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Autore: Equilibrista    11/03/2012    3 recensioni
Annabel, è una ragazza madre diciasettenne, abbadonata dal suo ragazzo, non appena rivelatogli la notizia della sua maternità.
Jasper, il suo migliore amico, fin dall'infanzia.Le resterà accanto sempre, aiutandola con il bebè e facendogli oltremodo, anche da padre.
Questo bambino, farà nascere in loro un qualcosa che all'inizio è inspiegabile, ma che alla fine si scopre Amore...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3.Amor che nulla hai dato al mondo.

 


-Brutto...- disse Annabel a denti stretti, accartocciando il biglietto, rossa in volto. Ormai le lacrime erano di parte, aveva capito che non serviva sprecarle così inutilmente. Lui non meritava lacrime, meritava odio!
-Annabel, che cosa...non mi dire che...è lui?- disse Jasper con i pugni serrati lungo i fianchi.
-Si, penso proprio di si, chi è quello stronzo che mi dice di amarmi? Lui, chi altrimenti?- disse Annabel con la rabbia al limite.
-Che figlio di...-
-Basta, ora lo sistemo io...- disse Annabel partendo di corsa verso la porta di casa.
-Ma che sta succedendo?- chiese Caroline di ritorno dalla cucina.
-Stai qui con la bambina, ho una commissiona da fare- disse Annabel.
Jasper, voleva replicare, ma non lo fece. Pensò che forse, ora che aveva trovato il coraggio di dirgli le cose così come stavano in faccia ad Alex, forse era meglio lasciarla fare. Erano suoi problemi, ed anche se lui era il suo migliore amico, doveva lasciare che lei li risolvesse.
 
Annabel correva imperterrita verso quel posto che conosceva molto bene. Dove aveva passato molto tempo, dolci momenti, momenti di passione.
La strada se la ricordava ancora molto bene, voleva porre fine a questa storia, prendere con tutte le sue forze un grande masso e lasciarlo cadere li, dove i ricordi riaffioravano e dove la rabbia faceva da padrona.
Arrivò fuori a quella casa bianca, con le finestre con le serrande blu e quella porta bianca che ora stava per solcare.
Avvicinò il dito al campanello e subito una voce femminile rispose al di la del citofono.
-Chi è?- chiese.
-Buongiorno signora, sono Annabel, Alex è in casa?- disse Annabel mostrandosi cordiale con colei che doveva essere la madre dell'origine di tutti i suoi problemi.
-Annabel, da quanto tempo...si, Alex è in casa, prego entra...-
-No, guardi, preferirei che venisse fuori, è possibile?- disse Annabel.
-Si certo glielo dico subito. Ciao cara.- disse la madre.
La madre di Alex, Angelina, era stata molto cordiale con lei, fin dai primi tempi. Anche quando Alex, aveva abbandonato Annabel con la bambina, lei l'aveva continuata a chiamare per scusarsi con lei del comportamento di suo figlio.
L'ultima volta che l'aveva vista e sentita, era stato sette mesi fa, dopodiché, sparita anche lei con il figlio.
Una figura alta, snella, con quegli occhi azzurro cielo e quei capelli  color paglia, si presentò dinnanzi a lei.
-Annabel, che sorpresa, hai ricevuto i fiori?- disse Alex, sorridente, mentre si avvicinava ad Anna per abbracciarla.
-stammi lontano.- sibilò Annabel a denti stretti mentre gli posava sul suo petto una mano per allontanarlo da lei. La situazione si era capovolta, ora era lei che lo allontanava.
-Hei, che c'è?- chiese Alex come se nulla fosse successo in quei mesi.
-Che c'e? tu mi vieni a dire che c'è? Non ti ho più visto per nove mesi, mi hai abbandonato con la responsabilità di una figlia, ed ora vieni a dichiararmi amore per tutta la vita?- disse Annabel furente.
-Lo so, hai ragione, ma ho riconosciuto i miei sbagli, ed ora sono qua per rimediare a tutto, perchè ho visto Diana, è bellissima e vorrei essere un buon padre per lei... ti prego perdonami, potremmo essere una famiglia...- disse Alex, in tono supplichevole.
-Diana, sta e starà bene così. Non ha bisogno di un padre come te. Se tu fossi stato diverso, se tu non mi avessi abbandonato, anzi non ci avessi abbandonato, ora le cose sarebbero diverse. Te ne sei reso conto troppo tardi Alex. Mettiamoci una pietra sopra. Tu non mi cerchi ed io non ti cerco, semplice no?- disse Annabel.
-Io sono il padre di Diana ed ho tutto il diritto di vederla.- disse Alex furioso.
-Tu non sei suo padre, tu l'hai abbandonata. Non sei degno di essere chiamato papà.- disse Annabel.
Alex, fece un passo in avanti e baciò Anna, così, di soprassalto.
Annabel, si stacco immediatamente da lui e con uno schiaffo, gli voltò la faccia dall'altra parte.
-Verme schifoso codardo. Tu non sei suo padre, non sei il mio ragazzo e mai lo sarai. Tu, per noi, non sei nessuno! Alex, assumiti le tue responsabilità. Non farti più vedere, ne tantomeno sentire. Addio e quando dico addio, è per sempre.- disse Annabel con fermezza e con le lacrime che gli pungevano gli occhi pronte per uscire.
Girò i tacchi e corse più veloce che poté verso casa sua, dalla sua bambina e dalla persona più importante della sua vita, Jasper.
 
-Oh mio dio, Anna, che ti ha detto, che ti ha fatto?- chiese Jasper preoccupato.
Annabel si lanciò tra le sue braccia.
-è uno stronzo! Mi dice di amarmi, mi ha baciato, dopo tutto quello che mi ha fatto...- disse Annabel.
-Tranquilla, tranquilla.- le disse Jasper carezzandole il capo.
Annabel alzò lo sguardo asciugandosi le lacrime. Jasper la guardò e poi le disse- Ora da quello vado io.-
Annabel, stava per ribattere, troppo tardi, Jasper era già fuori l'uscio di casa.
 
Suonava imperterrito a quello stra maledetto campanello di casa. A rispondere non fu la madre, che per fortuna non era in casa, ma fu Alex, con il suo solito tono sgarbato -Arrivo, cazzo un minuto, porca troia.-
 -Ma che cazzo...- la frase rimase a metà perchè fu completata dal pugno che Jasper aveva trattenuto fino a quel giorno per Alex. -Così impari a fare il coglione...- disse Jasper ad Alex che si stava rialzando con la mano davanti al labbro sanguinante.
Jasper, si girò e se ne andò, mentre dalla sua bocca usciva un debole "bastardo".
 
Annabel, si era lasciata andare a peso morto sul divano, ormai in lacrime.
-Tesoro!- disse Caroline entrando in salotto con Diana. -Ma che è successo?- chiese Caroline guardando la figlia con compassione.
Annabel, riuscì a calmarsi e a raccontare tutto alla madre. Diana intanto si era messa a strillare, aveva bisogno della mamma.
Anna, la prese tra le sue braccia e incominciò a cullarla dandole, di tanto in tanto, qualche bacino sulla fronte delicata della piccolina.
Nemmeno due ore  che era tornata a casa, che i problemi iniziavano.
Si sentì una porta sbattere. Jasper.
Annabel, diede la bambina alla madre e si precipitò da lui. -Jasp, cosa è successo?- chiese turbata.
-Niente, non preoccuparti, gli ho dato una bella lezione a quello stronzo.- le disse.
-Cosa gli hai fatto?- chiese Annabel.
-Non adesso, Anna, dopo ti dico tutto.- le disse avvicinandosi a lei per abbracciarla. -Jasp, io non voglio che tu ti metta nei guai per me.- gli disse Annabel, alzando il viso dal petto di Jasp.
-Tranquilla, niente guai, e poi se non ci fosti tu, la mia vita sarebbe monotona, un po' di movimento ci vuole nella vita...- disse Jasper sorridendole.
Annabel sorrise di rimando, staccandosi da lui e guardandolo nelle sue iridi blu dicendogli- Jasp, solo una cosa, sta attento, tu non sai di cosa è capace Alex.- gli disse.
-Tranquilla, è solo un moccioso. Ora, non pensarci più, ok?- le disse carezzandole un braccio come di conforto.
-mmmm... ma dimmi cosa gli hai fatto?- disse Annabel annuendo.
-Gli ho solo tirato un pugno in pieno viso.- disse Jasper ghignando.
Annabel scosse la testa -Sei il solito.- disse con un leggero sorriso.
 
La giornata passò tranquillamente in compagnia di Diana e Jasper. Risero e scherzarono, per le facce strane che la piccolina faceva e per le battute idiote che Jasper inventava. Poi, calò la sera, Jasper se ne andò e Annabel si preparò psicologicamente ad una nottata in bianco.
E così fu. Tra pianti, e poppate Annabel riuscì a dormire si e no 4 ore...
Si alzò la mattina che sembrava uno zombi, due profonde occhiaie e capelli arruffati. Approfittò di sua mamma per farle fare da baby sitter alla piccolina che dormiva, mentre lei si metteva sotto il caldo getto della doccia.
Si asciugò, si vestì e la giornata ebbe inizio. Purtroppo, sentì la mancanza di Jasp. In estate lavorava come cameriere in un ristorante della città, un lavoro part-time, tanto per racimolare un po' di soldi per il college.
Lavorava tutta la mattinata, in certe occasioni, lavorava pure di sera, tutto dipendeva da quanta gente arrivava a cenare.
E se di pomeriggio non era troppo stanco, aiutava sua madre e suo padre al negozio di alimentari che avevano proprio sotto casa.
 
 Era una bella giornata calda d'estate ed il vento soffiava mitigando il clima. Sotto i continui sproni della madre, Annabel, uscì, finalmente senza la piccolina, per "respirare" una nuova aria diversa da quella delle quattro mura di casa.
Il leggero vento soffiava tra i suoi capelli corvini che svolazzavano di qua e di la. Anna, inspirò profondamente sentendosi come... più leggera... Ormai il suo naso si era abituato al solito odore di chiuso che c'era in casa sua. Riempirsi i polmoni di quell'aria nuova le fece provare una sensazione di benessere. sarà l'estate, il sole e il vento, Annabel, si sentì come rinata, per un momento si dimenticò di avere una bambina, di essere madre, su quanti pasti faceva Diana, sulle ore che passavo tra un pasto e l'altro. In quel momento si sentiva come nove mesi fa, una normale ragazza, che usciva a fare una passeggiata in un pomeriggio d'estate. Esonerata dai compiti e dai libri.
Decise di passare al negozio di alimentari per fare un saluto a Jasper, gli mancava...aveva passato una settimana intera con lui ed era normalissimo un po' di nostalgia...
 
Spinse la porta del negozio sotto il trillo che essa faceva ogni qual  volta che qualcuno la apriva.
-Ciao, Annabel.- l'accolse così, la madre di Jasper dietro la cassa.
Era un negozio, anzi più una bottega, modesto. Piccolo, ma ben fornito. Comodo per le signore anziane che abitavano li vicino, evitava loro chilometri di strada da percorrere a piedi con le borse cariche di alimenti.
-Ciao Morgana! Jasper è qui?- chiese sorridendole.
-No cara, è a casa a dormire...prova ad andarlo a trovare, entra pure senza suonare, la porta è aperta.- disse- Tu come stai? E la piccolina? Sai ti volevo venire a trovare, ma un po' per il lavoro un po' per evitarti il disturbo, non sono venuta...comunque mi ha raccontato tutto Jasper.- le disse sorridendole.
-Niente, disturbo...davvero...quando vuoi passa. Comunque, tutto bene, l'unica cosa che risento è il sonno...dormo si e no 4 ore...- disse Annabel. -Ti capisco...ma vedrai che più  vai vanti più le ore aumenteranno... Va bene, non ti intrattengo di più...Ci vediamo uno di questi giorni, magari...-
-Certamente! Grazie Morgana...Ciao!- le disse Annabel uscendo dal negozio. -A presto Annabel...- rispose Morgana di rimando.
 
Annabel, così come le aveva detto Morgana, trovò la porta aperta. Entrò e si diresse in punta di piedi verso la camera di Jasp.
Spinse la porta della camera da letto ed entrò stando attenta a non fare alcun rumore.
Jasper dormiva beatamente, sembrava un angelo, quando dormiva.
Annabel si avvicinò al letto e si sedette sul bordo. Non potè fare a meno di immergere la mano nei capelli lisci e morbidi di Jasper, sorridendo nel buio della stanza.
Jasper mugugnò qualcosa di indecifrabile, Annabel, intanto, faceva scendere la sua mano fino al suo viso per carezzarlo e sussurargli un debole "shhh".
-Anna...- biascicò Jasp. -Shhh, dormi.- gli disse togliendo la mano dal suo viso per alzarsi.
Jasper, l'afferrò per il polso.-No...stai qua con me...- biascicò.
Annabel si girò verso di lui che era in uno stato di dormiveglia. Mancavano tre ore al pasto di Diana...così si accovacciò con la schiena verso Jasper nello spazio che egli aveva fatto per lei.
Jasper le cinse la vita con un braccio, mentre Annabel, chiudeva gli occhi per rilassarsi quell'attimo che le era stato concesso.
 
A svegliarli fu il tremolio del cellulare di Annabel.
-Pronto...- rispose assonnata Anna.
-Ciao, sono la mamma...ma cosa hai, hai una voce strana...- rispose Caroline -niente mamma, mi sono addormentata a casa di Jasper.- disse Annabel.
-Ho capito...ascolta, io sono a fare un giro con Diana...fra un'ora però deve mangiare, te ne ricordi, vero?- chiese la mamma -Si mamma, non preoccuparti tra un'ora sono li...-
-Va bene...a dopo.- e così sua mamma chiuse la chiamata.
-Che c'è?- chiese Jasper stropicciandosi gli occhi.
-Niente, mia mamma mi ha ricordato che tra un'ora devo essere a casa per dare da mangiare a Diana.- disse Annabel. Jasper si impuntò sul gomito verso Anna sorridendole.
-Ti sei riposata?- le chiese -Si...non sai quanto ne avevo bisogno...- rispose Annabel sorridendogli di rimando.
-Diana, come sta?- chiese Jasper -Bene, mangia dorme e piange e non fa dormire la mamma...- rispose Annabel sbuffando.
Jasper rise e le fece una carezza sul volto stanco di Anna. -Dai, Anna, sei una brava mamma...e sono sempre più convinto che ce la farai nell'impresa di crescerla...- disse ad Annabel.
-Si, proprio...impresa è il termine esatto...comunque, ce la metterò tutta affinché cresca bene...-  rispose.
-Ma si...sono sicuro che sarà una bella e brava ragazza, tanto che io dovrò farle da bodyguard dai tanti ragazzini allupati che le ronzeranno  intorno.-
-Tu, non incominciare...- gli disse Annabel puntandogli il dito contro.
-Ma scusa eh...bisognerà proteggerla questa bambina.- ribatté Jasper.
-Proteggerla è ben diverso dal pedinarla per far si che i ragazzi non le girino intorno.- disse Annabel.
-Sarà, comunque cambierai idea pure tu...anzi mi pregherai, addirittura mi pagherai per farle da stalker!- disse Jasper gesticolando.
-Contaci...- disse Annabel sdraiandosi sul letto.
Jasper sorrise e poi la prese tra le sue braccia, una mano tra i capelli che giocava con le sue ciocche corvine, l'altra che gli cingeva la pancia.
-Ti manca la vita di prima?- le chiese Jasper -è ovvio che mi manca! Però riesco comunque, vedi oggi, a ricavarmi degli spazi per me...- rispose Annabel.
-mmmm...sappi che se ti serve aiuto io ci sono, ok?- disse Jasp.
-Lo so Jasp. Grazie.- rispose Annabel guardandolo negli occhi per poi dargli un bacio sulla guancia.
-Penso che mi avvierò a casa.- disse Annabel mettendosi seduta sul letto.
-Va bene...Ti accompagno io...- disse Jasper alzandosi dal letto.
Così facendo, uscirono di casa insieme e si avviarono verso casa di Anna.
 
Arrivarono davanti al suo portone dopo quella passeggiata passata tra risate e chiacchierate con il sole che batteva forte su di loro.
Jasper entrò insieme ad Anna, voleva salutare la piccolina...
-Anna...- appena Annabel entrò sentì il richiamo di sua madre e gli strilli della piccolina.
Subito si precipitò nel salotto.
-Ehy, piccolina...scusami sono una cattiva mamma, ti ho lasciata troppo tempo da sola.- disse alla piccolina tra le sue braccia strofinandosi il naso contro il nasino accentuato della piccolina.
La bambina smise di piangere, mentre guardava la giovane mamma con quei piccoli occhietti di cui ancora non si distingueva il colore, e le guanciotte rosse e bagnate dalle lacrime.
Annabel, asciugò il viso di Diana mentre le lasciava un piccolo bacio sulla fronte delicata.
-Anna, questa bambina ha fame...è da dieci minuti che piange...- disse Caroline.
-Si, hai ragione, povera piccola.- disse Annabel con occhi di compassione verso la bambina.
Intanto Jasp, stava li, appoggiato contro la parete di casa a guardare quella scena di tenerezza tra mamma e figlia.
-Fanciulle, vi lascio ai vostri "svezzamenti"...magari passo domani, o passa tu con Diana a casa... va bene?- chiese Jasper ad Anna.
-Va bene... a domani...- rispose Annabel sorridendogli.
Detto questo Jasper prese e se ne andò. Intanto Annabel, si sedette sul divano e incominciò ad allattare la povera Diana affamata.
 
Durante tutto il giorno, però, ad Annabel una cosa, parve strana... Diana, mangiava ma dopo un'ora strillava ancora perchè aveva ancora fame, e non era una cosa normale...
Non sapeva a che pensare, con sua mamma guardò la situazione del peso degli ultimi giorni e notarono che era aumentata soltanto di 2 grammi.
La bambina non cresceva bene. Cosa poteva impedirle la crescita?
Annabel e Caroline, preoccupate, non tardarono a chiamare la guardia medica.
 
10 minuti dopo, suonarono al campanello. Caroline si precipitò alla porta per aprire alla guardia medica.
-Buona sera dottore, mi dispiace averla disturbata, ma c'è un problema con la bambina.- disse Caroline preoccupata.
-Non si preoccupi signora, è il mio lavoro...andiamo a vedere cosa ha la creatura.- rispose il dottore sorridendo seguendo Caroline.
Annabel e la madre, spiegarono cosa stava succedendo a Diana, il dottore la visitò e giunse ad una conclusione.
-Signorina, il suo latte non va bene per la bambina, non contiene le sostanze giuste per farla crescere. Le consiglio il latte in polvere, guardi ne ho qua una scatola, me la porto sempre con me quando vado a visitare bambini con questo genere di problema. Il più delle volte è proprio dato dal latte materno. Non si preoccupi, vedrà che adesso la sua bambina crescerà più forte e sana- disse, sorridendo il dottore mentre poggiava la sua mano sulla spalla di Annabel.
-Grazie dottore.- rispose Annabel - Non c'e di che, il latte lo può trovare in farmacia, tenga questa è la marca più buona.- le disse.
-Va bene, ci andrò al più presto.- disse Annabel.
Il dottore se ne andò, Diana si era addormentata e Caroline tirò un sospiro di sollievo.
-Mamma, mi dispiace non darle più il mio latte, mi dispiace...- disse Annabel con le parole spezzate dalle lacrime.
-Su, Anna, non piangere, anche io non ho avuto la fortuna di allattarti, però, vedi ora, sei bella e forte...se continuava a bere dal tuo latte, la bambina cresceva fragile e ammalata.- la consolò Caroline. Annabel annuì ancora contro il petto di sua madre che la stava consolando.
 
Stanca dalla giornata, Annabel andò a letto per riposarsi un po'.
Quando Diana si svegliò per la poppata, Annabel, diede per la prima volta il biberon alla piccolina, che, all'inizio, non sembrava entusiasta della nuova idea, ma poi finì il latte in poco tempo.
Annabel, notò subito la differenza, ora, Diana non piangeva più, anzi si addormentò a pancia piena e soddisfatta.
E anche questo problema era risolto.
Chissà quanti problemi doveva ancora affrontare, ce l'avrebbe fatta? Annabel si addormentò con questo punto interrogativo nella testa, in cerca di una riposta che non tardò ad arrivare: si, ce la farò.



NOTE.
Ciao a tutte! ben tornate...anxi dovrei dire Ben tornata a me! lo so ci ho messo tanto, troppo tempo, ma davvero, al computer non sto tanto tempo, la scuola tiene impegnate e non posso vivere una vita attaccata allo schermo.
quindi perdono, perdono, perdono!
in questo capitolo i due protagonisti si stanno avvicinando sempre più, tra momenti di supporto e dolcezza...e poi ecco a voi il tanto aspettato cazzoto di Jasper ad Alex.
Ed ora ci si chiede...cosa farà Alex??
lo scoprirete solo leggendo...e...commentando, perchè per me è bello sapere la vostra opinione...
un bacio grosso!
Gaia
 
 
 
  

   
 
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