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Autore: Vincent Dimitri Petrenko    01/03/2012    2 recensioni
Questa storia parla di come tsuna e hibari si siano conosciuti e di come si è sviluppata la loro storia sentimentale. Questo capitolo lo dedico alla mia amica Nini (anche se lei doveva darmi una mano).
Questo e' tutto spero che leggiate la storia.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Tsunayoshi Sawada
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giardino Nanimori - Hibari Kyoya-Anni.5

 

Erano passati ormai un paio di mesi da quando siamo diventati amici e d'allora ha mantenuto la promessa che mi fece quel giorno. E' rimasto sempre al mio fianco. Quando mi vede, corre verso di me e quando mi raggiunge mi cinge il collo con le sue esili braccia. Primadi staccarsi da me però, posa il suo dolce musettotra la mia clavicola ed il collo e poi spssurandomi dolcemente all'orecchio mi dice "Mi sei mancato Kyoya". Quelle parole, quei gesti, hanno la capacità di smuovere qualcosa dentro al mio corpo, esattamente all'altezza del petto. Mi riscaldano il cuore, mi fanno sentire in qualche modo bene.

Quando prima di andare via mi liscia lentamente una guancia e mi guarda negli occhi, sembra come se mi urlassero di restare, di non lasciarlo. Ne soffro. Ogni volta che arriva il momento di separarci è sempre così. Mi guardi, mi parli, mi stringi...quando lo fai mi viene da pensare

"Non andare. Ti prego non andartene, non staccarti da me per nessuna ragione. Lasciali stare. Non pensare a loro, concentrati solo su di me".

Ecco che tua madre lo chiama. Ti stacchi da me. Senza interompere il contatto creato dai nostri sguardi indietreggi. Dopo tre passi ti metti le mani diestro la schiena e come fai sempre, m i sorridi. Un sorriso falso. Ecco cos'era. Voleva dirmi "Scusami, anzi, perdonami Kyoya.... ti avevo promesso che saremo rimasti sempre insieme, ma ora, la mia mamma mi chiama devo rientrare". Con gli occhi leggermente lucidi ti giri, ma prima di cominciare a correre verso la figura materna ti rigiri. Sei indeciso. Lo si vede dal tuo sguardo. Ti riavvicini a me. Mi parli a bassa voce:

< Vieni con me. Resta con me questa notte>

 

Casa Sawada

 

Chi sa che cosa starai sognando adesso...dal sorriso che mi rivolgi sembra qualcosa di bello...magari a noi due insieme. Mi stistemo meglio tra le coperte. Questo letto è troppo grande. Mi domando come fai a starci, piccolo come sei...non ti senti solo?

Mi sistemo supino. Ti agiti. Ho paura di averti svegliato con il mio movimento. Poso lo sguardo su di te. Mi guardi. Ti avvicini lentamente al mio viso. Stai tremando. I nostri nasi si sfiorano mentre i nostri respiri si mischiano. Socchiudendo gli occhi appoggi una tua mano all' altezza del mio torace. Sento i battiti del mio cuore accelerare a ogni secondo che passa. Ti avvicini sempre di più e mentre lo fai socchiudo involontariamente gli occhi e dischiudo le labbra. Guardo le tue. Piccole e piene. Devono essere estremamente morbide e dolci al contatto con le mie. A questo pensiero tremo involontariamente. Ti fermi. Mi scruti attentamente. Chiudi lentamente le palpebre. Faccio anche io lo stesso. Sento qualcosa posarsi tra le mie labbra e la guancia. Mi concedo un sospiro appena udibile. Non sento più il calore di quelle labbra dolci. Apro gli occhi. Aspetti una mia reazione, lo so. Con una mano ti accarezzo la guancia. Arrosisci di colpo, non ti aspettavi una mia reazioni cosi stranamente dolce. Dopo un' pò ritiro la mano ma tutto d'un tratto la blocchi. Titubante, azzardi. Tenendo sempre le nostre mani unite appoggi la tua testa sul mio petto. Mi libero dalla tua presa e ti circondo con le braccia in quello che dovrebbe essere un abbraccio piano di parole non dette. In questo momento nessuno dei due osa pronunciare alcuna parola, il silenzio è tutto quello che ci avvolge. Ci comprende, ci nasconde. Ti abbandoni al mio petto dove morfeo ti accoglie a braccia aperte. Ti osservo. Lentamente, cercando di non svegliarti ti scompiglio i capelli, sentendo così il tuo profumo invadermi le narici. Con questo profumo e con te posato sopra al mio corpo mi abbandono alle mie fantasie.

 

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Quella notte sognai per la prima volta io e lui da adulti, eravamo in una casa.

Una casa molto speciale.

Perchè era l'unica testimone dei nostri dolci peccati.

 

Angolo dell'autrice:

Ok...non c'è molto da dire....io semplicemente adoro la 1827.

In questa storia voglio poter scrivere di loro e quindi eccomi qua XD

Con la mia prima Fic a più capitoli ^^ XD

Se volete lasciare un piccolo commento è sempre ben accetto :)

Ciao a tutti e un bacione ;)

  
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