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Autore: gaya tomlinson    11/03/2012    1 recensioni
Gaya è una ragazza londinese di 17 anni, vive con la madre Elizabeth da quando è nata e il padre non l'ha quasi mai più rivisto. Ha due migliori amiche italiane, Elisabetta e Anna, con cui è particolarmente legata. Inizialmente la vita le risulta monotona e l'unica cosa che riesce a farla andare avanti è il desiderio di incontrare i suoi idoli, ma poi le cose inizieranno man mano a cambiare, fin quando una nuova e inaspettata amicizia non stravolgerà le cose.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Everything is possible.

01. May is a lucky month.


La primavera era la stagione preferita di Gaya: amava vedere il cielo iniziare a tingersi di un celeste chiaro, i raggi del sole infiltrarsi timidamente tra le tende della sua finestra, i primi fiori del suo giardino iniziare a sbocciare. Quella stagione era come piena di pura magia, dove ogni cosa si risvegliava e tutto riprendeva a vivere e a colorarsi.
Erano appena scoccate le 6:00 a.m. sulla sua sveglia e 'Time to get up' era partita inizialmente in modo lento, così da non farla svegliare in modo brusco ma non appena il ritornello iniziò a farsi sentire ella prese il cellulare premendo tutti i tasti affinché smettesse di suonare: ecco come iniziava la giornata di Gaya. Era una ragazza dai lunghi capelli castano chiaro leggermente mossi che le arrivavano poco sotto le spalle, aveva gli occhi del colore del miele che alla luce del sole diventavano quasi come quelli di un gatto. Il piccolo naso all'insù (?) le dava una tenera aria sbarazzina così come il sorriso che non evitava mai di mostrare alle persone che incontrava. Ritornando a quella mattina, iniziò a strisciare i piedi per arrivare al bagno e darsi una rifrenscata, in modo da essere pronta per le sei e mezza. Canottiera bianca, cardigan di cotone di un indaco acceso, jeans blu, Vans bianche, orecchini con un piccolo gufo portafortuna, occhiali da nerd e capelli sciolti sulle spalle; gli occhi contornati da un leggero filo di matita, le labbra un po' più rosse: eccola pronta per un'altra giornata.
A scuola, come sempre, incontrò l'unica vera amica con cui passava la maggior parte del suo tempo e così passò le solite cinque ore tra risate e piccoli rimproveri.
Per le 04:00 p.m. era circondata da mille foglietti, i capelli annodati con un elastico di fortuna, la matita in bocca e una penna in mano che scriveva veloce. La sua stanza era un vero casino e questo non è per dire che era una delle solite adolescenti difficili ma perché era quello il suo modo di vivere: tra il casino lei vedeva l'arte, si sentiva libera, se stessa, l'unico luogo in cui veramente poteva esserlo; perché si sa, al di fuori c'è sempre un sottile velo di maschera.
Finalmente le note di 'Same mistakes' risuonavano leggere in quella camera un po' confusa e la mente di Gaya era proiettata solamente ad accendere il computer per parlare con Anna ed Elisabetta. Quello faceva ormai parte della solite routine pomeridiana della ragazza perché non c'era giorno che quelle tre non si sentissero: in un modo o nell'altro non si sarebbero mai lasciate.

Gaya: Vas happenin'?
Anna ed Elisabetta: Buonasera!

Le loro conversazioni iniziavano puntualmente così e non finivano praticamente mai se non fosse per le madri dell'una o dell'altra che le richiamavano per la cena. Avete presente tre sorelle gemelle che sembra che vivono in simbiosi? Ecco, loro erano precisamente quello. Il fatto che si trovassero in paesi diversi non aveva nessuna importanza perché si sa, l'amicizia va oltre a tutto e tutti se è vera. La loro 'storia' inizia ben 4 anni fa, quando, per caso, Gaya si ritrovò in un gruppo di fan italiane degli One Direction; le ragazze erano simpatiche e non esitò a parlare spesso e volentieri con loro e man mano che il tempo passava due persone la capivano, l'ascoltavano, ridevano insieme a lei e pian piano nacque quel bel trio che, sebbene le difficoltà, non esitò a non disfarsi.
Insomma, si addormentarano insieme dopo aver fatto un'oretta di pausa solamente per rifocillarsi: Skype era una buona soluzione per tutto.


Il giorno dopo si svolse, ovviamente, la solita routine delle 6:00 a.m., della scuola, del pomeriggio e della sera; o quanto meno tutte le altre, visto che dopo cena la solita chiamata serale fu un po' diversa. Avete presente quando uno strano presentimento, brutto o bello che sia, vi tiene in allerta per tutto il tempo finché non svanisce o accade ciò che, infondo, nella vostra mente, pensavate? Ecco come si sentiva Gaya in quel momento ma non aveva voglia di dirlo, si sentiva una stupida.

Anna: Hola ragazze!
Gaya: Buonasssssera!
Elisabetta: Ciao belle!
Gaya: Tutto okay?

Elisabetta e Hanna spostano gli occhi, come se l'una cercasse lo sguardo dell'altro e questo, a Gaya, non sfuggì ma fece finta di nulla.

Anna: Alla grande, voi?
Elisabetta: Si va avanti..
Gaya: Tutto monotono. C'è qualcosa che non va Ely?

Ci fu un cortissimo secondo di silenzio che a Gaya fece immaginare sia il peggio che il meglio ma, mentre lei rimaneva zitta, le due amiche gridarono all'unisono.






if you want know more..
Buonsalve gente. Premetto che questa è la mia prima fanfic che io giudico in modo vagamente decente. Non so come se ne scrive per bene una e questa è solamente frutto di uno schizzo mezzo obbligato e mezzo sognato da me e due mie compagne di classe. Diciamo che è un po' per loro e un po' per me quindi abbiate pietà.
Se vi va recensite, mi fareste felice, se no mi accontento lo stesso, ciau. c:
  
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