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Autore: Deademia    13/03/2012    1 recensioni
Sofia Nott, Serpeverde per vocazione e Purosangue di nascita, è la ragazza dagli occhi di ghiaccio che niente e nessuno, apparentemente, può scalfire. Non c'è amore dietro i suoi gesti altezzosi, né affetto nei suoi sguardi arroganti. I suoi "credo" risalgono agli antichi e nobili mantra della sua famiglia e ciò a cui si affida la porta a disprezzare chiunque non sia alla sua levatura.
Eppure tutta questa freddezza, tutta questa maniacale perfezione, nasconde il segreto di una maschera che ben pochi amici hanno avuto il permesso di calare, e che ancor meno estranei hanno avuto la capacità di intuire. Tra questi c'è lui, Logan Carter, Corvonero dagli occhi caldi e le maniere dolci, che nulla ha a che fare con l'algida figura della ragazza, così inaccessibile, così inavvicinabile per un Mezzosangue come lui.
Possono due punti così distanti, due universi così opposti, congiungersi in un connubio di rara armonia? Possono due persone tanto diverse scoprirsi e capirsi, mandando allo sbaraglio quel mondo di ingiusti pregiudizi e sciocchi doveri nel quale vivono?
Questa è un po' una favola celata dietro incomprensioni inevitabili e ostacoli insormontabili, basata sulla scoperta di un sentimento più antico di tutte quelle arcaiche tradizioni: l'amore.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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1.  Purosangue che passione

 

Guardare il cielo al calar del sole era ritenuta una romanticheria per cuori sdolcinati, e lei di sdolcinato non aveva proprio nulla, ma fin da piccola rimaneva magicamente affascinata e incantata da tutte quelle sfumature che passavano da un arancio infuocato ad un pallido violetto a vista d’occhio, passando per fascinose quanto gradevoli colorazioni rosate, quasi rilassanti.
Eppure, anche poggiata con la schiena contro il muro della nicchia antistante la finestra, seduta senza curanza sui cuscini sfarzosi verde-argento della Sala Comune, Sofia manteneva quell’aria distaccata e palesemente aristocratica che ne decretava la fama all’interno delle vecchie mura di Hogwarts.
Forse era quello sguardo freddo, dannatamente azzurro ghiaccio, o quei capelli inspiegabilmente perfetti nelle onde color grano, a mettere un freno a chiunque volesse avvicinarla, quasi un avviso che ne decretava la purezza e la superiorità verso persone di non così alto lignaggio. Non servivano sguardi ammonitori o gesti di avvertimento per conferire ai suoi interlocutori un senso di remissivo disagio, un che di sbagliato nel loro porsi, in qualunque modo esso fosse espresso. Certo non tutti venivano influenzati da questo “avviso naturale”, piuttosto i molti che certo non potevamo competere con la purezza del suo sangue o il cospicuo quanto invidiabile patrimonio familiare.
Sofia Nott, in conclusione, era invidiata da buona parte del corpo studentesco di Hogwarts, disprezzata e considerata disgustosamente snob da un’altra considerevole parte (specialmente femminile), e apprezzata da una cerchia ristretta, completamente ed esclusivamente Serpeverde, di amici nei quali potevano figurare i nomi Malfoy, Zabini e Pucey.
E proprio Amanda Pucey entrò nel suo campo visivo a quella tarda ora del pomeriggio, poggiandosi al muro nel lato opposto al suo e accendendosi distrattamente una sigaretta.
-Cosa fai qui, tutta sola? Pensavo fossi in biblioteca a studiare- soffiò uno sbuffo di fumo attraverso le labbra lucide di glossy alla ciliegia e guardò con lei la distesa rosata che si estendeva al di fuori delle vetrate polverose della sala.
-Troppa gente- storse il naso, non c’era bisogno di spiegazioni, l’amica sapeva benissimo che l’affollamento non le era per niente gradito, specialmente da quando la sua bellezza era diventata oggetto di continue occhiate da parte della fauna maschile. Sorrise.
-Sai, penso che se sapessero quanto poco ami tutte quelle attenzioni riconsidererebbero la fama di vanitosa ragazza frivola che ti hanno affibbiato- soffiò nuovamente fumo, stando ben attenta a non indirizzarlo verso l’amica, che nel frattempo scrollò le spalle con noncuranza, continuando a fissare l’esterno, perdendosi oltre la Foresta Proibita, oltre i monti lontani, oltre i confini che la vista le imponeva.
-Per quel che me ne importa…Piuttosto, tu? Ti credevo all’allenamento, di solito non perdi occasione per ammirare Jasper da lontano…- la buttò lì senza particolari inflessioni nella voce, non tradendo nemmeno un sorriso, ma dentro di se rise nel vedere le gote dell’amica colorarsi di una curiosa quanto imbarazzata tonalità bourdox.
-Trascendendo il fatto che hai appena detto una grossa cavolata, ti ricordo che l’allenamento è finito da mezz’ora…- alzò uno scuro sopracciglio, irritata, e fece evanescere la sigaretta ormai finita.
-Significa che ci sei stata?- la guardò di sbieco, incurvando appena le rosee labbra e godendo nel vederla per un attimo senza parole. Poche volte difatti ci si poteva vantare di essere riusciti a zittire Amanda Pucey, la più battagliera e orgogliosa tra le Serpeverde, ma queste erano interamente contemplate da lei, l’unica che riusciva, con metodi oscuri a tutti, a metterle senza troppe difficoltà i piedi in testa.
Alla fine la mora si riprese, tornando ad una tonalità rispettabile e lanciandole un’occhiata carica di puro astio e superiorità –A differenza di te, io mi premuro di incoraggiare i nostri giocatori, in particolar modo se devono aprire l’anno con una partita contro quegli sciocchi e pompati dei Grifondoro-
-Certo, soprattutto incitando un battitore che ti sta particolarmente a cuore, sbaglio forse?- la sua incurante innocenza, lo sapeva bene, era terribilmente irritante per una Amanda che si trovava con le spalle al muro, e questo la divertiva a livelli impareggiabili.
-Senti, biondina, vedi di darci un taglio con questa storia, intesi? A me non piace!-
-Chi non ti piace?-
Scorpius Malfoy fece il suo ingresso, accaldato ma impeccabile come suo solito, all’interno della Sala Comune seguito dagli altri giocatori, più o meno nelle sue stesse condizione, che si sparpagliarono disordinatamente  per la stanza e attraverso il corridoio illuminato da fioche candele lungo i muri in fredda pietra scura che conduceva ai dormitori.
-Nessuno- Amanda alzò gli occhi al cielo, prima di lanciare un’occhiataccia definitiva e ammonitrice a Sofia, la quale, dal canto suo, la guardava tronfia della sua ennesima conferma a ciò che da tempo aveva giustamente notato.
-Allora?- Scorpius si rivolse direttamente a lei, curioso di sapere le vicende sentimentali della sua amica, mentre una mano familiare gli assestava una pacca amichevole sulla spalla.
-Lascia perdere, non sono discorsi per te- scosse la testa sorridendo, per niente incline a rivelare questo piccolo segreto dell’amica così facilmente, e si rivolse al nuovo arrivato arricciando il naso disgustata –Se non vai a farti una doccia all’istante appello un secchio d’acqua ghiacciata, proveniente direttamente da Lago Nero, e te la rovescio in testa-
-Oh mi scusi, principessa, non gradisce forse l’odore della virilità?- Jasper le si avvicinò ridendo, mentre lei si ritraeva schifata, addossandosi alla finestra fredda per l’aria autunnale della sera.
-No, non gradisco affatto questo tanfo tremendo, e ti avverto piuttosto che l’istante sta passando…- minacciò, estraendo la bacchetta con fare bellicoso e beffardo.
Forse, se la gente l’avesse vista in quei panni di amica allegra e sorridente, scherzosa e un po’ buffona, si sarebbe fermata dal confermare e sparpagliare la voce che la giovane Sofia Nott era una ragazza dal cuore di ghiaccio e l’aria snob, ma per quanto incomprensibile agli occhi dei suoi amici, la Serpeverde preferiva di gran lunga mostrare quella facciata dura e impenetrabile, altamente fraintendibile, piuttosto che svelare punti deboli che nel mondo in cui era stata cresciuta venivano bersagliati allo stremo, considerati nettare per chi bramava il potere esaltato dall’eclissamento altrui.
-E tu? Anche tu non comprendi le potenzialità di questo aroma?- Jasper si voltò verso Amanda, che lo stava fissando con una strana luce negli occhi, sotto lo sguardo esasperatamente divertito degli altri due compagni.
-Io comprendo solo che un secchio probabilmente non basterà, e che forse gettare direttamente te nel lago sarebbe un’idea più producente-
La ragazza, come ogni serpe che si rispetti, sapeva mascherare con maestria i suoi sentimenti, e proprio per questo motivo era riuscita per anni a non far intravedere a nessuno ciò che in cuor suo provava verso quell’amico che da tempo aveva promosso, segretamente, a un livello più alto. Beh, forse non proprio nessuno, pensò Sofia, l’unica che sapeva cosa si celava dietro le parole beffarde dell’amica.
-E va bene, signore, ho capito l’antifona…Scorp, ci conviene levare le tende e darci una ripulita, se vogliamo evitare una nuotata con la piovra gigante. Ho imparato a mie spese che questi due angioletti non scherzano mai- e così dicendo trascinò via l’amico, sotto gli sguardi divertiti delle due giovani.
-Sai, prima o poi dovrai dirglielo…-
-Ahhh per carità! Sbaglio o avevamo detto tregua?- la mora la guardò male, poggiando le mani sui fianchi ed evitando di gettare un ultimo sguardo verso il punto in cui Malfoy e Zabini erano scomparsi.
-D’accordo, d’accordo…Andiamo a cena? Tanto quei due ci metteranno un’ora, li aspettiamo in Sala Grande- si alzò, passandosi una mano tra i capelli per ravvivarli, e si diresse fuori dalla Sala Comune a fianco di Amanda. Non passarono neanche pochi secondi che…
-Sofia?- quando iniziava chiamandola per nome, con quel tono altamente calorico e carezzevole, già sapeva quale sarebbe stata la richiesta, ma decise di darle corda lo stesso, tanto per vedere quanto c’avrebbe messo prima di arrivare al nocciolo della questione.
-Mh?- fece distrattamente, svoltando l’ennesima curva.
-Hai la ronda questa sera?-
Decisamente la prendeva alla larga, e di parecchio.
-Si, come ogni mercoledì…come mai?- aria innocente verso l’amica e sguardo fisso davanti a sé, camminava a testa alta, proprio come le avevano insegnato da quando aveva mosso i primi passi, inserendola da subito in quel mondo di nobiltà e regole, etichette e cerimoniali, dal quale, ne era certa, non sarebbe mai uscita. Un circolo vizioso d’elite, per usare le parole di Amanda, e sempre usando quelle, poté definire “deformazione professionale” lo sguardo involontariamente altezzoso che senza nemmeno accorgersene rivolse a chi incontrò lungo i corridoi. A voler essere sinceri, non faceva caso a questi dettagli, non come ci facevano caso gli altri almeno, per lei era normale, una serie di comportamenti inculcategli fin da quando aveva memoria che riemergevano spontanei ogni qualvolta l’occasione si presentava. Era un’abitudine, d’altronde, come lo erano le occhiate e i bisbigli che l’accompagnavano lungo i suoi percorsi: sguardi fugaci, indagatori, esaminatori, pronti a trovare una falla in quella sua scorza dura e perfetta che la racchiudeva ermeticamente, ponendo una netta distanza tra lei e gli altri; discorsi invidiosi, maligni, talvolta di un tipo di apprezzamento che lei preferiva di gran lunga evitare, capaci di capovolgere e modificare realtà addirittura non conosciute solamente per il gusto di offenderla come lei offendeva con un semplice sguardo, con il semplice cognome che portava, con il solo sangue che le scorreva nelle vene nobili.
Era cattiveria, ma le scivolava addosso come acqua ormai, senza macchiarla, senza ferirla, lasciandole solo una sensazione di fastidioso bagnato che se ne andava alla minima fonte di calore. L’importante era solo trovarlo, e custodirlo, quel calore che aveva la forma di Amanda, di Scorpius, di Jasper, e di tutte quelle persone che sapevano contrattaccare ed estirpare fino alle radici gli stupidi giudizi gratuiti che da sempre le cadevano addosso.
Situazione normale, si diceva, per i Serpeverde come lei.
-Ma niente…solo mi chiedevo se per caso hai già finito i compiti- la vide attorcigliarsi una ciocca liscia e lucente di capelli al dito, mentre svoltavano ed entravano in Sala Grande e passo lento.
-Certo, come sempre. Come mai? Non ti torna qualcosa?-
-Oh no, niente di che…però sai che non vado molto d’accordo con Pozioni, no? Poi oggi sono andata all’allenamento, che è pure iniziato presto, e non sono riuscita a…- ma Sofia la bloccò con un sorriso prima che potesse continuare all’infinto.
-E’ sopra al tuo comodino, quando hai finito rimettilo nel mio cassetto-
Amandà sgranò gli occhi e la fissò sorpresa.
-Ma come diavolo…-
-Permetterai che conosca molto bene la mia migliore amica dopo sette anni passati assieme, non trovi?- ghignò e si sedette al solito posto, e metà del tavolo della sua casa.
-E va bene, bionda, te lo concedo, ma potevi dirmelo dall’inizio sai?- sorrise scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, leggermente ma bonariamente irritata per averle fatto sprecare tanto fiato.
-E perdermi tutti quei rigiri assurdi di parole? Mai- si allungò per versarsi del succo di zucca e ricevette una botta sul braccio che le fece quasi versare il contenuto de bicchiere sul tavolo.
-Scema!- la riprese sorridendo, poggiando il bicchiere miracolosamente colmo al sicuro sul piano liscio del tavolo, vicino al piatto.
-A proposito di ronda…questa sera vai con Scorp, no?-
-Si, ma scommetterei oro che quel deficiente farà solo i primi cinque metri prima di imboscarsi in un aula a fare ciò che non voglio nemmeno immaginare- afferrò le posate e cominciò a tagliare la carne con minuziosa attenzione, ripensando a tutte le volte che s’era dovuta fare i giri notturni da sola per coprire le “soste” di Scorpius. Quel ragazzo era irrecuperabile…
-E’ incorreggibile, ma chissà, prima o poi la testa a posto la metterà-
-Stiamo parlando dello stesso Malfoy? Capelli biondi, occhi grigi, fissazione maniacale per il sesso e lista di amanti che farebbe impallidire il playboy più incallito? No, quello non cambierà mai, fidati…- concluse decisa, infilzando un boccone.
-Io non ci giurerei…Ora, non ridere, so che la troverai un’idea totalmente assurda e inconcepibile ma…non ti sei accorta di niente nell’ultimo periodo?-
Sofia alzò un sopracciglio dorato e perfettamente curato in attesa che continuasse, curiosa di sapere cosa, a quanto pare, le era sfuggito sull’amico di sempre. Vide Amanda aggiustarsi sulla sedia e inclinarsi maggiormente verso di lei, così si chiese quanto importante e grave fosse la cosa per ricercare tutta quella segretezza. Che diamine aveva combinato questa volta Scorpius?
-Insomma, è da un mesetto che non fa altro che voltarsi verso una ragazza appena questa entra nel suo campo visivo, e sappiamo entrambe che Scorpius Hyperion Malfoy non fissa mai nessuna, casomai sono le altre a fissare lui- citò l’amico, abbassando il tono di voce per imitarlo e sorridendo assieme a Sofia del risultato quasi perfetto.
-E chi sarebbe la fortunata?- era ancora un tantino scettica e restia a credere che qualcuna avesse fatto breccia nel cuore dell’ambito Serpeverde, tanto più che in sette anni non l’aveva mai, ma proprio mai visto prendere una sbandata per nessuna, solo “fissazioni di letto”, che oltretutto, nel peggiore dei casi, non duravano più di qualche misero giorno.
-E’ l’ultima persona a cui potresti pensare, anzi diciamo proprio che non la includeresti nemmeno nella lista, per quanto lunga possa essere, visto che si tratta di…Rose Weasley-
Non resistette nemmeno un decimo di secondo, si era trattenuta, oh si che l’aveva fatto! Aveva davvero cercato di impedirsi di ridere, ma la sorpresa era stata talmente comica che anche l’ultimo bagliore di autocontrollo aveva ceduto agli spasmi ilari.
Lasciò andare le posate per asciugarsi gli occhi, bagnati dalle lacrime di riso, e darsi un ben che minimo contegno, perché non era in camera sua, seduta sul letto in sola compagnia di Amanda, e nemmeno in Sala Comune, in mezzo ai suoi amici che quel suo lato oramai lo davano per scontato, ma nella Sala Grande, alla mercé di tutti.
Quei tutti che ora la fissavano, incuriositi, affascinati di vedere la bella e algida Sofia ridere così apertamente. Per quanto ridicolo possa risultare, fu una specie di evento, un fatto che finì sulla bocca di mezza Hogwarts: “Sofia Nott, la ragazza di ghiaccio, aveva riso”. Certo il chiacchiericcio continuò, non ci furono silenzi imbarazzanti e pesanti, o sguardi fissi e impertinenti, solo brevi occhiate dei più curiosi, dei più ciarlieri, di quelli che si erano rimpinzati la testa di pregiudizi infondati. Non se ne curò comunque, troppo presa dal gran ridere, non pensò, in quell’istante, che la sua corazza era calata per un attimo, mostrando a tutti solo ciò a cui pochi era dato di sapere.
Le chiacchiere sarebbero passate, come tutti i pettegolezzi d’altronde, e i pregiudizi rimasti, come accade negli anni e nei secoli, ma quell’attimo di felice debolezza aveva colpito i giusti bersagli.
-Merlino…- respirò piano, una mano sul petto a placare i singulti e l’altra tra i capelli, per ravvivarli e sistemarli. Amanda intanto era rimasta seria, per nulla sorpresa di quella reazione che era certa sarebbe sorta al nome della ragazza –Ti prego, dimmi che stai scherzando, che hai bevuto, che quella che ti sei fumata non era una semplice sigaretta perché, andiamo, è ridicolo anche solo pensarlo- la guardò, tornando leggermente più seria, raddrizzando la schiena e controllando la piegatura delle labbra in un semplice, fine sorriso che rispecchiava tutto il suo scetticismo.
-Perché ti sembra tanto strano? E’ cresciuto, ha avuto i suoi momenti libertini, ma adesso starà maturando, non trovi?- sapeva, Amanda, che non era quello il reale motivo di tale reazione, ma preferiva evitare l’argomento, evitare un litigio per contrapposizioni di idee, per quanto questo fosse possibile trovandosi si fronte Sofia, ragazza che certo non demordeva una volta entrata in gioco.
-Sorvolando sul fatto che i suoi “momenti libertini”, come li chiami tu, continua ad averli, ed alla grande direi; io mi concentrerei piuttosto su un piccolo, misero dettaglio: la Weasley non solo è Grifondoro, e su questo si può chiudere un occhio con grande, grandissimo sforzo magari, ma è Mezzosangue- e tanto bastava per eclissarla dalla sua vista.
-Non ricominciare. Sai come la penso io, sono idee malsane, arcaiche, vecchie e idiote. Hanno portato a due guerre, alla morte, alla distruzione di famiglie innocenti e per cosa? Io per prima sono Purosangue, e non ci vedo niente di diverso tra me e la Weasley, se non il fatto che in Pozioni va mille volte meglio lei della sottoscritta- sbottò sorridendo tirata.
-Se ti sentissero i tuoi ti diserederebbero, lo sai?- sputò tagliente, attaccata alle idee inculcategli fin da bambina dai suoi genitori e nonni, dai libri di antenati Purosangue che era stata costretta a leggere ed abbracciare, facendoli diventare parte del suo “credo”.
-Lo sanno già come la penso io. Non approvano, ovviamente, ma sorvolano sul fatto, almeno per il momento. In tutti i casi, quella che mi preoccupa sei tu, non me stessa-
-Ah, adesso ti preoccupi per me? E come mai?- era offensiva, forse un po’ troppo, e dannatamente arrogante, ma quello era un tasto dolente, lo sapeva lei come lo sapeva Amanda, che comunque non s’era fatta remore a pigiarlo. La sua famiglia, le tradizioni, gli ideali antichi, tutto era un rito al quale i Purosangue come lei venivano sottoposti, un lavaggio del cervello dal quale non ci si poteva ribellare. Eppure Amanda l’aveva fatto, l’aveva insultato e continuava a farlo, e insultando ciò di conseguenza insultava anche lei, lei che si era piegata sotto tutti questi voleri, lei che aveva pensato fossero giusti, lei che i dubbi non l’avevano mai sfiorata ed era certa mai l’avrebbero fatto.
-Si, per te! Perché tu sei soggiogata, sei una vittima in mano loro! Non ragioni con la tua testa, ma con la loro, non ti vuoi rialzare, ti sei abituata a stare piegata sotto tutte queste credenze dementi che ti proteggono dal nostro mondo ma ti allontanano dalla normalità. Se mia amica, ti conosco, so come sei realmente e so come vuoi apparire agli altri. Hai paura di mostrarti debole, hai paura di farti trovare impreparata davanti alle situazioni che ti colgono alla sprovvista, per questo crei un muro tra te e gli altri, mattone dopo mattone, unendo tutto ciò che ti hanno insegnato per usarlo come arma di difesa. Ma è a doppio taglio, Sofia, e prima o poi ti farai male, prima o poi verrai ferita anche nel nostro mondo, lo vuoi capire? Non basta pensare di crederci, non basta volerlo, te lo devi sentire, e non è così! Tu non sei come i nostri genitori, o come i nostri antenati, credi di poterlo essere, ma non lo sei. Sei come una spugna e ti hanno imbevuta di tutte queste stronzate, ma puoi liberartene, puoi credere ad altro! Perché non capisci l’assurdità di tutte quelle cretinate?! Perché ti ostini a nasconderti dietro quei mantra che portano solo al male?!- bisbigliavano, sibilavano i loro pensieri con cattiveria e tenacia, attente a non farsi sentire, a non dare spago ad altri inutili e sciocchi pettegolezzi, tentando di mantenersi calme senza grandi risultati.
Amanda era rossa in viso, teneva i pugni serrati sotto il tavolo e respirava pesantemente per evitare di urlare. Dal canto suo, Sofia stringeva i denti per non farsi sfuggire tutti gli improperi che le stavano passando per la testa, mordendosi la lingua e stringendo le esili dita attorno alla sedia per impedirsi di scattare in piedi come una molla.
Erano tutte idiozie, le sue! Non era così, lei non si nascondeva dietro un bel niente, semplicemente metteva in atto ciò che le avevano da sempre insegnato, ciò in cui credeva davvero. Non si era fatta mai soggiogare e mai piegare da nessuno, era una Purosangue e come tale si comportava, niente di più e niente di meno. Se Amanda voleva ribellarsi che lo facesse pure, ma non l’avrebbe trascinata con sé, lei era fedele al suo mondo e lo sarebbe sempre stata.
-Basta! Finiscila subito, chiaro?! Io non faccio nulla di quello che hai detto, sono solo stupide idee del cavolo! Ciò che faccio lo faccio perché ci credo, non perché mi è stato ordinato o cos’altro puoi andare a pensare. Io.Ci.Credo. Credo nella purezza del sangue e nella diversità del nostro dal loro, credo che i nostri due mondi non dovrebbero mescolarsi e credo anche che se non la pianti di cercare di convincermi che ciò a cui sono stata educata per diciassette anni della mia vita sia solo un’emerita stronzata ti conviene cercare un’altra seguace da istruire!- a quel punto, troppo provata, troppo stanca di sentire ancora tutte quelle idiozie, si alzò di botto, facendo stridere la sedia sul freddo pavimento e, prendendo un grosso respiro per calmarsi, si allontanò dalla sala, evitando di ascoltare l’eco dei borbottii dell’amica e marciando a testa alta verso il massiccio portone.
Non fece in tempo a sorpassarlo che fu placcata da due spalle che conosceva bene.
-Che ti è successo?- Scorpius la scrutò in viso, preoccupato dell’innaturale tonalità rossa delle gote dell’amica e della sua frettolosa uscita, per di più solitaria, dalla sala.
-Niente, lasciami andare- fece per scrollarsi la sua mano di dosso, ma la presa si rafforzò maggiormente, rendendo inutile ogni suo misero tentativo di liberarsi. Sbuffò seccata, per nulla contenta di essere trattenuta a forza.
-Scorp, lasciami se non vuoi che ti stacchi il braccio con un incantesimo- sibilò furiosa, gelandolo con lo sguardo. Peccato che il biondo non fosse così propenso a impressionarsi alla vista di quell’occhiataccia che tanti aveva fatto tremare.
-Sofia, hai una faccia terribile, ci dici che ti prende?- anche Jasper le si era avvicinato, scrutando per un istante alle sue spalle verso il posto in cui in quel momento sedeva, sola e furente, un’Amanda dall’aria parecchio inviperita.
-Avete litigato- più che una domanda era una mera constatazione.
-I nostri soliti battibecchi, se volete dettagli chiedeteli a lei, e ora scusatemi ma devo proprio andare- con una mossa un po’ più decisa si liberò della presa dei due ragazzi, sorpassandoli a passo svelto prima che avessero la possibilità di riacciuffarla e sparendo lungo i buoi corridoi del castello, immersa in pensiera totalmente iracondi e diretta verso  il silenzio della Sala Comune, dove sperava di riacquistare, almeno in parte, il giusto contegno e la saggia calma per  non  Schiantare l'amica nel qual caso l'avesse reincontrata.

 

- - - Angolino dell'autrice - - -
Salve a tutte! E' la prima volta che scrivo su questa sezione, quindi sono seriamente curiosa di sentire i vostri commenti a proposito di questa folle idea nata dalla mia pazza mente improvvisamente adoratrice dei Serpeverde=P
Che dire...adoro Sofia, letteralmente, e adoro la sua combriccola di amici; non posso ancora proferir parola su Logan, perchè la sua comparsa avverrà nel prossimo capitolo, ma garantisco che non mancherà di spuntare fuori sempre più spesso, ovviamente=)
Aspetto con ansia i vostri commenti, critiche e quant'altro.
A presto, Calypso
 

 

 

  
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