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Autore: OurThirteen    20/03/2012    1 recensioni
Un caso da risolvere e un'amore da reprimere.
" Sam sognava la normalità più di qualsiasi altra cosa, era questo che voleva ma sapeva non avrebbe mai avuto"
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Angolo autrice:
Hey salve, a differenza di quello che può suggerire il titolo, non seguo Pretty Little Liars ma, sappiate che il titolo ha il suo perche, tante bugie stanno per esser dette, non affezionatevi troppo ai personaggi LOL, ricordate la regola della recensione e buona lettura :3 ps in allegato l'ipotetica foto della nostra ragazza misteriosa. 
 

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Tempi duri per i sognatori


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~
 

<< Sam? Sam Winchester? Ti prego devi aiutarmi, per favore>>

Sussurrò lei quasi con fare supplichevole, piegando il viso in una smorfia leggermente intimorita.
Sam la guardò, ancora più confuso, spegnere quel sorriso che tanto lo aveva abbagliato per sostituirlo con una smorfia spaventata, per poi arretrare di qualche passo dopo aver sciolto la stretta delle loro mani, chi era lei? E cosa più importante, come faceva a sapere il suo nome, il suo vero nome?
Forse era una trappola, insomma poteva essere chiunque, un demone, un vampiro, una posseduta da un qualche spirito o entità maligna che voleva incastrare lui e suo fratello. Forse la verità era che ora, lì, era solo e se ci fosse stato Dean, probabilmente, non si sarebbe fatto tutte queste domande o creato tutti questi dubbi che sparirono, all’istante, dopo aver scorto il terrore che balenava negli occhi grandi e spaventati di lei.
Ma chi stava prendendo in giro, era solo una ragazza sola e spaventata, fuggita da chissà dove in preda al panico e finita in uno di questi insulsi locali per mantenersi e rimanere nel’anonimato, sperando di non esser trovata.

<< Come…come sai chi sono io? >>

Balbettò lui avvicinandosi a piccoli passi verso la ragazza, che era intenta a stringersi nelle spalle, forse per il freddo o forse per la paura che faceva festa dentro lei al solo ricordar di quei momenti terribili a cui era scampata.

<< Io…io non posso dirlo, ti prego aiutami, per favore vi ripagherò in qualche modo ve lo prometto! >>

Continuò lei con fare ancora, più supplichevole, sta volta quasi sull’orlo delle lacrime. Sam odiava veder piangere le persone, soprattutto le ragazze, provava una pena e una compassione tale che sentiva come una stretta al cuore ogni volta, si maledise per esser così buono portandosi una mano tra i capelli in un sospiro.

<< Non siamo dei mercenari, non devi ripagarci di certo, devo prima parlarne con mio fratello…andiamo >>

Cominciò lui cercando di abbozzare un sorriso, come per tranquillizzarla, facendo un cenno col capo indicando di seguirlo,scorse il mezzo sorriso della ragazza che lo rallegrò di non dover passar altro tempo a cercare di consolarla, prima di girarsi del tutto verso la porta.
Prima che potesse afferrare la maniglia della porta sul retro, sentì un flebile sussurro, quasi impercettibile, provenire dalle sue spalle, si voltò a guardare il viso della ragazza che, con appena un filo d’imbarazzo, si ostinava a fissare il basso.
<< Emmm..all’entrata ti..ti hanno dato due foulard rossi con…sopra due numeri identici tra loro vero? >>
Sam si voltò aggrottando la fronte accennando una smorfia confusa, in verità si, appena entrato un uomo aveva consegnato a lui e Dean due foulard rossi con sopra dei numeri, non ci aveva dato troppo peso e se li era infilati in tasca, prima o poi avrebbe chiesto a Dean a cosa fossero serviti. Frugò distrattamente nella tasca interna della giacca, per poi estrarli esaminandoli a dovere: erano identici, della stessa lunghezza, colore e consistenza, in più avevano stampato il numero “13” su tutte e due le estremità. Sam credeva che la ragazza si fosse accorta della sua confusione, infatti la vide avanzare di qualche passo, per poi sfiorare le mani grandi di lui nell’intento di prendere nelle proprie quei due pezzetti di stoffa.

<<… emm… dovresti portare al polso, con il numero ben visibile uno di questi due foulard… e l’altro dovrebbe andare ad un’ipotetica ragazza, questo sta ad indicare che…è tua per quella sera e nessuno può…prenderla, ecco, finche ha il tuo stesso numero a ..dosso…quindi se tu me ne dessi uno dei due… >>

Cercò di spiegare gesticolando appena, come per scacciare l’imbarazzo di quella cosa, tenendo ancora stretti in mano i due pezzi di stoffa. Sam afferrò al volo, prima che la ragazza fosse costretta a finire la frase, si sentiva già abbastanza stupido a non sapere a cosa servissero quei foulard, non voleva sembrarlo ancora più a suoi occhi, si affrettò a rispondere abbozzando un sorriso imbarazzato.

<< Oh…certo beh si puoi…prenderlo >>

Cominciò a balbettare lui, sussurrando sempre più piano ogni parola, come se questo potesse scacciare via la vergogna che sentiva crescere in corpo. Lasciò che la ragazza si legasse uno dei foulard al polso per poi afferrare quello che rimaneva e fare lo stesso, strinse la maniglia girandola, cercando di ignorare il frastuono che sembrava ancora più pesante di prima, forse era perche là fuori, sul retro, regnava il silenzio e dopo esserci stato immerso per tanto tempo, tornare dentro quel baccano era come se lo amplificasse.

<< Ora andiamo a parlare con mio fratello okay? >>

Dichiarò lui cercando di sovrastare il volume della musica per farsi ascoltare, fu solo quando ottenne dalla ragazza, un cenno di consenso col capo, che prese a scrutare la folla in cerca di Dean.Non ci volle molto per trovarlo, era seduto su  uno degli sgabelli del bar, ovviamente ci stava provando spudoratamente con una delle ballerine del locale, bionda, alta, come piacevano a lui. Sospirò prima di avvicinarsi con a seguito la ragazza. Sam fece un cenno a Dean, che era intento a fissare la mora al seguito del fratello con aria divertita, per fargli capire di far allontanare la ragazza.

<< Scusa babe, devo fare due chiacchiere con questi due >>

Sospirò Dean abbozzando un mezzo sorriso svogliatamente, probabilmente era sul punto di concludere qualcosa ma loro gli avevano mandato tutto a monte, Sam non riuscì a trattenere un mezzo risolino al pensiero.

<< In fretta Sam, ho da fare >>

Continuò Dean facendo un cenno di saluto alla biondina di prima che ricambiò con un bel sorriso, allontanandosi appena. Sam rivolse un’occhiata distratta alla ragazza, che aveva ancora lo sguardo rivolto verso il basso, doveva essere imbarazzante per lei tutto questo, pensò Sam.

<< Dean..abbiamo un problema qui >>

Sospirò lui poggiando lo sguardo sulla figura del fratello, che intanto stava accennando una mezza risata al suono di quelle parole, ricambiando appena lo sguardo del minore per poi soffermarsi sulla ragazza, era facile intuire cosa stesse pensando.

<< Dovrei avere un preservativo da qualche parte…>>

Cominciò lui senza riuscire a trattenere una risata prendendo a frugarsi nelle tasche, sotto il disappunto di Sam, odiava essere umiliato così da lui, prima o poi avrebbe scontato tutto questo, oh si. Sam si affrettò a prendere parola gesticolando, un poco rosso in viso, sotto gli sguardi leggermente divertiti della ragazza.

<< Non quel genere di problema Dean>>

Lo rimproverò Sam forse un po’ troppo a disagio, passandosi una mano tra i capelli, senza avere neanche il coraggio di guardare in faccia la ragazza, oh andiamo, stupido imbarazzo vuoi andare via ? si ritrovò a pensare lui abbassando di poco lo sguardo a terra mentre il maggiore era intento a portarsi in piedi.

<< Assi? Cosa allora? >>

Continuò Dean senza spegnere il suo sorrisetto, Sam notò che stava fissando la stoffa rossa che entrambi avevano al polso, chi sa che stava pensando ora,sospirò sollevando una volta per tutte lo sguardo a fronteggiare il fratello.

<< Questioni di ...lavoro >>

Sussurrò certo che cogliesse il secondo fine, si voltò a scorgere la ragazza il cui viso era nascosto dalla folta capigliatura color cioccolato, sapeva com’era perdere la propria famiglia, vedere spegnersi vite proprio davanti agli occhi senza poter far niente per impedirlo,stare lì inerme, impotente, strisciare via, cercare un nascondiglio perche ora come ora non ora non era importante niente, niente all’infuori di sopravvivere.
Subdolo vero? Egoista? Meschino? Beh forse si ma non potete negare che voi avreste fatto lo stesso.
Dean sbuffò scocciato, probabilmente ne aveva fin sopra ai capelli di risolvere casi o di risolvere i problemi della gente, come biasimarlo, forse voleva solo una serata per se, come doveva essere quella oggi.

<< Dolcezza, c’è un posto dove possiamo parlare senza esser disturbati? >>

Cacciò lui abbozzando uno strano sorrisetto, sicuramente era convinto che dopo aver risolto il caso la ragazza l’avrebbe pagato in natura, Sam ci avrebbe scommesso la camicia che era così, bah sempre il solito vecchio Dean, non cambierà mai, per fortuna. Sam osservò la ragazza alzare il viso verso di loro accennando una smorfia pensierosa, era adorabile non poteva negarlo.

<< Emm…seguitemi >>

Mormorò incerta lei guardando entrambi, facendosi strada tra la folla come se niente fosse, fino ad arrivare ad un corridoio con pareti quasi interamente occupate da porte e un lungo tappeto rosso, quasi come quelli del red carpet, che occupava l’intero pavimento. Superarono una diecina di porte prima di rifugiarsi dentro una stanzetta dotata di un tavolo da bigliardo e vari divanetti, c’era una puzza di fumo quasi insopportabile.
La ragazza si chinò ad estrarre la chiave della camera sotto lo zerbino della porta, ovviamente sotto le occhiatine eloquenti di Dean, per poi chiudere a chiave.

<< Qui possiamo parlare liberamente >>

Sospirò lei cercando di abbozzare un sorriso, lasciandosi cadere su uno dei divanetti con fare composto. Sam guardò Dean e Dean guardò Sam di rimando, entrambi si sedettero ai rispettivi lati della ragazza prendendo a fare il solito interrogatorio.

<< Come ti chiami babe? >>

Iniziò Dean riaccennando il sorrisetto di prima, sporgendosi leggermente in avanti per poterla scorgere meglio sotto il silenzio di Sam, era così che funzionava, Dean faceva le domande e Sam teneva a mente le risposte.

<< Nevaeh … Laitselec >>

Rispose lei in un sussurro, sotto la smorfia confusa di Dean che si apprestava a ribattere accennando una risata,sicuramente avrebbe fatto una delle sue battute, Sam ne era più che certo, si portò di già una mano a coprire gli occhi, pur di non vedere il battibecco che stava per cominciare.

<< Nev..cosa? da dove vieni, Russia Sovietica? >>

La ragazza parve offesa da quell’affermazione tanto che cacciò fuori di rimando con un tono impertinente, che tanto divertiva Sam e seduceva Dean.

<< Sono Bulgara testa di cazzo >>

  
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