiasi cosa, volai via in quel cielo stellato pronto, come sempre, a prendersi nuovamente cura di questa ferita fresca che aveva iniziato a bruciare infondo al mio cuore fermo e di ghiaccio.



 
 
 
 
 
 
L’angolo di Lilydh


Udite, udite Lilydh è tornata e non a mani vuote! ( Eh che gran gioia direte voi.  -.-‘  Si salvi chi può!!! )
Ora, a quei pochi lettori che sono arrivati a leggere il mio commento, oltre ad un applauso fragoroso, dirò due cosine su “Sospeso tra cielo e terra.”
Ok, credo che a questo punto mi odierete.
Nella mia prima FanFiction Damon ha cancellato i ricordi di Bonnie ed è volato via, in questa è Bonnie, se pur inconsapevolmente, fa del male a Damy.
Occhio per occhio…
Cooomunque bando alle ciance e incominciamo a dire due cosette su questo primo capitolo, “Il Sapore di un nuovo Bacio”.
Non so cosa ne pensiate voi, ma sicuramente questo nuovo bacio a Damon è sembrato più che amaro. E secondo voi riuscirà ad ingoiarlo?
Conoscendolo…
Tra le diverse righe del capitolo, vorrei soffermarmi sulla reazione di Damon alla vista di Matt che bacia Bonnie. Scena cardine di questo primo capitolo.
Sarebbe stato troppo scontato far intervenire Damon e iniziare quella che sarebbe stata una bella scazzottata tra lui e il povero Matt (a quel punto non vorrei essere nei suoi panni ) , quindi ecco una cosa che il nostro vampiro non si aspettava ( oltre al bacio ): a quella scena prova le stesse emozioni di quando vede Elena e Stefan insieme.

Adesso sarà divertente (anche se Damy non la pensa così ) vedere come si evolveranno le cose.
Che serata per il nostro vampiro, prima Miss Elena Gilbert e adesso ci si mette anche Matt…
E’ interessante vedere anche la battaglia interiore di Damon. “Intervengo o no?”
Tuttavia qualcosa li impedisce di far fuori Matt.
Chissà cosa….mmmm…..
 

 
Questa mia nuova storia l’ho scritta e l’ho dedicata, per non dire promessa, ad una persona che mi ha sostenuto e che continua senza sosta farlo tutt’ora.
Alla fine ce l’ho fatta, Cla. ( Mi devi proprio spiegare cosa trovi di così tanto bello nel modo in cui scrivo… )
Questa è la storia che da tempo aspettavi, spero di non deluderti.

L’avrei postata prima, ma tra computer che fa i capricci e Damon che mi ha fatto sclerare, lo faccio solo ora. ( Io credo che si siano messi d’accordo… )
Certo che se non diventi Donnie con questa FanFiction, dovrò impegnarmi di più nelle prossime. XD

 

Chi vuole farmi sapere cosa ne pensa non deve far altro che recensire e io non vedo l’ora di avere qualche opinione su questo primo capitolo totalmente inedito di questa mia nuova FanFiction,

Lilydh

 
P.S.  La trama che ho usato per questa mia FanFiction è di mia invenzione e anche questa, come Ricordi di Sangue, avrà pochi capitoli.
 

  
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