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Autore: Akari_    12/03/2012    1 recensioni
Come ogni lezione, Lui era lì. Il sudore che gli colava sulle tempie, la maglietta fradicia e il suo corpo che era un'unica cosa con quella armoniosa melodia che si irradiava per tutta l'aula.
Nonostante la stanza fosse piena zeppa di ragazzi e soprattutto ragazze gli occhi del giovane Choi Minho erano saldamente incollati alla figura di quel ragazzo dai capelli corti e rossi che gli facevano un po' la testa a fungo di cui non sapeva neanche il nome.
Che cosa ci faceva lui lì, dietro quella porta a guardare ininterrottamente quel ragazzino?
Neanche lui stesso sapeva dare una risposta a questa domanda, l'unica cosa che sapeva era che sfruttava spudoratamente il suo migliore amico Kim Kibum che quasi ogni giorno lo portava con se alle sue lezioni di danza solo per farlo felice.
Che poi Kibum s'era sempre chiesto perché Minho lo tormentasse per accompagnarlo e stare circa due ore impalato nel corridoio della scuola di danza...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Imprevisti.

La mattina seguente la sveglia impostata sul cellulare mi annunciò l’inizio dei corsi all’università.
Coi muscoli doloranti e indolenziti mi lavai e mi vestii lentamente, quella mattina me la sarei presa comoda, il mio cervello era decisamente in sovraccarico. Gli avvenimenti della giornata precedente mi riempivano il cervello non permettendomi di pensare ad altro, anche se in ogni caso la mia mente sarebbe sempre e comunque arrivata a sbattermi in faccia l’immagine del ragazzino fuori da quella scuola di ballo che si affannava per cercare non-so-cosa.
Come vorrei sapere quello che gli passa per la testa!
Uscii di casa coi neuroni in subbuglio, il vento fresco di quella mattina d’aprile mi colpì il viso scompigliandomi i capelli già in disordine e svegliandomi quasi del tutto; erano già le otto meno venti e per arrivare coi miei soliti cinque minuti d’anticipo fui costretto a prendere la macchina. Arrivato nel cortile, come ogni mattina mi misi seduto sulla panchina a sfogliare gli ultimi argomenti di diritto e rilessi le cose che mi sfuggivano di mente.
Almeno ho i pensieri occupati dalla scuola per un po’.
Il primo corso stava per iniziare e mi diressi verso l’entrata consapevole che neanche i severissimi professori avrebbero potuto farmi tornare alla realtà.

Il tempo passò abbastanza velocemente e senza che me ne accorgessi era già suonata l’ultima campanella e come avevo previsto il mio chiodo fisso altresì noto come Lee Taemin aveva occupato i miei pensieri durante tutte le ore di lezione.
Andai in macchina e mi diressi direttamente al bar del mio amico Lee Jinki che mi aveva offerto quel lavoro tempo prima. Mi aveva detto che potevo andarci quando volevo per dargli una mano o anche per guadagnarmi qualche soldo se fosse stato necessario; quel giorno avevo seriamente bisogno di distrarmi così andai a ‘lavorare’ se si può dire in questo modo. Più che altro era un modo per provare a scordarmi per un po’ i movimenti sinuosi del corpo di Tae durante le lezioni di ballo, cosa che ultimamente mi era difficile, troppo difficile.
Entrai nel piccolo ed accogliente locale che aveva ospitato me e Kibum innumerevoli volte: durante gli acquazzoni, dopo le partite a calcio o anche semplicemente quando volevamo rintanarci da qualche parte e scherzare senza dover pensare a tutto ciò che accade nel resto del mondo; in quei momenti esistevamo solo io, Kibum, Jinki, il locale e le nostre calde risate che si diffondevano nella stanza con quelle rilassanti pareti color crema, i divanetti rossi che creavano un contrasto piacevole ed i tavolini rotondi ai quali una volta che ti ci sedevi diventavano il tuo angolino di mondo dove niente e nessuno poteva raggiungerti.
Una volta tornato alla realtà notai Jinki che mi guardava con aria interrogativa
“Allora?!” mi fece quasi con disappunto inclinando la testa su un lato.
“Eh? Cosa?” replicai disorientato guardandomi intorno.
“Non stavi ascoltando vero?! In poche parole: Come va? Visto che è un’era che non ci sentiamo!” concluse incrociando le braccia al petto e mettendo un fintissimo broncio.
“Oh, ehm, scusami hyung, ultimamente quei dannati professori all’università mi stanno riempiendo di tesi” ero seriamente dispiaciuto per non aver potuto farmi quattro chiacchiere con lui, insomma era uno dei pochi che mi capivano insieme a Jong e Kibum; continuai
“Comunque è tutto occhei, grazie, a te invece come va hyung?” gli feci cercando di convincermi che quelle parole fossero vere, tentativo pressoché inutile.
“Oh tutto bene grazie! Sai ho trovato una ragazza, te la presenterò, preparati, ma attento a non innamorarti di lei!” sentenziò sorridendo a trentadue denti.
“Tu invece Flaming Charisma Minho? Hai trovato qualcuna che ti piace tra le tue fila di spasimanti?” Chiese mentre mi dava allegramente di gomito.
E ora cosa gli rispondo? Andai nel panico; non avevo idea se mi piacesse qualcuna o meno. Ci pensai un po’ su e facendo mente locale non avevo messo gli occhi su nessuna ragazza in particolare …
Senza preavviso il mio cervello formulò la domanda: E se ti piacesse un ragazzo?
Probabilmente smisi di respirare. Non avevo idea di come rispondere.
Un ragazzo? Un uomo come … me?
Mi balenò nella testa l’immagine di una chioma rosso ciliegia fluttuante, la chioma che era la causa per cui mi trovavo in quel locale, la chioma che metteva in subbuglio la mia mente, la chioma nella quale da un anno a questa parte avrei voluto affondare il viso.
Taemin. Mi piaceva? In quel senso? Nessuna risposta da parte dei miei neuroni, o molto più probabilmente avevo paura di dirmi la verità. Si, era decisamente così.
Dopo esser diventato di un colorito violaceo ripresi a respirare, cercando di nascondere il nervosismo risposi esitante a Jinki
“Ehm, si, diciamo che c’è una persona che mi interessa …”
“Ho hoo~, e chi è la fortunata?” sfoderò uno dei suoi sorrisi a quali non sapevo dire di no ed intanto la preoccupazione cresceva dentro di me.
E adesso? Cercai di formulare una buona scusa, o almeno qualcosa di credibile che non fosse la verità, che poi neanche io sapevo ancora qual’era la verità. L’unica cosa che mi venne in mente da dirgli fu
“Bhe..c’è una persona allo stesso corso di danza di Kibum…” cosa che non era del tutto falsa. Neanche il tempo di finire la frase che già aveva sentenziato
“Bene, me la farai vedere al più presto!” strizzandomi l’occhio. Annuii senza avere il coraggio di dire altro; con il pensiero volto a trovare una qualsiasi via d’uscita a questo vicolo cieco in cui mi ero spinto con le mie stesse mani infilai la divisa da barista ed iniziai a servire ai tavoli. Mentre una soluzione stentava ad arrivare la campanella attaccata alla porta trillò per l’ennesima volta interrompendo i miei contorti pensieri.
Oh, ecco dei clienti, era ora!
Finii di passare la pezza sul tavolino che avevo di fronte per poi alzare lo sguardo verso l’entrata del locale per accoglierli con uno dei miei soliti sorrisi finti.
Ma quando i miei occhi caddero sulle due figure appena entrare rischiai di prendermi un infarto. Non tanto per Kibum, anche se non mi aspettavo che oggi passasse al locale, chi mi sconvolse fu … Taemin! Il mio Taemin! Quello che non riuscivo a togliermi dalla mente, ora era di nuovo di fronte a me. Il mio cuore perse un battito e un nodo mi bloccò la gola ma nonostante ciò sentii un sorriso automatico aprirsi sul viso.
“Honey! Sapevo di trovarti qui! Guarda chi ti ho portato!” disse gongolante quell’idiota del mio amico indicando con il pollice il più piccolo che si era rintanato dietro la sua spalla e che mi guardava con una strana espressione negli occhi.
“C-ciao, hyung” sussurrò il ragazzino arrossendo un po’.
“Oh, ciao Taemin…” risposi sentendo un calore da poco familiare salirmi alle guance mentre abbassavo lo sguardo sui miei piedi.
“Ciao Jinkiiii!” urla Key senza curarsi dei clienti nel locale, seppur pochi, mentre agitava il braccio per salutarlo sebbene i due si trovassero a qualche metro di distanza.
“Ciao Kibum! Ciao anche a te-“
“Taemin” terminò la frase la Diva mettendosi in mezzo ed iniziando a fare le presentazioni mentre il più grande era ancora dietro il bancone a fare non so cosa.
“Allora Tae, lui è Lee Jinki, il mio migliore amico insieme a quello spilungone lì che già conosci, ed è il proprietario di questo locale” finì il mio migliore amico soddisfatto mentre il rosso sghignazzava divertito prima di dire
“Piacere hyung, io sono Lee Taemin, frequento lo stesso corso di ballo con la Umm-cioè, con Kibum. Questo locale mi piace molto, è così … accogliente!” terminò con un sorriso guardandosi intorno con un luccichio negli occhi.
“Piacere mio Taemin, mi fa piacere che il bar ti piaccia” concluse Jinki sfoderando uno di quei suoi sorrisi che gli riducevano gli occhi in due fessure, era davvero buffo!
Subito dopo venne verso di noi con un vassoio con quattro tazze tra le mani e ci invitò a sederci ad un tavolino tutti insieme per chiacchierare un po’ e conoscerci meglio.
Ero terribilmente in ansia ma tutto quello che stava accadendo lo avevo vissuto solo nei miei sogni che ritenevo irrealizzabili. Di li a poco mi sarei seduto allo stesso tavolo con Taemin ed avremmo iniziato a parlare del più e del meno; mentre la mia mente ancora non si rendeva conto che non stavo sognando il ragazzino guardò il proprietario e preoccupato gli chiese gentilmente
“Ma hyung, e il lavoro?” il più grande lo guardo sorridendo gentilmente rispondendogli
“Tranquillo, non c’è poi chissà quanta clientela, una piccola pausa posso prendermela visto che sono qui da questa mattina ed in ogni caso c’è il nostro caro amico Choi che può tranquillamente abbandonare il tavolo per qualche minuto per servire i clienti!” concluse poggiandomi il gomito sulla spalla alzandosi sulla punta dei piedi vista la notevole differenza di altezza.
Sbuffai un sorriso poco prima di prendere posto al tavolino; mi sedetti su una delle sedie con l’imbottitura rossa, Jinki posò il vassoio e si mise di fianco a me mentre gli altri due si posizionarono sul divanetto di fronte a noi. Taemin era leggermente accigliato, chissà perché …
Mentre avevamo appena iniziato a parlare dl più e del meno il silenzioso ragazzino chiese nuovamente se per il proprietario non fosse un problema stare a chiacchierare con loro, quest’ultimo gli sorrise dolcemente dicendogli
“Tranquillo Taemin, non c’è alcun problema!” il più piccolo rispose con un timido
“Ehm…occhei” e sfoderò quel suo sorriso diabetico che m’avrebbe fatto cedere le gambe se solo fossi stato in piedi, quel sorriso che avevo iniziato ad ama-
Fermai i miei pensieri prima che potessero arrivare a delle strane conclusioni e mi inserii nella conversazione.
Andò tutto alla perfezione, o quasi. Le cose iniziarono a complicarsi quando Jinki esordì con un
“ Hei Kibum, ma lo sai che al qui presente Choi Minho piace una de tuo corso di ballo?!”
Oh, dannazione! Questa è la fine, me lo sento! E in più qui c’è anche Tae!
Il mio ragazzino diventò tutto rosso, quasi come i suoi capelli ed abbassò lo sguardo torvo.
“OH MY GAWD!” urlò teatralmente Kibum sbattendo le mani sul tavolino mentre si alzava e mi guardava con gli occhi sgranati
“E’ davvero così Honey?” mi domandò il mio migliore amico con un tono tra lo sconvolto e l’offeso.
Oh diamine, se l’è presa, se l’è presa da morire, per quanto non mi parlerà? Una settimana? Un mese? Ma non posso confessargli che io … amo … Taem … in.
Ecco, l’ho detto, cioè, l’ho pensato.
Non sapevo cosa fare, come uscire da quella situazione alquanto imbarazzante. L’unica cosa ‘sensata’ che mi venne da fare fu alzarmi di scatto farfugliando un confuso
“Non sono cose che vi riguardano” in preda al panico; lanciai un ultimo sguardo al ragzzino che aveva assistito a tutta la scena in completo silenzio con lo sguardo fisso sulle sue mani strette a pugno poggiate sulle sue cosce, aveva le nocche bianche e le corte unghie conficcate nei palmi. Sussurrai uno sbiascicato e quasi incomprensibile
“Scusami Tae” subito prima di farmi investire dall’aria fresca del tardo pomeriggio.
Sfilai via sotto lo sguardo allibito dei miei due migliori amici.
Che casino, che immenso casino!; continuavo a ripetermi dopo essermi ripreso.
In pochi secondi fui subito in macchina; misi in moto, dallo specchietto potevo vedere Kibum che dava in escandescenza gesticolando sulla soglia del locale. Avrei subito una seria, serissima ramanzina una volta che tutto questo sarebbe finito.
Scusami tanto Umma,
pensai mentre sfrecciavo verso il mio appartamento e vidi scomparire la sua figura nel buio di quel pomeriggio inoltrato.
Solcai le strade le buie strade dei quartieri di Seul a tutta velocità con l’unica consolazione che una volta arrivato a destinazione ci sarebbe stato il mio letto ad accogliermi.
Ne ero convinto, il giorno dopo, se non la sera stessa, il mio amico mi avrebbe buttato giù la porta di casa chiedendo spiegazioni, e in tal non ci sarebbe stata via d’uscita. Arrivai sul pianerottolo, infilai la chiave nella toppa a fatica, entrai e mi richiusi il portone alle spalle ritrovandomi finalmente dentro quelle quattro mura che mi facevano sentire al sicuro. Mi accasciai scivolando contro quest’ultima finendo per terra con le mani affondate nei capelli castani, gli occhi sgranati, increduli puntati contro il pavimento in legno scuro. Come ogni volta che perdevo la pazienza sbattei il pugno a terra sentendo il tonfo secco della botta; mi faceva male la mano ma me ne fregai, mi morsi la guancia per distrarmi dal dolore e per non far sgorgare le inutili lacrime che mi stavano offuscando la vista già abbastanza ridotta a causa del buio. Mi ripresi leggermente e lentamente mi alzai; vagai alla cieca verso il mio letto che non toccavo da più di un giorno. Mi ci tuffai sopra affondando il viso nei cuscini morbidi e profumati. Piansi qualche lacrima di rancore, cosa decisamente non da me.
Chi avrebbe mai detto che l’arrogante e competitivo Choi Minho potesse piangere? Per ragioni così futili poi?
Il problema è che per me era importante, Tae era importante per me, e anche se non volevo ammetterlo io, io l’amavo.
Con quei pensieri che mi frullavano nella testa mi lasciai cullare dai rumori della città mentre continuavo a rimproverare me stesso senza una ragione apparente.
Finalmente Morfeo mi accolse nel suo mondo dove potei dimenticarmi di tutto per qualche ora.

Note dell'autrice:
Chiedo venia per l'infinito ritardo!
Spero che vi piaccia questo nuovo capitolo :3
Akari_
  
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