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Autore: Breathinfire_    23/03/2012    2 recensioni
- A volte devi solo farlo vincere. - le disse - Perché perdere una discussione è più facile che perdere lui. -
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché aveva accettato di andare al supermercato, proprio non lo sapeva.
Odiava le vecchiette che non rispettavano la fila e passavano avanti come se niente fosse, i mocciosetti che accompagnavano le madri e rompevano i coglioni fino allo sfinimento, e la perenne folla anche alle otto di sera.
La sua coinquilina aveva fatto irruzione nella sua stanza, chiedendole, quasi supplicando, di andare a fare la spesa, senza neanche dirle precisamente cosa doveva comprare. La dispensa era vuota, e quella sera avrebbero dovuto ospitare cinque leoni affamati, pronti a divorare qualsiasi cosa gli fosse capitasse davanti.
Camminava velocemente, non aveva voglia di impiegare più tempo del previsto per arrivare a destinazione e tornare a casa.
Entrò in quel benedetto edificio, e si preparò mentalmente a dover affrontare quella lunga giornata.
Non sapendo da dove iniziare, decise di prendere un po' di tutto. Specialmente quel che piaceva a lei, così almeno non sarebbe stato soltanto uno spreco di tempo.
Iniziò a dare un'occhiata agli scaffali stracolmi di cibo, e le sembrò quasi strano vedere quanti tipi, marche e gusti di pasta esistevano. Che poi, non era neanche minimamente equiparabile a quella italiana che di gran lunga era migliore.
Prese un carrello, si ravvivò i capelli rossi, e riordinò le idee:
- Le sarebbero serviti sicuramente dei bicchieri di plastica, meglio se colorati, quelli bianchi o trasparenti le facevano orrore;
- Tovaglioli con dei design particolari, perché la sua tavola oltre che funzionale, doveva anche essere particolare, e di certo vedere quei tovaglioli così carini sul tavolo, le metteva il buon umore;
- Vaschette di alluminio per cuocere i cibi. Sapeva che dopo una grande cena come quella che si sarebbe dovuta svolgere parecchie ore dopo, la sua cara amica non avrebbe toccato con un dito tutti i piatti, pentole e cose varie che c'erano nel lavandino, e lei non aveva intenzione di dover fare tutto da sola;
- Succhi di frutta, limonata, birre, cocacola, e vino rosato, erano indispensabili.
Si spostò, successivamente, verso l'area dedicata interamente alla carne.
Le piaceva come quel supermercato fosse diviso in aree specializzate. Non doveva dannarsi per trovare qualcosa, ringraziando il cielo.
Doveva assolutamente ricordare quali tipi di carne piacessero alla ragazza e al ragazzo che condividevano il suo stesso tetto, ma proprio non ci riusciva, quindi prese quel che piaceva a lei. Infondo, non era mica colpa sua! La prossima volta, Mad, avrebbe fatto bene a stilarle una lista, o perlomeno dirle cosa mancava, invece che mandarla allo sbando.
Dopo aver finito con quella, camminò a lungo per trovare il reparto farine, cereali e derivati, da cui prese farina OO, di grano duro, seitan e mais. Poi pan grattugiato, fette biscottate rigorosamente integrali, cereali da metter nel latte al mattino, e fette di pane già tagliate.
Si rese conto di quanto potesse essere stancante, noioso e odioso fare la spesa, più di quanto pensasse. Stava comprando tutta quella roba, ma cosa avrebbe cucinato?
- Potrei cucinare le ruote con la salsa alle noci. - disse ad altavoce, mettendo nel carrello quel che le restava da comprare.
Circa due ore e mezza dopo, finalmente fu pronta per il suicidio: la cassa.
Fortunatamente, ne aveva trovata una che era stata aperta in quel momento, quindi non c'era nessuno.
- Centoventidue sterline e cinquantadue. - esordì la cassiera, con un sorriso splendente.
Leyleen pensò a mille modi per ucciderla. Sicuramente, pensò, poteva capire 'spesa mia, vita tua', però se avesse continuato a sorridere alla gente facendo sborsare centinaia di sterline, nessuno sarebbe più andato in quel supermercato, quindi 'non spesa mia, non vita tua' .
Rovistò nella borsa sotto lo sguardo attento delle vecchiette che non aspettavano altro che darle una bastonata nelle ginocchia per farla andare via e poter pagare in santa pace.
Prese i soldi dal portafogli, e pagò prendendo le buste ed uscendo finalmente.
Quando arrivò fuori, sospirò sorridendo.
Quattro passi e sarebbe arrivata alla macchina, avrebbe posato tutto nel bagagliaio, e sarebbe andata nel suo amato negozio di the su Piccadilly Circus.
Una cosa che non poteva assolutamente mancare in casa sua, era il tè di tutti i tipi, fragranze, colori e gusti.
A volte, quando non lavorava, spendeva giornate intere a cercare di inventare il biscotto perfetto da accompagnamento che puntualmente non mangiava, dato che erano pieni di grassi.

L'unico modo per far sì che li mangiasse, sosteneva l'altro suo coinquilino, era che escogitasse una ricetta light, ma lei sosteneva continuava a ripetergli che poteva andare anche al diavolo: non avrebbe mai mangiato un biscotto light con il suo amato tè.
Salì in macchina, schiacciò la frizione, ingranò la marcia, accelerò poco lasciando piano la frizione, e partì.
Quel silenzio, però, le stava iniziando a dar fastidio. Così accese lo stereo che si trovava a pochi centimetri.
Prese dal cruscotto il suo CD preferito e lo inserì, iniziando a canticchiare sottovoce 'Glad You Came'.
Era andata numerose volte ai concerti dei The Wanted, oppure ai Meet & Greet.
Aveva decine di foto con ogni singolo membro, ed ogni volta che era in loro presenza, si sentiva stranamente felice.
Mad e Thomas la accompagnavano in ogni dove, solo per vederla sorridere felice e farle staccare la testa da quei dannatissimi libri.
Entrambi ritenevano che sì, era giusto studiare metà giornata per passare ogni singolo esame in tempi prestabiliti, però lei doveva anche capire che non poteva sfuggire dal mondo, dall'amore e dalle persone, rifugiandosi in noiose cose imparate a memoria. Che poi, a cosa serviva imparare così tante cose e non condividerle con nessuno? Non che non avesse amici, perché ne aveva, ma non aveva un ragazzo. Un uomo che la facesse sentire bella, che le occupasse la maggior parte della mente, e che le facesse abbandonare tutto quel cinismo.


Entrò in quel negozio ed inspirò a pieni polmoni quel meraviglioso profumo di tè, che non aveva una fragranza precisa, ma era frutto dell'unione del profumo di tutte quelle magnifiche bustine che c'erano su ogni ripiano.
C'erano pochissime persone, e secondo lei derivava dal fatto che soltanto pochi eletti potessero capire davvero quanto il tè fosse meraviglioso.
Si diresse subito verso il tuo adorato Peach Tea, che aveva finito.
Imprecò mentalmente. Uno street-boy si stava accingendo a prendere l'ultimo pacchetto.
Doveva assolutamente escogitare un modo per prenderlo per prima. Non poteva di certo correre, però. Sarebbe stato troppo palese.
Mentre lei pensava furiosamente, il ragazzo aveva già afferrato il suo tè, sorridendo contento.
Sospirò, ancora, pesantemente.
Il giovane, sentì il suo sospiro infastidito, e si girò.
Entrambi restarono immobili per infiniti secondi.
Lui non riusciva a non pensare a quanto quei jeans le fasciassero perfettamente le gambe, a quanto quella camicia azzurra le incorniciasse le curve perfette, e a quanto l'aveva cercata senza nessun risultato.
L'aveva riconosciuta. Era proprio lei!
Lei, invece, non riusciva a non pensare di avere davanti a sé i suoi idoli, ed il suo Nathan, che poi tanto suonon era.
Sarebbe anche arrossita se non fosse stato per la sua costante lucidità mentale.
Riusciva a controllare anche i suoi sentimenti, una cosa impensabile.
- Nath, stai bene? - chiese il ragazzo alla destra di Nathan, che non aveva riconosciuto la ragazza.
Poco dopo, ricevette una gomitata nelle costole da un riccio con gli occhi dolci, che lo costrinse a star zitto per il dolore.
- Sì. - e mentre lo diceva, pensava a come dire alla ragazza che l'aveva già vista. Se le avesse detto 'Ciao, ti ho già vista da qualche parte, ma non ricordo dove. ' sarebbe sembrato banale. Era una scusa per rimorchiare, e lui di certo non aveva quell'intenzione.
Dal primo concerto in cui l'aveva vista, poteva giurare che qualcosa in lei l'aveva spinto a cantarle 'Lie To Me'.
La ragazza, notò che lui sembrava riconoscerla, lo vedeva dagli occhi, ma si diede della stupida, pensando che fosse tutto frutto della sua mente bacata.
Nathan si accorse che la ragazza stava guardando il pacco di tè, e fu come se nella sua testa si accendesse una lampadina, proprio come nei cartoni animati.
- Lo volevi prendere tu? - le chiese, senza però specificare a cosa si riferisse.
I suoi amici lo guardarono sorpreso. Nathan Sykes non avrebbe mai rinunciato al suo tè. Tantomeno l'ultimo pacco!
Anche la ragazza restò interdetta, annuendo flebilmente.
- Allora prendilo tu, io prenderò quello alla mela verde. - le sorrise, porgendo quello che aveva in mano.
- Non ti preoccupare, ne prenderò un altro! - riprese la parola lei, allontanando il braccio del ragazzo si avvicinava.
- Sarà meglio che vada da mia madre, credo che potrebbe linciarmi. Sono già mancato al suo ultimo compleanno, e adesso che sono qui non ho scuse. - cercò di dileguarsi Jay, con una scusa banalissima ma vera. - E' stato un piacere rincontrarti... Leyleen? - si accertò, per non fare figure di merda.
- Leyleen. - ripetè Nathan, come conferma.
La rossa annuì di nuovo – Ciao, Jay. - sorrise abbracciandolo.
Pochi secondi dopo che il ragazzo uscì dal negozio, la ragazza cercò ancora di convincere Nathan a lasciar perdere. Infondo il tè l'aveva preso prima lui, no? Lei sarebbe tornata il giorno dopo.
- Davvero, prendilo. - e lei, sfinita, accettò sorridendo.
- Però, almeno vieni a berne una tazza a casa mia, mi sentirei in colpa! - subito dopo aver pronunciato quella frase, si sentii tremendamente imbarazzata. Temeva di sembrare una di quelle fan che avrebbero fatto di tutto per abbordarli.
Il ragazzo, però, accettò felice. Infondo, l'aveva cercata per cinque mesi, e non avrebbe mai sprecato un'occasione del genere.

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ciao ragazze! *w*
@Sasotta è tutto per te, ahah!
ringrazio in anticipo tutte quelle che recensiranno, e che hanno letto la storia.
I'll be back soon, I swear. *mandaunbacioatutte*

  
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