"Sentii le sue morbide labbra adagiarsi sulla mia pelle".
Alexis è una sedicenne come tutte. Brava a scuola e ha tanti amici. Un giorno una passeggiata nel parco con la sua migliore amica Mackenzie cambierà per sempre la sua vita.

«Ti è piaciuto, non è vero?» sorrisi voltandomi verso di lei e poggiando la testa sul braccio.
La ragazza davanti a me scoppiò a ridere, come avessi appena detto una battuta.
«Non male.» disse, infine, lasciandomi spiazzato.
«Non male?» alzai un sopracciglio, piuttosto sorpreso per il suo commento, l'avevo sbattuta come non avevo mai fatto con nessun'altra e non ero stato solo bravo, ero stato tremendamente divino. Ne ero certo. «Solo questo?»
«Dico solo che c'è di meglio.» la vidi coprirsi il seno con le lenzuola, mentre si voltava verso di me.
«Meglio di questo?» dissi indicandomi con il dito.
La vidi trattenere una risata con una smorfia.
«Mh, credo di si.» fece spallucce. «Non preoccuparti Bieber, non tutte possono pensare che tu sia il Dio del sesso.» nessuna ragazza aveva mai negato che io lo fossi, nessuna. Risi a quel suo commento - che consideravo totalmente falso - prima di allungarmi verso di lei e iniziando a mordicchiarle il collo.
«Allora, credo proprio che qui qualcuno abbia bisogno di rivedere i propri dubbi.» sussurrai spostando le lenzuola che dividevano i nostri corpi nudi.

«Chi è?» chiesi tremante, con la gola nel cuore.
«Siamo delle guardie del Re, apri questa porta immediatamente! » parlò una voce grossa e sembrò che stesse per ammazzarmi solo con quelle parole.
Aprii la porta lentamente e quello che vidi fu l’incubo di cui tanto temevo.

"Pensavo di essere la tipica ragazza normale con una splendida famiglia, degli amici straordinari e una vita perfetta. Ma in realtà il destino ha riservato una sorpresa per me. La mia domanda è: perché proprio a me? Sembrava fosse una sfortuna, sembrava che fossi stata fin troppo burlona. Poi ho realizzato che la vera domanda era: 'che cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? Sono così fortunata?'.
Tra 60 anni non dimenticherò mai un nome, che al solo pensiero, c'è qualcosa che mi attraversa, ma non so cosa. Il suo nome è Justin Drew Bieber."
-Victoria Rae Anderson.

''E' l'evento annuale delle scuole per raccogliere fondi.''
 
Abbie non avrebbe dovuto firmare per l'Asta degli Schiavi.
Ma l'ha fatto.
 
Lei non avrebbe dovuto ottenere nessun'offerta.
Ma la ottenne.
 
Lei non avrebbe dovuto essere attratta da Justin Bieber.
Ma lo era.
 
''Signore e signori, benvenuti all'Asta degli Schiavi!''

Eden è al suo ultimo anno di liceo.
Justin è stato espulso dal college.
Lei lo odia.
A lui non potrebbe fregare di meno.
Lei non prova più nulla per lui.
Lui sente ancora qualcosa per lei.
Lei sarà sempre il suo miracolo in un costume.
"Quando sei tutto solo, e nessuno c'è per te.
Quando stai percorrendo la strada verso casa, ci sarà sempre un miracolo in un costume."

Erin Jones, assistente personale del bello, ricco e di successo Justin Bieber, decide di prendere il consiglio dei suoi amici e far innamorare il suo capo di lei.
ATTENZIONE: SCENE ABBASTANZA SPINTE.

’'Il mio passato,niente di troppo esaltante.’’ risposi
Sentii qualcosa sfiorare la mia mano,abbassai lo sguardo e scorsi la mano di Justin;mi chiese con un cenno del capo il permesso e io sorrisi semplicemente lasciando che intrecciasse la sua mano con la mia.
‘’Mi piacerebbe conoscerlo.’’ disse
Scossi la testa cominciando a camminare con lui.
‘’Non penso sia il caso..a stento riesco a parlarne.’’ dissi con gli occhi lucidi
Sorrise abbracciandomi,lo strinsi forte fra le mie braccia cercando di non piangere.
‘’Puoi fidarti di me.’’ sussurrò
Lei;una ragazza col cuore spezzato.
Lui;il ragazzo che le stravolgerà la vita e guarirà le ferite permanenti incise sul suo cuore.
Uno stupro.
Un cambiamento.
Due migliori amici.
Pianti.
Risate.
Innamoramenti.
Fiducia.
Justin Bieber e Erika Jones.

Due bande rivali. Regole inviolabili. Mantenere il proprio nome in alto.
"Non puoi amare colui che porta la tua morte"
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*Rivivevo il momento in cui i suoi occhi e i miei si erano incontrati, il momento in cui mi era mancato il fiato e, soprattutto, quell’indimenticabile bacio che mi aveva letteralmente aperto le porte del Paradiso.
Peccato che non ci fossi entrata.
Perché se quello in cui stavo attualmente era il Paradiso, potevo concludere dicendo che era una bella merda, davvero.
*"Ripetè quel passaggio varie volte, prima di tornare a guardarmi con gli occhi ardenti, così luminosi che sembrava ci avessero versato dell’oro liquido. Non era possibile che una persona del genere fosse umana, doveva per forza essere un demone inviato sulla Terra con delle fattezze angeliche.”