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Autore: MaxT    07/10/2006    4 recensioni
Una Elyon esuberante e sorprendente torna a cercare le sue vecchie amiche, che si troveranno presto coinvolte in avvenimenti più grandi di loro. Che spaventosa profezia ha pronunciato la Luce di Meridian? Vera è…vera? Dove sono andate le gocce astrali delle W.I.T.C.H.? E’ una storia dove i personaggi assumono diversi ruoli contrastanti, si muovono nel segreto e nell’invisibilità, e le loro motivazioni autentiche si delineano a mano a mano che la storia si avvicina alla conclusione. Note: qualcuno potrebbe considerare OOC Elyon e le gocce astrali. Da parte mia, penso che siano una evoluzione plausibile dei personaggi visti nel fumetto. Aggiornamento: I primi sei capitoli sono stati riscritti nell'ottobre 2008.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le profezie di Meridian' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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2-Vecchie amiche  
Questa è la riscrittura del capitolo 2, che pubblicai nel 2006. 
Credo di avere reso meglio azioni e dialoghi, eliminando inoltre alcune parti che legavano male con il resto della storia.
Approfitto per ringraziare Melisanna per la sua recensione alla prima versione della prima puntata. : )

Profezie


 
Riassunto della prima puntata
Dopo aver messo a punto un metodo di teletrasporto idoneo, Elyon, la giovane Luce di Meridian, torna a cercare la sua vecchia amica Cornelia ad Heatherfield, la città dove ha vissuto in esilio la sua infanzia. In casa trova solo la madre Elizabeth e la sorellina Lilian. Alle loro domande sulla scomparsa sua e della sua famiglia, due anni prima, Elyon può dare solo risposte evasive.

Cap.2

Vecchie amiche
(versione riscritta dell’Ottobre 2008)



Heatherfield, casa Hale

I gatti, si sa, adorano i gomitoli di lana. Napoleone non fa eccezione. Cosa c’è di più bello che prendere a zampate un morbido e caldo gomitolo che si lascia dietro una scia rosa sul suo percorso? E la soddisfazione di osservare la ragnatela di fili di lana che si stende tra le gambe dei mobili in tutta la stanza?
Qualcuno sta per entrare. Il gattone grigio sa che questo prelude ad un brutto quarto d’ora. Corre sotto il letto, afferrando quanto resta del gomitolo.
La voce di una bambina rimbomba, attutita da una cortina di coperte. “Napoleone! Che disastro!”.
Il gatto si accuccia silenzioso. Per milioni di volte da quando esistono i gatti ed esiste il mondo, questa mossa ha permesso di salvare la pelliccia. Però stavolta sembra non funzionare.
Le rassicuranti coperte vengono scostate, e un occhio enorme scruta attraverso lo squarcio.
“Lascia il gomitolo!”, grida Lilian.
Chissà come ha fatto a scoprirlo subito?
L’altra cosa che ha salvato la pelliccia ai gatti è il loro scatto. Napoleone balza fuori dal rifugio sotto il letto, e con due balzi si porta sopra la libreria, ancora con il trofeo in bocca.
Ma, ormai, neanche questo posto è sicuro. Lilian si sta accostando su una grande sedia d’assedio.
Il gatto balza giù ed esce dallo spiraglio della porta socchiusa. Sta per assaporare la salvezza…. ma il suo trofeo gli svanisce dalla bocca.
Sorpreso, si ferma a guardare indietro. Dov’è andato il morbido gomitolo? Dietro di sé vede solo un filo di lana.
“Napoleooone! Disastro! Aspetta che la mamma veda…”.
Il gatto cerca la salvezza sulla balaustra del soppalco. Sotto di lui vede che la padrona di casa sta intrattenendo delle ospiti.
 

Cornelia, seduta sul bracciolo del divano, sovrasta sua madre che sta pazientemente raccontando la storia di Elyon per la terza volta. Davanti a lei, vede gli occhi attenti delle sue quattro amiche: Will, Irma, Taranee ed Hay Lin. In breve, le W.I.T.C.H.
“… e questo è tutto, ragazze”, conclude la signora Elizabeth. “Non ha voluto dirmi niente di dove e perché si sono trasferiti”.
In quel momento, un trillo del campanello le fa voltare tutte verso l’ingresso.
Cornelia corre al citofono. Fa che sia lei…  “Chi è?”.
Sullo schermetto le appare un enorme sorriso sfocato a trentadue denti. Poi il soggetto si allontana e l’immagine si chiarisce.
“Ellie!”.
“Ciao Corny”, gracchia la vocina del citofono.
“Ellie… Sali! Siamo tutte qui per te!”. Si volta verso le altre con un sorriso radioso. “Sta arrivando!”.
“E’ lei!” “Che tempismo” “Non vedo l’ora!”.
Cornelia apre la porta dell’appartamento, e trasale. Trova l’amica già lì, con il dito alzato verso il campanello. “Ma…”.
“Sorpresa!”, grida Elyon, abbracciandola. “Oh, Corny, sapessi quanto mi sei mancata!”.
“Ma….”. La stringe anche lei, e le sussurra nell’orecchio: “Ellie cara, c’è anche mia madre. Ti prego, non fare stranezze”.
“Oh! Ricevuto!”, le risponde sciogliendosi dall’abbraccio.
Cornelia la prende per mano, scortandola verso il soggiorno, dove le amiche la aspettano con grandi sorrisi. “Elyon!”   “Benvenuta!”.
Irma si alza per andarle incontro. “Ehi picc…”. La riguarda. “Ma non sei più mica tanto piccoletta”.
“Irma cara! Il tempo fa giustizia”, le risponde lei.
“Lasciami solo il tempo di trovarti un altro soprannome…”, ribatte, tirandole una treccia.
“Sei cresciuta alla grande”, dice Hay Lin, misurandosi. “Sei diventata alta quasi come me in poco più di un anno…”.
“In più di due anni”, la corregge Will con una gomitata discreta. Con un’occhiata, cerca di ricordarle che non possono rivelare alla signora Hale le circostanze del loro precedente incontro con Elyon.
“E’ l’età, ragazze”, commenta Elizabeth. “Ci si addormenta bambine e ci si sveglia signorine!”.

Dall’alto della scala si sente una vocina: “Elly, mi hai portato il disegno della fatina?” .
Lilian scende con in braccio un Napoleone per niente consenziente.
“Piccolina!”, strilla Elyon a braccia aperte. “Sì, ce l’ho lì”. Indica un blocco da disegno appoggiato sul tavolo, che nessuna aveva notato prima, e lo apre.
“La fatina!” , urla Lilian entusiasta. “Bellissima!”. Rimira la figura di una bambina simile a lei, vestita con una calzamaglia a righe verdine e azzurre e con due alette orlate di nero.
Le guardiane in incognito si scambiano sguardi interrogativi.
“Ho qualcosa anche per voi, amiche! Cornelia…”. Le porge un altro acquerello.
“Bello!”, risponde la Signora della Terra, scrutandolo con attenzione; si stupisce un po’ di non riconoscere i fiorellini gialli simili a campanule. “Cos’è questa pianta?”.
“Si chiamano Konnestras.  Crescono nel mio giardino, ma non hanno equivalenti su… da queste parti”.
Le ragazze notano l’occhiata interrogativa della signora Elizabeth. A quanto pare, questo nome esotico non trova corrispondenze nella sua cultura botanica.
“Taranee. Questo è per te! Il tuo elemento!”. Elyon le porge un acquerello che rappresenta fiamme e braci in un caminetto.
Taranee lo guarda con attenzione. Il contrasto tra i colori quasi fluorescenti delle fiamme e lo sfondo scurissimo lo fa sembrare molto luminoso. “Grazie. Sembra acceso!”.
“Vero?”. Elyon annuisce compiaciuta. “Per te, Hay Lin, c’è un doppio senso”.
“Un’autostrada medievale?”, chiede sorpresa Irma guardando il foglio.
Hay Lin la squadra con compassione. “No, genio, questa è la grande muraglia cinese”. Ammira il piccolo dipinto. “Chissà come piacerà a mia nonna. Lei mi raccontò di averla vista con i suoi occhi, da giovane”.
La signora Hale la scruta, sempre più spiazzata. “Tua nonna…. Hai un’altra nonna?”.
Hay Lin serra i denti. Si è tradita per la seconda volta.  “No…”.  Lo sguardo severo con cui Will la gratifica le dà un’idea. “Scusi, ho sbagliato ad esprimermi. Sa, mi rivolgevo a Will ed ho fatto confusione”.
Elyon richiama l’attenzione. “Irma, guarda qui. Ti piace la cascata? Anche questa si trova nel mio giardino”.
“Bellissima!”. La guardiana dell’acqua le ammicca. “Una scelta casuale?”.
Gli sguardi della signora Hale sono sempre più interrogativi.
“Will, manca ancora il tuo”. L’ultimo dipinto viene estratto  dal blocco.
“Il mio ghiro!”. Will prende delicatamente il foglio tra le mani. “Che ricordo…”. Il momento di commozione viene interrotto da un dubbio. “Elyon, come sapevi di lui?”.
L’artista le strizza l’occhio, compiaciuta. “Non dirmi che non ci hai pensato spesso!”.
La signora Hale si schiarisce la voce. “Elyon, mi sembra che, a distanza di due anni, voi abbiate ancora un sacco di segretucci in comune. Magari avete frequentato amici in comune, come quel… Caleb?”.
Gli sguardi delle ragazze le fanno sospettare di avere centrato il segno.
“Vecchie storie”, taglia corto Cornelia.
“Che non mi hai mai raccontato”, sottolinea la madre.
“Perché non c’è niente da raccontare!”, si inalbera la ragazza. Per un attimo, le due si fronteggiano come due immagini allo specchio.
“Non si preoccupi, signora, sono segretucci tra ragazze”, interviene Elyon, sentendo l’elettricità nell’aria.
Osserva la signora. E’ bastato questo? Forse no. “Sa, a me piace stupire. Ho imparato qualche gioco di prestigio”. Si rivolge alla piccola di casa Hale. “Ed ora, Lilian, hai mai visto un numero di magia?”.
“Siii. Il coniglietto dal cappello!”.
“Ne vedrai uno nuovo. Chi può prestarmi una moneta?”.
“Ce l’ho io”. Will cerca nelle tasche dei suoi jeans, estraendo chiavi sfuse, biglietti ripiegati ed un ranocchio di gomma. “Eccola”, esclama al termine di una ricerca sempre più affannosa.
“Grazie Will, te la renderò con gli interessi”. Guarda la bimba negli occhi, tanto da vicino che alla piccola viene quasi da ridere. “Allora, Lilian. Ti ricordi la principessa del regno lontano? Era diventata molto brava. Guarda cosa sapeva fare…”.
L’espressione di tutte passa dal curioso allo sbalordito quando, dopo essersi rigirata un po’ il dollaro tra le mani, Elyon le chiude e lascia cadere sul tavolo, una dopo l’altra, uno sgocciolio di monete uguali e tintinnanti.
Dopo la sorpresa iniziale, Lilian sembra delusa. “Elly, e il coniglietto dov’è?”.
“Coniglietto?”. La grande maga resta in dubbio. “Ah, forse in qualche cappello della tua sorellona…”.
L’interessata interviene con cipiglio: “Lilian, non chiedermelo! Nessuno dei miei cappelli è disponibile per diventare il tuo allevamento di conigli!”.
La faccia della bambina si deforma in una smorfia di sofferenza e disperazione. “Maaaammmaaaa…”.
“Lilian, pensa a Napoleone”, le risponde con pazienza. “Cosa direbbe di dover dividere la casa con un coniglio?”.
“Sarebbe felice. Aspetta, te lo dirà lui stesso. Lo vado a prendere”.
Sarà per le parole, sarà per lo sguardo di Lilian carico di intenzione, il gattone si allarma e cerca di defilarsi al piano di sopra.
“Napoleoooneeee!”. La bambina lo insegue su per le scale, ed entrambi spariscono oltre una porta aperta.
“Figlie”, sospira Elizaneth.
“Grazie, mamma”, risponde Cornelia indispettita. “Amiche, che ne dite di un giro in centro? Qui si sentono fin troppo i gracidii del rosp… di Lilian”.
Elyon sorride, entusiasta dell’idea. “Venite a mangiare un gelato? Offro io!”, dice soppesando il piccolo tesoro sgorgato dalle sue mani.

Will è rimasta sulle spine fin dall’inizio dell’incontro. Appena nell’ascensore, approfitta per parlare chiaro. “Elyon, non offenderti, ma devo dirtelo. In dieci o quindici minuti hai dato fin troppe impressioni di stranezze. Bastano per una vita”.
“Stai attenta ad attirare la curiosità della gente”, aggiunge Taranee. “Magari tu hai poco da perdere se salta la tua copertura, torni a Meridian e cucù, ma noi dobbiamo vivere qui. Non fare in modo che ci pongano domande alle quali non possiamo rispondere”.
“E se ci si mette anche Hay Hey con le sue gaffes…”, aggiunge Irma con un sorrisino allusivo.
“Poteva capitare a tutte”, minimizza l’imputata, ricambiando con un’occhiata storta.

Le porte si aprono al piano terra, mettendole faccia a faccia con una anziana che parlotta tra sé, irritata. “…una povera donna che…”.
“Buongiorno, signora Boringley”, la saluta Cornelia con un sorriso affettato.
“Ah signorina Hale! Dovevo sapere che aveva a che fare con tutti questi ritardi. L’ascensore non è suo o delle sue strane amiche, sa?”.
“Signora, le assicuro che Lilian questa volta non c’entra”, si giustifica Cornelia.
“Ah, allora le altre volte era lei!”, sbotta la Boringley.
La ragazza stringe i denti. Si sente qualche risolino soffocato.
Irma le si accosta, e le sussurra: “Brava Corny io-so tutto. Scommetto che al ritorno troverai un po’ di maretta in famiglia!”.
“Avevo bisogno di udirlo da te, cara Irma!”, le risponde con un sorrisino tra i denti .
Appena uscite le ragazze, la signora prende posto nell’ascensore con un’espressione di fastidio.
Elyon si volta indietro: “Signora, forse è lei che non sa premere bene il bottone”.
“Signorina, mi prende per stupida?”. Detto fatto, preme ripetutamente il bottone del secondo piano, senza effetto. “Ma perché non parte? Stupido ascensore!”, grida frustrata, mentre le ragazze si allontanano.
 

Heatherfield, gelateria Golden

“Eccoci, Dotty!”, prorompe Irma con allegria entrando nel loro locale preferito. “Le fantastiche cinque sono diventate le fantastiche sei”.
“Sei volte fantastico”, risponde la cameriera con un sospiro entusiastico.
“Brava, Irma, invita anche i giornalisti”, le sussurra Cornelia, non del tutto scherzosa. “Non vedi che il capo è sulle spine?”.
Will stringe i denti. “Il capo, chi?”. Non è entusiasta di mostrarsi con Elyon in un locale in cui sono così conosciute, ma la loro ospite ha insistito: ha cominciato a parlarle di pomeriggi andati, di risate fatte attorno a quei tavoloni, di ragazzi sbirciati attraverso le grandi vetrate curve sulla piazza, finché la Guardiana del Cuore ha dovuto capitolare.
Adocchia il tavolo più isolato. “Lì parleremo un po’ più liberamente”.

Poco dopo, appena allontanata la cameriera con le ordinazioni, Elyon strizza l’occhio a Will. “Sei rimasta silenziosa per tutta la strada. A cosa stai pensando?”.
“A quello che dicevamo in ascensore”. Si allunga sopra il tavolo per parlarle da vicino. “Elyon, sono un po’ preoccupata. Ora che ti sei fatta vedere, è probabile che ti faranno, o ci faranno, un sacco di domande”. Si gira verso Irma, accanto a lei. “Tuo padre ha preso parte alle indagini. Cosa dirà sapendo che sei uscita con la scomparsa Elyon Portrait?”.
Irma scuote le spalle. “Potrei non dirglielo…”.
“E’ facile che lo venga a sapere da mia madre”, fa presente Cornelia. “Forse sospetta anche che ci siamo viste in questi due anni”.
Elyon, imperturbabile, suggerisce: “Dite che vi ho solo accennato che mio padre lavora per il governo, ed è tutto top secret. Non sapete nient’altro”.
“E’ una bugia fragile”, fa notare Will.
“La saprò sostenere in modo convincente”, afferma convinta Elyon. “Se vi chiedono di cosa abbiamo parlato, rispondete che abbiamo rivangato i bei tempi andati e parlato di ragazzi”. Sorride a Cornelia, al suo fianco. “A proposito, Corny, tua mamma mi ha accennato di Peter”.
“Sì”, sorride Cornelia un po’ timidamente. “Ti racconterò…”.

Una domanda resta nell’aria per un attimo. Alla fine, è Irma a formularla: “E che ne è del bel Caleb?”.
Se la questione era rimasta in sospeso, un motivo c’era. Il viso di Cornelia si rabbuia un attimo, ma poi riprende un sorriso teso. Anche Elyon ha un momento di ombra. Le due si studiano un attimo, imbarazzate.
Cornelia è la prima a parlare: “Ellie, se c’è qualcosa tra voi, per me non c’è problema, lo giuro. Me ne sono fatta una ragione da molto tempo”.
“Grazie, cara”, risponde l’altra con un sorriso mesto. “Purtroppo le cose sono un po’ difficili. Meridian è un altro mondo, e non proprio un mondo delle favole. Ha modi di pensare ai quali faccio fatica ad adattarmi”.
“Mi dispiace. Ormai davo per scontato che foste felici assieme”.
“Senti, Corny, magari ne parleremo a quattr’occhi? Scusate, ragazze”.
Cornelia annuisce.

Irma non aveva previsto l’imbarazzo provocato dalla sua domanda. “Scusa, piccoletta”.
“Di niente, Irma. Raccontami qualcosa di bello. Qualcosa che non so”.
Irma ci pensa un attimo. Qualcosa che non sa… “Hai sentito che Cedric è morto?”.
Gli sguardi di tutte le amiche la fulminano.
“Morto?”. Elyon impallidisce.
“Irma colpisce ancora!”, sfreccia Cornelia. “Un giorno dovrai spiegarmi come fai a trovare sempre la cosa più inopportuna”.
Davanti allo sguardo interrogativo di Elyon, Will cerca le parole più brevi per raccontare un’avventura che le ha lasciate con tanto amaro in bocca.
“L’Oracolo ha mandato qui  Cedric per farlo redimere. Lui, invece, ha cercato di vendicarsi. Poi, però, si è innamorato di Orube, e si è sacrificato per salvare lei. Insomma, è morto facendo l’unica cosa buona della sua vita”.

Elyon è rimasta pietrificata.
Cornelia la scuote delicatamente. “Ellie, come lo ricordi?”.
Lei esita a lungo prima di rispondere. Quando lo fa, ha un tono amaro che fanno fatica a riconoscere. “Lo ho odiato. Lo ho odiato perché mi ha ingannata, ha tradito la mia fiducia. Perché… perché lo sapete!”. Silenzio. “Però è la persona che mi ha rivelato chi ero. Che mi ha iniziato ai poteri. Che mi ha riportato… da dove vengo”. Tira su di naso. “E che mi aveva dato l’impressione di…”. Si interrompe. La ferita non è ancora rimarginata.

Irma apre la bocca per dire qualcosa, ma viene fulminata da un’occhiata di fuoco di Taranee.
Elyon alza gli occhi, come se avesse sentito.
Taranee se ne accorge subito. “Scusa, Ellie, ma…”., si guarda attorno circospetta, “… ma anche tu riesci a leggere i pensieri?”.
“Sì”, deve confermare lei, stupita. “Come te ne sei accorta?”.
“Hai reagito alla battuta di Irma come se la avesse detta davvero”. Le lancia un’occhiata penetrante. “E solo ora mi sono accorta che riverberi le mie parole un attimo prima che io le pronunci”.
“E’ vero”, annuisce Elyon.
“Un nuovo club nel club”, scherza Irma con una punta di invidia. “Ah, piccoletta… era davvero così brutta la battuta che non ho detto?”.
“Ma che dici, cara?. Era… degna di te”.
“Grazie”, risponde soddisfatta Irma, ignorando altri sorrisini. “E hai anche qualche forma di… come dire, di conoscenza del futuro?”, chiede. “Sai, a me è successo di avere visioni inquietanti in specchi d’acqua”.
“Una faccia grassoccia con gli occhi verdi?”, suggerisce Cornelia con un vago sogghigno.
Elyon non fa caso allo scambio di occhiatacce e pedate sottobanco tra le due. Dopo un attimo combattuto, risponde: “Sì. Purtroppo sì, e non ne sono così entusiasta”.
Will dà voce agli sguardi preoccupati delle amiche: “Puoi parlarcene?”.
“E’ una cosa che succede quando meno me l’aspetto. Talvolta, quando parlo senza fare attenzione, mi capita di dire qualcosa di non voluto, come uno strafalcione. Oppure, di disegnare come in trance qualcosa a cui non avevo pensato prima”. Studia un attimo le loro reazioni. “Appena succede, ho una sensazione strana, come di dejà vu, e la sicurezza che accadrà realmente”.
“Sono solo sensazioni?”, chiede Will inquieta.
“Molte di queste si sono realizzate nei più piccoli dettagli”.
“E le altre?”.
Elyon esita prima di rispondere. “Credo che prima o poi si realizzeranno tutte”.
Hay Lin spalanca gli occhi, impressionata. “Non ti spaventa?”.
“Talvolta sì. La maggior parte degli avvenimenti visti finora, però, non sono affatto spaventosi”.
Hay Lin ha la fortissima sensazione di essere davanti ad una mezza verità. “E altri, invece…”.
“Cos’è che ti ha turbata?”, le fa eco Taranee.
Lo sguardo di Elyon si perde lontano. Alla fine, tira fuori dai denti: “Il ritorno di una tirannia a Meridian”.
Restano tutte a guardarla in silenzio, mentre gioca nervosamente con le trecce.

“I vostri milk-shakes”. Dotty si avvicina con aria sbrigativa, e depone davanti a loro dei grossi bicchieroni colmi, da cui traballano cannucce sgargianti e variamente sbilenche. “Ah, ricordate, qui non si fa credito”.
Elyon inarca un sopracciglio, mentre la guarda tornare al banco. “Fa così con tutti? Una volta era diverso”.
Ecco un motivo in più per non venire proprio qui, sembra dire Will con uno sbuffo.
“Essere magiche ha il suo prezzo”, sospira Taranee.

“Raccontaci di più sulla tirannia”, insiste Will.
“Difficile. Le profezie sono tutte vaghe”, risponde pensierosa giocando con la cannuccia. “E’ come un principio: non ti danno mai abbastanza informazioni da poterle rendere false”.
Hay Lin alza gli occhi dal suo milk-shake. Ha avuto ancora la sensazione di qualcosa detto a metà.
Taranee cerca di interpretate: “Vuoi dire che, per esempio, se uno sapesse di morire in un certo giorno e un certo luogo, potrebbe invalidare la profezia evitando di trovarsi lì nel momento indicato?”.
Hay Lin aggiunge: “In questo modo, non si saprebbe mai se era una vera profezia o una semplice fantasia”.
“Bell’esempio”, conviene Elyon. “Ho scoperto che la precognizione è stato un dono di tutte le regine Escanor. Sto cercando racconti su come loro abbiano affrontato situazioni del genere in passato”.
“La tirannia di Phobos non è una risposta sufficiente?”, chiede Irma.
Stavolta nessuna gomitata, solo un incrociarsi di sguardi preoccupati.
Cornelia prende la mano di Elyon. “Se dovesse succedere davvero, saremo a combattere al tuo fianco, non dubitarne! Con o senza il permesso dell’Oracolo”.
“Lo so, Corny”, sospira la Luce di Meridian con uno sguardo indecifrabile.

Dopo un attimo, riprende una discreta imitazione di un sorriso. “Ora vi racconterò di un altro progetto che sto cullando da tempo. Voglio fare qualcosa per far sviluppare il metamondo con alcune delle tecnologie che sono così utili sulla Terra”.
Hay Lin chiede: “Intendi elettricità, trasporti, ospedali?”.
Taranee aggiunge: “Scuole, giornali, biblioteche pubbliche?”.
Irma mette la ciliegina: “Concerti rock?”.
“Eccola!”, sorride Cornelia. “Il nostro genio sa ben consigliarti sulle priorità!”.
Elyon torna a sorridere. “Sì, qualcosa del genere. Un mondo con più sicurezza, più benessere, che non si basi solo sulla magia o il lavoro muscolare”. Riflette un attimo. “Sto cercando di decidere da dove iniziare, perché tutte queste cose sono interdipendenti”.

Si interrompe, notando un vocio alle spalle e lo sguardo di disappunto che Will vi indirizza. Un gruppo di ragazzi sta prendendo posto nel tavolo accanto al loro.
“Cambiamo discorso”, dice con un tono allegro. Estrae dalla borsetta il blocco da disegno.
“Oh, sì, altri schizzi!”, gioisce Hay Lin. “Vediamo i tuoi capolavori…”.
Will serra i denti e suda freddo. Il blocco è più grande della borsetta da cui è stato estratto. Prega tra sé che nessun estraneo lo abbia notato.
La biondina apre il blocco, mostrando il ritratto a matita di un uomo giovane. “Corny, ti ricorda qualcosa?”.
Cornelia si studia bene il ritratto, spostandosi una ciocca di capelli dal viso. “Carino. No, non lo riconosco”.
Espressione finto-delusa. “Come, non ti ricordi il negozio di informatica PC World?”.
“Quello… Ah, sì, quello dove ti fermavi sempre a sbirciare il commesso dalla vetrina?”. Riguarda il ritratto. “E’ lui?”.
“Shhh! Ma che racconti in giro?”, sibila, mentre le dà una gomitata scherzosa. “Sì, proprio lui”.
“E’ il ritratto del futuro re di Meridian?”, chiede Irma ironica.
La regina scuote il viso. “Acqua passata, e da molti anni. Ieri mi ha solo venduto un computer. Ma me lo avrebbe anche regalato, se avessi voluto”.
“Hai fatto così colpo, Ellie?”, chiede Cornelia scherzosa.
“A mio modo!”, sorride lei enigmatica, mentre si alza dal tavolo.
 

  
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