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Autore: Cheshire_Blue_Cat    06/03/2012    1 recensioni
... bene, questa è la prima fic che pubblico e, anche se sono cosciente che fa veramente schifo, spero che piaccia a qualche buon anima ^.^ parla di una ragazza che non è umana, si chiama(casualmente -.-) Lirin e sul suo passato è gettato un velo di mistero su cui lei intende far luce, ovviamente possiede un'Ombra(di mia invenzione)... bhe, spero vivamente che qualcuno legga questa schifezza... P.s. ho preferito scrivere che i personaggi fossero un po' più grandi che nell'anime... spero non dispiaccia a nessuno. ^.^
P.p.s. ho apportato alcune modifiche al capitolo 8 per chi fosse interessato... -.-" mi ero dimenticata che per inserire i dialoghi bisogna usare i trattini e non le virgolette... pardon! ^.^
//Incompiuta... già... mi duole il cuore, ma alla fine ogni storia è già finita appena si scrive la prima parola per chi la scrive quindi anche questa storia prima o poi avrà una fine//
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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“There is no honor in losing to a kid…”
 
- Che??? - urlò Lirin sbigottita: - La MIA stanza è MIA! Cos’è che non si capisce di questo concetto? –
Loghi, dal canto suo, rimase tranquillamente seduto sulla sua sedia a finire la colazione incurante del volume di voce usato dalla figlia: - Sarò gentile con te… -
- Quindi la stanza rimarrà tutta per me? - chiese speranzosa sfoderando uno dei suoi più dolci sorrisi.
- No - Lirin cascò per terra il che parve divertire lievemente il Generale: - Ti lascerò scegliere con chi dividere la camera. -
Lei si rialzò e si finse interessata ad osservare i presenti: - Posso dividere la stanza con quel bicchiere? - chiese ironica indicando un bicchiere di cristallo posto su un tavolino in fondo alla sala.
Due dei Manipolatori soffocarono una risata, a quel che le pareva erano i due più giovani, uno era biondo mentre l’altro era… Idiota… pensò subito appena lo vide, per un attimo incontrò i suoi occhi color del cielo e dovette affrettarsi a distogliere lo sguardo prima di arrossire, cosa che la scocciò parecchio… perché mai si sentiva avvampare il viso ogni volta che si guardavano? La cosa più assurda è che tutto quello era iniziato più o meno dal giorno prima…
Loghi fece un segno di impazienza: - Andiamo Lirin, non penarti tanto. Stavolta non hai via di scampo. -
Ma non mi dire!pensò rassegnata facendo uno sforzo sovrumano per non dar voce ai suoi pensieri.
- Perché non dividi la stanza con Cynthia? - le propose il padre.
Lirin fece una smorfia e guardò la ragazza con i capelli fucsia, che solo sentendosi nominare aveva distolto l’attenzione dallo specchietto nella quale si stava rimirando ricambiando lo sguardo di Lirin con occhi rosei. Per qualche secondo le due si fissarono in cagnesco per poi voltarsi ognuna dalla parte opposta indispettite.
- No, non credo proprio. - disse la ragazza dagli occhi viola in modo deciso, scandendo bene le parole.
Loghi cercò di obbiettare che lei lo bloccò: - Papà, tu non sai cosa potrebbe succedere se due ragazze dividessero una camera… - la buttò lì sul drammatico giusto per non dover fornire informazioni: In realtà voglio soltanto che nessuno metta becco nel mio armadio e tra le mie cose… era a suo parere una giustificazione più che valida.
Con suo gran sollievo vennero esclusi dalla scelta Lameire e Ghilliam, rimanevano Andropov e il biondino, lui lo scrutò per qualche secondo come per prendere in considerazione l’idea. Lui le fece un occhiolino appena accennato e quello bastò per farla avvampare e farle venire una voglia matta di menarlo talmente forte da impedirgli di muovere persino la palpebra.
- Con Schneider? - azzardò a chiedere Loghi indicando il biondo, ma Lirin scosse ancora la testa fulminando il ragazzo con un’occhiata.
- Bhe, direi che è rimasto solo lui.- irruppe Kirillion saltando fuori all’improvviso e senza neanche essere stata invitata.
- Nessuno ti ha chiamata in causa Ombra dei miei stivali e non alcuna intenzione di dividere la mia camera con lui. - disse a denti stretti e invitandola con un gesto eloquente della mano a tornare dal luogo in cui era venuta: le Tenebre del suo cuore.
La dragonessa indicò Andropov senza ascoltare minimamente la sua evocatrice: - Sceglie lui. -
- Kirillion! - urlò Lirin voltandosi verso la dragonessa che la guardò innocente: - Puoi sempre costruirti la grande muraglia in camera e sfondare un muro per fare un’altra porta così le camere diventano due e non ti accorgerai della sua presenza. -
Lirin, guardò di sottecchi il ragazzo ch’era arrossito pure lui e se possibile divenne ancora più rossa: - La mia camera non si tocca! -
Kirillion le ringhiò in faccia: - Tu dormi da una parte, lui dall’altra e io mi sistemo in mezzo così non vi vedete. -
Lirin non rispose.
Loghi si mise stancamente una mano sulla fronte e fece gli occhi al cielo: - Grazie Kirillion. -
L’Ombra gonfiò il petto pavoneggiandosi: - Ah, figuratevi Generale. -
L’evocatrice la guardò irritata: - Ma tu da quale parte stai? - non le rispose, ma arricciò le labbra in quello che doveva somigliare ad un sorriso e scomparve in un lampo di luce soffusa.
Di male in peggio… pensò per poi squadrare da capo a piedi quello con cui le era toccato dividere la sua bella cameretta.
- Direi che così può andare. - fu il commento del Generale, la ragazza sbuffò e uscì dalla stanza. Si fermò sulla porta e, voltata la testa, rivolse uno sguardo provocatorio verso il padre: - Voglio vedere quanto riesce a resistere. - ghignò indicando Andropov, poi salì le scale per andare a godersi un’ultima volta la quiete della sua stanza in solitario.
Si buttò sul letto a peso morto e Kirillion, come al solito si evocò da sola e si accucciò sul tappeto: Niente allenamento oggi?
Lirin sbuffò e si tirò le ginocchia al petto: Tra un po’ vado… almeno riuscirò a schiarirmi un pochino le idee…
Non hai detto a tuo padre della visione… le ricordò l’Ombra: Tu cosa ne pensi?
Lirin non rispose, inviò mentalmente i ricordi della visione che le erano rimasti più impressi alla dragonessa, soprattutto quelli riguardo a quella bestia azzurra che tanto somigliava a Kirillion.
Conosci quell’Ombra?
Kirillion scosse il muso e un fremito la attraverso dalla punta del naso fino a quella della coda.
Cos’era quello? chiese l’evocatrice saltando giù dal letto anche lei percorsa da un tremito involontario. Pensò di stare per avere un’altra di quelle strane visioni, ricordava una sensazione così tutte le volte.
Iniziò ad ansimare, aveva sete, tanta sete, troppa. La gola era improvvisamente arsa come se camminasse nel deserto da giorni poi svenne e l’Ombra scomparve.
La voce di Loghi la costrinse a riaprire gli occhi oltre ad un violento scossone, aveva appena messo a fuoco la sua stanza e il viso di suo padre che probabilmente le stava chiedendo come si sentiva, che tutto si appannò di nuovo e gli occhi le furono di nuovo bianchi.
 
… Un canyon… ci correva in mezzo eppure non sentiva le sue gambe muoversi, oh no, non stava correndo. Stava sospesa a qualche spanna da terra, davanti a lei correva un ragazzo dalla capigliatura nera e disordinata.
Stava correndo fuori dal canyon andando incontro a cinque persone ferme davanti ad un intero schieramento di Ombre Nere, conosceva quei robot, erano quelli che usava per allenarsi. C’era anche un carro armato dietro quell’ammasso di ferraglie, riconobbe il simbolo del Gran Reame.
Poteva scorgere due persone in piedi su di esso: una che riconobbe come il tenente Dragnov e l’altro come il ragazzo biondo visto quella mattina, Schneider…
Il ragazzo uscì dal dedalo roccioso con un salto urlando un nome: - Blue Dragon! - un drago enorme, possente e azzurro emerse dal terreno, i suoi occhi emanavano bagliori rossastri. Scagliò un solo e semplice pugno contro una delle Ombre controllate dai robot e questo basto a disintegrarla.
Altre tre Ombre torreggiavano sul campo di battaglia, già viste.
Il drago scalpitava nervosamente in attesa di attaccare: - Avanti Shu, non distrarti! - ringhiò al suo evocatore quando ebbe notato uno sguardo di troppo verso il tenente Dragnov, il ragazzo attaccò e con lui anche le altre tre creature a partire dal pipistrello.
… avrebbe voluto urlare, ma non ci riusciva, doveva rimanere lì a guardare il consumarsi della scena. La paura arrivò quando identificò come evocatore del pipistrello Zola! Suo padre le aveva detto molte volte di lei, era abile e pericolosa. Aprì la bocca in un muto grido di rabbia e frustrazione…
Pian piano le Ombre stavano decimando i robot, uno dopo l’altro. Dragnov scese dal carro armato e camminò tranquillamente attraverso il campo di battaglia incurante dei numerosi raggi eterei, fiammate e onde d’urto gli cadevano a pochi centimetri dal corpo. Ordinò alle Ombre Nere di interrompere gli attacchi su Blue Dragon e, una volta d’innanzi a Shu, evocò un’Ombra. Era artificiale a giudicare dall’aura malata che emanava, era rossa, con i muscoli guizzanti, due lunghe zanne che sporgevano dal labbro inferiore, gli occhi rossi, una folta chioma gialla  e due asce che teneva saldamente una in ogni pugno.
Shu indietreggiò: - La prego non lo faccia, non voglio battermi contro di lei! -
Dragnov non vi badò e sferrò il primo colpo: - Questa è una guerra, non abbiamo alternative! - fu la sua risposta.
Una fiammata proruppe dalle fauci di Blue Dragon, Shu indietreggiò ancora.
Affondo. Parata. Colpo. Altra fiammata. E poi di nuovo, da capo. In una sequenza continua a cui nessuno dei due sfidanti riusciva a sottrarsi.
- Interessante… - abbassò lo sguardo, dove stava Schneider a braccia conserte. Evocò la sua Ombra: un arciere interamente placcato di viola con un paio di piccole ali sulla schiena e gli occhi verdi.
L’Ombra di Dragnov attaccò menando due fendenti con le due asce, Blue Dragon lo afferrò per i polsi e rimasero in stallo senza che nessuno dei due avesse la forza per sovrastare l’altro.
Dragnov stava per cedere, ma riuscì comunque a scaraventare il dragone contro una parete rocciosa.
Uno dei compagni di Shu attaccò Dragnov, quello che aveva come Ombra una tigre.
… aveva già visto uno di quegli esseri, doveva far parte della tribù dei Devee. Il cuore cominciò ad accelerarle all’impazzata, a momenti poteva anche esploderle…
- Marumaro stanne fuori! Questa è la nostra battaglia! - urlò Shu all’amico, Blue Dragon annuì e ricominciò la sequenza di colpi e parate che li aveva intrappolati prima, ma stavolta più veloce.
Dragnov lanciò un fugace sguardo verso le spalle di Shu, verso la parete rocciosa dietro la quale era appostato Schneider con una freccia incoccata nell’arco la cui punta biforcuta mirava dritta al fianco di Shu.
Il tenente fece una smorfia e, seppur con immensa fatica, chiuse un polso di Blue Dragon tra l’avambraccio e il petto della propria Ombra ribaltando le posizioni. Ora si trovava lui al posto di Shu.
- Stanne fuori Schneider, hai idea di cosa significa battersi con onore? - disse con voce ferma, senza guardarlo nemmeno.
I due si prepararono al colpo e le aure divamparono.
- Crisi Infuocata! -
…udì indistintamente il modo in cui Dragnov evocava il suo colpo migliore perché il ruggito del drago seguito dal crepitare delle fiamme le riempì le orecchie assordandola, si creò un’altra situazione di stallo in cui i pugni delle due Ombre si congiungevano.
Era dietro di Schneider, non sapeva come aveva fatto a ritrovarsi lì.
Vide il biondo cambiare lentamente bersaglio facendo scivolare la freccia sulla destra fino a tenere sottotiro Dragnov.
- Non c’è onore nel perdere contro un ragazzino… - lo sentì sussurrare e scagliò la freccia.
Ringhiava, si dimenava, avrebbe dovuto fermarlo e invece non poteva.
Rimase immobile a guardare con orrore il dardo che si conficcava con lentezza struggente nel fianco sinistra di Dragnov e poi il tenente che cadeva a terra esanime…
 
Urlò e nelle orecchie rimbombò un disperato ruggito.
Ricordava suo padre prima di perdere i sensi, ma ora non c’era nessuno, solo delle voci provenienti dal piano inferiore.
Gli occhi le si gonfiarono di lacrime, ma le ricacciò indietro. Il suo cuore in tumulto le diede la spinta per alzarsi e precipitarsi giù dalle scale. Spalancando la porta di camera sua per poco non la sbatté in faccia ad Andropov (o.o).
Rallentò quando fu davanti all’ingresso dove stava Loghi e, poco fuori dalla porta, Schneider.
Sentì ribollire il sangue nelle vene, un’ondata d’odio che non riuscì a reprimere eppure gli si avvicinò lenta non badando alla domanda distaccata di suo padre: - È tutto apposto? -
Incrociò l’unico occhio visibile di Schneider e per interminabili secondi lo fissò così come fece lui con lei. Lui con insolenza, lei con odio.
Poi scorse in quegli occhi l’ombra di ciò che aveva appena fatto, quella freccia che aveva colpito Dragnov tagliandogli il respiro e allora la rabbia esplose.
Gli tirò un pugno dritto in faccia, sulla guancia sinistra scaraventandolo a terra: - Con che coraggio ora ritorni qui lurido bastardo! - gli urlò, e una lacrima cominciò a scenderle solitaria lungo la gota lentigginosa.
Schneider la guardò con stupore tenendosi una guancia.Lirin singhiozzò: - Sarai anche un dei migliori Manipolatori del Gran Reame, ma non vali neanche un briciolo di Dragnov! -
Loghi era talmente sconcertato da quella reazione che non ebbe il tempo di bloccare Lirin che assestò un violento calcio allo stinco a Schneider ancora riverso a terra.
La ragazza risalì di corsa in camera asciugandosi quell’unica lacrima che aveva versato non badando ad Andropov, appoggiato nella parete di fronte sulla quale era appoggiato un altro letto.
 
 
ANGOLINO VANEGGIO XD
Eccomi , XD con un’altra schifezza di cappy!!! TROLOLOLOLOL
Ahiahi… questa parte, anche nel cartone, mi ha fatto nascere un odio profondo verso Schneider… se fosse stato per me il calcio glielo avrei dato da qualche altra parte -.-“
Non ho ancora spiegato il perché delle visioni di Lirin, credo(spero) di riuscire a farlo entro i prossimi due capitoli… ma anche no  *3*
*evapora* XD
  
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