1. Purosangue che passione
Guardare il cielo al calar
del sole era ritenuta una romanticheria per cuori sdolcinati, e lei di
sdolcinato non aveva proprio nulla, ma fin da piccola rimaneva magicamente
affascinata e incantata da tutte quelle sfumature che passavano da un arancio
infuocato ad un pallido violetto a vista d’occhio, passando per fascinose quanto
gradevoli colorazioni rosate, quasi rilassanti.
Eppure, anche poggiata con
la schiena contro il muro della nicchia antistante la finestra, seduta senza
curanza sui cuscini sfarzosi verde-argento della Sala Comune, Sofia manteneva
quell’aria distaccata e palesemente aristocratica che ne decretava la fama
all’interno delle vecchie mura di Hogwarts.
Forse era quello sguardo
freddo, dannatamente azzurro ghiaccio, o quei capelli inspiegabilmente perfetti
nelle onde color grano, a mettere un freno a chiunque volesse avvicinarla,
quasi un avviso che ne decretava la purezza e la superiorità verso persone di
non così alto lignaggio. Non servivano sguardi ammonitori o gesti di
avvertimento per conferire ai suoi interlocutori un senso di remissivo disagio,
un che di sbagliato nel loro porsi,
in qualunque modo esso fosse espresso. Certo non tutti venivano influenzati da
questo “avviso naturale”, piuttosto i molti che certo non potevamo competere
con la purezza del suo sangue o il cospicuo quanto invidiabile patrimonio
familiare.
Sofia Nott, in
conclusione, era invidiata da buona parte del corpo studentesco di Hogwarts,
disprezzata e considerata disgustosamente snob da un’altra considerevole parte
(specialmente femminile), e apprezzata da una cerchia ristretta, completamente
ed esclusivamente Serpeverde, di amici nei quali potevano figurare i nomi
Malfoy, Zabini e Pucey.
E proprio Amanda Pucey
entrò nel suo campo visivo a quella tarda ora del pomeriggio, poggiandosi al
muro nel lato opposto al suo e accendendosi distrattamente una sigaretta.
-Cosa fai qui, tutta sola?
Pensavo fossi in biblioteca a studiare- soffiò uno sbuffo di fumo attraverso le
labbra lucide di glossy alla ciliegia e guardò con lei la distesa rosata che si
estendeva al di fuori delle vetrate polverose della sala.
-Troppa gente- storse il
naso, non c’era bisogno di spiegazioni, l’amica sapeva benissimo che
l’affollamento non le era per niente gradito, specialmente da quando la sua
bellezza era diventata oggetto di continue occhiate da parte della fauna
maschile. Sorrise.
-Sai, penso che se
sapessero quanto poco ami tutte quelle attenzioni riconsidererebbero la fama di
vanitosa ragazza frivola che ti hanno affibbiato- soffiò nuovamente fumo,
stando ben attenta a non indirizzarlo verso l’amica, che nel frattempo scrollò
le spalle con noncuranza, continuando a fissare l’esterno, perdendosi oltre
-Per quel che me ne
importa…Piuttosto, tu? Ti credevo all’allenamento, di solito non perdi
occasione per ammirare Jasper da lontano…- la buttò lì senza particolari
inflessioni nella voce, non tradendo nemmeno un sorriso, ma dentro di se rise
nel vedere le gote dell’amica colorarsi di una curiosa quanto imbarazzata
tonalità bourdox.
-Trascendendo il fatto che
hai appena detto una grossa cavolata, ti ricordo che l’allenamento è finito da
mezz’ora…- alzò uno scuro sopracciglio, irritata, e fece evanescere la
sigaretta ormai finita.
-Significa che ci sei
stata?- la guardò di sbieco, incurvando appena le rosee labbra e godendo nel
vederla per un attimo senza parole. Poche volte difatti ci si poteva vantare di
essere riusciti a zittire Amanda Pucey, la più battagliera e orgogliosa tra le
Serpeverde, ma queste erano interamente contemplate da lei, l’unica che
riusciva, con metodi oscuri a tutti, a metterle senza troppe difficoltà i piedi
in testa.
Alla fine la mora si
riprese, tornando ad una tonalità rispettabile e lanciandole un’occhiata carica
di puro astio e superiorità –A differenza di te, io mi premuro di incoraggiare
i nostri giocatori, in particolar modo se devono aprire l’anno con una partita contro
quegli sciocchi e pompati dei Grifondoro-
-Certo, soprattutto
incitando un battitore che ti sta particolarmente a cuore, sbaglio forse?- la
sua incurante innocenza, lo sapeva bene, era terribilmente irritante per una
Amanda che si trovava con le spalle al muro, e questo la divertiva a livelli
impareggiabili.
-Senti, biondina, vedi di
darci un taglio con questa storia, intesi? A me non piace!-
-Chi non ti piace?-
Scorpius Malfoy fece il
suo ingresso, accaldato ma impeccabile come suo solito, all’interno della Sala
Comune seguito dagli altri giocatori, più o meno nelle sue stesse condizione,
che si sparpagliarono disordinatamente
per la stanza e attraverso il corridoio illuminato da fioche candele
lungo i muri in fredda pietra scura che conduceva ai dormitori.
-Nessuno- Amanda alzò gli
occhi al cielo, prima di lanciare un’occhiataccia definitiva e ammonitrice a
Sofia, la quale, dal canto suo, la guardava tronfia della sua ennesima conferma
a ciò che da tempo aveva giustamente notato.
-Allora?- Scorpius si
rivolse direttamente a lei, curioso di sapere le vicende sentimentali della sua
amica, mentre una mano familiare gli assestava una pacca amichevole sulla
spalla.
-Lascia perdere, non sono
discorsi per te- scosse la testa sorridendo, per niente incline a rivelare
questo piccolo segreto dell’amica così facilmente, e si rivolse al nuovo
arrivato arricciando il naso disgustata –Se non vai a farti una doccia
all’istante appello un secchio d’acqua ghiacciata, proveniente direttamente da
Lago Nero, e te la rovescio in testa-
-Oh mi scusi, principessa,
non gradisce forse l’odore della virilità?- Jasper le si avvicinò ridendo,
mentre lei si ritraeva schifata, addossandosi alla finestra fredda per l’aria
autunnale della sera.
-No, non gradisco affatto
questo tanfo tremendo, e ti avverto piuttosto che l’istante sta passando…-
minacciò, estraendo la bacchetta con fare bellicoso e beffardo.
Forse, se la gente
l’avesse vista in quei panni di amica allegra e sorridente, scherzosa e un po’
buffona, si sarebbe fermata dal confermare e sparpagliare la voce che la
giovane Sofia Nott era una ragazza dal cuore di ghiaccio e l’aria snob, ma per
quanto incomprensibile agli occhi dei suoi amici,
-E tu? Anche tu non
comprendi le potenzialità di questo aroma?- Jasper si voltò verso Amanda, che
lo stava fissando con una strana luce negli occhi, sotto lo sguardo
esasperatamente divertito degli altri due compagni.
-Io comprendo solo che un
secchio probabilmente non basterà, e che forse gettare direttamente te nel lago
sarebbe un’idea più producente-
La ragazza, come ogni
serpe che si rispetti, sapeva mascherare con maestria i suoi sentimenti, e
proprio per questo motivo era riuscita per anni a non far intravedere a nessuno
ciò che in cuor suo provava verso quell’amico che da tempo aveva promosso,
segretamente, a un livello più alto. Beh, forse non proprio nessuno, pensò
Sofia, l’unica che sapeva cosa si celava dietro le parole beffarde dell’amica.
-E va bene, signore, ho
capito l’antifona…Scorp, ci conviene levare le tende e darci una ripulita, se
vogliamo evitare una nuotata con la piovra gigante. Ho imparato a mie spese che
questi due angioletti non scherzano mai- e così dicendo trascinò via l’amico,
sotto gli sguardi divertiti delle due giovani.
-Sai, prima o poi dovrai
dirglielo…-
-Ahhh per carità! Sbaglio
o avevamo detto tregua?- la mora la guardò male, poggiando le mani sui fianchi
ed evitando di gettare un ultimo sguardo verso il punto in cui Malfoy e Zabini
erano scomparsi.
-D’accordo, d’accordo…Andiamo
a cena? Tanto quei due ci metteranno un’ora, li aspettiamo in Sala Grande- si
alzò, passandosi una mano tra i capelli per ravvivarli, e si diresse fuori
dalla Sala Comune a fianco di Amanda. Non passarono neanche pochi secondi che…
-Sofia?- quando iniziava
chiamandola per nome, con quel tono altamente calorico e carezzevole, già
sapeva quale sarebbe stata la richiesta, ma decise di darle corda lo stesso,
tanto per vedere quanto c’avrebbe messo prima di arrivare al nocciolo della
questione.
-Mh?- fece distrattamente,
svoltando l’ennesima curva.
-Hai la ronda questa
sera?-
Decisamente la prendeva
alla larga, e di parecchio.
-Si, come ogni mercoledì…come
mai?- aria innocente verso l’amica e sguardo fisso davanti a sé, camminava a
testa alta, proprio come le avevano insegnato da quando aveva mosso i primi
passi, inserendola da subito in quel mondo di nobiltà e regole, etichette e
cerimoniali, dal quale, ne era certa, non sarebbe mai uscita. Un circolo
vizioso d’elite, per usare le parole di Amanda, e sempre usando quelle, poté definire
“deformazione professionale” lo sguardo involontariamente altezzoso che senza
nemmeno accorgersene rivolse a chi incontrò lungo i corridoi. A voler essere
sinceri, non faceva caso a questi dettagli, non come ci facevano caso gli altri
almeno, per lei era normale, una serie di comportamenti inculcategli fin da
quando aveva memoria che riemergevano spontanei ogni qualvolta l’occasione si
presentava. Era un’abitudine, d’altronde, come lo erano le occhiate e i
bisbigli che l’accompagnavano lungo i suoi percorsi: sguardi fugaci,
indagatori, esaminatori, pronti a trovare una falla in quella sua scorza dura e
perfetta che la racchiudeva ermeticamente, ponendo una netta distanza tra lei e
gli altri; discorsi invidiosi, maligni, talvolta di un tipo di apprezzamento
che lei preferiva di gran lunga evitare, capaci di capovolgere e modificare
realtà addirittura non conosciute solamente per il gusto di offenderla come lei
offendeva con un semplice sguardo, con il semplice cognome che portava, con il
solo sangue che le scorreva nelle vene nobili.
Era cattiveria, ma le
scivolava addosso come acqua ormai, senza macchiarla, senza ferirla,
lasciandole solo una sensazione di fastidioso bagnato che se ne andava alla
minima fonte di calore. L’importante era solo trovarlo, e custodirlo, quel
calore che aveva la forma di Amanda, di Scorpius, di Jasper, e di tutte quelle
persone che sapevano contrattaccare ed estirpare fino alle radici gli stupidi
giudizi gratuiti che da sempre le cadevano addosso.
Situazione normale, si
diceva, per i Serpeverde come lei.
-Ma niente…solo mi
chiedevo se per caso hai già finito i compiti- la vide attorcigliarsi una
ciocca liscia e lucente di capelli al dito, mentre svoltavano ed entravano in
Sala Grande e passo lento.
-Certo, come sempre. Come
mai? Non ti torna qualcosa?-
-Oh no, niente di che…però
sai che non vado molto d’accordo con Pozioni, no? Poi oggi sono andata
all’allenamento, che è pure iniziato presto, e non sono riuscita a…- ma Sofia
la bloccò con un sorriso prima che potesse continuare all’infinto.
-E’ sopra al tuo comodino,
quando hai finito rimettilo nel mio cassetto-
Amandà sgranò gli occhi e
la fissò sorpresa.
-Ma come diavolo…-
-Permetterai che conosca
molto bene la mia migliore amica dopo sette anni passati assieme, non trovi?- ghignò
e si sedette al solito posto, e metà del tavolo della sua casa.
-E va bene, bionda, te lo
concedo, ma potevi dirmelo dall’inizio sai?- sorrise scuotendo la testa e
alzando gli occhi al cielo, leggermente ma bonariamente irritata per averle
fatto sprecare tanto fiato.
-E perdermi tutti quei
rigiri assurdi di parole? Mai- si allungò per versarsi del succo di zucca e
ricevette una botta sul braccio che le fece quasi versare il contenuto de
bicchiere sul tavolo.
-Scema!- la riprese
sorridendo, poggiando il bicchiere miracolosamente colmo al sicuro sul piano
liscio del tavolo, vicino al piatto.
-A proposito di
ronda…questa sera vai con Scorp, no?-
-Si, ma scommetterei oro
che quel deficiente farà solo i primi cinque metri prima di imboscarsi in un
aula a fare ciò che non voglio nemmeno immaginare- afferrò le posate e cominciò
a tagliare la carne con minuziosa attenzione, ripensando a tutte le volte che
s’era dovuta fare i giri notturni da sola per coprire le “soste” di Scorpius.
Quel ragazzo era irrecuperabile…
-E’ incorreggibile, ma
chissà, prima o poi la testa a posto la metterà-
-Stiamo parlando dello
stesso Malfoy? Capelli biondi, occhi grigi, fissazione maniacale per il sesso e
lista di amanti che farebbe impallidire il playboy più incallito? No, quello
non cambierà mai, fidati…- concluse decisa, infilzando un boccone.
-Io non ci giurerei…Ora,
non ridere, so che la troverai un’idea totalmente assurda e inconcepibile
ma…non ti sei accorta di niente nell’ultimo periodo?-
Sofia alzò un sopracciglio
dorato e perfettamente curato in attesa che continuasse, curiosa di sapere
cosa, a quanto pare, le era sfuggito sull’amico di sempre. Vide Amanda
aggiustarsi sulla sedia e inclinarsi maggiormente verso di lei, così si chiese
quanto importante e grave fosse la cosa per ricercare tutta quella segretezza.
Che diamine aveva combinato questa volta Scorpius?
-Insomma, è da un mesetto
che non fa altro che voltarsi verso una ragazza appena questa entra nel suo
campo visivo, e sappiamo entrambe che Scorpius
Hyperion Malfoy non fissa mai nessuna, casomai sono le altre a fissare lui-
citò l’amico, abbassando il tono di voce per imitarlo e sorridendo assieme a
Sofia del risultato quasi perfetto.
-E chi sarebbe la
fortunata?- era ancora un tantino scettica e restia a credere che qualcuna
avesse fatto breccia nel cuore dell’ambito Serpeverde, tanto più che in sette
anni non l’aveva mai, ma proprio mai visto prendere una sbandata per nessuna,
solo “fissazioni di letto”, che oltretutto, nel peggiore dei casi, non duravano
più di qualche misero giorno.
-E’ l’ultima persona a cui
potresti pensare, anzi diciamo proprio che non la includeresti nemmeno nella
lista, per quanto lunga possa essere, visto che si tratta di…Rose Weasley-
Non resistette nemmeno un
decimo di secondo, si era trattenuta, oh si che l’aveva fatto! Aveva davvero
cercato di impedirsi di ridere, ma la sorpresa era stata talmente comica che
anche l’ultimo bagliore di autocontrollo aveva ceduto agli spasmi ilari.
Lasciò andare le posate
per asciugarsi gli occhi, bagnati dalle lacrime di riso, e darsi un ben che
minimo contegno, perché non era in camera sua, seduta sul letto in sola
compagnia di Amanda, e nemmeno in Sala Comune, in mezzo ai suoi amici che quel
suo lato oramai lo davano per scontato, ma nella Sala Grande, alla mercé di tutti.
Quei tutti che ora la
fissavano, incuriositi, affascinati di vedere la bella e algida Sofia ridere
così apertamente. Per quanto ridicolo possa risultare, fu una specie di evento,
un fatto che finì sulla bocca di mezza Hogwarts: “Sofia Nott, la ragazza di
ghiaccio, aveva riso”. Certo il chiacchiericcio continuò, non ci furono silenzi
imbarazzanti e pesanti, o sguardi fissi e impertinenti, solo brevi occhiate dei
più curiosi, dei più ciarlieri, di quelli che si erano rimpinzati la testa di pregiudizi
infondati. Non se ne curò comunque, troppo presa dal gran ridere, non pensò, in
quell’istante, che la sua corazza era calata per un attimo, mostrando a tutti
solo ciò a cui pochi era dato di sapere.
Le chiacchiere sarebbero
passate, come tutti i pettegolezzi d’altronde, e i pregiudizi rimasti, come
accade negli anni e nei secoli, ma quell’attimo di felice debolezza aveva
colpito i giusti bersagli.
-Merlino…- respirò piano,
una mano sul petto a placare i singulti e l’altra tra i capelli, per ravvivarli
e sistemarli. Amanda intanto era rimasta seria, per nulla sorpresa di quella
reazione che era certa sarebbe sorta al nome della ragazza –Ti prego, dimmi che
stai scherzando, che hai bevuto, che quella che ti sei fumata non era una
semplice sigaretta perché, andiamo, è ridicolo anche solo pensarlo- la guardò,
tornando leggermente più seria, raddrizzando la schiena e controllando la
piegatura delle labbra in un semplice, fine sorriso che rispecchiava tutto il
suo scetticismo.
-Perché ti sembra tanto strano?
E’ cresciuto, ha avuto i suoi momenti libertini, ma adesso starà maturando, non
trovi?- sapeva, Amanda, che non era quello il reale motivo di tale reazione, ma
preferiva evitare l’argomento, evitare un litigio per contrapposizioni di idee,
per quanto questo fosse possibile trovandosi si fronte Sofia, ragazza che certo
non demordeva una volta entrata in gioco.
-Sorvolando sul fatto che
i suoi “momenti libertini”, come li chiami tu, continua ad averli, ed alla
grande direi; io mi concentrerei piuttosto su un piccolo, misero dettaglio:
-Non ricominciare. Sai
come la penso io, sono idee malsane, arcaiche, vecchie e idiote. Hanno portato
a due guerre, alla morte, alla distruzione di famiglie innocenti e per cosa? Io
per prima sono Purosangue, e non ci vedo niente di diverso tra me e
-Se ti sentissero i tuoi
ti diserederebbero, lo sai?- sputò tagliente, attaccata alle idee inculcategli
fin da bambina dai suoi genitori e nonni, dai libri di antenati Purosangue che
era stata costretta a leggere ed abbracciare, facendoli diventare parte del suo
“credo”.
-Lo sanno già come la
penso io. Non approvano, ovviamente, ma sorvolano sul fatto, almeno per il
momento. In tutti i casi, quella che mi preoccupa sei tu, non me stessa-
-Ah, adesso ti preoccupi
per me? E come mai?- era offensiva, forse un po’ troppo, e dannatamente
arrogante, ma quello era un tasto dolente, lo sapeva lei come lo sapeva Amanda,
che comunque non s’era fatta remore a pigiarlo. La sua famiglia, le tradizioni,
gli ideali antichi, tutto era un rito al quale i Purosangue come lei venivano
sottoposti, un lavaggio del cervello dal quale non ci si poteva ribellare.
Eppure Amanda l’aveva fatto, l’aveva insultato e continuava a farlo, e
insultando ciò di conseguenza insultava anche lei, lei che si era piegata sotto
tutti questi voleri, lei che aveva pensato fossero giusti, lei che i dubbi non
l’avevano mai sfiorata ed era certa mai l’avrebbero fatto.
-Si, per te! Perché tu sei
soggiogata, sei una vittima in mano loro! Non ragioni con la tua testa, ma con
la loro, non ti vuoi rialzare, ti sei abituata a stare piegata sotto tutte
queste credenze dementi che ti proteggono dal nostro mondo ma ti allontanano
dalla normalità. Se mia amica, ti conosco, so come sei realmente e so come vuoi
apparire agli altri. Hai paura di mostrarti debole, hai paura di farti trovare
impreparata davanti alle situazioni che ti colgono alla sprovvista, per questo
crei un muro tra te e gli altri, mattone dopo mattone, unendo tutto ciò che ti
hanno insegnato per usarlo come arma di difesa. Ma è a doppio taglio, Sofia, e
prima o poi ti farai male, prima o poi verrai ferita anche nel nostro mondo, lo
vuoi capire? Non basta pensare di crederci, non basta volerlo, te lo devi
sentire, e non è così! Tu non sei come i nostri genitori, o come i nostri
antenati, credi di poterlo essere, ma non lo sei. Sei come una spugna e ti
hanno imbevuta di tutte queste stronzate, ma puoi liberartene, puoi credere ad
altro! Perché non capisci l’assurdità di tutte quelle cretinate?! Perché ti
ostini a nasconderti dietro quei mantra che portano solo al male?!-
bisbigliavano, sibilavano i loro pensieri con cattiveria e tenacia, attente a
non farsi sentire, a non dare spago ad altri inutili e sciocchi pettegolezzi,
tentando di mantenersi calme senza grandi risultati.
Amanda era rossa in viso,
teneva i pugni serrati sotto il tavolo e respirava pesantemente per evitare di
urlare. Dal canto suo, Sofia stringeva i denti per non farsi sfuggire tutti gli
improperi che le stavano passando per la testa, mordendosi la lingua e
stringendo le esili dita attorno alla sedia per impedirsi di scattare in piedi
come una molla.
Erano tutte idiozie, le
sue! Non era così, lei non si nascondeva dietro un bel niente, semplicemente
metteva in atto ciò che le avevano da sempre insegnato, ciò in cui credeva davvero. Non si era fatta mai
soggiogare e mai piegare da nessuno, era una Purosangue e come tale si
comportava, niente di più e niente di meno. Se Amanda voleva ribellarsi che lo
facesse pure, ma non l’avrebbe trascinata con sé, lei era fedele al suo mondo e
lo sarebbe sempre stata.
-Basta! Finiscila subito,
chiaro?! Io non faccio nulla di quello che hai detto, sono solo stupide idee
del cavolo! Ciò che faccio lo faccio perché ci credo, non perché mi è stato ordinato
o cos’altro puoi andare a pensare. Io.Ci.Credo. Credo nella purezza del sangue
e nella diversità del nostro dal loro, credo che i nostri due mondi non
dovrebbero mescolarsi e credo anche che se non la pianti di cercare di
convincermi che ciò a cui sono stata educata per diciassette anni della mia
vita sia solo un’emerita stronzata ti conviene cercare un’altra seguace da
istruire!- a quel punto, troppo provata, troppo stanca di sentire ancora tutte
quelle idiozie, si alzò di botto, facendo stridere la sedia sul freddo
pavimento e, prendendo un grosso respiro per calmarsi, si allontanò dalla sala,
evitando di ascoltare l’eco dei borbottii dell’amica e marciando a testa alta
verso il massiccio portone.
Non fece in tempo a
sorpassarlo che fu placcata da due spalle che conosceva bene.
-Che ti è successo?-
Scorpius la scrutò in viso, preoccupato dell’innaturale tonalità rossa delle
gote dell’amica e della sua frettolosa uscita, per di più solitaria, dalla
sala.
-Niente, lasciami andare-
fece per scrollarsi la sua mano di dosso, ma la presa si rafforzò maggiormente,
rendendo inutile ogni suo misero tentativo di liberarsi. Sbuffò seccata, per
nulla contenta di essere trattenuta a forza.
-Scorp, lasciami se non
vuoi che ti stacchi il braccio con un incantesimo- sibilò furiosa, gelandolo
con lo sguardo. Peccato che il biondo non fosse così propenso a impressionarsi
alla vista di quell’occhiataccia che tanti aveva fatto tremare.
-Sofia, hai una faccia
terribile, ci dici che ti prende?- anche Jasper le si era avvicinato, scrutando
per un istante alle sue spalle verso il posto in cui in quel momento sedeva,
sola e furente, un’Amanda dall’aria parecchio inviperita.
-Avete litigato- più che
una domanda era una mera constatazione.
-I nostri soliti
battibecchi, se volete dettagli chiedeteli a lei, e ora scusatemi ma
devo
proprio andare- con una mossa un po’ più decisa si
liberò della presa dei due
ragazzi, sorpassandoli a passo svelto prima che avessero la
possibilità di
riacciuffarla e sparendo lungo i buoi corridoi del castello, immersa in
pensiera totalmente iracondi e diretta verso il silenzio della
Sala Comune, dove sperava di riacquistare, almeno in parte, il giusto
contegno e la saggia calma per non Schiantare l'amica nel
qual caso l'avesse reincontrata.
Salve a tutte! E' la prima volta che scrivo su questa sezione, quindi sono seriamente curiosa di sentire i vostri commenti a proposito di questa folle idea nata dalla mia pazza mente improvvisamente adoratrice dei Serpeverde=P
Che dire...adoro Sofia, letteralmente, e adoro la sua combriccola di amici; non posso ancora proferir parola su Logan, perchè la sua comparsa avverrà nel prossimo capitolo, ma garantisco che non mancherà di spuntare fuori sempre più spesso, ovviamente=)
Aspetto con ansia i vostri commenti, critiche e quant'altro.
A presto, Calypso