Sentì che qualcosa di molto grosso stava per piombare sulla sua testa proprio quando, una volta entrato nello studio, si accorse della presenza di Draco Malfoy nella stanza.
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La preside lo guardò con un sorrisetto.
"Sarò breve. Ho in mente una cosa per voi due."
Harry si spaventò.
"Una punizione, professoressa?"
"No, signor Potter."
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"Sia chiaro," sputò Malfoy con la sua solita voce strascicata, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo "Non ho intenzione di fare nulla che quella megera ci ha imposto di fare, Potter. Ognuno per la sua strada." E detto questo evaporò dal corridoio.
Quelle astiose parole erano le prime che Malfoy gli rivolgeva quell’anno.
Questo però non gli impedì di inveire sulla sua figura ormai scomparsa da un bel pezzo e brontolare un "Che razza di cretino" prima di correre in Sala Comune e cercare una soluzione a quell’enorme disastro.

Dalla storia: La porta sbatté alle sue spalle, una, due, tre mandate dopo Harry era impalato al centro della stanza con un paio di dubbi ad invadergli la mente e senza alcuna sicurezza su come si dovesse sentire in quel preciso istante.
Aveva preso un sorso intero di Felix Felicis ed era passata solo un’ora, possibile che l’effetto fosse già sparito? No, ne era certo, la pozione gli circolava ancora nel sangue: la sentiva, riconosceva quel solletichio sottopelle che lo stava accompagnando dall’inizio, quell’instancabile voglia di fare.
Allora perché tutto quel turbamento? Forse perché Piton lo aveva appena chiuso nel suo studio pieno zeppo di ingredienti macabri con Draco Malfoy? Forse era per la smorfia, un ghigno vero e proprio, che quello gli stava rivolgendo allentando il nodo della cravatta verde e argento che portava al collo?
Autore: Hamleys