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Autore: moka73    17/03/2012    0 recensioni
Stella arriva in laboratorio come sempre, ma l'ufficio di Mac è transennato con il nastro giallo per la scena del crimine. Cosa è successo?
Se vi è piaciuta la storia ditemi se vi piacerebbe un seguito, magari con i dettagli e il seguito romantico.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Taylor deve morire cap. 2

 

Stella guardava Mac dormire dal vetro della stanza in cui era ricoverato.

Adesso bisognava capire cosa diavolo era successo e come aveva fatto Darrel Finch a entrare alla Scientifica.

Già, Darrel Finch. Lei e Mac lo avevano arrestato sei mesi prima dopo una lunga ricerca. L'uomo aveva ucciso sei donne, sempre lo stesso giorno ogni mese. Anche la perizia psichiatrica del carcere non aveva ancora dato spiegazione dell'operato di questo criminale.

 

Due giorni prima del sequestro di Mac, il procuratore aveva firmato il permesso affinché Darrel fosse trasferito in un istituto di cura dove poter analizzare meglio il suo caso. Ecco quando era riuscito a fuggire facendo perdere le sue tracce nel bosco.

Ma poi era ricomparso a New York per vendicarsi del detective che lo aveva arrestato,Mac, appunto.

Era stato lui, infatti, a procedere concretamente al fermo del killer.

 

Stella era assorta quando vide che Mac aveva aperto gli occhi. Lui la vide e le fece cenno di entrare:

  • Ciao. La salutò

  • Ciao Mac. Ricambiò lei, sedendosi sulla sedia a fianco del suo letto. - Ti ha proprio ridotto male. Gli disse prendendogli la mano fasciata.

  • Niente che non possa essere sistemato. Ribattè lui cercando di sorridere.

Stella tacque. Doveva fargli tutte le domande che le erano imposte dal lavoro, ma per adesso le bastava sapere che lui era fuori pericolo e che, a parte un pestaggio con i fiocchi, non gli era stato fatto nulla di grave.

  • Non l'ho visto Stella. Disse lui rompendo il silenzio – ero assorto a rileggere un fascicolo…...non l'ho ne visto ne sentito.

  • Tranquillo, Mac, vedrai che ricostruiremo l'accaduto. Tutta la squadra sta lavorando per esaminare il tuo ufficio e il resto della Scientifica. Quello che non capisco è come ti ha portato fuori senza segni di lotta. Sei un ex Marine, sai come difenderti. E' sembrato che tu lo avessi seguito spontaneamente.

  • E' comparso sulla porta del mio ufficio puntandomi la pistola. Non è che potessi fare un granché. Mi ha detto che era lì per vendicarsi di chi lo aveva messo in galera: io e te.

    Mi ha intimato di seguirlo senza fare nulla che potesse metterti sulla pista giusta su quello che stava accadendo. Mac fece una pausa. La testa gli faceva male e i ricordi erano ancora piuttosto confusi.

  • Come hai fatto a metter il libro sul mio tavolo? - gli chiese Stella.

  • Gli ho semplicemente chiesto di farmi lasciare dei fascicoli in un altro ufficio. Stranamente lui ha accettato. Così ho preso il libro in un attimo in cui gli davo le spalle.

  • E poi?

  • Siamo scesi nei garage. Una volta in macchina non ricordo esattamente come siano andate le cose, l'unica cosa che so è che mi ha iniettato qualcosa. Qui sul collo. - E indicò il punto. - Ero stordito e non riuscivo a ribellarmi.

  • Va bene faremo il tossicologico e cercheremo di capire di quale sostanza si tratta. Adesso riposa, appena saprò i risultati ti terrò informato.

Stella si alzò dalla sedia, stava per andare, quando Mac le afferrò la mano. I loro sguardi si incontrarono e lei tornò a sedere.

  • Stella, come hai fatto a vedere Finch nascosto dietro quella quinta? C'erano due squadre della omicidi in quel teatro e nessuno si era accorto che lui era ancora lì. Come hai fatto?

  • Qualcosa mi diceva di stare in guardia. Flack ti aveva trovato troppo facilmente. E poi: perchè rapirti, legarti, pestarti per poi lasciarti andare così. Non aveva senso. Così, appena ho sentito Don chiamarmi, ho pensato che forse il killer voleva vendicarsi anche di me, visto che l'indagine l'avevamo condotta insieme, e il modo migliore per farlo sarebbe stato........ucciderti davanti ai miei occhi.

    Stella tacque. Cercava di controllarsi, ma a quell'ultima frase non potè impedirsi di avere gli occhi lucidi.

  • Quando ti ho visto venire verso di me, ho cercato con lo sguardo qualcosa che potesse rivelarmi la presenza di Finch: Mac io sapevo che era lì da qualche parte, dovevo solo capire dove e farlo in fretta prima che ti uccidesse. E' stato un attimo, uno stupido riflesso sulla canna della sua pistola a tradirlo. A me è bastato.

Di nuovo il silenzio calò tra loro. Questa volta, però, una lacrima rigò il volto della bella donna greca. In fretta Stella si asciugò il viso, ma non distolse lo sguardo da quello di Taylor.

  • Non potevo perderti. Aggiunse.

    Mac non disse una parola. Avrebbe voluto accarezzarle il volto, ma aveva tutte e due le mani fasciate.

  • Ora scusa, disse Stella, ma devo tornare al laboratorio. E si alzò. Quando fu sulla porta lui la chiamò:

  • Stella........nemmeno io voglio perderti. Lei sorrise e fece un cenno di assenso con la testa.

  • Ti mando Flack per le domande di rito. Gli disse e uscì chiudendo la dolcemente porta.

 

Una volta arrivata alla Scientifica, Stella si fece aggiornare sui risultati. Ora lei sapeva gran parte della storia, per cui restava una sola cosa da capire: come Finch era riuscito a d accedere al laboratorio. Avrebbe dovuto avere il codice d'accesso all'ascensore per fermarsi al trentacinquesimo piano.

Stella chiese ad Adam di visionare uno per uno tutti i nastri della sorveglianza: probabilmente il killer si trovava nelle vicinanze quando qualcuno della scientifica aveva digitato il codice.

Infatti, un'ora più tardi, Adam andò da Stella e le fece vedere un uomo con un berretto da basball che scriveva qualcosa su un biglietto immediatamente dopo che uno dei loro tecnici aveva iniziato il turno.

Il resto era facile da intuire: una volta entrato nella al piano giusto, vista l'ora tarda non gli fu difficile sorprendere Mac assorto nel lavoro. Un buon paio di scarpe con suola di gomma gli avrebbero garantito la silenziosità necessaria. Poi il racconto di Mac aveva colmato le lacune.

 

Erano ormai le nove di sera passate, quando Flack bussò alla porta di Stella:

  • Ciao, vengo adesso dalla Centrale. Ho finito il rapporto sul sequestro di Mac. Tu a che punto sei?

  • Ho finito. Ma tu che ci fai qui?

  • Pensavo di offrirti una birra e un hamburger.

  • Beh, veramente pensavo di passare da Mac......speravo mi raccontasse cosa è successo tra il rapimento e il nostro ritrovamento.

    Flack si fece serio:

  • E' stata una giornata lunga, Stella. Aspetta domani, dammi retta.

  • Don, che c'è?

  • Dagli tempo, quando sarà pronto ti racconterà tutto.

  • Ok Flack. Disse Stella anche se non era completamente convinta. E spenta la luce uscì a mangiare un boccone con l'amico.

     

 

 

 

  
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