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Autore: beaiss    14/03/2012    1 recensioni
Vorrei dire qualcosa, qualcosa per spiegare, per mettere le cose a posto, ma l’unica cosa che esce dalla mia bocca è quasi un sussurro – Oh, Jane, noi non...io...tu...–
Come al solito lui mi legge dentro – sì, hai ragione, non è il caso, tu sei una delle persone più complicate che conosca ed io...beh...io sono io –
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E’ tardi, gli altri sono andati tutti a casa ed io sono rimasta sola in ufficio a finire di compilare delle pratiche. Sono passate alcune ore e mi sono decisamente calmata. Non dovevo trattare Jane in quel modo, in realtà non so neanche perché l’ho fatto. L’unica cosa di cui sono sicura è che devo andare a parlargli, fargli capire che mi dispiace, sperando che questa volta sia lui a perdonare me.

Sono sicura di trovarlo in soffitta. Infatti quando salgo la luce è accesa e lui è lì ad aspettarmi.

– Scusa –

– Scusa – diciamo contemporaneamente.

– Mi dispiace Jane – continuo – non avrei dovuto attaccarti in quel modo, non so cosa mi prenda in questi giorni – dico accennando un sorriso mentre mi siedo accanto a lui in questa specie di letto in cui passa le notti ultimamente.

– No Lisbon, è colpa mia, non avrei dovuto provocarti. E’ che non riesco a non pensarci –

– A cosa? – chiedo timidamente.

– Al nostro bacio. Più ti guardo e più lo desidero ancora. Ci ho pensato tutto il giorno e non riesco davvero a fare finta di niente –

– Oh Patrick, anche per me è stato bello, ma non voglio rovinare tutto...e poi il lavoro, la squadra...è complicato, lo sai –

– Teresa, fidati di me – dice lui spostandomi dolcemente una ciocca di capelli dal viso.

– Io mi fido di te – rispondo sicura guardandolo negli occhi.

 

Mi bacia di nuovo, ma questa volta è diverso. Io lo assecondo. Rispondo al bacio e affondo le dita tra i suoi riccioli biondi. Sorrido quando sento le sue braccia circondarmi la vita e stringermi forte. Come ho fatto a rinunciare a tutto questo fino ad ora? Sono stata una perfetta idiota. 

Mi capite, vero, quando penso che devo assolutamente rimediare?! Infatti con gesti impazienti inizio a sbottonargli la camicia. Credo che lui sia piuttosto sorpreso perché si ferma a guardarmi per un secondo. Poi ricomincia a baciarmi con passione e a sua volta mi spoglia, fa scorrere le sue mani lungo la mia schiena e mi trascina giù con lui. 

Non serve che dica che è stato fantastico, totalmente diverso da come me lo immaginavo (eh sì, ora non posso più negare di averci pensato) ma per questo ancor più meraviglioso. E penso lo sia stato anche per lui, perché quando mi sveglio è ormai mattina e lui sta ancora dormendo. Capite?! Sono riuscita a far riposare Patrick Jane in persona, il Re indiscusso delle notti insonni. 

Credo sia ancora presto perché regna una quiete quasi surreale e non ho proprio voglia di alzarmi da qui. Un timido raggio di luce entra dalla finestra, approfitto di questo momento di pace per osservarlo meglio e, cavolo, sembra davvero un angelo.  

Inizio ad avere un po’ freddo, così prendo la sua camicia blu e la indosso prima di dargli un bacio veloce e stendermi di nuovo accanto a lui, coprendoci in parte con la coperta che ho trovato appoggiata ai piedi del letto. Con la testa sul suo petto, un braccio a cingergli la vita e le nostre gambe intrecciate, mi riaddormento subito. 

 

Quando apro gli occhi per la seconda volta Jane è sveglio e mi sta osservando sorridente. 

– Buongiorno – dico, regalandogli un enorme sorriso.

– Buongiorno pigrona –

– Che ora è? – chiedo.

– Le nove – dice lui distrattamente, come se fosse la cosa più normale del mondo.

– COSA? – urlo, alzandomi velocemente dal letto.

– Lo sai che sei bellissima con la mia camicia addosso, non so se riuscirò a farti uscire da questa stanza – dice lui ignorandomi e sorridendo come un cretino.

– Patrick! E’ tardissimo. Perché diavolo non mi hai svegliato? –

– Dormivi così bene che ho pensato di concederti qualche ora di sonno in più. Dopo tutta la fatica di questi giorni – e di questa notte, sta per aggiungere guardandomi malizioso, ma lo zittisco prontamente con una delle mie occhiatacce. 

– Insomma, avevi bisogno di riposare –

Normalmente gli avrei già sparato, ma questa mattina non riesco ad essere arrabbiata con lui. – Mentre io mi vesto, almeno pensa ad una scusa da inventare per giustificare con la squadra il nostro ritardo – aggiungo rassegnata. 

Quest’uomo sarà decisamente la mia rovina.

– Ah – dice con lo stesso tono distratto di prima – lo sanno già –

Lo guardo confusa e alzo un sopracciglio in attesa di una spiegazione un po’ più esauriente, che non tarda ad arrivare.

– Ehm – tentenna – credo che quando non ci hanno visto arrivare, questa mattina, siano saliti a vedere se almeno io ero qui...– la mia espressione sconvolta lo deve spaventare parecchio, perché si ferma un attimo prima di proseguire imbarazzato.

– Beh, noi non abbiamo chiuso la porta a chiave e quando mi sono reso conto che stavano entrando ormai era troppo tardi... –

– COSA? – dico di nuovo. Ma questa volta la voce mi muore in gola pensando alla scena che si è presentata davanti alla mia squadra. Dopotutto io sono il capo...santo cielo, non posso fare queste figure di fronte ai miei ragazzi.

– Oh non ti preoccupare, io ho fatto finta di dormire e...beh, non mi sono sembrati molto sorpresi a dire il vero. Anzi, direi che Van Pelt era quasi euforica –

– E ora cosa facciamo? – chiedo esasperata.

– Niente – dice come se fosse ovvio. Ma è scemo? Come fa ad essere così tranquillo anche in una situazione del genere?

– Jane! E gli altri cosa penseranno? –

– Tranquilla Lisbon, non penseranno nulla che non sia la verità – fa lui con aria sfrontata prima di stamparmi un veloce bacio sulla bocca ed uscire dalla soffitta.

– Su Lisbon, siamo in ritardo – aggiunge l’idiota.

– JANEEE – urlo seguendolo fuori dalla stanza. Lo raggiungo e gli do una piccola sberla sul braccio. Ma in fondo sono contenta di vedere che non è cambiato niente, che saremo sempre i soliti Jane e Lisbon.

  
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