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Autore: Meky e Amber    30/09/2006    2 recensioni
Luna, luogo magico e misterioso; lassù vivono delle persone dai capelli d’argento e gli occhi azzurri. Magnifici boschi d’argento e fiori color dell’oro… lì nascerà un’avventura che porterà una ragazza, per metà terrestre, nel suo viaggio verso l’ignoto. Fra assassini, una setta politica all’attacco contro Maila, la città del re, una misteriosa pergamena custodente strani codici vi ritroverete catapultati in un soffice sogno fatto d’argento lunare e stelle. Sogni d’oro
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

I ricordi che tornano a galla

Spiegazioni

 

Ludwy guardò il padre ingessarle accuratamente il ginocchio. Erano nel salotto-cucina e la ragazza era a sedere sul divano

-Cosa è successo?- ripeté. Ludwy sbuffò ma rispose dolcemente

-Te l’ho detto pa’, sono caduta… il ginocchio si è piegato male e si è rotto, tutto qua- rispose. Il padre la guardò e posò lo sguardo su Xander che distolse lo sguardo

-Ah, se non fossi un dottore!- esclamò l’uomo alzandosi

-Papà! Quando smetterai di darti tante arie?- chiese la ragazza sorridendo

-Mai tesoro!- L’uomo sorrise e si avviò alla porta –Torno al lavoro, fate i bravi mi raccomando!-

-Ciao papi!-

-Buona sera signore- lo salutò Xander cordialmente

-Oh Xander, perché non resti a cena da noi? Sai, per ringraziarti di avere fatto tutta quella strada con in braccio mia figlia- Xander sorrise

-Con molto piacere signore, in effetti sua figlia non è leggera come sembra- Ludwy lo fulminò

-Ma come osi? Brutto cattivo! E tutto a causa dell’altezza sai?- rispose offesa –Se non avessi una gamba ingessata ti darei un calcio…-

-Si certo certo, come no…- Ludwy gli scoccò un’occhiataccia

-Fai il furbo con me? Guarda che questa sera potrei avvelenarti visto che cucino io come al solito- Xander si voltò verso il padre della sua amica e sorridendo disse

-Ma se fa come al solito da mangiare… non ha mai avvelenato qualcuno?- chiese. L’uomo rise

-È una cuoca discreta…- disse. Ludwy spalancò la bocca offesa

-DISCRETA!?!?!? Ma papà! Non eri tu quello che diceva “Ludwy cara, sei una splendida cuoca”- lo scimmiottò

-Non ricordo di avere mai detto nulla del genere…- disse il padre pensieroso. Xander scoppiò a ridere

-Quando sarò in forma vi tirerò un calcio così forte che vi resterà il livido, capito?- Ludwy guardò Xander –Ma la pianti di ridere?? Non sei affatto divertente!- Xander tossì cercando di calmarsi.

-Bene, ora io vado. Ludwy? Resta a letto capito? Riposati e quando ti alzi per iniziare a preparare la cena stai attenta OK?- disse il padre. Ludwy mosse la mano

-Va via papà, non mi scocciare che me la so cavare egregiamente!- si lodò

-Come no, aspetta e vedrai…se non ricordo male alla nostra ultima gara di cucina ho vinto io!- disse il padre chiudendo la porta –Divertitevi!-

-Solo perché avevo confuso il sale con lo zucchero!!- urlò lei di rimando. Xander guardò dalla finestra il padre allontanarsi poi si voltò verso Ludwy e la squadrò da capo a piedi. Ludwy lo guardò interrogativamente poi sorridendo chiese –Che cosa vuoi per cena?- chiese lei

-Ludwy, voglio sapere la verità, ora. Voglio sapere cosa ti hanno detto e cosa ti hanno fatto Janet e compagnia, e lo voglio nei dettagli- ordinò. Lei sbuffò guardandolo

-Non è successo nulla, sono caduta- Lui si avvicinò prendendole il braccio e stringendoglielo

-Non ti ho detto di sparare cavolate- disse –Ludwy, non voglio ripetermi- Lei lo guardò e strattonò il braccio imprigionato nella morsa di lui

-Neanche io- disse lei. Gli occhi di lui si scurirono e le mollò il braccio

-Bene, fai come ti pare- Si sedette in una sedia lì vicino e non la degnò di uno sguardo per qualche minuto, dove i due restarono in silenzio

-Perché fai così? Io ti ho detto quel che è successo, perché non ti vuoi fidare di me?- chiese Ludwy guardandolo. Lui ricambiò con uno sguardo fiammeggiante

-Come posso fidarmi di te completamente se tu non mi dici la verità?-

“La cosa sta prendendo una brutta piega…” pensò Ludwy sconsolata –Smettila Xander…-

-Ludwy- disse lui –Se non me lo dici lo vado a scoprire comunque capito?- Xander si avvicinò alla porta e la aprì

-Mi hanno menata va bene?- esplose lei in lacrime alzandosi in piedi a fatica –Ma non credo ci voglia un genio per capirlo! Mi hanno espressamente detto, anzi ordinato, di starti lontana e mi hanno minacciata, va bene? Sei contento ora? Ti senti sollevato ora che lo hai saputo?- Lui si voltò a guardarla. Lei iniziò a camminare verso la sua stanza piangendo disperatamente ma lui la agguantò –Lasciami!- ordinò lei piangendo. Lui la strinse da dietro.

-Scusami Ludwy… mi spiace molto ma… non posso proteggerti se tu… se tu non ti confidi con me…- sussurrò lui al suo orecchio. Lei singhiozzò e lui si sedette trascinandola sulle sue ginocchia. Lei lo guardò e lui sorridendo le asciugò le lacrime –Vuoi dirmi qualcos’altro?- Lei si asciugò le lacrime

-Perché mi tratti così?- Lui corrugò le sopracciglia –Mi tratti come un tuo pari anche se sono… umana e non ti disgusta stare con me… sei voluto diventare mio amico ma… perché lo fai?- Lui sorrise

-Perché tu sei davvero molto simpatica e mi piace molto stare con te. Ti trovo interessante, non sei falsa e sai come prendermi- Lui sorrise poi si fece cupo –Senti Ludwy…-

-Si?-

-Se tu vuoi confidarti con me… io ci sono, ci sarò sempre e ora io… vorrei… confidarmi con te…- disse con fatica Xander. Lei lo guardò

-Ti ascolto- rispose lei sorridendogli dolcemente

-Devi sapere che prima di venire in questo paesino io abitavo a Maila, nella capitale- Lei stupita lo guardò

-Tu abitavi sul serio a Maila? La capitale? Il centro di tutta la Luna?- Lui annuì –Cavolo…- Lei si morsicò la lingua per non andare avanti

-Mia madre lavorava in un negozio di tessuti e mio padre era il generale delle guardie reali-

-Porca miseria!- esclamò lei –Generale delle guardie reali!?!?- lei scioccata lo guardò, poi si fece seria –Perché parli al passato?- chiese

-La mia famiglia era composta dai miei, io, i miei due fratellini gemelli e mia sorella maggiore- Il suo viso s’incupì –Io andava a scuola e mia mamma la mattina restava con i miei fratellini mentre mia sorella andava al negozio…- Ludwy capì che era arrivato il momento più doloroso visto che il ragazzo iniziò a tremare –Una mattina dopo scuola, stavo andando da mia sorella al negozio ma… quando vidi che il negozio era chiuso andai a casa pensando a un malore o… non lo so… quando arrivai vidi la porta d’ingresso spalancata e mi precipitai dentro e…- Si alzò in piedi dandole la schiena –mia sorella era a terra in un lago di sangue… gli occhi spalancati verso il cielo. Corsi su chiamando mia madre e quando arrivai in camera da letto la vidi… anche lei era in un lago di sangue con i miei due fratellini vicino a lei morti anche loro. Mi ero girato perché avevo sentito un rumore e lì vicino c’era mio padre in fin di vita. Corsi vicino a lui e mi disse “Non puoi fare nulla per me… vai e cerca chi ha fatto questo alla nostra famiglia. È stato Mihjod… lui sta architettando… di… uccidere… il… Re…” queste sono state le sue ultime parole prima di darmi una pergamena. Ora non ce l’ho qui ma… il suo contenuto mi lascia tutt’ora senza parole!- esclamò

-Perché?- chiese la ragazza. Lui la guardò

-Ci sono dei codici e dei nomi, nomi di persone importanti vicino al Re che lo vogliono tradire. Capisci? Le persone che il Re ha vicino sono persone che vogliono il suo potere! I codici sono delle sigle che stanno alla base di una qualche tecnologia che regge il potere della Luna! Se loro ne entrassero in possesso sarebbe il crollo totale del regime!- esclamò

-Ma…- disse Ludwy, confusa –come mai ci sono i nomi dei traditori su un foglio con i codici del potere?-

-Perché sono stati aggiunti in seguito, ma non so da chi- Lui la guardò –Hai capito, però?-

-Capisco- disse lei –Ma allora sei qua per…- deglutì -… uccidere un uomo di loro che è qui?- Xander annuì

-Si, loro mi hanno tolto la famiglia e io non li potrò mai perdonare e devono provare ciò che io ho provato per lunghi mesi- La ragazza abbassò lo sguardo dal viso determinato e sofferente di lui

-È per questo che questa mattina in classe… hai detto che ti odiavi? Perché non sei riuscito a fare nulla per la tua famiglia?- Lui annuì

-Io non mi perdonerò mai- ribadì lui sicuro. La ragazza si alzò lentamente in piedi

-Scusami, vado un attimo in camera…- disse lei con voce sottile. Si avviò

-Ti ho spaventata?- chiese lui preoccupato. Lei fece un falso sorriso e lo guardò

-No, certo che no! Che domande mi fai? Torno subito- chiuse la porta dietro di se e si lasciò scivolare giù finché non si trovò a terra con il viso premuto contro il ginocchio sano “Xander… quello che prima avevo davanti era una maschera…. In realtà lui è assetato di sangue per riuscire a vendicare la sua famiglia…. Ho conosciuto un falso, un bugiardo….” Iniziò a piangere mentre il volto di Xander sorridente scompariva nella sua mente lasciando spazio ad uno Xander desideroso di vendetta

-Ludwy…- la chiamò lui mentre lei chiudeva la porta “Accidenti, forse ho un po’ esagerato… non dovevo dirle quelle cose ma… io speravo che almeno lei capisse, invece…” Lui si sedette per terra con la schiena appoggiata al muro e sospirò. Tutto ad un tratto si alzò e uscì di casa…

“Però, ora che ci penso…” Ludwy alzò lo sguardo davanti a se smettendo di piangere “Lui ha visto i corpi senza vita dei suoi fratelli di sua madre e ha visto suo padre morire!” Si immaginò suo padre in un lago di sangue morto con lei di fianco che lo guardava impotente “Credo… credo che anche io vorrei vendicarmi…” si alzò in piedi “Accidenti! Lui si è confidato con me e io me ne sono andata via in quel modo, quasi… schifata” Aprì la porta di scatto guardando la stanza… vuota “Se n’é andato…” Tremante si avvicinò alla porta d’ingresso socchiusa e la aprì andando fuori, guardò a destra e a sinistra poi sentì zappare. Spaventata si avvicinò strisciando con la gamba ingessata “Aiuto, chi sarà? Xander… aiutami…” pregò in silenzio –Chi… chi è?- si sporse un poco per vedere

-Ehi Ludwy! Avete un orto davvero bellissimo! Sai, stavo pensando che questa sera potrei fare una bella insalata con i pomodori, che ne dici?- chiese lui sorridendo –Sai, è una delle mie specialità!- disse togliendo qualche pomodoro maturo dalla pianta. Lei sbalordita uscì del tutto dalla parete –Dai, dammi una…- Lui la guardò e preoccupato la guardò –Ludwy… cosa… perché piangi?- chiese avvicinandosi abbandonando la zappa per terra. Lei singhiozzò e si asciugò le lacrime

-Cattivo…- sussurrò –E io… e io che credevo che te ne fossi andato- disse tra i singhiozzi stringendogli la maglia nera. Lui sorrise

-E perché me ne dovevo andare?- chiese

-Perché ti ho trattato in quel modo io… ero confusa per quella confessione così improvvisa… Mi spiace per essere andata via in quel modo ma mi sono spaventata… quando non ti ho più visto…- singhiozzò

-Non me ne sarai mai andato senza aver assaggiato la tua cucina- le rispose dolcemente

-Dimmi che mi perdoni e… che non mi farai mai più preoccupare…- disse lei

-Ti perdono e te lo giuro sul mio onore di cameriere personale- Lei rise

-Buffone cattivo- Lui rise di gusto –A proposito… ti devo dire una cosa e… beh, poi mi dirai tu se siamo nella stessa barca…- Lo trascinò dentro e chiuse la porta

-Perché dentro?-

-È una cosa… importante- Lui annuì

-Dimmi tutto-

-Ricordi l’uomo di qualche settimana fa?- Lui annuì –Ricordi lo strano dialogo che si erano detti quegli uomini vestiti di blu? Avevano trovato una pergamena. Prima non te l’avevo detto perché non lo credevo così importante-

-Vestiti di blu eh…-

-Dei lunghi mantelli blu-

-Hanno fatto nomi?-

-No- rispose lei

-Testa calva… mantelli blu… si, è lui…-

-Chi?-

-Mihjod, quello che ha ucciso la mia famiglia per avere la pergamena con i nomi. Non credevo fosse arrivato qua…-

-Ma… chissà quante persone avranno la testa calva… e poi la pergamena con i nomi non ce l’hai tu?- Lui scosse la testa

-Nessuno degli abitanti della Luna perde i capelli- disse lui –E quella pergamena è una semplice copia, la vera ce l’ho io al sicuro- disse. Lei annuì

-Beh, meno male no?- I due si guardarono poi lei si fece seria –Allora siamo nella stessa barca?- Lui sospirò

-Credo di si, ormai hanno capito che tu hai intuito tutto, quindi…- Lei sorrise felice

-Allora posso accompagnarti nel tuo viaggio?- chiese lei entusiasta

-Cosa?-

-Si, visto che siamo nella stessa barca non ha senso lasciarmi affogare nel mare in mezzo ad una tempesta ti pare?- Lui aggrottò le sopracciglia

“Ma che paragone è?” si chiese perplesso –Ma tuo padre?- chiese

-Mio padre ne sarebbe fiero! Lui è il sostenitore numero 1 del Re-

-Guarda che non si va ad una scampagnata- Lei sorrise

-Lo so benissimo ma sapere che noi due partiremo per un viaggio… mi elettrizza!- esclamò sedendosi

“Secondo me non ha capito nulla…” pensò lui esasperato “Però sarebbe il massimo, noi due verso nuove avventure fuori da questa città. Chissà cosa ne penserà suo padre…”

-A proposito, non diciamo ancora nulla al mio vecchio, prima mi voglio sistemare con il ginocchio, OK?- Lui annuì

-Ci metterà qualche settimana a guarire così ci potremo pure preparare psicologicamente- disse lui –Senti, tu ti ricordi tua madre?- chiese a bruciapelo. Lei lo guardò e i suoi occhi si rattristarono –Beh, non sei costretta a rispondermi…-

-No, non la ricordo ma…- sorrise –sento ancora l’odore di fragola quando mi abbracciava e mi parlava, era un buon odore ma ormai sto dimenticando anche quello, il vecchio non ne parla quasi mai, forse per non aprire brutte ferite…- Lui rimase in silenzio poi guardò fuori dalla finestra

-A proposito del vecchio, a che ora torna?- chiese

-Al calar del sole perché?-

-Perché forse siamo un po’ in ritardo, il sole sta calando ora- lei sbiancò paurosamente e balzò in piedi ma gemette di dolore quando il suo ginocchio urtò il tavolo

-Accidenti!!- esclamò –Xander, non ridere e vai fuori a prendere quello che ti serve per fare quello che devi fare io intanto preparo la cena- Lo fulminò –ORA!- urlò. Lui smise di ridere ma appena vide la faccia di lei, scoppiò nuovamente. Lei si appoggiò al tavolo e con la gamba buona gli diede un legger calcio alla schiena e lui uscì ridendo ancora come un pazzo –Buffone cattivo pazzo- disse lei scoraggiata dal comportamento infantile di lui. La cena si svolse nei migliore dei modi e Xander si dovette ricredere sulla cucina di Ludwy: era davvero squisita. La ragazza aveva fatto da mangiare per un esercito ma Xander e il padre divorarono tutto, al contrario di lei che non mangiò molto. La cena fu finita e il padre si offrì di accompagnare Xander a casa; ma prima, a Ludwy venne un’idea spettacolare

-Ehi!! Che ne dite se Xander viene ad abitare qua da noi?- I due si voltarono sorpresi –Eh? Eh? Che ne dite? Non è un’idea grandiosa?-

-Beh, ma i suoi genitori…- Xander scosse la testa

-Beh, i miei genitori sono morti quindi… io abito solo- L’uomo si rattristò

-Capisco, beh, se le cose stanno così domani ti trasferisci da noi, che ne dici?- chiese

-Ma io… non vorrei creare disturbo…- L’uomo scosse la testa

-Su, non preoccuparti. Sarà bello averti per casa, vero Ludwy?-

-Si, si- acconsentì lei. Xander la guardò sorridere

-Va bene, per me non c’è problema-

-Ottimo!-

-Che bello!!- esclamò Ludwy al settimo cielo –Sarà divertentissimo, Xander! Potrai dormire in camera con me, che ne dici?- chiese lei. Xander diventò di tutti i colori e iniziò a balbettò

-In… camera… con… te?- Il padre scosse la testa

-Meglio di no…- disse l’uomo. Ludwy si imbronciò mentre Xander tirava un sospiro di sollievo

-Ma perché no?-

-Perché non sarebbe appropriato- rispose lui

-E allora dove lo mettiamo? Illuminami papi- lo sfidò lei

-Beh, potrei dormire sul divano- propose Xander –Sarà perfetto per me!-

-Assolutamente no! È scomodissimo il divano da dormirci sopra!- esclamò l’uomo

-Ma Xander! Ti ci metti pure tu? Non vuoi dormire con me? Prendi un sacco a pelo e lo metti vicino al mio letto… sarebbe molto più divertente!- Xander la guardò

-Sacco a pelo?-

-Certo! Dove vorresti dormire sennò? Vicino a me nel mio letto? Ma sei matto?- Lui sospirò sollevato. Il padre scosse la testa

-Decidi pure tu Xander, per noi non c’è problema- Xander deglutì

-Beh… va bene con lei se proprio devo…- Lei sorrise compiaciuta

-Bene, ottimo, davvero eccellente!- Li fece uscire di casa –Ci vediamo fra poco papino, buona notte Xander, ci vediamo domani mattina qui davanti così porti la roba e andiamo a scuola. Bye bye!- Sbatté la porta in faccia hai due mentre un urlo di vittoria arrivò alle loro orecchie

-Che strana figlia che ha, signore…- disse il ragazzo fissando la porta per poi guardare l’uomo di fianco a sé, che ricambiò lo sguardo

-Te ne sei accorto anche tu, vero?- Xander annuì

-Difficile non notarlo- I due si incamminarono –Signore?-

-Per favore Jonu, chiamami Jonu- Lui sorrise

-Jonu, posso farle una domanda?-

-Certo, chiedi pure-

-Come ha conosciuto la madre di Ludwy? Che tipo era?- Jonu sorrise

-L’ho conosciuta sulla Terra, ero andato là per scoprire qualche cosa in più su una medicina e lei… beh, diciamo che un giorno l’ho trovata seduta su una panchina che si lamentava del dolore alla caviglia: si era presa una bella storta. L’ho aiutata e ci siamo conosciuti. Beh, sai dopo una cosa tira l’altra, lei ha scoperto chi sono io e dopo è rimasta incinta. Lei è esattamente uguale alla nostra Ludwy, non c’è una singola cosa che non sia stata presa dalla madre-

-Perché ha deciso di portarla sulla Luna? Sulla Terra sarebbe stata…-

-Accettata? Hai ragione ma, appena nata non aveva quell’aspetto, era come noi diciamo… Così lei mi disse di portarla con me. All’inizio l’andavamo a trovare sempre, sai qua i terrestri non sopravvivono…-

-Non lo sapevo-

-Noi invece ci adattiamo perfettamente all’ambiente terrestre e così potevamo restare là anche dei giorni; in questo modo Ludwy cresceva tra un mondo e l’altro finché non sono stati chiusi i comunicanti per altri mondi e ora non possiamo più tornare da lei… sono già 13 anni che non la vediamo e Ludwy ormai se ne sarà dimenticata…- Xander scosse la testa

-Beh, a me ha detto che si ricorda l’odore di fragole che emanava, forse se ne parlate, lei riuscirà a ricordarsene e tu riuscirai, col suo aiuto, a superare questo brutto momento- L’uomo sorrise

-Forse…-




...Continua................

  
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