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Autore: Cheshire_Blue_Cat    05/03/2012    1 recensioni
... bene, questa è la prima fic che pubblico e, anche se sono cosciente che fa veramente schifo, spero che piaccia a qualche buon anima ^.^ parla di una ragazza che non è umana, si chiama(casualmente -.-) Lirin e sul suo passato è gettato un velo di mistero su cui lei intende far luce, ovviamente possiede un'Ombra(di mia invenzione)... bhe, spero vivamente che qualcuno legga questa schifezza... P.s. ho preferito scrivere che i personaggi fossero un po' più grandi che nell'anime... spero non dispiaccia a nessuno. ^.^
P.p.s. ho apportato alcune modifiche al capitolo 8 per chi fosse interessato... -.-" mi ero dimenticata che per inserire i dialoghi bisogna usare i trattini e non le virgolette... pardon! ^.^
//Incompiuta... già... mi duole il cuore, ma alla fine ogni storia è già finita appena si scrive la prima parola per chi la scrive quindi anche questa storia prima o poi avrà una fine//
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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What???

 
Riemerse dal buio dopo quelle che parvero delle ore, mosse le mani e con grande sorpresa strinse tra le dita la stoffa morbida delle sue coperte. Era in camera sua.
Si alzò di scatto, ma un improvviso giramento di testa la costrinse a rimettersi giù, aveva una pezza bagnata sulla fronte e sudava freddo.
Ci mise qualche secondo a ricordare cosa fosse successo prima: era caduta dalla groppa di Kirillion, l’aveva vista precipitarsi da lei per afferrarla ed erano precipitate nella radura, dopo di che non ricordava altro che un lancinante dolore alla spalla. Se la sfiorò e trovò delle bende.
Quella visione che aveva avuto poco prima di svenire tornò a farle visita,insieme a quel drago dagli occhi rossi. Il respiro accelerò: Kirillion… chiamò debolmente dopo aver visto il tappeto di fianco al letto vuoto e non averla percepita dentro di se.
Si chiese con disperazione se un’Ombra potesse sopravvivere ad una caduta di quel genere precipitando a peso morto, l’unica risposta che trovò la esasperò ancora di più: non poteva.
Si alzò dal letto ignorando le fitte al costato e i capogiri, scese le scale precipitandosi nel salone dove sentiva già dall’andito delle voci tra cui quella di suo padre: - Dov’è Kirillion?! - urlò spalancando la porta. Dentro la stanza c’erano anche i Manipolatori di Ombre, che si girarono tutti a guardarla, ma non le importava più di tanto, ora voleva solo sapere dov’era la sua Ombra.
- Lirin, hai la febbre e non ti fa bene stare alzata. - le disse Loghi mascherando la preoccupazione.
Lirin non però non si mosse in attesa di spiegazioni. Il Generale sospirò: - È ancora nella radura… - mormorò.
Lirin tremò e risalì in camera, poco dopo ritornò con gli stivali di pelle ai piedi e una giacca.
Loghi non cercò neanche di bloccarla, la lasciò andare dove voleva andare.
- Perché non l’ha fermata? - azzardò a chiedere uno dei Manipolatori, quello in apparenza più avanti con gli anni, con i capelli rosso carminio e un paio di occhiali con le lenti verdi che impedivano di stabilire il colore degli occhi.
- Perché non mi avrebbe ascoltato in ogni caso Ghilliam. -
La risposta secca e inespressiva di Loghi lasciò alcuni attimi di silenzio che poi furono colmati da lui stesso: - Andropov. - un ragazzo con i capelli turchesi e gli occhi azzurri si fece avanti, Loghi gli indicò la porta dalla quale Lirin era appena uscita: - Seguila e fai in modo che non si faccia male. -
Il ragazzo annuì e imboccò la porta.
C’erano una cinquantina di metri buoni tra il castello sul lago e la radura, un vento incredibilmente gelido le sferzava il viso come per sottolineare ancora di più la desolazione che sentiva sull’anima rimasta vuota per metà.
Camminò per non seppe quanto e quando arrivò alla radura, seppur stanca e debole, corse incontro all’enorme massa nera che vi troneggiava in mezzo.
Ci si buttò contro schiacciando il viso tra le squame ruvide e opache, prese a singhiozzare e il corpo sotto di lei sussultò.
- K… Kirillion… - mormorò sentendola respirare debolmente.
L’Ombra spostò appena la testa e dischiuse le fauci liberando una nuvoletta di fuligine, quando socchiuse appena le palpebre gli occhi erano due specchi bianchi e torbidi che andarono ad incontrare quelli viola della ragazza che inevitabilmente divennero vacui anch’essi.
Vedeva Tenebre, solo Tenebre, che si agitavano nel buio emanando lampi di odio, le fiamme di un rogo che consumavano un corpo per poi ridurlo in un frammento di Tenebre…
Qualcuno le scosse violentemente le spalle e tornò padrona del suo corpo con un lungo respiro quasi fosse rimasta in apnea per tutto quel tempo.
Si voltò e i suoi occhi incontrarono l’azzurro più puro del cielo, un brivido di freddo le corse lungo la schiena mentre quello sguardo di ghiaccio le si posava sul volto. Per un attimo fu sicura di aver sentito sulla pelle la fredda bora che soffiava nei paesi del nord.
Spostò lo sguardo di nuovo verso Kirillion e il freddo si placò, come se niente fosse si accovacciò sotto l’ala del rettile, la ferita sulla spalla non perdeva più sangue verde, ma era tumefatta come credeva fosse anche quella sulla sua pelle.
L’occhio del drago era tornato della sua solita, singolare tonalità rosso-viola.
- Perché sei qui? - biascicò l’Ombra.
- Avevo paura che te ne fossi andata… - tenne a freno un singhiozzo che le premeva sulla bocca: - Non sentivo la tua presenza… e allora, ho avuto paura -
Kirillion non rispose, guardò con circospezione il ragazzo in piedi affianco a loro: - Chi sei? - ringhiò anche se quel sibilo le costò un fragoroso colpo di tosse.
Il ragazzo sussultò: - Mi chiamo Andropov… -
Kirillion annuì e, senza aggiungere altro, allungò l’ala per coprire Lirin dal freddo della notte. Andropov rimase ostinatamente fuori da quella coperta, al freddo e sotto una volta stellata.
Lirin si addormentò, la sentiva respirare calma oltre la membrana dell’ala che le faceva da coperta.
- Puoi anche andartene… - gli sussurrò Kirillion, ma lui scosse la testa: - Non sto male qua fuori. - come a smentirlo venne attraversato da un brivido.
La dragonessa sbuffò e allungò l’ala anche sopra di lui e riappoggiò la testa sulle zampe grugnendo quando una fitta le raggiunse una spalla. Lirin nel sonno sussultò.
Dopo pochi minuti anche il respiro dell’Ombra si fece pesante, solo allora il ragazzo si alzò e andò ad esaminare la ferita sulla spalla del drago. Non era particolarmente profonda e avrebbe potuto guarirla senza troppe difficoltà.
La sua Ombra era formata per intero da cristalli il cui pieno scopo ancora gli sfuggiva, sapeva solo che erano ottimi per spiare le persone senza essere visti e per risanare le ferite, ne evocò solo uno e lo appoggiò sulla spalla di Lirin in corrispondenza delle bende ora leggermente bagnate.
Guardò meglio, le bende erano bagnate di nero… cercò di scacciare l’immotivata inquietudine che quella vista gli trasmetteva e proseguì.
Lentamente il cristallo che aveva in mano cominciò a diventare sempre più scuro, quando smise di cambiare colore lo lasciò cadere a terra, quello si distrusse in minuscole schegge con un dolce tintinnio.
La spalla dell’Ombra era di nuovo azzurra e squamosa senza tracce di imperfezioni.
Guardò Lirin, era tesa e si poteva vedere che non dormiva profondamente, poi scostò l’ala di Kirillion ed uscì incamminandosi nel bel mezzo della notte verso il forte dalla quale si scorgevano le uniche luci del paesaggio.
 
Aprì un occhio poi l’altro, la vista non era più annebbiata come quando aveva la febbre, si tastò la fronte e si stupì nel sentirla fresca.
Le ci volle qualche secondo per collegare il cervello ancora intorpidito dal sonno, si guardò e sbuffò:Non è possibile… si disse esasperata rimirandosi il corpo felino e dalla pelliccia maculata.
Ogni volta che era sconvolta le succedeva spesso di trasformarsi in un animale senza neanche rendersene conto, il che era piuttosto scomodo dato che doveva tenere celata la sua natura il più possibile.
Era ancora sotto l’ala di Kirillion, che dormiva alla grossa. Si alzò e fece per uscire da sotto la sua coperta azzurra, ma si bloccò. Mosse incerta la spalla sinistra, niente fitte e niente dolore, si voltò a guardare la spalla dell’Ombra su cui però non c’era alcuna traccia dello squarcio visto la sera prima. Le ferite erano completamente rimarginate.
Uscì nella radura e scosse via dalla pelliccia l’umidità accumulata durante la notte, si guardò intorno eppure non vide nessuno.
Cosa cerchi? chiese Kirillion alzandosi dal tappeto d’erba con una facilità estrema per una che era caduta da almeno duecento metri di quota.
Niente… Piuttosto, sei stata tu a guarire le ferite?
L’Ombra scosse la testa, ma fece vedere alla ragazza una scena della sera prima attraverso i suoi occhi: c’era il ragazzo con gli occhi blu chino sulla sua spalla ferita con una specie di vetrino in mano.
Lirin rimase impassibile facendo come se non avesse visto niente: Torno da papà, sarà preoccupato…ritirò l’Ombra e trotterellò fino alle sponde del lago, dove poco distante sorgeva il forte, da lì si permise un’andatura più lenta mentre costeggiava la riva ciottolosa.
Pfff… ma chi si crede di essere quello? Me la sarei potuta cavare benissimo da sola… pensò tenendo accuratamente fuori dai suoi pensieri Kirillion.
Colpì con la zampa un sasso che finì in acqua: Non vedo l’ora di fargli vedere dove gliela ficco la sua compassione… detestava le persone che provavano pietà, era una delle forme di debolezza peggiori a parere suo. Non aveva bisogno della compassione di nessuno, sapeva badare a se stessa. Infondo, l’aveva fatto per due anni e passa, prima che Loghi la trovasse tra le macerie di un villaggio appena distrutto.
Senza accorgersene andò a sbattere la testa sulla porta d’entrata del castello mentre pensava, fece un chiaro segno di stizza e, senza troppi complimenti saltò dentro da una finestra.
Non credi di essere un po’ troppo arrogante? In fondo il ragazzo c’è stato utile…
Me la sarei cavata lo stesso Kirillion, come sempre.
Credo che a questo punto dovresti spiegare a tuo padre il motivo di quella caduta…
Lirin si rabbuiò tutta d’un colpo e si fermò nel bel mezzo del corridoio che portava alla sala da pranzo: Sai bene quanto me che non ne ho idea… respinse quasi violentemente la partecipazione della sua Ombra ai suoi pensieri e varcò la porta trasformandosi in un’umana.
- Papà. - chiamò appoggiandosi allo stipite e guardando la sala con noncuranza.
Come previsto il Generale era seduto a tavola con quegli altri cinque a fare colazione, Lirin fece una smorfia vedendo anche… com’è che aveva detto di chiamarsi? Kirillion doveva avermelo detto, ma ora mi sfugge… ah, si! Andropov…
Loghi si voltò e sul volto gli si dipinse un’espressione di ben mascherato sollievo nel vederla viva e vegeta: - Stai bene? -
- Si, la febbre è passata. Ora vado in camera. - disse sperando che la conversazione finisse lì, ma forse così era troppo facile.
- Prima devi sapere una cosa. - la bloccò il padre.
Lirin cercò di sforzare un sorriso: - Si? -
- Volevo solo dirti che dovrai dividere la tua stanza con uno di loro. -
Spietata: un aggettivo sotto la quale catalogò quella breve discussione.
Per poco il mento non le si staccò dal resto della faccia: - Come scusa? - arrossì di botto: come poteva farle questo? A parte che i Manipolatori erano tutti più grandi di lei e no, non voleva dividere le sua stanza con l’unica ragazza che faceva parte del gruppo.
- Hai capito benissimo. - le disse in tutta risposta Loghi.
Lei aveva la tipica faccia del seitotalmentefuoriditesta???!!!: - Si, ma perché? Fai dividere la stanza a due di loro! - sbraitò indicando con un gesto lo Squadrone.
- La tua è la stanza più grande. - era più che un valido motivo e per la prima volta Lirin desiderò che la sua camera fosse grande quanto uno sgabuzzino. Nessuno aveva il permesso di entrare in camera sua, neanche suo padre e il fatto che ora avrebbe dovuto dividere la sua preziosa stanza con qualcuno che non conosceva non fece altro che innervosirla: - Che???!!! –
 
 
 
ANGOLINO VANEGGIO XD
Ok, sono fuori come un terrazzo!!! LOL
Passo dal drammatico al comico con uno schiocco di dita il che non è per niente normale!!!
Povera Lirin… *sospira* ti capisco, anch’io ho fatto le grandi battaglie per avere la stanza da sola(senza mia sorella che rompa le scatole)…
 
Ringrazio Julia98 per quelle splendide recensioni che mi hanno motivata
 
Al prossimo cappy, (se avrò la forza) XD
 
Ciaociao *evapora*
  
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