Ehi
ciao ragazze, perché le note all’inizio?
Semplice, volevo chiarirvi un po’ di cose. Allora il
penultimo capitolo, quello
in cui ci sono i pov degli uomini Cullen, si svolge dieci anni dopo il
giorno
in cui Bella va via con i Volturi. Lo scorso capitolo inizia con il
risveglio
di Bella, poi va avanti di due anni e poi di altri dieci,
perciò Bella non va
avanti di dieci anni, ma di dodici anni. In questo capitolo ci
sarà un piccolo
momento in cui si parlerà di cosa fanno in quei due anni i
Cullen e poi si
arriverà a dodici anni dopo. È tutto chiaro? Vi
lascio all’epilogo. Grazie di
cuore a tutte voi che mi siete sempre state vicine.
La
mia famiglia mi ha dimenticata?
Mi
odiano ancora?
Io
amo tutti più di prima.
Amo
Edward ancora più di prima.
Non
pensavo di poter amare così tanto
qualcuno.
Cambiamo
pensieri.
Sono
liberi e stano bene.
Sii
felice per loro Bella, sei tu
l’artefice della loro sopravvivenza.
POV
EDWARD
Lasciamo
il palazzo come delle furie.
“Dobbiamo
trovarla. Dobbiamo riprenderci la nostra
Bella.” Esclama Emmett infervorato.
“Giusto,
però c’è un
grandissimo problema. Lei non si farà trovare facilmente. In
questi dieci anni
non sono riuscita ad avere alcuna visione su di lei, vuol dire che il
suo
potere è diventato più forte. Inoltre non
dimentichiamoci che lei non sa che
abbiamo trovato il suo diario e la sua lettera perciò
è convinta che noi la
odiamo, ricordiamo tutti quali sono state le ultime parole che le hanno
rivolto
Edward e Rose. Penso che in questi anni abbia fatto di tutto per
evitarci e
devo dire che è anche molto brava, ma lei non è
Alice Cullen. È brava ma io
sono più astuta di lei. La troverò.”
Fremo
alle parole di
Alice. Ricordo perfettamente quali sono state le mie ultime parole.
Pochi
minuti prima le
ho urlato di amarla, subito dopo le detto di sparire.
Non
osare farti rivedere da noi. Se dovessi rincontrarti sulla mia strada
per te
sarebbe la fine.
Stupido.
Stupido.
Stupido.
Dovevo
capirlo subito
che stava mentendo.
Dovevo
capirlo subito
che non era sincera.
Dovevo
capirlo dai pensieri
stupefatti di Aro.
Dovevo
capirlo e basta.
I
miei pensieri sono
simili al resto della famiglia.
Jasper
si incolpa più
di tutti perché con il suo potere non è riuscito
a capire che stava mentendo.
Non è riuscito a capire che stava soffrendo nel dire quelle
cose.
Rosalie
le ha detto le
mie stesse parole, anche lei si incolpa per aver tratto conclusioni
errate.
Alice
ed Emmett si
incolpano per non averla fermata e non averle chiesto dei chiarimenti.
Gli
unici che non hanno
mai giudicato le sue parole sono stati Esme e Carlisle. Loro pensavano
solo di
aver perso la loro bambina, non hanno mai pensato alle parole dure che
ci ha
rivolto.
Devo
lasciar perdere
ora queste cose, ci penserò a tempo debito. Ora il mio
obiettivo è ritrovarla e
magari strisciare ai suoi piedi.
DUE
ANNI DOPO
Ancora
un buco
nell’acqua. Però questa volta ci siamo andati
vicino. Alcuni vampiri che
abitano da queste parti hanno detto di averla incontrata.
Una
ragazza bellissima,
dolce e simpatica, con il dolore negli occhi.
Non
aveva luce negli
occhi.
Queste
sono state le
parole di una saggia vampira Russa.
Alice
è bravissima.
Si
sforza fino al
limite per avere anche solo uno stralcio di visione, purtroppo non
sempre ci
riesce.
Alcune
visioni ci hanno
portato ad Amsterdam, quello è stato il primo buco
nell’acqua.
Poi
è stata la volta di
Parigi, lì abbiamo trovato una traccia che ci ha portato a
Berlino, ma lì è
stato un altro buco nell’acqua.
È
brava, dannatamente
brava e non sa neanche che la stiamo cercando.
Non
ci siamo mai fatti
abbattere dalla sconfitta, abbiamo sempre incassato il colpo ma siamo
andati
avanti.
Ora
siamo ancora a san
Pietroburgo, è una città favolosa, vorrei
tornarci con lei un giorno.
Mi
blocco nell’esatto
momento in cui alice ha una visione. Tutti ci voltiamo verso di lei.
“Isabella
Marie Cullen, sono felice di consegnarle il suo diploma di
laurea.”
È…è…è
semplicemente
favolosa. Era già bellissima, ma ora è favolosa.
È
semplicemente divina.
Non
ho parole per
esprimere la sua bellezza, l’eleganza dei gesti e nei
movimenti.
“È
favolosa.” Sussurro
a mezza voce.
“L’hai
vista?” Mi
chiede agitata Esme.
“Si,
è bellissima.
Nella mia visione si stava laureando. Il Rettore parlava in inglese, la
prossima tappa è la Gran Bretagna, Londra.
L’accento è quello londinese.
Dobbiamo trovare il college e scoprire la data. Emmett mettiti al
computer,
vedi in quali college ci saranno le lauree in questo periodo
così restringiamo
il campo delle ricerche. Una volta che le individui, cerca delle foto
dei
Rettori, appena lo riconosciamo sapremo dove andare.” Emmett
esegue quanto
detto ed è veramente un gioco da ragazzi per lui, bucare
tutti i sistemi di
protezione è semplicissimo per un genio
dell’informatica come Emmett.
“Università
di Oxford.”
Esclamiamo al settimo cielo io e Alice.
“Preparate
le valigie
si parte. Tra una settimana abbiamo una laurea importate.”
Tutti ci voltiamo
verso Alice e pensiamo alla stessa cosa. È tutto come dodici
anni fa, solo che
questa volta siamo noi a cercare lei una settimana prima della sua
laurea.
“Questa
volta sarà
diverso. Questa volta ci riuniremo e assisteremo alla laurea della
nostra
bambina. Ti giuro che sarà diverso amore.” Le
parole di mio padre sono tutte
per mia madre. Probabilmente loro hanno sofferto più di
tutti. Loro l’hanno
persa per ben due volte. Ma questa volta la ritroveranno per sempre,
parola di
Edward Cullen.
In
poco prepariamo i
bagagli mentre Rosalie ha prenotato i biglietti per Londra, partiremo
tra sei
ore.
Arriviamo
in aeroporto
e aspettiamo.
L’attesa
è logorante.
Ho
aspettato per tutto
questo tempo ed ora poche ore mi sembrano
un’eternità.
Sono
troppo nervoso
tanto che non riesco a tenere ferme le gambe.
“Edward
smettila, siamo
tutti nervosi ma tu non aiuti affatto.” Jasper mi ammonisce.
Finalmente
chiamano il
nostro volo, ci imbarchiamo e poco dopo decolliamo.
Le
ore di volo sembrano
infinite, non mi è mai pesato come ora il tempo.
Io
che di tempo ne ho a
disposizione in quantità illimitata, ora mi ritrovo a
sperare che queste ore
passino il più in fretta possibile.
Finalmente
il viaggio
giunge al termine, usciamo dall’aeroporto con calma, senza
dare troppo
nell’occhio anche se i pensieri dei presenti sono ributtanti.
“Taxi.”
Alice ferma due
taxi, sistemiamo i bagagli, e partiamo verso Oxford.
Per
fortuna la distanza
non è molta e ci troviamo ad attraversare questi quasi cento
chilometri nel
silenzio più assoluto. C’è chi freme di
aspettativa, chi di eccitazione, chi di
gioia, chi, come me e i miei genitori, d’amore.
“Alice,
cosa accadrà
appena ci vedrà? Scapperà? Continuerà
a mentire?” Le chiedo in un sussurro
sapendo che mi ha sentito.
“Non
lo so Edward, non
lo so. Il suo potere mi blocca, è dannatamente potente. Ma
stai tranquillo, non
ce la lasceremo scappare.” Arriviamo dopo quasi due ore a
causa del traffico,
paghiamo i taxi lasciando una lauta mancia ed entriamo
nell’albergo che ha
prenotato Rosalie da San Pietroburgo.
Paghiamo
in anticipo
per dieci giorni, prendiamo le chiavi delle camere e andiamo tutti in
camera di
Esme e Carlisle.
“Bene,
ora dobbiamo
capire dove vive. Potrebbe anche vivere a Londra, non lo
sappiamo.” Tutti
fissiamo Alice in attesa di una visione. Si concentra ma
l’unica cosa che
otteniamo sono pezzi di arredamento, nulla che possa esserci utile per
individuarla.
Passano
così tre
giorni. Alice cerca invano di avere una visione. Io e Jasper abbiamo
praticamente setacciato tutta Londra. Rose ed Emmett hanno girato per i
paesi
limitrofi, mentre Esme e Carlisle hanno piantonato il college dalla
mattina
alla sera.
“Non
ci scoraggiamo,
fra tre giorni c’è la consegna dei diplomi di
laurea, allora non ci sfuggirà.”
Rose cerca di far coraggio a tutti e il fatto che comunque fra tre
giorni la
rivedremo ci fa continuare a sperare.
“L’ho
trovata! L’ho
trovata.” Urla Jasper entrando come una furia. Dai suoi
pensieri capisco che ha
avuto un gran colpo di fortuna.
“Come
abbiamo fatto a
non pensarci prima? Come? Ce l’avevamo sotto gli occhi e non
ce ne siamo mai
accorti.”
“Hai
ragione Jasper,
che sciocchi che siamo stati.”
“Scusate
potete
spiegare anche a noi?” Esclama impaziente mio padre.
“Certo,
allora in
Russia ci hanno detto di averla vista insieme a due Volturi, uno grosso
ed uno
biondino, supponiamo siano Felix e Demetri. Ciò vuol dire
che comunque ha un
qualche aiuto economico da loro e che comunque sono amici. Dove
andrebbe ad
abitare un vampiro vegetariano, se ha degli amici non
vegetariani?”
“Vicino
la banca del
sangue!” Esclama mio padre.
“Giusto.
Bene passavo
da lì vicino ed ho notato una villetta carina, nascosta nel
verde, ma c’era un
odore strano, odore di vampiro, un odore familiare, ma più
zuccherino.
Incuriosito mi sono inoltrato nel piccolo boschetto che si trova dietro
la
villetta. Ho sentito il suo odore, era forte, ma lei non era in casa.
Poi sono
tornato qui.”
“L’abbiamo
trovata.
Carl, abbiamo trovato nostra figlia!” Esme singhiozza tra le
braccia di
Carlisle. Tutti sono felici ed io più di tutti. Ho ritrovato
il mio cuore, ora
posso tornare a respirare.
“Bene,
andiamo da lei.”
Esclama l’orso.
“Ci
presentiamo come se
non fosse accaduto nulla?”
“Ho
un piano.” Esclama
Alice.
POV
BELLA
Corro
per tornare a
casa, la caccia mi ha soddisfatta.
Sono
stata via più del
previsto ma tanto non ho nessuno che mi aspetta a casa. Se non fossi
tornata
nessuno si sarebbe preoccupato. Nessuno sarebbe stato in ansia. Nessuno
sarebbe
venuto a cercarmi.
Sospiro
pesantemente.
Fra
tre giorni mi
laureo e sono sola, ho anche abbandonato l’idea di pagare
qualcuno per
spacciarlo come familiare, meglio sola, di bugie ne ho fin troppe
intorno.
Sono
in prossimità di
casa mia, avverto qualcosa di strano. I miei sensi sono in allerta.
C’è odore
di vampiro nel bosco dietro casa mia, mi sembra di conoscerlo, ma non
capisco
dove l’ho già sentito.
Forse
era solo di
passaggio, ha sentito odore di vampiro, si è incuriosito ma
ha visto che non c’era
nessuno è andato via.
Sono
comunque inquieta,
è da qualche giorno che ho una strana sensazione.
Entro
silenziosamente
in casa.
Qualcuno
è stato qui.
Non
accendo la luce, ci
vedo benissimo anche al buio. Ci pensa qualcun altro ad accenderla al
posto mio
e mi immobilizzo quando vedo chi mi trovo davanti.
“Isabella,
Isabella,
Isabella. Lo ammetto sei furba, sei brava, sei scaltra e il tuo potere
mi ha
creato molte noie, ma io sono più furba di te e ti abbiamo
trovato.” Ascolto le
parole di Alice ma sono concentrata sulle due persone che mi trovo di
fronte.
Vorrei
correre da loro
ma poi le parole di Edward e Rosalie mi tornano in mente.
Avverto
gli altri, sono
sparsi per la casa. Lui è dietro di me.
“Un
po’ scorretto da
parte vostra attaccarmi in sette. Inoltre mi avete detto che io non
devo
incrociare il vostro cammino, mi pare che siate stati voi ad incrociare
il
mio.” Sento tutti fremere alle mie parole.
“Abbiamo
parlato in
preda alla rabbia. Dovresti capirci. Come noi abbiamo capito che erano
solo
bugie le tue parole.” La voce di Rosalie mi arriva
cristallina.
“Quando
l’avete
capito?” Continuo a parlare senza spostare lo sguardo dai
miei genitori.
“Due
anni fa.” Ora rido
senza allegria.
“Però,
siete stati
veloci. Come l’avete scoperto?”
“Abbiamo
trovato il tuo
diario, abbiamo saputo da lì del tuo stupido patto con Aro.
Abbiamo letto la
lettera.”
“Ciò
vuol dire che se
non aveste mai letto quelle parole non avreste mai capito che stavo
mentendo.
Chi vi assicura che non fossero menzogne anche quelle scritte? Infondo
avete
subito creduto alle mie parole, solo delle parole scritte vi hanno
fatto
pensare il contrario. Non avete neanche minimamente pensato che forse
stavo
mentendo per salvarvi, che forse stavo mentendo per evitare che vi
lanciaste in
una missione suicida contro i Volturi. No, avete subito creduto alla
menzogna.
Ora vi dico, si erano bugie, si ho mentito per salvarvi, si lo rifarei
altre
mille volte, si lo rifare sempre. Però voglio che sappiate
che non voglio avere
nulla a che fare con voi. Come posso fidarmi di voi che avete creduto
alla
menzogna e non a quello che avevate sotto gli occhi? Come?”
Fremo di rabbia
mentre ora sono tutti e sette di fronte a me e mi guardano con gli
occhi
sbarrati.
“Eravamo
sconvolti
Bella.”
“Perché
io non lo ero?
Se permetti Rosalie io era la più sconvolta, però
non ti ho detto che ti avrei
fatto la pelle se ti avessi incrociata lungo il mio cammino. Ora sono
qui
davanti a te, cosa aspetti? Un invito scritto? Ti sto praticamente
invitando a
nozze.” Sposto lo sguardo su Alice.
“Se
non hai mai avuto
una visione su di me non potevi pensare che non volessi farvi sapere
cosa stavo
facendo? non potevi pensare che volevo stare per i fatti
miei?”
Continuo
il mio giro e
mi rivolgo ad Emmett.
“Tu
sei stato un
grandissimo stupido! Perché dopo le mie parole ti sei
scagliato contro Aro?
Sapevi che saresti stato atterrato immediatamente, ma l’hai
fatto lo stesso.
Come gli altri non mi hai chiesto spiegazioni, hai subito tratto le
conclusioni
più facili e comode.”
Arrivo
a Jasper e lo
fisso in silenzio.
“Jasper.
Tu sei quello
che più mi ha deluso. Quel cazzo di potere che hai a cosa ti
serve ah? Tu
sapevi che non avevo raccontato tutto del mio incontro con Aro. Mi hai
portato
lontano da tutti per sapere la verità. Sapevi che
c’era dell’altro. Sapevi che
c’era qualcosa di grosso sotto. Cosa hai fatto? Cosa? Sei
stato lì immobile,
senza dire una parola, senza fare nulla. Professavi a chiunque il fatto
che
fossi il mio fratello preferito e poi tisei rivelato il peggio del
peggio. Complimenti, davvero complimenti.”
“Oh
Edward. il buono e
generoso Edward. Il razionale ed intelligente Edward. colui che non mi
ha dato
modo di avvicinarmi ma poi mi fa le scenate. Colui che urla di amarmi
ma pochi
secondi dopo mi intima di non farmi più vedere se non voglio
esser fatta fuori.
Oh si è enorme l’amore che provavi per me. Si
è visto nella tua incoerenza.
Complimenti anche a te Edward. La tua performance credo sia stata la
migliore.”
Vedo tutti e cinque incassare le mie parole e abbassare lo sguardo.
Edward
ti amo tanto, ma
non hai capito nulla.
Non
hai mai capito
nulla.
“Non
hai capito quanto
ti amassi. Mi hai tenuta lontana a prescindere da tutto, cosa
pretendevi con
quella dichiarazione, che ti cadessi tra le braccia? Hai sbagliato
persona. Ma
state tranquilli tutti e cinque, non è la prima volta che
qualche Cullen mi fa
soffrire, ci sono abituata.”
Infine
arrivo a loro.
Mi avvicino lentamente ai miei genitori.
Sono
stata cattiva con
loro.
La
colpa è
esclusivamente mia. Sono io che ho mentito sul mio incontro con Aro.
Sono io
che ho mentito il giorno in cui sono partita. Sono io che provo rabbia
e
rancore verso me stessa e sto sputando veleno contro di loro.
Ma
paradossalmente sono
arrabbiata anche con loro.
Cazzo
hanno veramente
creduto alle mie parole e solo dieci anni dopo, solo dopo aver letto un
diario,
hanno capito che mentivo. Se non l’avessero trovato non
avrebbero mai capito
nulla. Se non l’avessero trovato avrebbero continuato ad
odiarmi e sarebbe
stato meglio. Avrei preferito che continuassero ad odiarmi
così non mi sarei
trovata in questa situazione.
Ora
che so che non mi
odiano, mi faccio ancora più schifo.
Mi
avvicino a mio padre
e mia madre.
Con
loro non ci riesco.
Non ci sono riuscita la prima volta e non ci riuscirò
neanche ora.
Mio
padre ha capito e
ha allargato le sue grandi e forti braccia e io corro da lui.
“Perdonami
papà. È
tutta colpa mia. Ho sbagliato. Ho sbagliato. Ma non potevo perdervi.
Non potevo
essere l’artefice della vostra morte. È colpa mia.
È colpa mia.”
“Ssh
bambina, è tutto
finito, ora sei di nuovo con noi.”
“Papà,
scusa, scusami
papà. Non dovevo cercarvi. Se non l’avessi fatto
voi avreste continuato a
vivere la vostra vita con tranquillità. Scusa
papà.”
“Non
dire così tesoro.
Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Tu hai
fatto ciò che credevi più
giusto. Hai voluto salvare la tua famiglia. Certo se ne avessi parlato
con noi
avremo trovato un’altra soluzione. Io e la mamma volevamo
chiederti se un
giorno avresti voluto essere immortale. Ssh non piangere tesoro, non
piangere.”
“Papà…”
Continuo a
chiamarlo come una litania. Singhiozzo. Singhiozzo senza sosta e ora
maledico
la mia natura. Vorrei essere umana per sfogare il mio dolore con le
lacrime.
Vorrei tanto piangere.
Sento
mia madre che mi
accarezza i capelli e con la testa ancora sul petto di mio padre, la
sposto per
guardarla.
“Mamma,
perdonami. È
solo colpa mia, solo colpa mia. Se non fos…”
“Non
dire così amore,
noi siamo stati felicissimi quando dodici anni fa hai bussato alla
nostra
porta, ed ora siamo nuovamente felici. Probabilmente questo
è stato solo uno
scherzo del destino. Ora però ci siamo ritrovati e tutto si
sistemerà.” Gli
altri ci lasciano la nostra privacy e noi andiamo in camera mia. Come
quel
pomeriggio di dodici anni fa, ci ritroviamo tutti e tre stesi su un
letto. Solo
che questa volta non ci sono lacrime da asciugare ma solo singhiozzi.
Dopo
molte ore riesco a
calmarmi.
“Scusate.”
Sussurro con
voce roca.
“Non
hai nulla di cui
scusarti, tesoro, nulla. Siamo noi a doverci scusare. Abbiamo subito
creduto
alle tue parole anche se non ne eravamo certi. Non abbiamo fatto nulla
per
fermarti o per cercarti. Come hai detto tu solo delle parole scritte ci
hanno
fatto aprire gli occhi. Sei tu che devi perdonare noi.”
“Voi
non avete nulla da
farvi perdonare. Sono io che porto solo problemi a chiunque mi sia
intorno, a chiunque
mi voglia bene. Porto solo infelicità.”
“Non
è vero!” Esclama
risentito mio padre.
“I
ricordi più belli,
le emozioni più intense ci sono stati regalati da te. Non
osare più dire una
sciocchezza del genere.” Sospiro sul petto di mio padre. Ora
non è più duro e
freddo, ora è caldo e morbido.
“Mi
siete mancati.”
“Anche
tu, non immagini
quanto.”
“Fra
tre giorni, ormai
due, mi laureo.”
“Lo
sappiamo tesoro, lo
sappiamo. Questa volta non ci saranno impedimenti. Tutta la tua
famiglia sarà
lì con te.”
“Non
credo che gli
altri ci saranno.” Loro mi guardano confusi.
“Perché
non
dovrebbero?”
“Li
ho trattati
malissimo. Ho riversato su di loro la rabbia, l’odio e il
rancora che provo
verso di me. Non mi perdoneranno mai.”
“Cara
ne sei proprio
sicura?”
“Si.”
“Allora
le cinque persone
che ti aspettano trepidamente giù chi sono?”
Aguzzo l’udito e li sento.
“Sono
qui.” Sussurro. Loro
annuiscono e mi lasciano andare.
“Ho
delle scuse da
fare.”
“Noi
andiamo a fare un
giro nei dintorni.”
Prendo
un enorme
respiro e vado verso la porta.
“Stai
tranquilla non
vedono l’ora di riabbracciarti.”
“Speriamo.”
Sento l’eco
della loro risata. Scendo le scale come se fossi una condannata al
patibolo.
Arrivo
in salotto e
trovo tutti e cinque ad attendermi con il sorriso sulle labbra.
Mi
sento ancora più in
imbarazzo.
“Qualcuno
è in
imbarazzo. Prima non sembravi così.”
“Jasper…”
Non riesco a
concludere la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia.
“Scusami
sorellina,
perdonami.”
“Ti
perdono solo perché
sei bello” Tutti scoppiano a ridere.
“Ingrata
ed io pensavo
che mi perdonavi perché sono il tuo fratello
preferito.”
“Scusatemi
per prima,
io…ehm…si…insomma…sono
arrabbiata come me stessa e me la sono presa con voi.”
“Oh
sorellina io e Rose
ti perdoniamo solo se domani andiamo a fare shopping
insieme.” Annuisco mentre
abbraccio le mie sorelle e Rosalie si scusa con me.
“Emmett
non fare più la
stupidaggine che hai fatto quel giorno. Jane è letale, mi
hai fatto preoccupare
da morire.” Le sue braccia mi avvolgono per un abbraccio
stritolatore.
“Oh
tranquilla nana ho
la pelle dura.” Mi mette a terra e mi ritrovo praticamente a
pochi centimetri dal
viso di Edward.
Quanto
mi è mancato.
“Io…”
Diciamo
contemporaneamente e ci blocchiamo imbarazzati.
“Prima
tu…” Ancora
contemporaneamente e siamo sempre più imbarazzati.
“Oh
al diavolo, ho
aspettato così tanto…” Non finisce la
frase
che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Lei mie mani cercano
automaticamente i suoi capelli. Le sue braccia mi stringono al suo
petto e gli
salto praticamente addosso.
Il
bacio è
immediatamente passionale.
Il
suo sapore mi fa
giare la testa. Ci fermiamo solo quando sentiamo dei colpi di tosse.
“Quando
speravo che vi
riappacificaste diciamo che questo era il mio ultimo pensiero, ma so
che Edward
non ti farà soffrire.”
Guardo
il mio angelo
negli occhi e finalmente sono tornata a casa.
“Ciao.”
“Ciao.”
Mi risponde
dolcemente.
“Ti
amo.”
“Non
puoi neanche
immaginare quanto ti ami io.”
“Ne
avete ancora per
molto voi due?” Ovviamente Alice non poteva non interrompere.
2
GIORNI DOPO
“Isabella Marie Cullen, sono lieto
di consegnarle il
suo diploma di laurea. Congratulazioni.” Ringrazio il rettore
con una veloce stretta
di mano, per evitargli il freddo della mia mano. Prendo il mio diploma
e mi
volto sorridente verso la mia famiglia.
Sono
tutti lì che mi
sorridono commossi e mi applaudono. Ci sono anche i Denali, li abbiamo
chiamati, sono venuti immediatamente, abbiamo spiegato loro tutto e
sono stati
felicissimi di avermi nuovamente in famiglia. All’ultimo
momento si sono
aggiunti anche James e Vic. In lontananza noto Demetri e Felix. Sono di
passaggio. Mio padre li ha ringraziati infinitamente per non avermi
abbandonata
e per avermi protetta in questi anni.
Scendo
dal palco,
lancio in aria il mio tocco e senza recuperarlo salto in braccio al mio
fidanzato.
Oh
non lo sapete? Ieri mi
ha chiesto di sposarlo, ha detto che abbiamo già perso
dodici anni, non dobbiamo
perdere altro tempo.
Ovviamente
l’enorme
anello, appartenuto alla signora Masen, fa bella mostra sul mio anulare.
Come l’ha presa mio padre? Tranquilli i vampiri non possono morire di infarto, perciò a parte qualche piagnucolio si è calmato in fretta.
E poi come si dice, un vampiro è per sempre! O era un diamante? Poco cambia, entrambi brillano al sole.
Questa
è la mia storia.
Ho sofferto tanto. Abbiamo sofferto tanto ma alla fine siamo stati
ripagati di
tutta questa sofferenza.
“Andiamo
futura signora
Cullen?”
“Ehi
ma io sono già
Cullen!” Esclamo ridendo.
“Allora
futura signora
Masen Cullen.”
“Ecco
mi piace di più.”
Mano
nella mano ci
avviamo dalla nostra famiglia.
Ci
siamo persi, ma poi
ci siamo trovati.
Ci
siamo persi
nuovamente, ma ci siamo ritrovati, questa volta per sempre.
Ciao
donzelle,
è finita. Sono triste. Mi sono emozionata mentre scrivevo
questo capitolo. È più
un papiro, ma sono felice di ciò che ho scritto.
Passiamo
ai
ringraziamenti. Ringrazio tutte voi lettrici che mi avete seguita
sempre,
incoraggiata e incitata, ringrazio anche voi lettrici silenziose, ci
siete e mi
fa enormemente piacere.
Senza
di voi
questa storia non avrebbe avuto una trama del genere. Siete state voi
che mi
avere spronata a dare sempre di più. Devo dire di essere
veramente soddisfatta
di questa storia.
Aspetto
i
vostri commenti.
A
presto, un
bacio Mary.