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Autore: Emmy_Nerisse    09/03/2012    6 recensioni
“Chissà dove sei adesso...” pensò. Arrossì lievemente. Ora la malinconia si era fatta più forte, ma questa volta era ricca di un sapore nuovo, dolce, che sarebbe alloggiato permanente nel suo cuore, almeno finché non sarebbe arrivato quel giorno, quel bellissimo giorno che sapeva sarebbe giunto. Il giorno del loro ritorno, del suo ritorno sulla Terra. Adesso sapeva cosa le mancava da un anno. Era freddo come il ghiaccio. Ma era lui che le mancava da impazzire: Pai. Il suo Pai.
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Ed eccomi qui con la mia prima FanFiction dedicata alla mia coppia preferita, Lory e Pai, ma anche ricca d'azione ed avventura. Quindi spero che vi piaccia!^^
Genere: Avventura, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I – Una Giornata Malinconica E Un'Ombra Misteriosa
 

Era agosto inoltrato e fuori pioveva a catinelle. La forte umidità si faceva sentire ed il clima era diventato insopportabile per tutta Tokyo. Andava avanti così da giorni, piovendo senza interruzioni.
E senza interruzione era il lavoro al Caffè Mew. Ogni giorno arrivavano dozzine di clienti nonostante il pessimo periodo, facendo sgobbare le povere ragazze, compresa chi solitamente amava sorseggiare in tranquillità il suo amatissimo tè.
<< Sai, Mina, era ora che iniziassi a dare una mano anche tu. Non ne potevo più di vederti seduta comodamente ad un tavolo ingozzandoti con quel tuo stupido tè! >> le disse chiaramente Strawberry mentre assieme all'amica ordinava e serviva ai tavoli.
<< Bada a come parli! Prima di tutto io non me ne stavo ad “ingozzarmi” come dici tu, stavo “prendendo”, casomai; secondo: è una questione di abitudine e puntualità, cosa che voi rozza gentaglia di ceto sociale inferiore non potete di certo comprendere, non posso farci nulla, mia cara; e terzo: ti sembra di vedere un tavolo libero qua in giro?! Persino la cucina è completamente presa d'assalto dalle torte di Kyle, non c'è neanche un angolino libero! >> le rinfacciò la risposta la giovane benestante << Quindi non ho avuto altra scelta: ho dovuto per forza abbassarmi al livello della sguattera! >>
<< Avanti, calmatevi voi due e non state lì impalate a starnazzare come due gallinelle. I clienti aspettano >> Ryan fece la sua comparsa dalla cucina del locale, poi, come se non fosse successo nulla, tornò nella stanza.
<< Ma senti chi parla! L'altro perfettino che non muove un dito e sta solo a dare ordini! Potresti dare una mano anche tu, sai? Dato che il locale è stracolmo di gente non ci farebbe di certo male! >> ora Strawberry era proprio fuori di sé e continuava a gridare a Ryan anche se questi ormai non la sentiva più.
<< Pistaa! Permesso, fatemi passare! Permessoooo!! >> A interrompere la litigata che era ripresa tra le due ragazze fu Paddy che passava camminando sul suo inseparabile pallone da circo mentre faceva roteare sui bastoncini i piatti con le pietanze da servire ai tavoli piazzati un po' ovunque: sulle mani, in testa, in equilibrio sul naso,... Il tutto aveva un aria molto instabile!
<< Paddy, torna immediatamente qui! Così farai cadere tutto di sicuro! >> alle calcagna Lory, che correva con un'aria decisamente preoccupata.
<< Sì, questo accadrà se torno indietro! Se invece vado avanti non cadrò! >> la solita sbruffoncella di una Paddy, non sarebbe mai cambiata.
Fortunatamente l'ora di chiusura non tardò ad arrivare e appena tutti i clienti uscirono dal Caffè, Strawberry si accasciò sfinita ad un tavolo.
<< Basta, basta! Non ce la faccio più...>>
<< Be', adesso posso finalmente prendere il mio tè >> aggiunse Mina accomodandosi tranquilla su una sedia, portandosi alla bocca la tazza con la bevanda all'interno.
<< Ma allora lo fai apposta per farmi imbestialire, tu! >> la ragazza dai capelli rossi la guardò con aria di sfida.
<< Strawberry, puoi venire per favore a darmi una mano a spazzare il pavimento? >> cercò di distrarla Lory per salvare la vita a Mina.
<< Sì, arrivo >> la “fragola” corse a prendere la scopa appoggiata alla parete e corse ad aiutare l'amica.
Paddy intanto stava appesa al lampadario a testa in giù mentre cercava di pulire la macchia d'uovo lasciata dall'omelette che le era saltata via dal piatto appiccicandosi al soffitto mentre faceva i suoi numeri di equilibrismo << Ehi, ragazze, avete notato che tra un'ora sarà già passato un anno? >>
<< Un anno da cosa, scusa? >> chiese Mina distogliendo lo sguardo dalla tazza da tè.
<< Come “da cosa”, Mina?! Un anno fa abbiamo vinto la guerra contro Profondo Blu! >> Paddy non riusciva a capacitarsi che Mina non si ricordasse di quell'evento.
<< Ah, già. Ma credevo che fosse una guerra contro gli invasori Alieni in generale, non solamente contro Profondo Blu!
<< No, Paddy ha ragione. In fondo in fondo, so che Pai, Quiche e Tart erano buoni, agivano per salvare il loro popolo anche se hanno commesso danni tremendi al nostro mondo. Il vero essere malvagio era solo e soltanto Profondo Blu >> Lory non poteva essere più chiara di così.
<< Sì. Quiche ha addirittura sacrificato la sua vita per salvarmi, e così anche Pai e Tart per tutti noi. Per fortuna il potere dell'Aqua Mew li ha salvati da quella fine che per me non avrebbero meritato >> concluse Strawberry.
Mina le guardò fisse una ad una. << Per me erano cattivi tutti e quattro >>
<< Oh, insomma, Mina! >>
 
Quando finirono le pulizie, ognuna si diresse verso casa propria armata di ombrello.
<< Ciao ragazze, a domani! >> le salutarono Kyle e Ryan.
<< Anche a voi! Ciao! >> ricambiarono le altre all'unisono.
Lory si avviò verso casa con la testa colma di pensieri. Entrò in casa, si tolse le scarpe e salutò la madre che stava preparando la cena.
<< Ciao, Lory cara! Allora, com'è andata oggi? >> le domandò solare la signora Midorikawa.
<< Bene, grazie ma'. Vado un secondo in camera mia, poi torno giù.>> le annunciò Lory.
<< Va bene. Ah, tra poco è pronta la cena, tesoro. >> continuò la madre di Lory, ma la ragazza era già a metà scala a chiocciola, dritta al piano superiore.
Quando arrivò nella cameretta si distese stanca sul letto, guardando il soffitto. No, aveva troppi pensieri per la testa. Doveva assolutamente buttarli fuori, o a momenti la mente le sarebbe scoppiata. Così prese il diario che teneva nascosto sotto il cuscino e cominciò a scrivere...
 

            Caro Diario,                                                                                   15 agosto, ore 19.20
            oggi la giornata al Caffè Mew è stata davvero intensa. Non c'è stato un minuto di
            pace, sempre a servire ai tavoli di qua e di là. E poi Ryan! Mhmm, quanto rompe!
            Non so come avevo fatto a provare qualcosa per lui in passato. Lo odio con tutta
            me, ci tratta come schiave! Lo so, pensare queste cose non è da me, di solito sono
            sempre ottimista nei confronti delle persone chiuse e serie, ma per Ryan ho
            completamente perso le speranze... Vorrei tirargli un bel ceffone quando si
            appoggia comodamente al muro e ci dice cosa fare, ma cerco di non darlo a vedere.
            Per fortuna ci sono Strawberry, Paddy e Mina ad aiutarmi... be' , Mina forse non
            tanto, comunque solo loro sono in grado di tirarmi su il morale.
            Paddy però... oltre ad avermi fatto un po' innervosire con quella sua mania di fare
            la circense durante i turni al Caffè, mi ha rimesso in testa ricordi che ero riuscita
            ad archiviare lontano dal presente: loro e i nostri antichi poteri da Mew Mew.           
            Ahh, quanto vorrei averli ancora! Certo, il mio DNA è sempre fuso con quello
            della Neofocena, ma non posso più utilizzarne le capacità. Poi, questa malinconia...
             non capisco a cosa sia dovuta veramente... di certo non a Ryan! Anche perché
            non avrebbe senso, lo vedo tutti i giorni e ogni giorno è sempre più antipatico!
            Se solo Pam fosse rimasta in Giappone avrebbe potuto aiutarmi a capire meglio
            questa sensazione, ma è dovuta partire per l'Italia per girare un film molto
            importante per la sua carriera di attrice-modella-rubacuori.
           
Non so proprio che fare o a chi pensare...
                                                                                                                                  Lory Midorikawa
 
Ripose il piccolo quadernetto sotto al cuscino, appoggiò la penna al comodino e rimase a guardare il vuoto, stando a pancia in su, sempre distesa. Improvvisamente le venne in mente un piccolissimo particolare e tornò a tirar fuori il diario. Rilesse tutto daccapo e si soffermò sulle ultime parole che aveva scritto: “Non so proprio che fare o a chi pensare...”. “A chi pensare”?! Quelle parole non l'avevano nemmeno sfiorata, ma allora perché le aveva scritte?
Lasciò perdere quella probabile distrazione dovuta alla stanchezza e poggiò il diario sul letto. Si avvicinò alla finestra. I vetri erano rigati dalle gocce di pioggia che s'infrangevano ininterrotte sulla superficie liscia. Mentre seguiva un rivolo d'acqua col dito le sembrò di scorgere qualcosa sul tetto del vicino di casa, un'ombra piuttosto strana per appartenere ad un volatile. Strizzò gli occhi per cercare di capire meglio cosa fosse...
<< Tu una Mew Mew?! Non ci credo! Sei troppo fifona! >> quella vocina distrasse Lory dai suoi pensieri.
<< Uri! Ma che...! >> quando si girò vide il fratello che sfogliava tranquillamente il suo diario segreto. << Metti giù le tue zampacce da qui, canaglia! Che ci fai nella mia stanza e chi ti ha dato il permesso di entrare? >> continuò stringendo il diario tra le braccia verso il birbante che la osservava furbetto dietro le lenti degli occhiali tondi.
<< La mamma ti ha chiamato tre volte per dirti che la cena era pronta, ma dato che non rispondevi ha mandato me che ti ho detto che la cena era pronta almeno due volte ma tu non davi segni di vita, così mi sono messo a curiosare nel tuo diario che era qui sul letto, quindi non darmi la colpa di averlo rubato. >>
<< Sì, ma non avresti dovuto leggerlo comunque, anche se era lì sul letto. Comunque cos'hai sbirciato?>> ora lo guardava veramente arrabbiata, eppure non sapeva come riusciva a mantenere un tono gentile. Per abitudine, forse, anche se si trattava di quella peste di suo fratello.
<< Mah, niente. Robe riguardo alle Mew Mew, a degli strampalati Alieni con le orecchie a punta, su una guerra vinta un anno fa, un certo Profondo Blu, le tue amichette, il tizio del Caffè che mi pare per il quale tu ti sia presa una bella cotta e qualche appunto riguardo a una torta... >> la guardava trattenendo un risolino.
<< E tu questo lo chiami niente?! E' praticamente tutto quello che ho scritto! E comunque Ryan non mi piace più da un bel pezzo! >> si buttò esasperata sul letto.
<< Più che un diario segreto è un diario delle scemenze! Infatti non credo ad una sola parola di quello che hai scritto. Tu una Mew Mew, poi! Ma figurati! Tu bevi prima di scrivere! >>
<< Taci che è meglio >> poi lo riguardò dall'alto al basso << Io non ho scritto niente di nessuna torta, però. >>
<< Be', da questo lato credo che tu debba migliorare il tuo inglese, dato che “torta” si scrive “P-I-E” e non “P-A-I”. >> aggiunse il piccolo diavoletto che Lory si trovava per fratello, ridendo di gusto.
<< E chi ti ha detto che stessi parlando di torte!? Pai si scrive così ed è...! >> si bloccò sulla frase che aveva appena pronunciato. Era meglio non andare troppo nei particolari con suo fratello, avrebbe potuto spifferare tutto ai suoi e magari anche a scuola! Ma si era fermata anche perché non trovava le parole per continuare, ed era una cosa che le capitava molto di rado.
<< Lory! Uri! E' ora di cena, vi volete sbrigare!? >> la madre dei due ragazzi li chiamava dal piano inferiore, dalla cucina.
<< Sì, arriviamo! >> disse la ragazza rivolta alla madre. Poi si voltò verso suo fratello << E guai a te se spicchi parola riguardo a tutto questo >> indicò il diario.
<< D'accordo... >> il fratellino corse giù per le scale per andare a mangiare. Lory nascose il diario in un altro posto, sotto l'armadio, dove c'era un piccolo spazietto grande giusto per farvelo passare. Si alzò e guardò verso la finestra: l'ombra era scomparsa.

“Chissà dove sei adesso...”pensò. Arrossì lievemente. Ora la malinconia si era fatta più forte, ma questa volta era ricca di un sapore nuovo, dolce, che sarebbe alloggiato permanente nel suo cuore, almeno finché non sarebbe arrivato quel giorno, quel bellissimo giorno che sapeva sarebbe giunto. Il giorno del loro ritorno, del suo ritorno sulla Terra. Adesso sapeva cosa le mancava da un anno, e lei era stata così chiusa da non rendersene conto, talmente immersa nei suoi pensieri da dimenticarselo, o almeno apparentemente: non se n'era andato neanche un giorno dal suo cuore e poteva ancora ricordarsi alla perfezione i lineamenti del volto sempre serio e sicuro, che aveva visto sciogliersi in un sorriso solamente una volta e un attimo dopo era a terra, privo di vita. Era freddo come il ghiaccio. Ma era lui che le mancava da impazzire: Pai. Il suo Pai.

La cena era sulla tavola, pronta per essere mangiata.
<< Come mai non rispondevi, Lory? >> le chiese la madre con una punta di curiosità.
<< Ero assorta tra i miei pensieri. Scusa, mamma. >> cercò di rimanere piuttosto vaga la giovane.
<< Eh sì. Stava pensando ad un certo R... >> fratello spione! Lory gli tappò la bocca con una bella manciata di patatine prima che potesse dire una stupidaggine enorme.
<< Pensavo a Rimini, la città italiana dove è andata Pam a girare un film. Dev'essere davvero bella! >> Lory sparò la prima cavolata che le era passata per la testa, con un'espressione angelica. << Ora mettiamoci a mangiare, se no si fredda tutto. >> continuò sedendosi a tavola seguita da mamma e fratello.
Iniziarono a mangiare tranquillamente.
<< Non c'è papà, oggi? >> chiese Uri.
<< No, oggi rimarrà a lavorare fino a tardi. A proposito, Lory, adesso che tuo padre non c'è possiamo parlarne. >> la madre la fissò.
<< Parlare di cosa? >> a Lory venne un colpo, ma cercò di rimanere tranquilla.
<< Be', hai diciassette anni ormai. Non hai ancora pensato di trovarti un ragazzo? >>
<< Oh, mamma! Dobbiamo proprio parlarne davanti a Uri! Comunque no, non ci penso ancora ai ragazzi, anche se... >> anche adesso era rimasta priva di parole, due volte in meno di un'ora.
<< A Lory piace un certo R... >> la sorella gli infilzò in bocca un pezzo di carne per farlo tacere di nuovo. Be', dal canto suo almeno era un modo saporito per farlo stare zitto.
<< Non mi piace Ryan. D'accordo, in passato avevo preso una piccola cotta che ora mi è completamente passata, ma per ora non ho più intenzione di pensare ai ragazzi e tanto meno di parlarne! >> si alzò e corse di sopra, rossa in volto per la vergogna.
Era molto strano da parte sua, non era mai fuggita a certi discorsi con sua madre, cui non riuscì a comprendere la sua reazione. Anzi, in realtà non ne era mai entrata in argomento. Ma perché era scappata in camera sua? Si distese sul letto, esausta. Troppi “perché” quel giorno, ma anche troppi dubbi e sentimenti. Si stava per addormentare, era molto stanca. Un'ultima immagine le passò davanti agli occhi: il volto serio e determinato, i suoi profondi e penetranti occhi viola con la loro caratteristica pupilla acuminata che tagliava in due quelle iridi stupende, i capelli scuri e violacei scompigliati e raccolti lateralmente davanti all'orecchio sinistro in quella specie di codino lungo e aggrovigliato, le sue caratteristiche orecchie a punta che sporgevano lunghe verso l'esterno. Pai. “Peccato che tu ora non sia qui...” pensò la ragazza prima di cadere in un sonno pesante, le gote rosate al pensiero dell'Alieno.
 
Quella notte sognò tutte le battaglie passate, i litigi, le frasi che gli ripeteva cercando di convincerlo che la guerra era un'assurdità portatrice soltanto di dolore e le risposte deludenti che riceveva, che non erano mai quelle che un giorno sperava tanto che arrivassero. Poi fu bianco, tutto bianco. Scomparvero tutte le immagini che continuavano a ripetersi. C'era solo lei in mezzo ad una coltre bianca, candida e luminosa. Mentre cominciava a sentirsi perduta dentro sé stessa, una candida voce femminile si fece largo in quel bianco infinito e la chiamava.
<< Lory, Lory! >>
<< Chi sei? Che cosa vuoi? >> domandò lei spaventata con voce tremante.
<< Loro stanno tornando, anzi, sono già tornati. Tutti e tre >>
<< Loro chi? >> chiese la ragazza incuriosita ma allo stesso tempo confusa.
<< Oh, Lory. Tu sai bene chi sono. Ma non sono qui per combattere contro di voi, stavolta. Ora loro sono tornati per combattere assieme a voi. >>
<< Che vuoi dire con questo? >>
<< La Terra è in grave pericolo Lory! Voi otto dovrete salvarla dal Male che tornerà ad incombere sui vostri futuri. Ma loro vi aiuteranno. Vi aiuteranno. Dovete prepararvi: il nemico è molto potente, vuole tenere la Terra tutta per sé. Voi dovete impedirlo!
<< Oh, no! Ancora guerre! >>
<< Per ora non posso rivelarti di più perché non ho ancora idea di ciò che accadrà, dovrai sceglierlo da te, Lory! Mi raccomando, fai la scelta giusta! >>
<< Aspetta! Chi sei tu? >>
<< Lo spirito che è dentro di te, Lory, lo spirito che ti ha aiutato da quando sei diventata una Mew Mew. Sono lo spirito della tua Neofocena, Lory. >>
<< D-Davvero? Lo spirito della mia Neofocena? Ma come...? >> domandò la giovane mentre la nuvola di capelli smeraldini si agitava al lieve vento creatosi in quell'atmosfera luminosa.
<< Shh... Ora devi andare ad avvisare le altre Mew Mew. >>
<< Ma non le avrà già avvisate lo spirito dei loro animali codice rosso? >>
<< No. Solo la Neofocena ha capacità veggenti. Adesso devo andare, devo rafforzare nuovamente il tuo corpo con la mia energia. Avrei voluto raccontarti di più, ma non ne ho il tempo né so più di quanto non t'abbia già rivelato. Addio Lory, sappi che ci sarò quando mi chiamerai... >>
 
Lory si svegliò di soprassalto. Vide tutto offuscato e la camera era buia. Capì di non avere indosso gli occhiali e li cercò a tastoni sul comodino di fianco finché non li trovò e li appoggiò sul naso. Lentamente la vista mise a fuoco l'ambiente grazie alle spesse lenti. Sua madre, o suo padre, dovevano averla messa sotto le coperte, perché si ricordava bene di non essersi coricata prima di addormentarsi. Le risuonarono in mente le parole della Neofocena. Era solo un sogno, nient'altro che un sogno. Poteva anche essere stata semplicemente la sua immaginazione, senza alcuna premonizione. Spostò lo sguardo verso la finestra, fino ad allora fisso sulle lenzuola che la ricoprivano, e fu a quel punto che Lory scorse un'ombra nera, più scura della notte, sfrecciare veloce davanti alla finestra della stanza. Ma non era un uccello. Di questo ne era più che sicura. Subito dopo l'ombra tornò, ma ora si fermò sul davanzale; probabilmente la stava guardando. Era buio e Lory non riuscì a scorgerne perfettamente i contorni, ma arrivò a distinguere due lunghe sporgenze appuntite ai lati del capo e due specie di nastri sottili che ondeggiavano mossi dal vento.
La ragazza si alzò, ma sbadata com'era si inciampò nelle pantofole e quando rialzò lo sguardo l'ombra era scomparsa. Andò comunque alla finestra, aprendola, e si sporse all'esterno, scrutando l'orizzonte per assicurarsi che l'ombra non fosse andata su qualche tetto vicino, ma nulla. Eppure fu felice di accorgersi di un particolare: era la prima notte dall'inizio del mese che non pioveva. Poteva essere un buon segno. Chiuse i vetri e tornò a letto, chiudendo gli occhi e pensando, sperando, che l'ombra fosse chi lei credeva. In pochi istanti si riaddormentò, stavolta con sogni tranquilli.
 
Sopra il tetto di casa Midorikawa c'era l'ombra, affacciata verso il basso e comodamente seduta sul camino. << Lory... Mi dispiace... >> farfugliò a tono quasi impercettibile, cosa che avrebbe reso quelle parole incomprensibili se qualcuno fosse stato lì per udirle. Tornò alla finestra per un'ultima volta e la vide dormire serena. Appoggiò una mano al vetro freddo mentre veniva illuminata dai raggi candidi della luna che si stava facendo largo tra le nubi che la ricoprivano. Quando il piccolo satellite naturale di un colore candido e grigiastro vinse la battaglia, rischiarò l'intera figura alta e snella, le orecchie lunghe e a punta che sporgevano, la codina laterale che ondeggiava mossa dalla brezza e i capelli violacei scompigliati. I profondi occhi viola osservavano la ragazza dormiente, i capelli smeraldini che le ricadevano sul viso e sul cuscino, mentre le lunghe treccine si abbandonavano sotto l'esile corpicino della ragazza, facendo capolino con le loro estremità ornate dai piccoli fiocchetti celesti. Abbassò lo sguardo. << Mi dispiace tanto... >> Scomparve nel nulla così com'era venuto a farle visita.



Eccomi qui con il primo capitolo della mia prima FanFiction. Mi auguro che vi sia piaciuto, ragazzi^^ Se potete, e se volete, recensite, per favore. Non importa se positivamente, neutralmente o negativamente. Mi basterebbe sapere solo un vostro parere.
Grazie per la lettura, ragazzi^^

  
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