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Autore: Dors    14/10/2006    2 recensioni
Un gruppo eterogeneo di avventurieri legati da comune odio reciproco, si avventura nei territori delle ombre, territori di morte e dolore. Eppure l'impresa più difficile sarà quella di riuscire ad andare d'accordo
Genere: Commedia, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La foresta di Whisperhell sembra svegliarsi quando i raggi del sole sorgente colpiscono le fronde dei suoi alberi; il vento soffiando porta con se
canti ammalianti, dolci e allo stesso tempo melanconici di creature che si celano alla vista dei mortali che come noi si apprestano ad attraverare questi luoghi; alcuni
di essi dopo aver udito quella terribile nenia si tolsero la vita strappandosi il cuore dal petto a mani nude e bagnando di rosso le rocce. Ecco il perchè di
questo nome: Whisperhell, il sussurro del diavolo"raccontava il mago Rok riempendo di tabacco la sua pipa.

Il viaggio della campagnia forzata di ladri e sacerdoti era stato interrotto da un improvviso temporale estivo che aveva riempito di fango i sentieri della foresta,
rendendoli impraticabili.
Si erano quindi rifugiati in una grotta umida che un tempo doveva essere stata la tana di qualche orso.

"Illuminante Rok!"disse secca Ellen "Ad ogni modo, nella fretta dei preparativi non ho avuto il tempo di interrogarti sulla tua identità"continuò
rivolgendosi alla ladra.

"Il mio nome è Tessa, appartengo alle tribù nomadi poco distanti da qui. E non gradisco essere trattenuta contro la mia volontà"rispose lei.

"La scelta di tentare di rubare l'occhio di drago in combutta con quell'altro delinquente è stata tua! In un altra occasione avresti gia assaggiato
il mio acciaio, d'ora in poi limitati a ripondere alle mie domande".

Reagan spalancò la bocca indignato" Ehi! Un momento mia signora! Non confondiamoci! Il rubino l'avevo mirato io, lei mi ha solo rubato il lavoro"protestò.

Ellen sferrò un pugno all'uomo rimettendolo a sedere"SILENZIO!!"

Reagan fissò con astiò i bracciali magici che gli impedivano i movimenti, annuì tenendo lo sguardo su quelli.

"Vado fuori a controllare la situazione: non sopporto la vista della feccia "sbottò la sacerdotessa.

"Spero che le si arrugginisca l'armatura"mormorò Reagan con la mascella ancora indolenzita, quindi scoccò un'occhiata di profondo disguto al padre.

"Andiamo figliolo non guardarmi così. Almeno ho provveduto a salvarti la pelle....come...come ta tua madre?"chiese Rok timoroso

"Come vuoi che stia? E'troppo vecchia per lavorare ancora al bordello, così ora pulisce i pavimenti della tenuta di Thogama dagli escrementi del padrone!
E non sono sicuro che sia meglio!"

Rok chinò la testa"Mi dispiace..."

"Tieniti l'ipocrisia per quella belva della sacerdotessa!"

Il diverbio fu interrotto da un urlo acuto, Ellen corse dentro "ROK! PAZZO DI UN MAGO! QUALI FENOMENI DA BARACCONE HAI RACCATTATO??";
la seguiva un nano dall'apetto grottesco, l'elmo calcato quasi fin sopra gli occhi e una lunga barba che ricopriva completamente l'armatura a scaglie che indossava.

"Ehm....Ellen lui è Korgan...un'eccellente guerriero, mi ha accompagnato in molte imprese quando ero più giovane, non mi ha mai deluso...e d'altro canto...era
l'unico che avesse risposto al mio appello."

In nano sorrise motrando una fila di denti aguzzi e disallineati; agitò un'ascia in segno di saluto.

A quanto ricordava Rok solo il suo aspetto di demonio invasato era bastato più di una volta a mettere in fuga avversari codardi e superstiziosi.
"E' muto" spiegò "Ma la voce è l'unica cosa che gli manca"un alito di fumo si alzò dalla pipa appena accesa.Conosceva fin troppo il talento di Korgan, per questo era
sicuro che non si sarebbe pentito per averlo coinvolto nella missione.

"Certo non doveva essere la puzza a mancare, anzi c'è in abbondanza"commentò Reagan arricciando il naso.

Il nano batte un pugno sulla corazza orgoglioso della sua scarsa igiene personale, quindi si accarezzo la barba soddisfatto.
"Basta così proseguiamo senza perdere altro tempo in chiacchiere".concluse Ellen.

Ripresero il cammino in silenzio ognuno preso dai propri pensieri, non si scorgeva il sole tanto erano fitte le chiome di quegli alberi secolari e Whisperhell
sembrava avvolta in un atmosfera spettrale, di giochi di luce che facevano apparire le ombre degli scoiattoli come figure di draghi in agguato.
Tessa, rifletteva ancora su come sfuggire dalle mani della sacerdotessa, i bracciali magici non avevano una serratura che lei potesse scassinare, era come
se un fabbro li avesse fusi attorno ai suoi polsi."Ameno possiamo sapere dove siamo diretti?"domandò irritata mentre cercava di tare dietro a passo sostenuto di Ellen.

"Ci stiamo recando a Thomn'ara, la città degli elfi dei boschi. Li si unirà a noi una mia vecchia conocenza; poi ci dirigeremo alla volta della gola di Karmekilion"chiarì Rok.

"Karmekilion??! Quale follia vi spinge verso quel posto maledetto?"

"I nostri scopi ultimi non ti riguardano nomade! Sono faccende troppo importanti per parlarne nella foresta del Sopiro del Diavolo, chissà che il uo vento 'magico'
non trasporti le nostre parole fino ai nostri nemici."intervenne Ellen agitando la chioma di capelli rossi come a sottolineare il tono sarcastico.

"Non prendere alla leggera le leggende su Whisperhell. E nemmeno dovresti avere l'animo sgomro di preoccupazioni al pensiero che un elfo si unirà a noi. Sono creature
ambigue, seguono le leggi selvaggie della natura; amano l'arte e la poesia ma hanno il cuore duro come marmo quando si tratta di punire i loro avversari"cominciò a
raccontare il mago."Il loro sguardo è gelido e crudele. Mai fissare un elfo! Rischi di dimenticare chi sei guardando occhi millenari che hanno visto svelati arcani misteri
e segreti che sarebbero dovuti rimanere celati!"Così concluse solennemente mentre Korgan annuiva con vigore.

"Risparmia il fiato per camminare. Karmekilion dista tre giorni da qui, se non sostiamo troppo a lungo. E Thomn'ara è ancora lontana"lo ammonì la sacerdotessa.
Nessuno parlò oltre fino all'arrivo alla città. Il cammino fu accompagnato dall'ecchegiare di melodie remote, e dal rumore di foglie secche schiacciate dagli stivali.
La foresta con i suoi rumori era come se ridesse degli avventurieri che ingenuamente si sentivano sicuri al fianco delle loro armi.
Ognuno di loro restò solo con i propri pensieri; la solitudine fece riaffiorare mille ricordi, come le acque di un fiume che rompono gli argini invasero la loro mente
travolgendoli flusso di immagini confuse al punto che divenne difficile distinguere frammenti di sogno da vecchie esperienze.
Quando finalmente scorsero le mura di marmo candido di Thomn'ara dove la foresta cominciava a diradarsi trassero un sopiro di sollievo.

Rok diede una pacca sulla spalla del nano." Non è quello che hai sempre desiderato, amico mio? Vedere le Bianche Mura prima di soccombere nele profondità di Karmekilion?"
Il nano stranamente annuì sorridendo.
  
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