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Autore: MeiyoMakoto    02/03/2012    1 recensioni
IMPORTANTE
la storia inizia dopo la scelta dei Campioni, in Harry Potter e il Calice di Fuoco; è la prima volta in cui Harry e Cedric si trovano faccia a faccia. I due Campioni di Hogwarts, insieme, da soli... Se dovesse succedere qualcosa che cabiasse drasticamente la trama, succederebbe adesso (e non sto parlando di un pairing Harry/Cedric)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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 Oilà!
Una piccola nota, innanzitutto per ringraziare di tutto cuore Harry Potterish per le sue costanti recensioni, vi consiglio vivamente di visitare la sua pagina perché è molto brava, anche se non glielo dico mai J.
In secondo luogo vorrei chiarire che la mia alter-ego non rivelerà mai qualità fuori dal comune né tanto meno poteri inaspettati.
Detto ciò, a presto, spero!
                      Meiyo
 
 
‘Messaggio urgente per Severus Piton! Messaggio urgente per Severus Piton! Mess…’
‘D’accordo, Melly, ho capito.’, ringhiò Piton, strappandole di mano la lettera. ‘Grazie.’
‘Si-Si figuri, professor Piton, signore.’, trillò il povero elfo domestico, allontanandosi a testa china.
Gli studenti la guardarono con curiosità, bisbigliando fra di loro. Harry gettò un’occhiata a Hermione, che strinse le labbra con uno sguardo che forse avrebbe fatto indietreggiare persino Piton, se non fosse stato troppo occupato a leggere la lettera per darle retta.
‘Certo che Piton è  da questo punto di vista è un rivoluzionario: tratta gli elfi domestici proprio come tutti gli altri.’, commentò Ron sorridendole. ‘Cioè come feccia.’
‘Già.’, rispose la ragazza asciutta: non aveva ancora digerito la scena di quella mattina a colazione.
Il professore si schiarì la voce.
‘Il Preside richiede una boccetta di Veritaserum con la massima urgenza.’, annunciò. ‘Vogliate scusarmi.’
‘Come, deve interrompere la sua lezione?’, cinguettò Pansy Parkinson.
Lui la ignorò bellamente e uscì dalla classe, la veste nera che svolazzava dietro di lui.
‘E adesso che facciamo?’, si chiese Ron, con gli occhi che splendevano di  gioia per l’inaspettata fortuna.
‘Perché non vi concentrate su quello che ha detto la ragazza di stamattina?’, fece Hermione gelida. ‘Quanto a me, penso che darò qualche ritocco alla pozione di Neville, sembra che stia per scoppiare.’
‘Non vuoi aiutarci a venirne a capo?’, chiese Harry.
‘Bastano due persone a ragionare sulle profezie di una squilibrata.’, rispose lei velenosa.
Harry sospirò.
‘Mi sa che ti devi far perdonare, Ron.’
‘Io? Sei tu quello che mi ha messo nei guai.’, rispose lui, adocchiando le Gobbiglie che Dean e Seamus avevano tirato fuori. ‘Quindi sei tu che devi tirarmene fuori; dopo una partita a Gobbiglie, si intende.’
 
Quando tornò Piton la doppia ora di Pozioni era agli sgoccioli.
I ragazzi fecero sparire all’istante scacchi, Gobbiglie e carte da gioco, ma per una volta il professore non sembrava particolarmente in vena di punizioni, anche se il ghigno che aveva stampato in faccia non prometteva nulla di buono.
‘Sono desolato di informarvi, ragazzi’, cominciò. ‘Che purtroppo il professor Moody è stato vittima di un tragico… incidente; il Preside ha già provveduto ad allertare i medici del San Mungo.’
Un brusio pervase la classe.
‘Che incidente credete che sia?’, bisbigliò Dean. ‘Secondo me è una vecchia cicatrice, un tragico ricordo del passato, che si è riaperta…’
‘Ma che stai dicendo?!’, ribatté Seamus. ‘È chiaro che Moody è stato morso da un lupo mannaro e ieri sera si è scordato di prendere la pozione per mitigare la metamorfosi, si è trasformato e…’
‘…ha incontrato l’Incredibile Hulk che l’ha sfidato ad un duello all’ultimo sangue.’, completò Dean sarcastico.
Harry soffocò una risata, ma Ron e Seamus aggrottarono le sopracciglia, confusi.
‘Beh, sentiamo la tua, di versione dei fatti, sapientone.’, fece Seamus, un po’ offeso, dando una gomitata a Harry.
Lui e Ron per tutta risposta gettarono un’occhiata allusiva a Hermione.
‘Che c’è?’, fece lei impassibile. ‘Ve l’ho detto che secondo me diceva la verità; ma ciò non toglie che sia una squilibrata.’
Harry preferì non insistere.
A quel punto Piton sembrò decidere che era ora di sedare il baccano con un compiaciuto Ahem. Gli alunni ammutolirono all’istante.
‘Inutile precisare che il professor Silente si occuperà quanto prima di trovare un valido sostituto per l’insegnamento di Difesa Contro le Arti Oscure.’
Neville guaì lievemente, e Harry non poté che dargli ragione: sapeva che Piton era il candidato più entusiasta -per non dire l’unico- di ottenere quella cattedra.
‘Un altro paio di comunicazioni prima di tornare alla nostra lezione.’, continuò l’insegnante. ‘Innanzitutto è bene sappiate che domani comincerà a frequentare le lezioni una nuova studentessa, Margaret Puckle; confido che saprete accoglierla con il dovuto calore.’
‘È già stata Smistata, professore?’, volle sapere Malfoy.
‘Sì, in Grifondoro.’
I Serpeverde emisero qualche sputacchio di disapprovazione, che naturalmente Piton scelse di ignorare. Harry, Ron e Hermione si guardarono.
‘Ma non avevate detto che era Babbana?’, bisbigliò Hermione.
‘Infatti è così.’, rispose Ron. ‘Forse questa è un’altra Meg…’
‘Non dire stupidaggini!’, rispose lei.
‘Dieci punti in meno al Grifondoro; potete ringraziare i nostri logorroici Granger e Weasley.’, annunciò Piton. ‘Ora, augurandomi di non dover interrompere un’altra conversazione, vorrei passare all’ultimo annuncio.’
Fece una pausa, forse per tentare di mascherare l’espressione di profondo disgusto che gli era apparsa in faccia. Harry intuì che “l’ultimo annuncio” doveva riguardarlo.
‘Potter, il professor Silente ci tiene che io ti informi, in presenza dei tuoi compagni, che si è scoperto chi ha messo il tuo nome nel Calice, e che sono già stati presi provvedimenti per mandarlo ad Azkaban.’
Harry sorrise, forse per la prima volta da quando aveva scoperto di essere fra i Campioni.
‘Infatti’, proseguì l’insegnante, con un’aria sempre più nauseata, ‘Pare che avesse intenzioni tutt’altro che benigne nei tuoi confronti. Sei… scagionato.’
‘Grazie, professore.’, rispose Harry, senza riuscire a trattenere un ghigno di soddisfazione.
‘Dovere.’, disse Piton. ‘Ah, mi ero quasi dimenticato; la Gazzetta del Profeta ha bisogno di te per un servizio fotografico, ho incontrato quella Skeeter sulle scale che mi ha raccomandato di avvertirti. Vai tranquillo, non ti possono dare punizioni per la tua assenza, a quanto mi dicono; mi vedo costretto, però, a togliere venticinque punti al Grifondoro per avermi fatto interrompere inutilmente la mia lezione. Oh, la campanella… Bene, potete andare.’
‘Che ne dici?’, chiese Harry a Ron mentre schizzavano via.
‘Mi auguro che tu sia fotogenico.’, mugugnò lui.
‘No, voglio dire di Meg; combacia tutto con quello che ci aveva detto: l’incidente di Moody, l’arresto dichi ha messo il mio nome nel Calice…’
‘Fin qui mi sembrava ovvio.’, fece Ron sbrigativo. ‘Ora vai, o farai tardi al tuo servizio fotografico.’
E si allontanò.
‘Ma che hai?’, gli gridò dietro Harry.
L’amico finse di non sentire. Harry cercò lo sguardo di Hermione, ma lei era persa nei suoi pensieri.
‘Non può studiare qui… Non è una strega… Silente non può averla ammessa…’, la sentì borbottare mentre seguiva Ron.
Sospirò e andò a cercare questo dannatissimo fotografo.
 
Dopo un’intervista che sembrava non dover finire più, Harry riuscì a sgusciare via e tornare nella Sala Comune del Grifondoro.
‘Come è andata?’, chiese Ron cupo.
‘Come previsto.’, rispose Harry. ‘Questa Skeeter è pazza da legare, mancava poco che mi mangiasse vivo.’
‘Sai, c’è gente che pagherebbe per venire mangiata viva dai giornalisti.’
Harry alzò un sopracciglio, dubbioso.
‘Dov’è Hermione?’, chiese, ansioso di cambiare discorso.
Ron alzò le spalle.
‘Non lo so, è da un po’ che è sparita… Toh, parli del diavolo…’
Infatti Hermione si stava avvicinando con il naso in un libro, facendo lo slalom fra gli altri alunni. Si sedette accanto a loro e borbottò qualcosa che doveva essere un saluto.
‘Che leggi di bello?’, fece Ron.
Lei alzò la copertina in modo che potesse vedere il titolo.
Creature magiche: dove trovarle, di Newt Scamandro.’, lesse lui ad alta voce. ‘Beh, sembra… ehm… appassionante.’
‘Lo è.’, confermò la ragazza, alzando gli occhi. ‘C’è un capitolo molto interessante sugli elfi domestici.’
‘Non dirmi che sei ancora fissata con questa roba!’, esclamò Ron.
‘Per tua informazione, questa roba non è né più né meno del futuro di migliaia di esseri viventi ridotti brutalmente in schiavitù!’
‘Ma Hermione, non capisci che…?’
‘Guarda chi arriva!’, lo interruppe Harry, intuendo che era meglio cambiare argomento.
Meg stava trotterellando verso di loro con un sorriso a trentadue denti. Hermione si rituffò all’istante nel libro.
‘Buongiorno a tutti.’, disse Meg accostandosi.
Hermione grugnì.
‘Hanno arrestato quello che si spacciava per Moody!’, disse Harry incredulo. ‘Avevi ragione!’
‘Già.’, commentò Meg. ‘E fattelo dire, ce ne hai messo di tempo a capire che dovevi darmi retta!’
Harry e Ron la squadrarono.
‘Scusate.’, fece la ragazza arrossendo appena. ‘È che sono ancora sotto l’effetto del Veritaserum che Silente ha usato per interrogarmi.’
‘Allora fin ora sei stata nell’ufficio di Silente?’, chiese Hermione interessata; poi si ricordò di essere offesa e tornò alle perle di saggezza di Scamandro.
‘Già.’, rispose l’altra. ‘O meglio, per un paio d’ore o giù di lì sono stata a cercare l’ufficio, poi c’è stato l’interrogatorio, poi siamo andati a perquisire l’ufficio di Moody, poi Silente e Piton hanno…’
‘Molto potente come Veritaserum, eh?’, borbottò Hermione.
‘Che è un modo carino per dirmi di stare zitta.’, disse Meg, mordendosi le labbra subito dopo.
Harry notò che Hermione aveva avvicinato il libro così tanto che quasi le copriva tutta la faccia.
‘Allora, Harry’, fece Ron dopo un po’, per rompere il silenzio pesante che si era creato, ‘Hai notizie della prima prova?’
Lui scosse la testa, avvilito.
‘Ah, i draghi!’, intervenne Meg.
‘Cosa?!’, esclamò Hermione, emergendo di nuovo dal suo libro.
Meg si morse di nuovo le labbra e scosse violentemente la testa.
‘No, no! Scusate, non avrei dovuto dirvi niente, è solo questa stupida pozione… Me ne vado.’
‘Ah, no!’, fece Ron afferrandole il polso prima che potesse alzarsi. ‘Ora ci dici tutto!’
‘Ron, non essere scorretto!’, lo rimproverò Hermione. ‘Sai che i Campioni non dovrebbero sapere nulla di quello che li aspetta, e Harry non ha nessuna intenzione di barare. Non è vero, Harry?’
Lui esitò.
‘È vero.’, mugugnò alla fine.
‘Però è anche vero che Karkaroff e Madame Maxime riusciranno a scoprire di che si tratta e avvertiranno i loro Campioni, quindi solo tu e Cedric giocherete pulito…  Oh, stupida pozione! E basta, mollami, Ron!’, sbottò Meg, tentando di divincolarsi.
Ron non spostò la mano di un millimetro.
‘Visto, Hermione?’, esclamò trionfante. ‘Non siamo noi quelli sleali! Dai, Meg, dicci tutto.’
‘E va bene…’, si arrese la ragazza, risiedendosi. ‘Tanto lo so che Harry farà la cosa giusta e dirà tutto anche a Cedric. La prima prova consiste nel rubare un uovo d’oro a un drago.’
Harry gemette.
‘Non ti preoccupare, Harry, ci riuscirai: evocherai la tua scopa con un Incantesimo di Appello e riuscirai a superare la prova con un volo degno del Campionato Mondiale di Quidditch.’
‘Ah, bene.’, grugnì Harry. ‘Peccato che il mio Incantesimo di Appello faccia pena.’
‘E allora esercitati.’, fece lei sbrigativa, alzandosi. ‘Ora però devo davvero andare, la McGranitt mi sta aspettando.’
Si alzò e marciò via. Stava quasi per raggiungere la porta quando Harry notò una cosa.
‘Ehi!’, le gridò dietro. ‘La tua divisa è della tua taglia!’
Lei sorrise.
‘Per gentile concessione del professor Albus Silente!’, rispose. ‘Dopotutto devo essere pronta per il mio primo giorno, no?’
E se ne andò.
‘Già.’, commentò Hermione. ‘Ho ancora qualche dubbio su questa cosa.’
‘Sì, beh, io avrei un problema più urgente.’, fece Harry. ‘Il mio Incantesimo di Appello…’
‘Ci lavoreremo, non ti preoccupare.’, rispose la ragazza. ‘Però ora lasciami finire il capitolo.’
 
 
‘Ragazzi, ho bisogno della vostra attenzione, prego!’, tuonò la McGrannit circa un quarto d’ora dopo.
I Grifondoro smisero di chiacchierare e si girarono verso di la pedana dove si trovava l’anziana insegnante.
‘Bene.’, continuò la professoressa. ‘Come i ragazzi del quarto anno avranno già saputo, domani comincerà a frequentare i corsi la signorina Margaret Puckle. Fatti avanti, Puckle, non essere timida.’
Fece un gesto a Meg, che era in piedi, a pochi passi da lei. La ragazza però non sembrava aver sentito.
‘Signorina Puckle?’, incalzò la donna.
Nessuna reazione.
‘Margaret…. Meg!’
‘Oh, sì. Mi scusi, professoressa.’
Si sentì qualche risatina, repressa immediatamente da un’occhiataccia della McGrannit.
‘Non c’è problema, Puckle.’ , rispose la donna con una faccia che esprimeva tutt’altro. ‘Adesso però fatti vedere bene dai tuoi compagni.’
La ragazza obbedì e si mise accanto a lei, con la faccia così rossa che avrebbe potuto competere con quella di Ron.
‘Ehi, ma noi la conosciamo!’, esclamò Fred.
Un brusio percorse la sala.
‘Non dire stupidaggini, Weasley.’, fece la McGrannit.
‘Ma è vero, professoressa!’, insistette Lavanda Brown. ‘Era qui l’altra sera, con… Cedric Diggory…’
Parecchi brontolii accompagnarono questo intervento. Harry si ricordò del brutto effetto che la visita di Cedric aveva fatto ai suoi compagni e si sentì estremamente felice di non essere nei panni di Meg in quel momento: i Grifondoro non sembravano aver dimenticato chi era stato ad aver condotto il nemico nel loro territorio.
La McGrannit si voltò verso la ragazza.
‘È vero?’, le chiese.
‘Sì, professoressa.’
‘E il Preside ne è al corrente?’
‘Sì, professoressa.’
‘Allora non c’è problema; ti lascio ad ambientarti. Mi raccomando, Grifondoro, non datemi motivo di essere meno fiera di voi.’
E uscì dalla stanza con aria trafelata come al solito.
Meg scese dal piedistallo e fece per raggiungere Harry, Ron e Hermione, ma Fred e George le si pararono davanti.
‘Benvenuta nel Grifondoro!’, esclamò George con un sorrisetto.
‘Grazie…’, rispose Meg, più rossa che mai.
I gemelli non sembravano voler aggiungere altro, quindi la ragazza fece per allontanarsi.
‘Dove vai di bello?’, domandò Fred con un sorrisone.
Meg indicò Harry, Ron e Hermione, a pochi passi da loro.
‘Ti accompagniamo!’, fece Fred. ‘Non è bene che una signora giri senza scorta, no?’
Lei annuì con una risatina, apparentemente indecisa se essere divertita o diffidente.
I gemelli le offrirono un braccio ciascuno e lo strano trio trotterellò fino a che Meg non fu faccia a faccia con Harry. Lei fece per liberarsi delicatamente dalla presa di Fred e George, ma i due non diedero segno di essersene accorti e continuarono a tenerla.
‘Ah, il buon Potter!’, esclamò George. ‘Dì, fratellino, la sai l’ultima sul nostro amico Harry?’
‘Oh, Georgie, ma la sa tutta la scuola!’, rispose Fred nello stesso tono. ‘Pare che un certo Cedric Diggory e i suoi amici stiano dando un bel filo da torcere a questo povero giovincello, insistendo che non avrebbe dovuto essere tra i Campioni.’
‘Davvero?’, domandò Harry, confuso.
Aveva avuto ben altro da fare, negli ultimi tempi, che occuparsi di Cedric e del Tassorosso in generale.
‘Come, non te ne sei accorto?’, fece Fred, abbandonando per un attimo il giochetto. ‘Ti hanno aizzato contro tutta la scuola! Non ti immagini quanto avrei voluto spaccare la faccia a tutta la cricca del Serpeverde… Ma anche molti Corvonero, sai? E ai Tassorosso, naturalmente.’
‘Voi ve ne eravate accorti?’, chiese Harry a Ron e Hermione.
Loro si guardarono e annuirono.
‘Perché non mi avete detto niente?’, ringhiò Harry.
‘Era abbastanza palese, Harry.’, rispose Ron. ‘Pensavamo che te ne fossi accorto anche tu.’
‘A-ha!’, intervenne George. ‘Ce lo conferma anche il nostro amato fratellino! Dì un po’, Puckle, visto che apparentemente sei pappa e ciccia con Diggory...’
‘Oh, non siate ridicoli!’, sbottò Hermione.
Gli altri si girarono a guardarla, sorpresi.
‘Per vostra informazione,’ continuò la ragazza ad alta voce, ‘è grazie a Meg che è stata arrestata la persona che ha messo il nome di Harry nel Calice.’
Parecchi Grifondoro, che si erano girati a guardare, eruppero in mormorii meravigliati.
‘Infatti questa persona non aveva intenzione di fare uno scherzo di cattivo gusto a Harry, voleva ucciderlo.’, continuò Hermione, livida di rabbia. ‘E non mi stupirei se questa sera a cena Silente ringraziasse questa ragazza pubblicamente per aver salvato la vita del mio migliore amico. Anzi, vi dirò di più: se non lo fa mi arrabbio sul serio. Quindi smettetela di fare i bambini e lasciatela in pace, ok?!’
Fred e George chinarono il capo e si separarono da Meg con un sorriso di scusa.
‘Certo che sei peggio di una Strillettera, Hermione.’, commentò Fred.
‘Peggio di una Strillettera della mamma.’, aggiunse suo fratello.
‘Sì, è una qualità che può tornare utile alle volte.’, rispose Hermione con un sorriso. ‘Andiamo a cena?’
I ragazzi annuirono e si avviarono tutti in Sala Grande.
Meg esitò un attimo, poi appoggiò timidamente una mano sulla spalla di Hermione
‘Grazie.’, mormorò.
‘E di che?’, fece Hermione sorridendole. Le due ragazze si incamminarono insieme verso la Sala Grande.
Harry e Ron si guardarono e sorrisero.
‘Prima parla di “profezie di una squilibrata”,’, bisbigliò Ron all’orecchio di Harry. ‘Poi le fa passare per un atto di eroismo… Chi la capisce è bravo, la nostra Hermione.’
 
  
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