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Autore: Explosive    12/03/2012    1 recensioni
« Mi ricorderò di te per tutta la vita, e tu ti ricorderai di me, proprio come ci ricorderemo delle cose che porteremo sempre con
noi perché non possiamo possederle. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-          Audrina
 


-          ‘Fai come ti pare, Audri. Se non vuoi parlarci, non farlo.’
 
-          ‘Probabile che non lo farò. Fanculo’
 
-          ‘Cosa?’
 
-          ‘Mando sempre tutto a puttane, non è possibile’
 
-          ‘E’ una tua dote, sempre stato. Adesso alza il culo ed accompagnami da mio fratello che devo portargli le chiavi di casa dal momento che le ha lasciate a casa mia. Cinque minuti, promesso’
 
Camminammo attraverso tutto Hyde Park, anche se, a dire il vero, più che camminare io mi stavo trascinando. Tutto quel pensare mi aveva distutto, le mie gambe erano ingessate e avevo un mal di testa lancinante. Ogni passo era un tormento, mi rimbombava in testa come una cannonata.
-          ‘Oh, ecco Liam laggiù.’ sussurrò Gin, puntando il dito proprio di fronte a me. Ero, come al solito, senza occhiali, quindi non vedevo assolutamente nulla, se non qualche figura sfuocata in lontanaza.
 
-          ‘Gin, io mi siedo su questa panchina, sono esausta. Tu vai da Liam e poi torna qui, io ti aspetto.’
 
-          ‘Sei veramente una pigra senza paragoni’
 
-          ‘Fottiti’
 
Gin mi fece una linguaccia, per poi allontanarsi. Io rimasi sulla panchina, abbastanza scomoda: il mio sedere non andava assolutamente d’accordo con le assi di legno orizzontali sulle quali ero seduta. Mi voltai e alle mie spalle c’era un piccolo chiosco che vendeva bevande, gelati, hot dog e frullati. Decisi di prendere un frappè alla pesca, tanto per riempire un po’ lo stomaco. A far due conti, era da un giorno intero che non mettevo qualcosa sotto i denti: la fame era stato l’ultimo dei miei problemi.
Mi avvicinai al ragazzo che stava alla cassa e feci la mia ordinazione. Dopo cinque minuti buoni arrivò il mio frappè, era gelido. Iniziai ad ingurgitarlo, ogni sorso susseguiva freneticamente l’altro, non mi staccai un attimo dalla cannuccia: si, stavo proprio cercando di congelarmi il cervello, come accade quando sei piccolo e hai talmente foga nel bere la tua bevanda fredda che tutta la fronte inizia a far male. Congelarmi il cervello? Magari, almeno non avrei più pensato ad Harry e all’enorme stronzata che avevo fatto esattamente ventiquattro ore prima.
Avete presente però il momento in cui vi accorgete che la sfiga ce l’ha con voi? Quando siete alla prima uscita con il ragazzo che vi piace e vi sbrodolate addosso il caffè? Quando l’unica volta che non sei preparata in una materia in tutto l’anno e ti interrogano? Quando piove, non hai l’ombrello e in più finisci in una pozzanghera bagnandoti fino alle ginocchia? Quando non volete assolutamente vedere una determinata persona e questa vi capita precisamente sotto il naso?
 
-          Harry


Chioma lunga bionda, occhi azzurri, frappè tra le mani. Audrina, Audrina a due metri da me, Audrina alla cassa del chiosco in cui ho appena preso un hot dog. Sta chiacchierando con il ragazzo brufoloso della cassa, chissà cosa si stanno dicendo. Magari lui ci sta provando, o magari lui è semplicemente suo cugino. Si, probabilmente è la seconda opzione: hanno troppa confidenza per essersi appena conosciuti.  
-          ‘Harry, chi stai fissando?’
-          ‘Nessuno, Lou. Sto cercando di leggere il listino prezzi attaccato al chiosco’

Dio, Harry, quanto sei cretino. Scusa migliore no, eh? Ma poi perché Louis mi deve sempre stare addosso? Ok che è il mio migliore amico eccetera eccetera, ma mi giro e ce l’ho sempre attaccato. Di sicuro starà sospettando qualcosa, è ovvio, altrimenti non mi riempirebbe di domande. Oddio sto diventando esageratamente paranoico, sembro una donna.

-          ‘Audrina! Audrina! Ehi siamo qui, vieni a salutarci!’ urlò Louis sbracciandosi.

Ecco, ci mancava solo questa. Ci mancava solo che Louis la vedesse e la chiamasse qui. Adesso faccio finta di non vederla, faccio finta di non conoscerla, vediamo cosa mi dice, vediamo come mi guarda. Tra l’altro sono vestito di merda: pantaloncini da calcetto, maglia sudata, calzini puzzolenti. Perché sono così sfigato? Perché devono succedere tutte a me? Perché ieri mi hai baciato, Audrina? Insomma, siamo amici da quando siamo nati: c’è scritto in ogni libro, è cosa nota a tutti che storie del genere non possono funzionare. Poi io e te siamo come due fottutissimi ricci. Si, ricci. Quando ci avviciniamo troppo, ci pungiamo a vicenda, e finiamo per sanguinare. Ecco perché dobbiamo stare al nostro posto, ecco perché io con te non ci ho mai provato. Io e te siamo amici Audrina, lo siamo sempre stati e sempre lo saremo. Ecco perché io non voglio stare con te.

-          ‘Ciao ragazzi, com’è?’

-          ‘Audri ma sei meravigliosa oggi, o no Harry?’

Louis, ma sei scemo? Sei partito di testa? Che domande sono? Perché devi sempre mettermi così in imbarazzo, cazzo. Imbecille.
 L’unica cosa che riuscii a fare fu un misero sorrisetto, tirando le labbra, facendo sporgere appena i denti. Fu tutto fuorché un sorriso, perfetto. Cercavo di non guardarla, non volevo incrociare il suo sguardo, non volevo avere più nulla a che fare con lei. Non appena lei si avvicinò tutto mi fu improvvisamente chiaro: lei voleva giocare, lei aveva provato a baciarmi per vedere la mia reazione, non perché le piacessi realmente. Ad Audrina erano sempre piaciuti questi scherzetti da quattro soldi, le piaceva essere al centro dell’attenzione, le piaceva il fatto di creare problemi nelle teste altrui, e non le importava se questo faceva star male altra gente, lei si divertiva così. Le mani mi sudavano dal nervoso, e le tempie mi pulsavano. Tutto quello che volevo era stare lontano da lei, avrei voluto prenderle quel frullato e rovesciarglielo addosso, avrei voluto vedere quegli occhi freddi chiedere pietà. Volevo vendetta per quello che aveva fatto, ed ero sicuro che un giorno o l’altro avrei raggiunto il mio obiettivo: le avrei fatto passare quello che lei stava facendo passare a me.

‘Audri, stasera ci sarai alla festa di Brooke?’ chiese Louis, avvicinando le labbra al bicchiere di birra che aveva appena ordinato.

-          ‘Si, penso proprio di si. Ci siete anche voi?’
 
-          ‘Certo che ci saremo, come possiamo mancare, o no Harry?’ rispose Louis, facendomi l’occhiolino.
 
-          ‘A dire il vero io penso di uscire con Samantha stasera’
 
-          ‘Samantha Jones? Quella stra figa che era in classe con te l’anno scorso?’ chiese Louis, sbarrando gli occhi e gesticolando con le mani in segno di sorpresa.
 
-          ‘Esatto, proprio lei. Non mi andava di venire da Brooke, così mi vedo con Sam. Le ho appena scritto e ha accettato, ovviamente’ dissi sorridendo maliziosamente, dopo aver tirato fuori il blackbarry dalla tasca e averlo messo sul tavolo.
 

Audrina non mi guardava, ma continuava a giocherellare nervosamente con la cannuccia rosa del suo frappè, guardandosi in giro. Si, Audrina, hai sentito bene: stasera esco con Samantha, quella stra figa che era in classe con me l’anno scorso, quella stra figa che ha una cotta per me dalla prima elementare, quella stra figa che ha appena accettato, dopo un solo sms, di passare la serata con me stasera, quella stra figa che hai sempre odiato con tutto il cuore. Lei, proprio lei. Divertiti a quella maledetta festa, ma qualcosa mi dice che mi divertirò di più io.
 


« Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre "se vale la pena", se vale la pena aspettarli, comprenderli, capire i loro silenzi, giustificare i loro comportamenti, i loro allontanamenti. Chiediti fino a che punto sei disposto ad accettare tutto ciò. E non c'entra il bene che vuoi loro. È che tutto ha limite »




- - Ecco qui il nuovo capitolo, spero vi piaccia :) Mi piacerebbe sapere come trovate questa storia, sono aperta ai consigli e ad eventuali (spero poche) critiche!! Ovviamente ricambio <3
  
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