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Autore: JenSolmate    02/03/2012    1 recensioni
Lexi Branson dopo essere morta per mano di Damon si ritrova in una dimensione parallela, dove non era possibile essere vista o ascoltata, non da tutti almeno. Lentamente scopre che qualcuno può avere un contatto con lei e dopo le perplessità iniziali insieme cercheranno un modo per farla ritornare nel mondo dei vivi e strapparla da quella dimensione.
In un mondo frenetico che cambia continuamente forse troverà qualcuno e diventando l'una la luce di speranza dell'altra.
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Nessuno ha mai parlato di Lexi come vorrei, e per me è così che dovrebbe andare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lexi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bonnie iniziò a mettere candele a terra formando un cerchio e si sistemò i capelli iniziando a sfogliare un libro. 
Ma andava in giro con i grimori?
Mi sembrava di rivedere Bree, sempre pronta a fare incantesimi. Mi misi a braccia conserte appoggiandomi al muro. Continuavo a pensare a quello che Matt non aveva fatto in tempo a dirmi.. Sarei morta di curiosità.. 
Scossi la testa a quel pensiero, era stato proprio pessimo. 

"Matt, vieni qui" 
disse Bonnie con una voce pacata porgendogli la mano, lui l'afferrò subito inginocchiandosi vicino a lei.

"Lexi, potresti entrare nel cerchio? Vicino a Matt possibilmente...e toccalo" Mi spostai subito dal muro avviandomi verso di lei. Bonnie fissava Matt come per aspettare il cenno che le dicesse che io mi ero posizionata.
Appena mi misi al suo fianco cercai un posto dove poterlo toccare, istintivamente portai la mano fra i suoi capelli massaggiandoli appena come si faceva ai ragazzi.
Lo sentii sospirare appena e dopo qualche secondo annuire in direzione di Bonnie. 
Lei si passò la mano sulla guancia portando un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e chiuse gli occhi iniziando a ripetere frasi senza senso per me. Quella lingua non l'avevo mai compresa, pensavo che nemmeno i babbuini comunicassero fra loro in quel modo, era un'accozzaglia di sillabe messe insieme. Le streghe dovevano partecipare a quei programmi televisivi per nuovi talenti, avrebbero vinto in sciogli lingua.
Proiettai nella mia mente una puntata di Mystic Falls's got talent con Bonnie e Bree intente a dire parole insulse con foglie e piume che le svolazzano attorno.
Sentii Matt soffocare una risata. Perchè rideva? Cercai attorno a me un motivo valido per la sua reazione ma non vidi nulla. Bonnie era ancora tutta concentrata e per quanto quelle parole in probabile aramaico antico mi facessero scatenare pensieri scherzosi, le ero grata.
Appoggiai la mano sulla spalla di Matt guardando attorno a me, l'atmosfera si era fatta cupa, quasi mi spaventava. Sentii un brivido attraversarmi il corpo e farmi tremare. Avevo delle sensazioni orribili, mi sentivo a disagio e lui sembrava averlo capito. Lentamente portò la mano sulla sua spalla come se volesse toccare la mia, stringerla e confortami. 
Mi sentii subito meglio.
All'improvviso le fiammelle delle candele diventarono più alte colorando l'intera stanza di un rosso intenso che dava delle sfumature nere agli oggetti in ombra, non ne sentivo il calore ma ne percepivo la forza. La finestra si aprì all'improvviso facendo svolazzare la tenda azzurrina e far vibrare le fiammelle con la brezza fredda e pungente che arrivava da fuori. Rabbrividii di nuovo.
Man mano la voce di Bonnie divenne più forte, ad un certo punto alzò la mano e mi fece cenno di uscire dal cerchio e mettermi davanti a loro. 
Passai la mano fra i capelli di Matt, come se fosse stata una carezza finale, di incoraggiamento..anche se serviva più a me.. e uscii fuori. 
Sospirai piano e rimasi in piedi ad osservare entrambi, sentivo i brividi continuare lungo il mio corpo e istintivamente portai le mani sulle braccia strofinandole piano, avevo quel vestitino corto che iniziava a darmi dei problemi.
Mi bloccai a quel pensiero. Stavo sentendo freddo?
Non avevo mai sentito nessun tipo di sensazione...caldo freddo o quant'altro..
La cosa mi piaceva.. probabilmente qualcosa stava funzionando.
Osservai Bonnie cambiare espressione e la preoccupazione tornò sul mio volto. 
All'improvviso mi sentii completamente svuotata, stanca. Le palpebre divennero pesanti, feci scivolare le braccia lungo i fianchi mentre l'energia piano piano mi abbandonava. 
Era quello il suo modo per sbloccarmi? Mi stava uccidendo definitivamente? Inghiottii e mi lasciai andare, infondo a cosa serviva restare in quel mondo parallelo? 
Non volevo morire, non avevo mai voluto morire, come tutti del resto.. non volevo lasciare Stefan, non volevo lasciare Lee...anche se non l'avevo mai visto venirmi a cercare o sentito la sua voce mentre mi pensava... non volevo lasciare nemmeno lui..Matt, e la cosa era abbastanza strana, infondo lo conoscevo da poco anche se era stato passivamente sempre presente nella mia -non- vita. 
Sospirai di nuovo e mi inginocchiai a terra, non riuscivo più a stare in piedi. La mia vista, la mia visione del mondo, divenne offuscata, riuscivo a vedere poco attraverso le palpebre socchiuse. Sembrava che qualcuno da sotto il pavimento cercasse di tirarmi via ogni forza, mi sentivo risucchiare. Dopo 9 mesi passata completamente da sola, mi mancava l'energia per lottare. Non ero mancata a nessuno, perchè dover restare? perchè lottare? 
Come mi avevano dimenticato i miei amici, molto presto mi avrebbe dimenticato anche Matt, la cosa più dolorosa era aver vissuto per quasi 4OO anni e non aver lasciato un'impronta del mio passaggio. 
La brezza leggera e pungente fece svolazzare i miei capelli mentre il tono della ragazza diventava più alto, quasi urlava..e più parlava più ogni parte del mio corpo si lasciava andare. Strinsi i pugni per qualche secondo ma non durò molto, crollai a terra, adagiata di fianco. Potevo percepire il vento che mi faceva muovere le pieghe della gonnellina, non mi preoccupavo di come potevo apparire, nessuno mi vedeva da molto tempo che il mio look risultava uno dei miei ultimi problemi. Mi chiesi se esistevano i ghostbusters perché mi pareva proprio di essere risucchiata da un'enorme aspira fantasmi. Mi stupii dei miei pensieri poco seri. Nemmeno in punto di morte riuscivo a essere completamente seria, forse era quello uno dei motivi che non mi facevano meritare di vivere. 
Chiusi gli occhi cercando di pensare alle cose belle che avevo vissuto.
Iniziai a proiettare le immagini di Stefan, di quando lo salvai, di quando per la prima volta stringendo la sua mano sentii che saremo diventati grandi amici, di quando mi sentiva dire cose senza senso e rideva..riuscivo a farlo ridere con i miei commenti fuori luogo e con il mio sarcasmo, era bello avere un amico come lui, era una continua sfida. Per molto tempo il mio unico obiettivo fu quello di farlo stare bene, di fargli ricordare cosa fosse l'umanità anche se lui mi ripeteva sempre le solite parole 'non ho bisogno del tuo aiuto' o 'lasciami solo' e non era mai riuscito a convincermi che stesse dicendo la verità. 
Lui aveva bisogno di me, come io avevo bisogno di lui..
Non solo perchè gli volessi bene, ma aiutarlo era un modo per sentirmi utile, per alleggerire la mia coscienza dopo la morte della mia famiglia. Mi ero sempre sentita responsabile. Fare del bene era come un modo per redimermi, e Stefan lo sapeva perfettamente; per questo durante un concerto mi spinse a conoscere un ragazzo e a lasciarmi andare. Diceva che io meritavo di essere amata e ci credeva molto più di me.
Fu così che passai molto tempo con Lee, Stefan nel ruolo di cupido faceva al quanto ridere..i problemi nacquero quando davvero mi affezionai a Lee e lui a me. Era un umano, e quando gli dissi di quello che ero non era affatto spaventato, quello che mi rispose fu di trasformarlo. Voleva essere come me, mi apprezzava e mi amava. Strano a dirlo, forse nessuno mi aveva mai amato. Non in quel modo. All'inizio pensai che volesse solo la forza e la vita eterna e in parte era vero, ma la voleva solo per passarla con me.
All'inizio lo presi come un grandissimo gesto d'amore, poi ci ripensai. Non avrei mai accettato di togliergli la vita.
Mentre il ricordo di Lee e Stefan era ancora forte nella mia mente sentii la voce di Matt in lontananza. 

"Bonnie! Cosa c'è che non va?! Che stai combinando?!? NON LA SENTO PIU' "
Probabilmente urlava, per quello sentivo leggermente la sua voce. I miei sensi si stavano affievolendo. Cercai di guardare qualcosa ma avevo la vista completamente appannata, vidi solo Matt scuotere Bonnie per le spalle e lei che continuava imperterrita a ripetere frasi disconnesse. 
Poi come un colpo secco, una grande scossa e sentii anche l'ultimo briciolo di forza abbandonarmi. Chiusi gli occhi e feci un lungo sospiro. Sarebbe stato il mio ultimo respiro, volevo far passare a pieni polmoni l'aria, sentirmi un pò viva per l'ultima volta. 
Faceva male tutto quello, ma non fisicamente, avevo dei rimpianti, molte cose da fare, molte persone da voler conoscere, mille sensazioni da poter provare, ricette da imparare..non ero mai riuscita a camminare alla luce del sole... amavo i raggi attraversami il corpo. 
Cercai di aprire gli occhi l'ultima volta, volevo andare via con l'immagine degli occhi di Matt impressa nella mente, mi faceva stare così bene quel colore. Mi dava pace, a volte mi sembrava di vedere la mia anima riflessa in quel mare azzurro. 
Raccolsi le ultime forze e quando lo vidi inginocchiato vicino a me sorrisi appena. Aveva percepito dov'ero e cercava di guardarmi.. avrei tanto voluto toccarlo; aveva le mani appoggiate sulle mattonelle opache del suo salotto e lo sguardo preoccupato, le labbra socchiuse e il respiro irregolare
vedevo il suo petto muoversi velocemente a causa del respiro. 
Sentivo che man mano che i secondi passavano che la mia forza svaniva. Raccolsi le ultime energie e sussurrai appena

"Grazie Matt.. mi hai aiutato tanto"

Non fui sicura se lui mi sentì o meno, lo desiderai come nient'altro nella mia vita, poco dopo chiusi gli occhi lasciando andare completamente, non ero pronta a salutare il mondo..ma chi lo sarebbe stato mai veramente?
Una lacrima rigò il mio volto, era il rimorso di aver conosciuto Matt solo adesso e non essere più d'aiuto per Stefan..
Non avevo mai pensato al modo in cui me ne sarei andata, quella opzione però, non era mai balenata nella mia mente.
Il buio, il vuoto. 
Ero ormai il nulla.
  
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