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Autore: Violetta_    18/03/2012    4 recensioni
Non riesco ancora a capacitarmi della mia stupida superficialità, del mio egoismo infantile.
Povera sciocca, che cieca che ero, avevo la luce e ho preferito l'inferno.
Ecco una piccola favoletta con protagonista una Hinata diversa, più seducente e sicura di se. Ma sarà un bene per lei?
Mai giocare coi sentimenti altrui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sabaku no Gaara , Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Da quel giorno i due ragazzi non smisero un attimo di girarmi attorno, ed io di ricambio non smisi un attimo di alimentare i fuochi.

 

Perchè?

 

Ero bella, ricca e annoiata, una bambina viziata e loro erano i miei giocattoli.

 

Se Gaara mi regalava un mazzo di fiori, Naruto mi faceva trovare davanti la porta dei cioccolatini, e Gaara per vendicarsi mi portava in riva al lago, un posto odiato dal ragazzo dai capelli d'oro.

 

Se Naruto mi faceva fare un giro in carrozza, Gaara mi portava in uno di quei locali nascosti dove si poteva ballare sui tavolini, facendomi dimenticare tutte quelle regole che mi soffocavano come un corpetto troppo stretto.

 

Ero piena di attenzioni, ero felice.

 

Gaara mi aveva insegnato molte cose, era molto colto, molto intelligente e curioso di tutto quel che riguardava la scienza e le nuove invenzioni, ed era sempre dolce con me.

 

Per un periodo uscii segretamente con lui, tanto che ormai il rosso guardava con aria trionfante l’Utsumaki.

 

Ma aimè, una donna, specie se molto giovane, tende ad essere volubile come un petalo di rosa mosso dal vento.

 

Mio padre chiese a Naruto di prendere le redini della sua fabbrica, il che aumentò notevolmente il suo potere e prestigio, e quando durante una cena, mi chiese di ballare per poi andare in giardino ed offrirmi un anello d’oro, io accettai, proprio sotto gli occhi di Gaara.

 

Il ragazzo mi guardò con un’espressione delusa, ma in fondo doveva aspettarselo, erano belli e dolci tutti e due, tanto valeva prendersi il più ricco.

 

Le nozze furono faraoniche, era stata invitata la crème de la crème dell’alta borghesia, e anche molti nobili.

 

Fu il culmine del periodo più felice della mia vita.

 

Naruto non mi faceva mancare nulla: il nostro letto era infuocato, i doni erano splendidi e le mie amiche mi guardavano con invidia; ai pranzi e durante i ricevimenti della mia famiglia, mi capitava di vedere quel ragazzo dai capelli rossi, ma la sua presenza andava calando col tempo.

 

Poi tutto crollò.

 

Non fu una cosa improvvisa, anzi, la mia rovina fu talmente lenta, impercettibile, che ancora adesso non mi capacito della mia stupidità.

 

Iniziai ad annoiarmi, salotti, balli, conversazioni… tutto così astratto.

 

Naruto era quasi sempre a lavoro, avevo sentito parlare di nuovi metodi di produzione, di nuove scoperte ed invenzioni, ma la cosa non mi importava, sapevo solo che vedevo mio marito la sera tardi, e mi dedicava sempre meno attenzioni…

 

A pensarci bene, ci fu un momento della mia vita, che mi fece avvertire di un qualche pericolo, ma in quel momento, non capii.

 

Naruto era tornato a casa, io avevo già cenato da qualche ora.

 

<< Sei tornato >>.

<< Si >>.

<< Potresti rincasare prima è tar… >>.

<< Si, devo andare >>.

 

Mi diede un bacio sulla fronte, poi andò in un salotto a fumare il sigaro con mio padre “a parlare d’affari” diceva.

 

Infastidita ed irritata guardai fuori dalla finestra, rimasi come pietrificata dalla scena che mi si presentò: mia sorella era giù, le sue mani dentro quelle di Gaara, si guardavano negli occhi e parlavano piano, non riuscivo a sentire quello che dicevano, tuttavia ne percepii la dolcezza.

 

Poi vidi Gaara avvicinarsi al piccolo viso di lei e darle un lieve bacio sulle labbra, delicato, come una carezza, lo vidi staccarsi e osservare intenerito mia sorella che abbassava il viso, conoscendola doveva essere diventata tutta rossa.

 

Continuai ad osservare la scena, mi montò la rabbia, mi sentii bollire il sangue e bruciare il cuore.

Scesi come una furia dalle scale, spalancai la porta e mi avventai su quella piccola mocciosa.

 

<< Che stai facendo disgraziata? Sei fuori di casa nel cuore della notte, che combini e? Adesso t'insegno io bimbetta >>

 

Le afferrai una grossa ciocca di capelli e cominciai a scuoterla.

Ma cosa credeva? Di poter regalare baci alla sua età? Nossignore non nella nostra famiglia!

 

Intanto lei cercava di liberarsi e subito iniziarono a scenderle le prime lacrime.

 

<< Hinata mi fai male, lasciami! >>.

<< No brutta disgraziata e adesso vieni dentro! >>.

 

Continuava a divincolarsi, mentre Gaara tentava di dividerci.

 

<< Lascia stare Matsuri >>.

<< Mai! >>.

 

Dovetti ubbidire invece, i suoi occhi erano diventati di ghiaccio e mi puntavano severi.

 

Dov'erano finiti i dolci e languidi sguardi? Forse ora appartenevano ad un'altra? A Lei?

 

Sconvolta ed furente guardai la mia consanguinea.

 

<< Ti conviene dormire nella stalla, sto andando a parlare con papà >>.

 

Vidi il terrore tingerle il volto, tentò più volte di trattenermi e di dissuadermi dalla mia idea, ma non mi convinse.

Ormai ero troppo decisa.

 

Stupida bimba viziata, cieco e insensibile egoismo.

 

Dopo quella sera mia sorella fu cacciata di casa.

Lei non era mai stata presa in considerazione come me e in effetti i motivi erano molteplici: non era bella come me, non aveva il mio carattere, non aveva il mio portamento.

 

E fortunatamente non aveva il mio cuore.

 

Da quel che ne so, trovò ospitalità presso il medico del paese, e divenne la sua assistente. Per me fu una fortuna, adesso tutto il patrimonio della mia famiglia spettava alla sottoscritta.

 

O meglio a mio marito.

 

Ero, o almeno credevo, di essere felice, avevo raddoppiato il mio patrimonio ed avevo definitivamente rovinato la reputazione di quel ragazzo.

 

Si, aveva sbagliato lui... sicuramente lui.

 

 

 

 

 

---


Salve a tutti, fine secondo e penultimo cap. Che ve ne pare?
Prima di salutarvi vorrei ringraziare:

vale _hina: 
Grazie per i bei complimenti. Gaara lavora nella fabbrica poiché il padre è un giocatore d’azzardo sfortunato, guarda ti indico il pezzo: “dato che suo padre giocava d'azzardo tentando una fortuna che non gli apparteneva, era anche povero in canna”. Riguardo Hinata me la sono immaginata buona e dolce come nel manga, ma queste qualità le utilizza solo come maschera di facciata per nascondere la sua cattiveria. Spero continuerai a seguirmi ciao.
Dark Gaara: Ormai ti avrò ringraziato un milione di volte per un milione di motivi diversi, ma, dato che sono dotata di poca fantasia te lo ripeto: Grazie per la bella recensione!
Come già detto la ff è ambientata in una piccola cittadella americana durante la seconda rivoluzione industriale, spero di non combinare qualche strafalcione storico… sono felicissima che tu abbia notato anche i piccoli parallelismi col manga originale, mi piace non allontanarmi troppo da esso è come uno scoglio sicuro sul mare aperto (weee senti senti che vena poetica che ho oggi).
Grazie ancora per la recensione e per aver messo la ff nelle preferite, a presto ciao ciao.

Grazie anche a chi ha messo la storia nelle seguite:

Dark Gaara
FeverSkating 
SabakuNoLile
E ovviamente un grazie di cuore anche a chi legge. Ciao!

   
 
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