Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Bake di Cera    19/03/2012    1 recensioni
Marina ha venti anni, frequenta l'università e coltiva il sogno di diventare una cantante di musical; i suoi amici l'accompagnano sempre ai provini, facendo il tifo per lei. Laura, compagna di studi di Marina, è innamorata di Daniele, nonostante Ludovico cerchi di farle capire che per lui non è altro che un'amica.
Un pomeriggio, l'ennesimo provino. Una svolta? Sicuramente porterà alla conoscenza di nuove persone: la dolce inglese Eleanor, l'apparentemente ingenua Angelica e quell'uomo dall'aspetto così rude...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Teneva l’umanità in gabbia, celando il vero gusto dell’amore

Laura entrò nell’aula lasciando cadere la borsa nel banco accanto a Marina. Sembrava stanca, ma la sua amica non poteva compatirla avendo avuto un’altra lezione prima di lei.

- C-c-ciao… - sbadigliò Laura mentre si sedeva.

- Parliamo, - annunciò immediatamente Marina, guardandola negli occhi: era facile intuire che fosse stata sovrappensiero per tutte le due ore precedenti.

Era passato un mese dall’audizione, ma Marina e Luca non avevano ancora ricevuto risposte; per quanto ne sapevano, anche Angelica era priva di notizie. Tutto ciò, mentre da un lato teneva in agitazione Marina, dall’altro la rincuorava per il fatto di non dover ancora rivedere Stefano; tuttavia, non poteva arrivare a sperare di non aver passato l’audizione solo per evitarlo, quindi aveva inizialmente deciso di non ignorare il messaggio che Angelica le aveva inviato alcuni giorni prima.

- Ancora? - sospirò Laura. – Va bene, esponimi le tue ragioni.

- Non me la sento.

- Perché?

- Beh… Ho paura, - confessò Marina.

- Perfetto: sarà semplice, se ti hanno presa, dire che non andrai perché “hai paura”.

- In quel momento sarà inevitabile, ma ora…

- Daniele ha detto ad Angelica che ci andremo, quindi fine della storia, - concluse Laura.

In quel momento il professore di letteratura inglese entrò in classe, rendendo inutile per Marina controbattere.

Aprì il quaderno per prendere gli appunti, ma la sua mente era altrove.

Qualche giorno prima Angelica le aveva mandato un messaggio per chiederle se avesse ricevuto notizie dell’audizione; proponeva anche di incontrarsi di nuovo, magari per uscire da qualche parte. Marina aveva accettato e, a quel punto, la ragazza le aveva scritto che il venerdì successivo Stefano avrebbe suonato in un locale a Roma con il suo gruppo: mentre andava all’università, Angelica si era trovata di fronte ad un manifesto con il volto del cantante.

Marina era stata immediatamente colta dal panico: non voleva vederlo, non se la sentiva ancora, ma alla fine aveva ceduto, pensando che la cosa migliore fosse togliersi il pensiero; inoltre, nutriva la speranza di stare sopravalutando ciò che aveva provato quel pomeriggio, mentre probabilmente le sue emozioni erano dovute solo al sollievo per il provino appena concluso.

Questi erano stati i suoi pensieri iniziali, che erano mutati, però, da una settimana a quella parte almeno una decina di volte.

Andare o non andare? Soffrire o non soffrire? Rivederlo o sperare di essere scelta pur di non rischiare?

Scosse la testa, procurandosi un’occhiataccia da parte dell’amica: non poteva arrivare a desiderare una cosa del genere, lei voleva veramente quel ruolo, anche se si tratta di un musical amatoriale, accidenti!

- Vengo, - annunciò a Laura, decisa.

- Splendido! - sorrise lei. - Non vedo l’ora di sentir cantare Uncino: ho ascoltato la registrazione che ti hanno mandato, quella in cui cantava con Wendy, e ha una voce stupenda! Ah, hai chiesto a Luca di accompagnarci?

Marina si sentì sprofondare: Luca era l’unica ad avere la macchina, la patente o l’età adatta per guidare. Doveva per forza portarselo dietro.

 

Dopo essere scesa alla fermata del treno prima di Marina, Laura si mise le cuffie dell’Ipod, impostando la riproduzione casuale. Come al solito, constatò con un sorrisetto, l’Ipod sembrava averle letto nel pensiero.

La voce di “Uncino” le risuonò nelle orecchie, forte e potente, mentre prendeva la via verso casa. Chissà, poi, se Stefano fosse davvero l’interprete di Uncino… Avrebbe dovuto litigare con Marina per il sogno di essere rapita da lui!

Il cellulare vibrò. Laura lo estrasse dalla tasca, esasperata: sapeva chi era prima ancora di leggere il messaggio.

 

Puoi chiedere tu a Luca di accompagnarci? Inventati che non ho soldi per chiamarlo, che ho perso il suo numero di telefono, che sono stata temporaneamente rapita da Cthulhu… qualsiasi cosa, ma non farmi parlare con lui, mi sentirei troppo in colpa!

 

Sospirò. Tipico di Marina: sentirsi in colpa solo perché lei continuava a mostrarle la foto scattata di nascosto a Stefano… Che c’era di male a rivolgere i propri pensieri altrove per qualche momento, invece di restare sempre fissa su quel… quel… Non poteva farci niente, Luca non le piaceva neanche un po’.

Appuntandosi mentalmente che Marina le doveva un favore, compose il numero di Luca e si tolse le cuffie.

Uno squillo.

Prigioniera di Cthulhu? L’avrebbe ammazzata in un batter d’occhio!

Due squilli.

Numero di telefono perduto… Sarebbe stato un bene per tutti quanti.

Tre squilli.

- Pronto?

- Buonasera, sono l’addetta al casting del musical di Peter Pan: lei è il signor Fiorello?

- Sì, mi dica.

Laura rise in silenzio del suo tono pomposo.

- Luca, sono Laura.

- Ah… Ciao.

La sua delusione era palpabile anche a chilometri di distanza.

- Piaciuto lo scherzetto?

Sapeva già cos’avrebbe detto: - Ti sembrano scherzi da fare?

- Sinceramente no: ti sembrano scherzi da fare?

Prevedibile.

- Vabbè, quello che volevo chiederti ha sempre a che fare con il musical, però… Che ne pensi di Uncino in concerto?

- Cosa?

- Angelica ha scoperto che stasera il nostro caro Uncino canterà a Roma alle dieci… Ti va di accompagnarci? Vengono anche Ludovico e Daniele.

- Non so -. Luca non sembrava assolutamente convinto. – Non è che mi vada molto: domattina volevo studiare, poi stasera finisco tardi all’accademia…

Accademia di Danza, Canto e Recitazione: probabilmente era quello il motivo per cui Marina lo aveva scelto; Laura non riusciva a trovarne altri.

- Viene anche Marina.

- Ah.

Touché.

- Mi ha pregata di avvertirti lei, non ha più soldi nel telefono. Dice che ti sarebbe molto grata se potessi farci questo favore…

- Va bene, passo a prenderti alle nove. Ciao.

Prevedibile, appunto.

Si rimise le cuffie, ma le canzoni erano andate avanti.

 

Save me from my all life…

 

Uh, questa mi piace un sacco!

Riprese a camminare, ormai vicina a casa, non vedendo l’ora di ascoltare la fantastica voce di Uncino dal vivo.

 

- Uff… Arrivo!

Laura si lanciò in macchina, senza fiato. Non si accorse nemmeno degli altri passeggeri finché non sentì le loro voci.

- Ciao, Laura! – la salutò Ludovico, abbracciandola.

- Ciao, Ludo! Scusate il ritardo, dovevo finire di fare una cosa…

- Che cosa, esattamente? - chiese Daniele, curioso.

- Ehi, tu non dovresti essere con Angelica? -. Laura inarcò le sopracciglia.

- Brava, e come ci arrivo a Roma?

- Bah.

- Dicevi, La? - si intromise Marina, affacciandosi dal sedile anteriore.

Laura fece dondolare davanti ai suoi occhi un CD. – Appena finito di masterizzare, - annunciò. – Uncino!

Le ragazze cominciarono a strepitare, emozionate; Ludovico soffocò una risata, Luca scosse la testa e Daniele sussurrò: - Ma per favore

L’atmosfera che regnava nell’auto sollevò Marina, ancora preoccupata della sua scelta; era più difficile essere in ansia mentre Laura urlava le canzoni del musical, Ludovico seguiva le note inventando la storia di una padella che aveva incontrato una gallina e Daniele riferiva a Luca, che cercava di sentire la sua voce sopra le altre, dei suoi progressi con Angelica.

- … e non le importa nemmeno che sia più piccolo di lei di qualche anno!

- Quanti, per l’esattezza? - si informò Marina, inserendosi nella conversazione.

- Tre, quattro, - rispose il ragazzo scrollando le spalle. – L’altro giorno siamo usciti, ma non è successo niente, anche se ha accettato di rivedermi ancora stas… AHIA!

- Chiedo umilmente scusa! – mentì Laura, allontanando il braccio dalla testa di Daniele. – La canzone mi aveva totalmente presa…

- Tanto da farti tirare gomitate addosso alla gente?

- Sto parlando della canzone di Ludo!

- E il gatto la viiiideeee… - cantava Ludovico. – E lei gli sorriiiseeee…

- Cos’è? - chiese Luca.

- “Trilli e il gatto”, una canzone di Ludovico Freghieri!

- Yeeeeeah! - terminò il ragazzo, tra gli applausi quasi generali: Luca aveva la scusa di reggere il volante.

Dopo altre cinque canzoni arrivarono al locale dove si teneva il concerto e parcheggiarono accanto a una trentina di macchine. Daniele tentò di lanciarsi dall’auto appena Luca spense il motore, ma Laura rimase casualmente incastrata nella sua giacca, costringendolo ad aspettare un altro po’ per riabbracciare Angelica. Fu inutile: la ragazza li aveva visti e agitava la mano nella loro direzione.

- Ciao! - esclamò Marina, raggiungendola. – Come stai?

- Bene, e tu? Ancora nessuna notizia?

- Niente.

Angelica sospirò. – Lo stesso vale per me: non capisco, ormai avrebbero dovuto… Ehi, Daniele! -. Si tuffò ad abbracciare il ragazzo, mentre Laura li osservava contrariata.

Ludovico approfittò del ritardo di Luca, tornato in auto a prendere il portafoglio, per rendere Marina nuovamente nervosa.

- Sei pronta? - le chiese. – E’ arrivato il grande momento!

- Aaaaah, smettila, ti prego! -. Marina si coprì gli occhi per la vergogna.

- Fai male, - commentò il suo gesto Ludovico. – Ti stai perdendo tutto lo spettacolo.

Marina, pensando che si stesse riferendo a Daniele e Angelica, scrutò attraverso le dita, appena in tempo per vedere Stefano, accanto alla ragazza che era con lui ai provini, finire di legarsi i lunghi capelli scuri impartendo ordini ai musicisti. Il suo cuore ebbe un fremito.

- Trovato, mi era caduto sul sedile, - annunciò Luca, emergendo alle spalle della ragazza e facendola sobbalzare. – Tutto bene? Entriamo?

Marina annuì debolmente, attenta ad evitare lo sguardo di Ludovico. Entrò a testa bassa, ringraziando le luci basse del locale che impedivano ai suoi amici – e al suo ragazzo – di notare le sue guance in fiamme, e seguì Luca verso il bar.

- Salve, - salutò il ragazzo nei soliti modi pomposi. – Vorremmo prendere un tavolo.

La barista lo squadrò, scettica. – Mo non ce sta posto, arrangiateve - rispose, allontanandosi per servire un altro cliente.

- Mamma mia, ma dove siamo finiti? - si chiese Luca, guardandosi nervosamente intorno.

Marina faticava a concentrarsi su ciò che stava accadendo in quel momento: nella sua mente riaffiorava l’immagine del cantante, dei suoi capelli ricci e un po’ crespi, all’apparenza indomabili, del modo in cui era riuscito a domarli, a riunirli insieme in un unico gesto… Con lei era il contrario, con un solo gesto riusciva a devastarla…

Arrossì ancora più violentemente, scacciando quel pensiero: l’aveva visto solamente due volte - a parte la foto che gli aveva scattato Laura - ed era impossibile affermare con tutta la certezza del mondo, come stava facendo lei in quel preciso istante, che quell’uomo riuscisse sempre a devastarla.

Ma poi ricordò i suoi occhi e sentì qualcosa di caldo sorgere all’interno del proprio corpo, qualcosa di… di… straordinario.

- Vieni un po’ qua, - esclamò Ludovico, trascinando Laura lontano dagli altri.

Marina fu riportata alla realtà da quello strano movimento e decise di seguirli, intuendo ciò di cui Ludovico volesse parlare con la loro amica.

- Che c’è? – chiese Laura, stringendo le braccia al petto e guardandosi intorno con aria scocciata.

- Pensavo che lo avessi lasciato perdere.

- Non capisco di cosa stai parlando -. Si tradì lanciando uno sguardo a Daniele, che rideva in maniera esagerata ad una battuta di Angelica.

- Lo sai. Perché non riesci a togliertelo dalla testa? Sono mesi che dici di averlo dimenticato, ma continui a guardare quella povera ragazza con aria omicida…

- Oca, - si limitò a commentare Laura, guardando Angelica ridere a sua volta.

- Ma tu l’hai lasciato perdere, ricordi? -. Ludovico agitò le mani davanti al suo volto. – Hai detto che non serviva più a niente continuare ad andargli dietro se lui non ti degnava nemmeno di un’attenzione, se non ti considerava altro che un’amica…

- Oh, va bene, va bene! – esclamò Laura, avviandosi verso il bagno. – Vorrà dire che stavolta lo lascerò perdere davvero, che… che…

La voce le morì in gola mentre oltrepassava la porta. Senza sapere cosa fare, perché non sentiva alcun reale bisogno di andare al bagno in quel momento, osservò allo specchio la propria fronte aggrottata, l’espressione dura, il labbro inferiore arricciato. Gettò un’occhiata critica ai capelli piastrati e all’abbigliamento che aveva curato nei minimi dettagli: la maglietta viola con il simbolo del WWF, i jeans stretti per una volta nella sua vita, le Converse lilla… Perfino il giacchetto nero dimenticato e ritrovato quel pomeriggio nell’armadio era stato scelto per non sfigurare di fronte a Daniele!

Sbuffò, infastidita, pensando che avrebbe dovuto pensare prima che, se Daniele aveva deciso che loro due potevano essere solo amici, non c’erano speranze che avrebbe cambiato idea proprio adesso che aveva conosciuto “la donna della sua vita”.

Oca, si ripeté.

Ma un’oca fortunata.

Uscì dal bagno, cercando di scacciare il broncio dal viso, e andò a sbattere contro qualcuno che proveniva dalla direzione opposta.

- Scusi, – borbottò.

- Fatta male?

E ora perché quello sconosciuto voleva elargirle compassione?

Alzò lo sguardo, pronta a scatenare su di lui – ma sapeva che non l’avrebbe fatto, era fin troppo timida – tutta la sua rabbia, ma si bloccò.

L’aveva già visto.

Non riusciva a visualizzare bene dove, ma gli sembrava una persona familiare, almeno in parte: era certa di non aver mai visto in vita sua quegli occhi.

Quegli occhi.

Si rese conto di essere rimasta senza fiato solo quando il semi-sconosciuto le sorrise e la superò appoggiandole velocemente una mano sulla testa, in segno di saluto. Si sentì una stupida.

Continuando a camminare senza un’apparente meta, a bocca spalancata, notò Marina che le faceva cenno di avvicinarsi a un tavolo che avevano appena occupato. Si sedette tra lei e Ludovico, che presero il suo improvviso silenzio per la frustrazione manifestata poco prima.

Proprio in quel momento Stefano comparve sul palco, con una maglietta senza maniche, nera, che aderiva perfettamente al suo corpo – che Marina trovava perfetto nel modo più assoluto – e mostrava le vene in risalto sui bicipiti.

Il cantante annunciò il gruppo, ma Marina non riuscì a sentire una sola parola di quello che stava dicendo, aspettava solo che cantasse con quella voce unica che possedeva. Dopo qualche minuto di presentazione, Stefano cominciò a intonare Smells like teen spirit.

Marina si riscosse, sorpresa, e si voltò verso Laura.

- Non è Uncino!

- Lo so - , rispose l’amica, per niente stupita. – L’ho appena incontrato. Uncino, intendo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Bake di Cera