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Autore: Yuls    10/03/2012    2 recensioni
Hermione fissò meravigliata l’anello d’argento e notò un piccolo serpentello inciso sulla pietra.
Glielo restituì, sorridendo lievemente, mentre il cuore le batteva all’impazzata. Gli occhi grigi la fissavano, enigmatici. La Grifondoro non riuscì a cogliere quali pensieri o emozioni gli passassero per la mente.
Improvvisamente vi notò un cambiamento, un guizzo di qualcosa che non si sarebbe mai aspettata di vedere.
Percepì che il ragazzo si stava avvicinando a lei, molto lentamente. Chiuse gli occhi, in un gesto istintivo. Sentì il suo respiro sempre più vicino.
Attese, lievemente a disagio, ciò che stava per succedere. Attese, il cuore a mille. Attese secondi, minuti.
Ma non successe nulla. Quando aprì gli occhi, si trovò sola.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Era un martedì uggioso, quel primo settembre.
Ma ciò non toglieva l’entusiasmo degli studenti che stavano per tornare a Hogwarts dopo le vacanze estive.
Beh, quello stato d’animo non apparteneva proprio a tutti.
Mancava poco alle 11 e gli scompartimenti erano già quasi tutti pieni.
“Harry! Ron!” li chiamò Hermione Granger, sbuffando, dirigendosi velocemente verso il treno.
“Volete darvi una mossa? O preferite rimanere in piedi per tutto il viaggio?” commentò subito dopo.
Dalla folla composta prevalentemente da genitori, i cui figli erano già saliti sul treno, sbucarono due ragazzi del sesto anno. Uno con i capelli neri, spettinati, con un'inconfondibile cicatrice e con dei bellissimi occhi verdi, l’altro con i capelli rossi, un sacco di lentiggini spruzzate in faccia e un paio di occhi splendidamente azzurri. Il primo, Harry Potter, tenuto d’occhio da alcuni membri dell’Ordine della Fenice, e l’altro, il suo migliore amico di sempre, Ronald Weasley.
Dopo una manciata di minuti riuscirono a salire sul treno. Harry iniziava già a dirigersi verso destra, quando vide i suoi due migliori amici andare verso sinistra.
“Ma…lì non ci saranno più scompartimenti liberi…” iniziò a dire il ragazzo.
“Harry…noi due siamo dei Prefetti, ricordi? Arriveremo più tardi, non ti preoccupare.” Gli ricordò Hermione.
“Oh, è vero” mormorò, e trascinando il suo baule si diresse verso l’unico scompartimento non abbastanza pieno.
“Harry!” lo salutarono in coro Ginny Weasley, la sorella di Ron, Luna Lovegood, una Corvonero conosciuta l’anno precedente, e Neville Paciock, un suo compagno di Casa.
“Ehilà!” disse lui, sorridente. Non sarebbe stato così male – pensò – c’erano comunque loro.
Infilò il baule sotto la panca e si lasciò cadere sopra di essa. Il treno si era già messo in moto. Sfrecciava veloce nelle campagne inglesi, lasciandosi alle spalle la Londra babbana.
“Guarda un po’…il quartetto degli sfigati!” esclamò Draco Malfoy con un ghigno, guardandoli attraverso il vetro della porta. Poi ghignò ancora e andò via.

***

Hermione si sedette tra Ron e il finestrino, nello spazioso scompartimento dedicato ai Prefetti.
In quel momento la porta si aprì di nuovo ed entrò un altro ragazzo. Draco Malfoy.
La Grifondoro strabuzzò gli occhi. Lui? Ancora Prefetto, dopo ciò che era successo l’anno precedente?
Lui ignorò i presenti e andò a sedersi anche lui accanto al finestrino, davanti ad un’irritata Hermione.
Malfoy posò lo sguardo sulla ragazza.
“Che c’è, Mezzosangue? Hai inghiottito una manciata di Piperille, per caso?” sghignazzò lui, mentre Blaise Zabini soffocava a stento una risata.
“Mangiato Pallini Acidi, ultimamente, Malfoy?” esclamò Ron, furente, difendendo l’amica. Lei gli sorrise, riconoscente, ma ciò non impedì al Serpeverde di continuare.
“Taci, Weasley. Mi meraviglio, piuttosto, che tu sia ancora qui. Silente, d’accordo, uno sbaglio può farlo” ribatté pronunciando il nome del preside con evidente disgusto “ma…nominarti Prefetto per il secondo anno di fila, beh, sembra anche a me una scelta alquanto azzardata.” proseguì.
Ron si fece paonazzo e non osò ribattere. Malfoy ghignò e tornò a guardare fuori.
Gli occhi di Hermione caddero sul giornale poggiato sul tavolino che la separava dall'insopportabile Serpeverde.
Fece per prenderlo, ma il ragazzo, che l’aveva fissata con la coda dell’occhio da quando la loro simpatica conversazione era finita, l’anticipò.
Si sfiorarono, per un momento, mentre erano scattati in avanti per prendere la Gazzetta del Profeta.
“Lurida Mezzosangue! Hai osato insudiciarmi la mano…” sbottò furente, pulendosi la mano sui pantaloni, disgustato.
Hermione alzò un sopracciglio, scettica. Prese comunque il giornale e iniziò a leggere, spiegandolo davanti a sé, erigendo una barriera che separasse lei dal maleducato Serpeverde.

***

Mezz’ora dopo, i due Prefetti di Grifondoro entrarono lividi nello scompartimento dove c’erano i loro amici.
Ginny sghignazzò vedendo le loro facce.
“Piantala Ginevra. Vorrei che te lo sorbissi tu, quel Malfoy” le intimò il fratello. Lei tacque, scoccandogli un’occhiata irritata, appena udì come l’aveva chiamata.
“Ronald, ti avverto…”
Ma lui sbuffò, annoiato.
In quel momento la testa di Luna spuntò fuori da dietro la rivista che stava leggendo.
“Oh, Hermione…” sussurrò guardandola con i suoi occhi azzurri, stralunati.
“Ciao, Lunatic…ehm, Luna.”
Ron guardò la Corvonero e sbuffò una seconda volta. Aveva sopportato Malfoy… e ora doveva sorbirsi anche la Lovegood?
“Ohhhhh, Gorgosprizzi!” esclamò lei guardando sopra la testa rossiccia del Grifondoro. Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, infastidito da quello sguardo. Non c’era niente, assolutamente niente – pensò mentre la guardava confrontare i Gorgocosi, o come li aveva chiamati, sopra la sua testa e quelli che probabilmente erano raffigurati nella bizzarra rivista che stava leggendo. E la stava leggendo al contrario.
In quel momento la porta dello scompartimento si aprì violentemente. Guardarono sorpresi una ragazza del terzo anno che si massaggiava il fianco e cercava di riprendere fiato.
“D…devo co-consegnare questi a Harry Potter e N-neville Paciock..” sussurrò lei consegnando due foglietti.
“Che sono?” chiese Hermione incuriosita appena la ragazza se ne fu andata.
“Degli inviti. Da parte di Lumacorno” rispose Harry tetro.
“Il nuovo professore?” chiese Ron, un po’ offeso perché non c’era un bigliettino anche per lui.
“Sì” rispose il Grifondoro ricordando quando era andato con Silente a fargli visita.
Harry e Neville si alzarono, di malavoglia.
“Vengo con voi” disse prontamente Ron, lanciando uno sguardo preoccupato a Luna che borbottava qualcosa di incomprensibile, la testa di nuovo nascosta dietro alla rivista che continuava a tenere al contrario.
Dopo che i tre ragazzi se ne furono andati, la Corvonero chiuse di scatto la rivista e la poggiò sul tavolino. Si alzò e disse qualcosa sui Gorgosprizzi, perché era sicura che li avrebbe trovati.
Rimaste sole, le due Grifondoro sospirarono. Poi Ginny tirò fuori carta e penna e iniziò a scarabocchiare dei nomi, tra i quali lasciava un po’ di spazio.
“Cosa stai facendo?” chiese Hermione, sicura che non fossero affatto nomi di folletti in cerca di rivolte, o di maghi del passato, quelli.
“Una lista…” disse lei, rimanendo sul vago, ma sghignazzando come una matta.
“Del tipo…?”
“Beh, se Harry non si decide nemmeno quest’anno… devo comunque avere dei ragazzi di scorta…” spiegò lei con un sorriso birichino sulle labbra rosee.
“Vedo che non perdi tempo” esclamò Hermione ridacchiando.
“Già, a differenza tua” ribatté l’altra, un po’ seria, un po’ ironica, ma comunque alla Weasley: diretta.
“Non so proprio che fare con Ron…” sospirò la mora pensando al fratello della sua migliore amica.
“Fossi in te lo lascerei perdere, almeno per il momento. Non riesco a capire se provi dei sentimenti per te.”
“Ginny, io…”
“Hermione, gli vai dietro da quando ho messo piede a Hogwarts.”
“Non è vero…”
“Bisticciavate un giorno si e l’altro pure. Sembravate una coppietta di fidanzatini alle prime armi.”
La Prefetta arrossì e si guardò i piedi.
“Invece di star lì a piangerti addosso, vieni qui e dammi una mano. Appena finisco la lista dobbiamo elencare i pregi e i difetti di ognuno di loro…”
“Ti dai da fare più con queste cose, che con i compiti di scuola” disse Hermione ridendo. L’amica la imitò.
Cinque minuti dopo, si trovarono a fare esattamente ciò che aveva detto la ragazza dai capelli rossi.
“Draco Malfoy…” disse Ginny, iniziando a elencare, stavolta, dai difetti.
“Ce ne sono anche troppi” commentò Hermione sarcastica.
“Su, Mione… guarda il lato positivo!”
“Non mi sembra di scorgerlo..”
“I suoi capelli biondi…i suoi occhi grigi che catturano il tuo sguardo…”
“La sua voce tagliente quando ti insulta” sbottò la Prefetta cercando di riportare con i piedi per terra l’amica che stava fantasticando.
“Smettila di essere odiosa. Vuoi davvero dirmi che non lo trovi bello?”
Beh. Bello lo era, eccome. Ma di certo non bastavano i suoi occhi grigi a farla sciogliere.
“Hermione…cosa fai, ora ti metti anche tu a fantasticare sul Principe dei Serpeverde?” esclamò Ginny ridacchiando del soprannome con il quale Malfoy amava chiamarsi.
In quell’istante, il Principe dei Serpeverde in carne ed ossa passò davanti al loro scompartimento, senza degnarle di uno sguardo, ma con un ghigno…soddisfatto? sulle labbra.
Che avesse sentito?
Le guance di Hermione si imporporarono.
“Ops” sussurrò Ginny divertita.

***

“Harry, svegliati, miseriaccia!” esclamò Ron vestendosi velocemente.
“Zitto Ron…abbiamo Difesa Contro le Arti Oscure..”
“Sì, lo so. Ricordi che ha detto ieri Silente? Che è Piton il nuovo professore! Eri così scosso! Non riesco a credere che tu non te lo sia ricordato…”
“Ma che vuoi…lasciami dorm…ODDIO PITON!” borbottò Harry alzandosi di scatto. Mancava meno di mezz’ora all’inizio della lezione.
“Abbiamo saltato colazione…” si lamentò l’amico massaggiandosi lo stomaco brontolante.
Dopo una decina di minuti scesero in Sala Comune, dove una spazientita Hermione li aspettava, vestita di tutto punto e con la borsa già carica di libri.
“Finalmente! Perché avete saltato la colazione?”
Ron bofonchiò qualcosa di incomprensibile, simile ad un “non ci siamo svegliati”.
Mentre si dirigevano verso l’aula di Difesa Contro le Arti Oscure, incrociarono a metà strada i Serpeverde.
“Potterino! Lenticchia! Che avete mangiato? Rospi?” azzardò Zabini con un ghigno.
Malfoy non rise. E nemmeno i tre Grifondoro si mostrarono infastiditi per la battuta scadente.
Arrivarono nell’aula, quasi piena. Piton non c’era ancora.
“Quel bastardo è riuscito ad ottenere la cattedra…” bofonchiò Ron dispiaciuto.
Ma in quell’istante entrò il professore, scoccandogli un’occhiataccia. Le orecchie del Grifondoro raggiunsero la tonalità dei capelli.
“Tirate fuori i libri e andate a pagina 428” ordinò.
“Le Banshee, signore?”
“Sì, Finnigan” rispose lui acido. “Qualcuno sa dirmi qualcosa in proposito?”
Hermione alzò prontamente la mano.
“Nessuno?” domandò di nuovo Piton ignorando la Grifondoro che si sbracciava.
“Peccato…”
“Le Banshee sono delle creature leggendarie dei miti irlandesi. Fanno parte del piccolo popolo e sono spiriti classificati tra quelli maligni…”
“Signorina Granger, non mi pare di averla interpellata. Cinque punti in meno a Grifondoro per la sua mania di dimostrare di essere una sgradevole ed eccentrica so-tutto-io.”
Hermione arrossì violentemente, mentre Malfoy scoppiava a ridere rumorosamente.
Ma il professore non disse niente al suo pupillo.
“Che c’è, Granger, ora non parli più?” le chiese il biondo Serpeverde appena le due ore furono finite.
Lei lo fulminò e si diresse imperterrita verso le serre, seguita da Harry e Ron, affamati.
  
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