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Autore: maryc    06/03/2012    11 recensioni
Tratto dal capitolo 1:
“Ciao.” Ecco qualcuno mi ha tolto dall’imbarazzo. Sposto lo sguardo sul folletto che mi rivolge un sorriso abbagliante. Lei sa, e sa che io so. Almeno io suo sorriso furbo mi conferma tutto. Le sorrido di rimando.
Ora che fa? Saltella sul posto e batte le mani? Per poco non cado a terra. Ma che le prende? È per caso pazza?
Ora la guardo confusa, ma lei saltella ancora di più. Oddio, ma dove sono finita.
Ciao ragazze, una mini ff che avevo in mente in questi giorni e che oggi mi sono decisa a mettere nero su bianco. Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Epilogo

Ehi ciao ragazze, perché le note all’inizio? Semplice, volevo chiarirvi un po’ di cose. Allora il penultimo capitolo, quello in cui ci sono i pov degli uomini Cullen, si svolge dieci anni dopo il giorno in cui Bella va via con i Volturi. Lo scorso capitolo inizia con il risveglio di Bella, poi va avanti di due anni e poi di altri dieci, perciò Bella non va avanti di dieci anni, ma di dodici anni. In questo capitolo ci sarà un piccolo momento in cui si parlerà di cosa fanno in quei due anni i Cullen e poi si arriverà a dodici anni dopo. È tutto chiaro? Vi lascio all’epilogo. Grazie di cuore a tutte voi che mi siete sempre state vicine.

La mia famiglia mi ha dimenticata?

Mi odiano ancora?

Io amo tutti più di prima.

Amo Edward ancora più di prima.

Non pensavo di poter amare così tanto qualcuno.

Cambiamo pensieri.

Sono liberi e stano bene.

Sii felice per loro Bella, sei tu l’artefice della loro sopravvivenza.

POV EDWARD

Lasciamo il palazzo come delle furie.

“Dobbiamo trovarla. Dobbiamo riprenderci la nostra Bella.” Esclama Emmett infervorato.

“Giusto, però c’è un grandissimo problema. Lei non si farà trovare facilmente. In questi dieci anni non sono riuscita ad avere alcuna visione su di lei, vuol dire che il suo potere è diventato più forte. Inoltre non dimentichiamoci che lei non sa che abbiamo trovato il suo diario e la sua lettera perciò è convinta che noi la odiamo, ricordiamo tutti quali sono state le ultime parole che le hanno rivolto Edward e Rose. Penso che in questi anni abbia fatto di tutto per evitarci e devo dire che è anche molto brava, ma lei non è Alice Cullen. È brava ma io sono più astuta di lei. La troverò.”

Fremo alle parole di Alice. Ricordo perfettamente quali sono state le mie ultime parole.

Pochi minuti prima le ho urlato di amarla, subito dopo le detto di sparire.

Non osare farti rivedere da noi. Se dovessi rincontrarti sulla mia strada per te sarebbe la fine.

Stupido. Stupido. Stupido.

Dovevo capirlo subito che stava mentendo.

Dovevo capirlo subito che non era sincera.

Dovevo capirlo dai pensieri stupefatti di Aro.

Dovevo capirlo e basta.

I miei pensieri sono simili al resto della famiglia.

Jasper si incolpa più di tutti perché con il suo potere non è riuscito a capire che stava mentendo. Non è riuscito a capire che stava soffrendo nel dire quelle cose.

Rosalie le ha detto le mie stesse parole, anche lei si incolpa per aver tratto conclusioni errate.

Alice ed Emmett si incolpano per non averla fermata e non averle chiesto dei chiarimenti.

Gli unici che non hanno mai giudicato le sue parole sono stati Esme e Carlisle. Loro pensavano solo di aver perso la loro bambina, non hanno mai pensato alle parole dure che ci ha rivolto.

Devo lasciar perdere ora queste cose, ci penserò a tempo debito. Ora il mio obiettivo è ritrovarla e magari strisciare ai suoi piedi.

 

DUE ANNI DOPO

Ancora un buco nell’acqua. Però questa volta ci siamo andati vicino. Alcuni vampiri che abitano da queste parti hanno detto di averla incontrata.

Una ragazza bellissima, dolce e simpatica, con il dolore negli occhi.

Non aveva luce negli occhi.

Queste sono state le parole di una saggia vampira Russa.

Alice è bravissima.

Si sforza fino al limite per avere anche solo uno stralcio di visione, purtroppo non sempre ci riesce.

Alcune visioni ci hanno portato ad Amsterdam, quello è stato il primo buco nell’acqua.

Poi è stata la volta di Parigi, lì abbiamo trovato una traccia che ci ha portato a Berlino, ma lì è stato un altro buco nell’acqua.

È brava, dannatamente brava e non sa neanche che la stiamo cercando.

Non ci siamo mai fatti abbattere dalla sconfitta, abbiamo sempre incassato il colpo ma siamo andati avanti.

Ora siamo ancora a san Pietroburgo, è una città favolosa, vorrei tornarci con lei un giorno.

Mi blocco nell’esatto momento in cui alice ha una visione. Tutti ci voltiamo verso di lei.

“Isabella Marie Cullen, sono felice di consegnarle il suo diploma di laurea.”

È…è…è semplicemente favolosa. Era già bellissima, ma ora è favolosa.

È semplicemente divina.

Non ho parole per esprimere la sua bellezza, l’eleganza dei gesti e nei movimenti.

“È favolosa.” Sussurro a mezza voce.

“L’hai vista?” Mi chiede agitata Esme.

“Si, è bellissima. Nella mia visione si stava laureando. Il Rettore parlava in inglese, la prossima tappa è la Gran Bretagna, Londra. L’accento è quello londinese. Dobbiamo trovare il college e scoprire la data. Emmett mettiti al computer, vedi in quali college ci saranno le lauree in questo periodo così restringiamo il campo delle ricerche. Una volta che le individui, cerca delle foto dei Rettori, appena lo riconosciamo sapremo dove andare.” Emmett esegue quanto detto ed è veramente un gioco da ragazzi per lui, bucare tutti i sistemi di protezione è semplicissimo per un genio dell’informatica come Emmett.

“Università di Oxford.” Esclamiamo al settimo cielo io e Alice.

“Preparate le valigie si parte. Tra una settimana abbiamo una laurea importate.” Tutti ci voltiamo verso Alice e pensiamo alla stessa cosa. È tutto come dodici anni fa, solo che questa volta siamo noi a cercare lei una settimana prima della sua laurea.

“Questa volta sarà diverso. Questa volta ci riuniremo e assisteremo alla laurea della nostra bambina. Ti giuro che sarà diverso amore.” Le parole di mio padre sono tutte per mia madre. Probabilmente loro hanno sofferto più di tutti. Loro l’hanno persa per ben due volte. Ma questa volta la ritroveranno per sempre, parola di Edward Cullen.

In poco prepariamo i bagagli mentre Rosalie ha prenotato i biglietti per Londra, partiremo tra sei ore.

Arriviamo in aeroporto e aspettiamo.

L’attesa è logorante.

Ho aspettato per tutto questo tempo ed ora poche ore mi sembrano un’eternità.

Sono troppo nervoso tanto che non riesco a tenere ferme le gambe.

“Edward smettila, siamo tutti nervosi ma tu non aiuti affatto.” Jasper mi ammonisce.

Finalmente chiamano il nostro volo, ci imbarchiamo e poco dopo decolliamo.

Le ore di volo sembrano infinite, non mi è mai pesato come ora il tempo.

Io che di tempo ne ho a disposizione in quantità illimitata, ora mi ritrovo a sperare che queste ore passino il più in fretta possibile.

Finalmente il viaggio giunge al termine, usciamo dall’aeroporto con calma, senza dare troppo nell’occhio anche se i pensieri dei presenti sono ributtanti.

“Taxi.” Alice ferma due taxi, sistemiamo i bagagli, e partiamo verso Oxford.

Per fortuna la distanza non è molta e ci troviamo ad attraversare questi quasi cento chilometri nel silenzio più assoluto. C’è chi freme di aspettativa, chi di eccitazione, chi di gioia, chi, come me e i miei genitori, d’amore.

“Alice, cosa accadrà appena ci vedrà? Scapperà? Continuerà a mentire?” Le chiedo in un sussurro sapendo che mi ha sentito.

“Non lo so Edward, non lo so. Il suo potere mi blocca, è dannatamente potente. Ma stai tranquillo, non ce la lasceremo scappare.” Arriviamo dopo quasi due ore a causa del traffico, paghiamo i taxi lasciando una lauta mancia ed entriamo nell’albergo che ha prenotato Rosalie da San Pietroburgo.

Paghiamo in anticipo per dieci giorni, prendiamo le chiavi delle camere e andiamo tutti in camera di Esme e Carlisle.

“Bene, ora dobbiamo capire dove vive. Potrebbe anche vivere a Londra, non lo sappiamo.” Tutti fissiamo Alice in attesa di una visione. Si concentra ma l’unica cosa che otteniamo sono pezzi di arredamento, nulla che possa esserci utile per individuarla.

Passano così tre giorni. Alice cerca invano di avere una visione. Io e Jasper abbiamo praticamente setacciato tutta Londra. Rose ed Emmett hanno girato per i paesi limitrofi, mentre Esme e Carlisle hanno piantonato il college dalla mattina alla sera.

“Non ci scoraggiamo, fra tre giorni c’è la consegna dei diplomi di laurea, allora non ci sfuggirà.” Rose cerca di far coraggio a tutti e il fatto che comunque fra tre giorni la rivedremo ci fa continuare a sperare.

“L’ho trovata! L’ho trovata.” Urla Jasper entrando come una furia. Dai suoi pensieri capisco che ha avuto un gran colpo di fortuna.

“Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Come? Ce l’avevamo sotto gli occhi e non ce ne siamo mai accorti.”

“Hai ragione Jasper, che sciocchi che siamo stati.”

“Scusate potete spiegare anche a noi?” Esclama impaziente mio padre.

“Certo, allora in Russia ci hanno detto di averla vista insieme a due Volturi, uno grosso ed uno biondino, supponiamo siano Felix e Demetri. Ciò vuol dire che comunque ha un qualche aiuto economico da loro e che comunque sono amici. Dove andrebbe ad abitare un vampiro vegetariano, se ha degli amici non vegetariani?”

“Vicino la banca del sangue!” Esclama mio padre.

“Giusto. Bene passavo da lì vicino ed ho notato una villetta carina, nascosta nel verde, ma c’era un odore strano, odore di vampiro, un odore familiare, ma più zuccherino. Incuriosito mi sono inoltrato nel piccolo boschetto che si trova dietro la villetta. Ho sentito il suo odore, era forte, ma lei non era in casa. Poi sono tornato qui.”

“L’abbiamo trovata. Carl, abbiamo trovato nostra figlia!” Esme singhiozza tra le braccia di Carlisle. Tutti sono felici ed io più di tutti. Ho ritrovato il mio cuore, ora posso tornare a respirare.

“Bene, andiamo da lei.” Esclama l’orso.

“Ci presentiamo come se non fosse accaduto nulla?”

“Ho un piano.” Esclama Alice.

 

POV BELLA

Corro per tornare a casa, la caccia mi ha soddisfatta.

Sono stata via più del previsto ma tanto non ho nessuno che mi aspetta a casa. Se non fossi tornata nessuno si sarebbe preoccupato. Nessuno sarebbe stato in ansia. Nessuno sarebbe venuto a cercarmi.

Sospiro pesantemente.

Fra tre giorni mi laureo e sono sola, ho anche abbandonato l’idea di pagare qualcuno per spacciarlo come familiare, meglio sola, di bugie ne ho fin troppe intorno.

Sono in prossimità di casa mia, avverto qualcosa di strano. I miei sensi sono in allerta. C’è odore di vampiro nel bosco dietro casa mia, mi sembra di conoscerlo, ma non capisco dove l’ho già sentito.

Forse era solo di passaggio, ha sentito odore di vampiro, si è incuriosito ma ha visto che non c’era nessuno è andato via.

Sono comunque inquieta, è da qualche giorno che ho una strana sensazione.

Entro silenziosamente in casa.

Qualcuno è stato qui.

Non accendo la luce, ci vedo benissimo anche al buio. Ci pensa qualcun altro ad accenderla al posto mio e mi immobilizzo quando vedo chi mi trovo davanti.

“Isabella, Isabella, Isabella. Lo ammetto sei furba, sei brava, sei scaltra e il tuo potere mi ha creato molte noie, ma io sono più furba di te e ti abbiamo trovato.” Ascolto le parole di Alice ma sono concentrata sulle due persone che mi trovo di fronte.

Vorrei correre da loro ma poi le parole di Edward e Rosalie mi tornano in mente.

Avverto gli altri, sono sparsi per la casa. Lui è dietro di me.

“Un po’ scorretto da parte vostra attaccarmi in sette. Inoltre mi avete detto che io non devo incrociare il vostro cammino, mi pare che siate stati voi ad incrociare il mio.” Sento tutti fremere alle mie parole.

“Abbiamo parlato in preda alla rabbia. Dovresti capirci. Come noi abbiamo capito che erano solo bugie le tue parole.” La voce di Rosalie mi arriva cristallina.

“Quando l’avete capito?” Continuo a parlare senza spostare lo sguardo dai miei genitori.

“Due anni fa.” Ora rido senza allegria.

“Però, siete stati veloci. Come l’avete scoperto?”

“Abbiamo trovato il tuo diario, abbiamo saputo da lì del tuo stupido patto con Aro. Abbiamo letto la lettera.”

“Ciò vuol dire che se non aveste mai letto quelle parole non avreste mai capito che stavo mentendo. Chi vi assicura che non fossero menzogne anche quelle scritte? Infondo avete subito creduto alle mie parole, solo delle parole scritte vi hanno fatto pensare il contrario. Non avete neanche minimamente pensato che forse stavo mentendo per salvarvi, che forse stavo mentendo per evitare che vi lanciaste in una missione suicida contro i Volturi. No, avete subito creduto alla menzogna. Ora vi dico, si erano bugie, si ho mentito per salvarvi, si lo rifarei altre mille volte, si lo rifare sempre. Però voglio che sappiate che non voglio avere nulla a che fare con voi. Come posso fidarmi di voi che avete creduto alla menzogna e non a quello che avevate sotto gli occhi? Come?” Fremo di rabbia mentre ora sono tutti e sette di fronte a me e mi guardano con gli occhi sbarrati.

“Eravamo sconvolti Bella.”

“Perché io non lo ero? Se permetti Rosalie io era la più sconvolta, però non ti ho detto che ti avrei fatto la pelle se ti avessi incrociata lungo il mio cammino. Ora sono qui davanti a te, cosa aspetti? Un invito scritto? Ti sto praticamente invitando a nozze.” Sposto lo sguardo su Alice.

“Se non hai mai avuto una visione su di me non potevi pensare che non volessi farvi sapere cosa stavo facendo? non potevi pensare che volevo stare per i fatti miei?”

Continuo il mio giro e mi rivolgo ad Emmett.

“Tu sei stato un grandissimo stupido! Perché dopo le mie parole ti sei scagliato contro Aro? Sapevi che saresti stato atterrato immediatamente, ma l’hai fatto lo stesso. Come gli altri non mi hai chiesto spiegazioni, hai subito tratto le conclusioni più facili e comode.”

Arrivo a Jasper e lo fisso in silenzio.

“Jasper. Tu sei quello che più mi ha deluso. Quel cazzo di potere che hai a cosa ti serve ah? Tu sapevi che non avevo raccontato tutto del mio incontro con Aro. Mi hai portato lontano da tutti per sapere la verità. Sapevi che c’era dell’altro. Sapevi che c’era qualcosa di grosso sotto. Cosa hai fatto? Cosa? Sei stato lì immobile, senza dire una parola, senza fare nulla. Professavi a chiunque il fatto che fossi il mio fratello preferito e poi tisei rivelato il peggio del peggio. Complimenti, davvero complimenti.”

“Oh Edward. il buono e generoso Edward. Il razionale ed intelligente Edward. colui che non mi ha dato modo di avvicinarmi ma poi mi fa le scenate. Colui che urla di amarmi ma pochi secondi dopo mi intima di non farmi più vedere se non voglio esser fatta fuori. Oh si è enorme l’amore che provavi per me. Si è visto nella tua incoerenza. Complimenti anche a te Edward. La tua performance credo sia stata la migliore.” Vedo tutti e cinque incassare le mie parole e abbassare lo sguardo.

Edward ti amo tanto, ma non hai capito nulla.

Non hai mai capito nulla.

“Non hai capito quanto ti amassi. Mi hai tenuta lontana a prescindere da tutto, cosa pretendevi con quella dichiarazione, che ti cadessi tra le braccia? Hai sbagliato persona. Ma state tranquilli tutti e cinque, non è la prima volta che qualche Cullen mi fa soffrire, ci sono abituata.”

Infine arrivo a loro. Mi avvicino lentamente ai miei genitori.

Sono stata cattiva con loro.

La colpa è esclusivamente mia. Sono io che ho mentito sul mio incontro con Aro. Sono io che ho mentito il giorno in cui sono partita. Sono io che provo rabbia e rancore verso me stessa e sto sputando veleno contro di loro.

Ma paradossalmente sono arrabbiata anche con loro.

Cazzo hanno veramente creduto alle mie parole e solo dieci anni dopo, solo dopo aver letto un diario, hanno capito che mentivo. Se non l’avessero trovato non avrebbero mai capito nulla. Se non l’avessero trovato avrebbero continuato ad odiarmi e sarebbe stato meglio. Avrei preferito che continuassero ad odiarmi così non mi sarei trovata in questa situazione.

Ora che so che non mi odiano, mi faccio ancora più schifo.

Mi avvicino a mio padre e mia madre.

Con loro non ci riesco. Non ci sono riuscita la prima volta e non ci riuscirò neanche ora.

Mio padre ha capito e ha allargato le sue grandi e forti braccia e io corro da lui.

“Perdonami papà. È tutta colpa mia. Ho sbagliato. Ho sbagliato. Ma non potevo perdervi. Non potevo essere l’artefice della vostra morte. È colpa mia. È colpa mia.”

“Ssh bambina, è tutto finito, ora sei di nuovo con noi.”

“Papà, scusa, scusami papà. Non dovevo cercarvi. Se non l’avessi fatto voi avreste continuato a vivere la vostra vita con tranquillità. Scusa papà.”

“Non dire così tesoro. Non è colpa tua. Non è colpa di nessuno. Tu hai fatto ciò che credevi più giusto. Hai voluto salvare la tua famiglia. Certo se ne avessi parlato con noi avremo trovato un’altra soluzione. Io e la mamma volevamo chiederti se un giorno avresti voluto essere immortale. Ssh non piangere tesoro, non piangere.”

“Papà…” Continuo a chiamarlo come una litania. Singhiozzo. Singhiozzo senza sosta e ora maledico la mia natura. Vorrei essere umana per sfogare il mio dolore con le lacrime. Vorrei tanto piangere.

Sento mia madre che mi accarezza i capelli e con la testa ancora sul petto di mio padre, la sposto per guardarla.

“Mamma, perdonami. È solo colpa mia, solo colpa mia. Se non fos…”

“Non dire così amore, noi siamo stati felicissimi quando dodici anni fa hai bussato alla nostra porta, ed ora siamo nuovamente felici. Probabilmente questo è stato solo uno scherzo del destino. Ora però ci siamo ritrovati e tutto si sistemerà.” Gli altri ci lasciano la nostra privacy e noi andiamo in camera mia. Come quel pomeriggio di dodici anni fa, ci ritroviamo tutti e tre stesi su un letto. Solo che questa volta non ci sono lacrime da asciugare ma solo singhiozzi.

Dopo molte ore riesco a calmarmi.

“Scusate.” Sussurro con voce roca.

“Non hai nulla di cui scusarti, tesoro, nulla. Siamo noi a doverci scusare. Abbiamo subito creduto alle tue parole anche se non ne eravamo certi. Non abbiamo fatto nulla per fermarti o per cercarti. Come hai detto tu solo delle parole scritte ci hanno fatto aprire gli occhi. Sei tu che devi perdonare noi.”

“Voi non avete nulla da farvi perdonare. Sono io che porto solo problemi a chiunque mi sia intorno, a chiunque mi voglia bene. Porto solo infelicità.”

“Non è vero!” Esclama risentito mio padre.

“I ricordi più belli, le emozioni più intense ci sono stati regalati da te. Non osare più dire una sciocchezza del genere.” Sospiro sul petto di mio padre. Ora non è più duro e freddo, ora è caldo e morbido.

“Mi siete mancati.”

“Anche tu, non immagini quanto.”

“Fra tre giorni, ormai due, mi laureo.”

“Lo sappiamo tesoro, lo sappiamo. Questa volta non ci saranno impedimenti. Tutta la tua famiglia sarà lì con te.”

“Non credo che gli altri ci saranno.” Loro mi guardano confusi.

“Perché non dovrebbero?”

“Li ho trattati malissimo. Ho riversato su di loro la rabbia, l’odio e il rancora che provo verso di me. Non mi perdoneranno mai.”

“Cara ne sei proprio sicura?”

“Si.”

“Allora le cinque persone che ti aspettano trepidamente giù chi sono?” Aguzzo l’udito e li sento.

“Sono qui.” Sussurro. Loro annuiscono e mi lasciano andare.

“Ho delle scuse da fare.”

“Noi andiamo a fare un giro nei dintorni.”

Prendo un enorme respiro e vado verso la porta.

“Stai tranquilla non vedono l’ora di riabbracciarti.”

“Speriamo.” Sento l’eco della loro risata. Scendo le scale come se fossi una condannata al patibolo.

Arrivo in salotto e trovo tutti e cinque ad attendermi con il sorriso sulle labbra.

Mi sento ancora più in imbarazzo.

“Qualcuno è in imbarazzo. Prima non sembravi così.”

“Jasper…” Non riesco a concludere la frase che mi ritrovo stretta tra le sue braccia.

“Scusami sorellina, perdonami.”

“Ti perdono solo perché sei bello” Tutti scoppiano a ridere.

“Ingrata ed io pensavo che mi perdonavi perché sono il tuo fratello preferito.”

“Scusatemi per prima, io…ehm…si…insomma…sono arrabbiata come me stessa e me la sono presa con voi.”

“Oh sorellina io e Rose ti perdoniamo solo se domani andiamo a fare shopping insieme.” Annuisco mentre abbraccio le mie sorelle e Rosalie si scusa con me.

“Emmett non fare più la stupidaggine che hai fatto quel giorno. Jane è letale, mi hai fatto preoccupare da morire.” Le sue braccia mi avvolgono per un abbraccio stritolatore.

“Oh tranquilla nana ho la pelle dura.” Mi mette a terra e mi ritrovo praticamente a pochi centimetri dal viso di Edward.

Quanto mi è mancato.

“Io…” Diciamo contemporaneamente e ci blocchiamo imbarazzati.

“Prima tu…” Ancora contemporaneamente e siamo sempre più imbarazzati.

“Oh al diavolo,  ho aspettato così tanto…” Non finisce la frase che mi ritrovo le sue labbra incollate alle mie. Lei mie mani cercano automaticamente i suoi capelli. Le sue braccia mi stringono al suo petto e gli salto praticamente addosso.

Il bacio è immediatamente passionale.

Il suo sapore mi fa giare la testa. Ci fermiamo solo quando sentiamo dei colpi di tosse.

“Quando speravo che vi riappacificaste diciamo che questo era il mio ultimo pensiero, ma so che Edward non ti farà soffrire.”

Guardo il mio angelo negli occhi e finalmente sono tornata a casa.

“Ciao.”

“Ciao.” Mi risponde dolcemente.

“Ti amo.”

“Non puoi neanche immaginare quanto ti ami io.”

“Ne avete ancora per molto voi due?” Ovviamente Alice non poteva non interrompere.

 

2 GIORNI DOPO

“Isabella  Marie Cullen, sono lieto di consegnarle il suo diploma di laurea. Congratulazioni.” Ringrazio il rettore con una veloce stretta di mano, per evitargli il freddo della mia mano. Prendo il mio diploma e mi volto sorridente verso la mia famiglia.

Sono tutti lì che mi sorridono commossi e mi applaudono. Ci sono anche i Denali, li abbiamo chiamati, sono venuti immediatamente, abbiamo spiegato loro tutto e sono stati felicissimi di avermi nuovamente in famiglia. All’ultimo momento si sono aggiunti anche James e Vic. In lontananza noto Demetri e Felix. Sono di passaggio. Mio padre li ha ringraziati infinitamente per non avermi abbandonata e per avermi protetta in questi anni.

Scendo dal palco, lancio in aria il mio tocco e senza recuperarlo salto in braccio al mio fidanzato.

Oh non lo sapete? Ieri mi ha chiesto di sposarlo, ha detto che abbiamo già perso dodici anni, non dobbiamo perdere altro tempo.

Ovviamente l’enorme anello, appartenuto alla signora Masen, fa bella mostra sul mio anulare.

Come l’ha presa mio padre? Tranquilli i vampiri non possono morire di infarto, perciò a parte qualche piagnucolio si è calmato in fretta. 

E poi come si dice, un vampiro è per sempre! O era un diamante? Poco cambia, entrambi brillano al sole.

Questa è la mia storia. Ho sofferto tanto. Abbiamo sofferto tanto ma alla fine siamo stati ripagati di tutta questa sofferenza.

“Andiamo futura signora Cullen?”

“Ehi ma io sono già Cullen!” Esclamo ridendo.

“Allora futura signora Masen Cullen.”

“Ecco mi piace di più.”

Mano nella mano ci avviamo dalla nostra famiglia.

Ci siamo persi, ma poi ci siamo trovati.

Ci siamo persi nuovamente, ma ci siamo ritrovati, questa volta per sempre.

 

Ciao donzelle, è finita. Sono triste. Mi sono emozionata mentre scrivevo questo capitolo. È più un papiro, ma sono felice di ciò che ho scritto.

Passiamo ai ringraziamenti. Ringrazio tutte voi lettrici che mi avete seguita sempre, incoraggiata e incitata, ringrazio anche voi lettrici silenziose, ci siete e mi fa enormemente piacere.

Senza di voi questa storia non avrebbe avuto una trama del genere. Siete state voi che mi avere spronata a dare sempre di più. Devo dire di essere veramente soddisfatta di questa storia.

Aspetto i vostri commenti.

A presto, un bacio Mary.     

   
 
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