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Autore: Lilmon    17/03/2012    3 recensioni
Chi è l'invasore? L'invasore è un personaggio ostile, malvisto da qualunque popolazione. Giunge sulla terra degli altri, imponendo il suo potere e sottraendo ogni possibile bene riutilizzabile. L'invasore è crudele, l'invasore è un mostro.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Questo capitolo... Beh se volete potete saltarlo. E' molto artificioso e mentre lo scrivevo pensavo solo al prossimo capitolo, il quarto. Aspettatevi un quarto capitolo sorprendente e un terzo molto scadente (ma necessario, quanto questa inutile rima). Grazie ancora per leggere le mie fantasticherie! Al quarto!
 
 
Casa.
 
 
"Un militare ed un biologo, due spiriti completamente differenti, in due mondi completamente differenti. Seicento migliaia di milioni di chilometri non basteranno mai a separare un destino comune. Due corpi, una sola anima."
 
 
E così stavo ormai per abbandonare il mio pianeta natale, la mia amatissima Terra, che mi guardava attraverso i vetri panoramici della Imperial quasi dicendomi "Arrivederci!". Erano stati duri gli ultimi decenni, ed allontanarmi proprio in quel momento di crisi, mi pareva una sorta di tradimento nei confronti delle mie origini, del mio popolo; quando si ha un problema, si deve restare per cercare di risolverlo, e non scappare lasciandosi tutto alle spalle. Ma quella fu la mia decisione: partrire per Giove.
Verso l'inizio del XXIII secolo la popolazione sul pianeta aveva sfiorato i dieci miliardi di abitanti e la Lega Mondiale (al cui vertice in quei decenni c'erano U.S.A., Arabia Unita e Cina) aveva pensato ad un progetto di colonizzazione della Luna per diminuire la concentrazione di uomini sulla Terra, spropositata rispetto alle risorse disponibili sul pianeta. Questo progetto non riscosse molto successo tra i massimi scienziati, a cui sembrava più uno stupido sogno infantile che una concreta soluzione al problema del sovrappopolamento. Quando s'accese questo dibattito sul come e sul se trasferire alcuni uomini sulla Luna, io avevo solo sedici anni ed ero del tutto disinteressato verso questi aspetti della politica del mio paese. Essendo nato ed avendo sempre vissuto in un paesino di campagna in Texas, disperso nel nulla, ero cresciuto senza troppi contatti con il modo di vivere moderno e frenetico tipico della East Coast; ero solo un ragazzino a cui piaceva andare in bicicletta coi suoi amici, giocare a pallone e magari allevare qualche pesce o qualche rana pescati in precedenza chissadove. In quegli anni in cui andavo al liceo, una volta abrogato il progetto dell'esodo lunare e poichè il capitale destinato alla sua realizzazione era già stato investito, sulla faccia della Luna non visibile dalla Terra venne costruita un'imponente stazione militare di lancio dei mezzi spaziali; questo perché, essendo l'attrazione gravitazionale minore sul satellite, le navi decollano con maggiore facilità. Appena ultimata la costruzione, v'era da risolvere il problema di approvvigionamento dell'energia necessaria al corretto funzionamento degli apparecchi elettronici. Infatti, mentre i viveri e l'acqua potevano essere inviati sul satellite ogni tre mesi, per l'energia elettrica invece era impensabile questa soluzione. Venne così installato sulla faccia lunare che ci appare tutte le sere, meravigliosa, come una goccia di rugiada nel cielo notturno, un enorme numero di pannelli fotovoltaici al silicio. Se infatti si osserva bene la Luna con un cannocchiale in una sera in cui il cielo non sia troppo coperto, si possono distinguere gli impianti di pannelli che paiono delle "macchie" scintillanti. La base di lancio era un enorme edificio bianco di quattro piani, era dotato di dieci torrette di controllo ed altrettante piste di decollo ed atterraggio. Tra gli stati della Lega Monsiale, gli U.S.A. destinavano alla stazione dieci miliardi di dollari circa ogni trimestre, Cina e Arabia Unita circa venti miliardi a testa. Dalle piste partivano tutte le spedizioni spaziali, sia quelle militari che quelle per la ricerca. 
Mi ricordo ancora la prima missione a partire dalla base lunare. Era il 2207, erano passati cinque anni dall'inizio dei lavori sul satellite ed io, ormai studente universitario di biologia, ero maturato molto e mi ero trasferito a Chicago. Lì vivevo in un alloggio in affitto, con tre coinquilini, tutti molto simpatici; all'inizio dell'estate trovai anche una ragazza, bruna, alta e molto spigliata. La conobbi in una discoteca un sabato sera, era l'amica di un'amica di Matt (un mio coinquilino). Un drink, poi due e poi ancora. La mattina dopo mi risvegliai nudo nel mio letto, lei al mio fianco. Ci stetti insieme per sei mesi, poi lei partì per l'Europa, non so cosa l'attirasse in quel paese povero, ma sicuramente qualcosa più importante della mia persona. Due giorni dopo la sua partenza, il 21 novembre 2207, sentii al telegiornale che le tre Colonial (Nina, Pinta e Santa Maria in onore di Colombo, da cui la stessa missione prese il nome, Columbus) erano partite dalla stazione lunare per il "Pianeta Rosso". Mi ricordo di questa notizia, perchè tutti erano eccitati ed esaltati da quello che si prospettava essere l'inizio della colonizzazione del sistema solare. L'uomo aveva però già messo piede svariate volte su Marte, la prima nel lontano 2028 e l'ultima quasi duecento anni dopo, nel settembre 2205, ma tutte le spedizioni precedenti erano state di ricerca biologia o geologica. Dopo che infatti il progetto di colonizzazione della Luna era stato abbandonato, si spostò subito l'attenzione su Marte. Esso era dotato di un atmosfera (anche se scarsamente ossidante) e ai poli vi era presenza di ghiaccio. La colonizzazione di Marte sembrava poter non essere solo più un sogno irrealizzabile, ma un obbiettivo realmente raggiungibile. Venne così organizzata nel 2205 la spedizione (quella precedente a Columbus) denominata Chora; partirono per Marte un'equipe di piu di mille ricercatori tra cui botanici, biologi e geologi, e più di duemila operai. Questa missione fu la prima organizzata al fine di importare la vita su un altro pianeta. Si l'uomo, dopo aver distrutto quasi completamente il pianeta di cui era ospite, non avendo imparato nulla dalle proprie stupide azioni, ora si divertiva a gicare a fare Dio, portando rovina su un altro pianeta. Insomma, Chora consisteva nel trapianto di forme di vita vegetale create a tavolino in laboratorio, le ossigere, che consumassero i gas presenti nell'atmosfera marziana ed acqua, per poi liberare ossigeno. Per poter raccogliere l'ossigeno prodotto dalle piante, innanzitutto fu progettata e costruita la prima C.A.A. (Capsule for Artificial Atmosphere): un'enorme cupola di una speciale lega vitrea flessibile e allo stesso tempo resistentissima. Una volta ultimati i lavori, il terreno circoscritto da quest'enorme cupola venne bonificato, creando anche degli enormi bacini idrici sotterranei, delle vere e proprie falde acquifere artificiali. Quando gli operai ebbero portato a termine il tutto, entrarono in gioco i botanici: essi piantarono le ossigere. A distanza di due anni dalla partenza delle tre Colonial, sulle stesse due piste di decollo (quasi come un rito scaramantico) vennero preparate tre Imperial: trentamila famiglie stavano per lasciare il proprio pianeta madre per trasferirsi su Marte, lì avrebbero costruito una seconda C.A.A. per il trasferimento di altrettante famiglie. Questo progetto, chiamato New World, sarebbe dovuto durare cent'anni ed avrebbe visto il trasferimento sul Pianeta Rosso di circa un milione e mezzo di famiglie. Come potete capire, era una vera e propria follia. Trentamila famiglie costrette a vivere sotto una cupola trasparente, costrette a lavorare e faticare dentro tute spaziali costrittive, costrette a razionare cibo ed acqua, costrette a respirare un'atmosfera finta, lontane da casa, vivendo di una vita artificiale, di una vita fasulla... A distanza di tre mesi dalla partenza dei primi nuclei familiari, arrivò la notizia della conclusione della seconda C.A.A. e con essa la richiesta di rifornimento di cibo ed acqua. Ogni tre mesi infatti due Colonial partivano dalla stazione lunare per dirigersi su Marte e rifornire di viveri i coloni marziani. 
All'anno per questo progetto venivano spesi dalla Lega Mondiale duecento miliardi di dollari, dollari che provenivano dalle tasche dei cittadini. La popolazione presto insorse. I problemi di sovrappopolazione non erano infatti stati risolti, e nel giro di pochi anni le spese per il mantenimento di New World erano divenute insostenibili, una pazzia. I tre vertici della Lega Mondiale furono presto presi d'assalto dai media di ogni paese e l'Europa fece appoggio su tale questione per risollevare il prestigio politico perso negli anni. Con la crisi economica del XXI secolo e il crollo della borsa, gli stati europei si erano infatti riuniti tutti in un'unica federazione e l'Europa, da semplice organismo unicamente economico, era divenuto un vero e proprio stato. Ma il governo europeo non riuscì a saldare i debiti internazionali degli ex-paesi membri, e la crisi sembrò insormontabile. Così dal XXII secolo l'Europa entrò a far parte del terzo mondo, lasciando spazio sul mercato internazionale a nuove potenze emergenti come la Cina e l'Arabia Unita (nata dall'unificazione della Penisola Arabica, con capitale Dubhai). Poichè l'economia era vacillante anche negli altri paesi, il 2 febbraio 2156, questi due stati decisero assieme agli U.S.A. di unirsi in una confederazione, che venne chiamata Lega Mondiale. Al vertice di questa potente alleanza economica vi erano appunto i tre comandanti in carica delle tre rispettive nazioni membri. Siccome dunque le risorse energetiche del pianeta si andavano esaurendo, l'Arabia Unita, maggiore esportatrice di petrolio ed uranio, avrebbe presto perso il suo prestigio all'interno della Lega Mondiale; proprio per questo quindi l'Europa stava cercando di accusare questo paese del fallimento (ormai evidente a tutti) di New World. La tensione raggiunse l'apice con l'assassinio del vertice arabo: Dubhai, centosessantesimo piano del grattacielo più alto del mondo, il Burj Khalifa, nel suo studio a seicentotrentasei metri dal suolo; uno schizzo di sangue sulla parete nord della stanza, continuo, anche sulla Primavera del Botticelli; un cadavere ripiegato su una scrivania in noce, immobile in un lago di sangue con una penna serrata nella mano destra; Ahmed Rashed Al Nahayan, emirato arabo re dell'Arabia Unita, una pallottola in mezzo agli occhi. La guerra sembrava inevitabile, caduto il terzo uomo più potente al mondo, la guerra tra U.S.A. e Cina per il controllo della Lega Mondiale sembrava alle porte. Mi viene in mente la chiamata che mia madre mi fece alla notizia della morte del copresidente arabo; era molto spaventata e preoccupata, mi chiese come stavo e quando sarei tornato a casa da loro, mi disse che il mondo stava per incorrere in una Terza Guerra Mondiale e che forse saremmo dovuti scappare in Europa, che lì avremmo comprato un terreno ed avremmo vissuto dei frutti del nostro lavoro agreste. Non potei trattenermi dal ridacchiare, la rassicurai. Molto ansiosa di risentirmi, mi salutò e ci congedammo. La guerra per fortuna non scoppiò mai, anche perchè l'Europa non ottenne il posto come terza potenza membro della Lega Mondiale. Gli U.S.A. e la Cina infatti colsero l'occasione (qualche giornalista avventato parlò persino di complotto) per escludere l'Arabia Unita, ormai senza leader (e senza più risorse energetiche) nel caos più totale, e far divenire terzo paese membro l'India. Si proprio l'India. Primo produttore di biomassa al mondo, l'India era divenuta una grande potenza economica sul mercato internazionale, ed era così stata messa sotto scacco.
Durante questo periodo di crisi interna, la Lega Mondiale abbandonò il progetto New World. Oltre ad uno stupido progetto, la Lega Mondiale abbandonò su Marte anche trentamila famiglie.
Questo vero e proprio genocidio venne oscurato con una semplice frase:"Le due C.A.A. installate sul suolo marziano sono state danneggiate da una scossa tellurica piuttosto intensa e hanno avuto delle perdite, delle trentamila famiglie su Marte nessun superstite". Il mondo intellettuale s'infiammò. Ricordo che nella mia università a Chicago, i professori bruciarono tutti i documenti inneggiando alla rivolta per la ripresa dei valori tradizionali e per la fine della corruzione dei tre vertici della Lega. La Lega Mondiale si servì di pratiche molto repressive: gli oppositori politici e gli istigatori del popolo (tra cui proprio il mio professore) vennero tutti incarcerati e fu tappata loro la bocca. Ma spesso anche il popolo si era rivoltato, in Penynsilvania ad esempio ci fu una sommossa popolare che causò la morte di migliaia di persone, tra rivoltosi e funzionari del governo. Per riconquistare la fiducia del popolo serviva agire subito.
Il pretesto arrivò da una sonda che nel 2201 era stata inviata su Giove. Essa riportava che l'atmosfera del pianeta conteneva, anche se in minime quantità, ossigeno, vi era presenza d'acqua e di forme di vita intelligenti ed evolute. Un'immagine, abbastanza sfocata, un essere verde, ritto su due zampe, che protendeva uno dei due arti verso la telecamera. Dopo l'arrivo di quell'immagine, il contatto con la sonda spaziale venne interrotto. Il mondo cadde in panico. La scoperta di forme di vita intelligenti, in più all'interno del nostro stesso sistema solare, era un sogno antico quanto l'uomo, che in quei giorni si stava trasformando in un incubo. E se gli abitanti di Giove fossero stati più evoluti di noi? Se avessero preso il nostro messaggio come un messaggio di guerra? Se avessero voluto raggiungere la Terra per eliminarci? Tutti avevano paura. Mia madre mi chiamava in quel periodo anche quattro volte al giorno. Intanto io mi ero laureato e la mia voglia di sperimentare sul campo tutto ciò che avevo imparato in sei anni di università strabordava dalle punte dei miei capelli. Quando appresi che la Lega Mondiale si era preparata ad inviare due ambascerie sul pianeta Giove, corsi ad informarmi se avevano bisogno di ricercatori a bordo. Il militare che mi ricevette mi rispose negativamente, e io tornai a casa. Dopo tre giorni, la notizia della distruzione delle ambascerie. Il panico dilagò in tutto il mondo. Uno scenario post apocalittico prese tutta la nazione: persone che assalivano negozi accaparrandosi tutti i generi alimentari a lunga conservazione possibili, autostrade intasate, pazzi che incendiavano veicoli e case. La Lega non sapeva come reagire, ma capì che questa situazione aveva cancellato dalla mente dei civili il ricordo del disastro marziano. La decisione venne finalmente presa una settimana dopo: gli U.S.A. votarono contro l'intervento armato, la Cina e l'India, sempre in accordo su qualunque decisione, votarono a favore.
Eccomi qua. 1° febbraio 2208, Sylar Hewer, 26 anni, biologo dell'Università di Chicago, che, dalla terza Imperial delle venticinque in partenza dalla stazione lunare per la guerra su Giove, saluta la sua vecchia vita, portandosi nella borsa il suo taccuino per gli schizzi e nel cuore i volti delle persone care.
  
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